Ѐ IL luglio del 2015 e c’è un caldo torrido: è la prima volta che torno alla missione da quando Chika è partita. È l’unica dei nostri bambini a essere mai andata negli Stati Uniti e non faccio in tempo a entrare dal cancello che vengo circondato dagli altri piccoli ospiti e investito da una raffica di domande.
«Chika vive con te?»
«Chika dorme a casa tua?»
«Chika ha la sua camera?»
«Chika ha un cane?»
Chiedono quando tornerà. Mi dicono che le hanno tenuto il letto e che non ci dorme nessuno.
Il giorno dopo appendo un disegno di Chika nell’ufficio della scuola. C’è scritto: «Ciao a tutti. Gioco e mi diverto. Con affetto, Chika. P.S. Mi mancate».
I bambini lo fissano. Per loro adesso è diversa, fuori dai cancelli, sotto la mia ala. Una delle bambine chiede se può andare anche lei in America e io dico no, non subito.
«Ma perché?» dice. «Anch’io non ho la mamma.»