Nota alla trilogia

Se siete giunti fino a questa pagina, cartacea o digitale che sia, significa che siete arrivati – dopo tre libri e molti mesi di attesa – alla fine della storia. Anche se spero che leggerla abbia divertito voi come me scriverla, sono certo che vi saranno rimaste alcune domande. La prima, la più importante, alla quale cercherò di rispondere con franchezza è: C’è qualcosa di vero in quello che ho letto?

La risposta breve e sintetica è sì, c’è molto di vero. Per la risposta più lunga dovrete avere un attimo di pazienza. Come è mia abitudine vorrei affrontare gli argomenti dell’intera trilogia singolarmente, per spendere su ognuno le parole che servono.

Se siete d’accordo, comincerei parlando degli scheletri giganti, i cosiddetti Nephilim biblici. Il ritrovamento da cui prende spunto il Volume 1 è reale, almeno stando a un articolo del «New York Times» pubblicato il 4 maggio del 1912. Facendo una veloce ricerca sul web riuscirete senza dubbio a trovarlo, così come la fotografia – descritta fedelmente nel romanzo – che ritrarrebbe il “gigante”.

Come in tutti i casi in cui ci imbattiamo nella cosiddetta “archeologia misteriosa”, esistono studiosi disposti a giurare sull’autenticità delle foto e dei reperti e altri l’esatto l’opposto. Che ci crediate o meno, è incontrovertibile che i ritrovamenti di esseri umanoidi, anomali per forma e dimensione, sono numerosissimi e testimoniati da più fonti. Non sta a me giudicare, tuttavia, a volte – sommessamente – mi viene da credere che l’evoluzione della razza umana sia un po’ diversa da come ce l’hanno sempre raccontata. Se l’idea vi affascina vi invito a leggere il mio precedente romanzo I manoscritti perduti degli Illuminati (Newton Compton, Roma 2016) dove queste teorie sono ben spiegate.

Passando all’argomento cardine della trilogia, la cosiddetta peste dei giganti, ho un debito morale con il dottor Sergio Sciré. Le teorie che racconto, le spiegazioni sui vaccini e sui loro test, il fatto che i virus possano conservarsi intatti in resti fossili, che possano essere “attivati” da qualche sostanza, che possano diffondersi a livello globale, purtroppo sono tutte verosimili. Gli allarmi dell’OMS negli ultimi anni sono sempre più pressanti e c’è qualcuno che ipotizza che il cosiddetto “Big One”, la pandemia che potrebbe annientare il genere umano, sarebbe già alle porte.

Sperando non sia così vorrei precisare che il MSEHPA, il trattato secondo il quale, in caso di epidemia globale, i governi possono essere sciolti, sostituiti da Comitati di Crisi, esiste realmente. Ne fanno parte 191 Stati, tutti i membri dell’OMS, e fortunatamente da quando è stato siglato non è mai stato necessario applicarlo.

Rimanendo in ambito sanitario, non mi risulta che esistano strutture come Paradise City dei Volumi 1 e 2. Temo però che cercando sul web le modalità con le quali, a volte, vengono testati i vaccini (soprattutto nei Paesi in via di sviluppo) troverete anche di peggio…

Saltando ad altro, la SunriseX International e l’Ulybka Corporation sono mie invenzioni. Vi chiederei di non cercare parallelismi o similitudini con multinazionali realmente esistenti perché temo potreste trovarne… naturalmente, in tal caso, ogni somiglianza è puramente casuale.

Passerei ora a parlarvi dei cosiddetti MAVs, micro air vehicles, meglio conosciuti come “nano-droni”. Anche in questo caso la realtà supera la mia fantasia. Droni microscopici come insetti, simili a libellule e in grado di spiare il “nemico”, esistono realmente. Le descrizioni presenti nel Volume 2 sul loro funzionamento, sul modo e sui materiali con i quali sono assemblati, sono rispondenti alla realtà. È reale anche il fatto che i MAVs possono essere dotati di microscopiche siringhe in grado di iniettare sostanze a vittime ignare. Quando in una prossima notte d’estate sarete punti da una zanzara dovreste domandarvi se è stato un essere vivente o invece un dispositivo a base di silicio…

Proseguendo la disamina, devo spezzare una lancia a favore dell’Organizzazione mondiale della sanità e delle Nazioni Unite: le istituzioni, i loro dipendenti, funzionari e rappresentanti, non sono come li ho descritti, perché non li conosco. Sono sicuro che si comportano in modo irreprensibile, discostandosi in maniera netta dalle mie ricostruzioni, a volte poco lusinghiere per esigenze narrative. Aggiungo che la risoluzione ONU n. 1015, per fortuna, non esiste. 2010 e 2015 sono semplicemente gli anni di nascita delle mie due bimbe.

Parliamo ora del Bohemian Grove: il “campeggio” da me descritto nell’ultimo capitolo del Volume 2 esiste realmente. In quel bosco a centoventi chilometri da San Francisco, si dice che, davvero, siano state prese decisioni fondamentali per il genere umano. Le fonti, come immaginerete, sono frammentarie e parziali, quindi i fatti si fermano qui. Cercando su internet, tuttavia, troverete molto su cui riflettere: fotografie, video e articoli anche di stimati reporter. Materiale sufficiente per permettervi di formare la vostra opinione. Io mi limito a notare una cosa: spesso i cospirazionisti si interessano a istituzioni più conosciute come il Gruppo Bilderberg o la Trilaterale. Siamo davvero sicuri di puntare la nostra attenzione sul giusto bersaglio?

Per quanto attiene le chimere, gli esperimenti di eugenetica, gli uteri artificiali, la torre di Tesla, l’osservatorio astronomico vaticano VATT e il Progetto ISIS (gli argomenti principali del Volume 3), in quello che ho scritto c’è molto di vero. Per gli aspetti scientifici inerenti il messaggio e connessi con gli studi sul DNA, sono stato aiutato dal biologo molecolare Pietro Buffa, che non finirò mai di ringraziare. Mi sono inoltre avvalso di una vastissima ed eterogenea bibliografia e di decine di siti internet. Ancora una volta digitando la giusta chiave di ricerca sono sicuro che troverete molte delle fonti su cui mi sono basato: alcune sono ben documentate, altre più fantasiose. Come negli altri casi, decidete voi a chi credere.

Concludo con un piccolo annuncio pubblicitario: www.s-cloud.org è un’invenzione by GLB e il sito, per adesso, rimanda al mio spazio web ufficiale. Se uno dei big della Silicon Valley volesse realizzarlo per davvero, sarei felice di vendere l’idea (e il dominio) :-)

Siamo così giunti alla fine. In rigoroso ordine alfabetico vorrei ringraziare: gli utenti del forum bitcointalk.org per le spiegazioni sulla moneta virtuale, Cristina Aicardi, Pietro Buffa, Enrico Castelli, Isabella Cavallari, il sito crocieristi.it (nelle persone di Gabriele Bassi, Fabio Muratore e Maurizio Valsesia), Marco Ischia, Angelo Leto Barone, tutto lo staff Newton Compton Editori, la mia agente Roberta Oliva, Luigi Piz, Martin Rua, Yuliya Sanch enko, Sergio Sciré e i miei editor Fabio Marchese e Marco Di Marco.

Infine, ho un debito di riconoscenza con Raffaello Avanzini e con la mia grande famiglia al femminile: le piccole-grandi Ginevra e Lucrezia, e la mia metà Elena, che mi sostiene sempre.

Detto questo, concludo chiarendo che se trovate errori nella trilogia sono senza dubbio colpa mia.