Ringraziamenti
Vorrei ringraziare più di chiunque altro gli ultrà delle varie tifoserie per la loro ospitalità, pazienza e generosità. La lista delle persone di Cosenza che dovrei ringraziare è troppo lunga per poterli nominare tutti, ma ho un debito particolare con Marco, Simona, Francesca, Olga, Gianluca, Alberto, Emmanuele, Arturo, Gabriele, Marcellino, Ciccio, Danilo, Silverio, Robertino, Achille, Marco, William, Piero, Claudio, Gianfranco, Vincenzo, Pietro, Francesco, Barbara, Luca, Sergio, Katia, Mena, Paride e Padre Fedele. Aver conosciuto Paolo Marra, Monica Levantino e Vincenzo Reda è stata una vera e propria benedizione.
Ogni volta che scrivo un libro o un saggio sull’Italia rimango sorpreso dalla generosità dei giornalisti di questo Paese. Mi sento fortemente in debito con Massimiliano Peggio, Jacopo Ricca, Marco Grasso, Massimo Calandri, Jacopo Forcella, Giuseppe Scarpa, Mario Salvini, Pierluigi Spagnolo, Gianluca Marcon, Marco Di Mauro, Raffaele Vitali, Andrea Luchetta, Simone Meloni e Timothy Ormezzano. Ho beneficiato dell’esperienza e dei contatti di Richard Hall, Luca Hodges-Ramon, John Foot, Max Mauro, Guido Polini e Sergio Sinigaglia. Mattia Fossati, Antonio Broso, Pasquale Ancona e Sacha Malgeri mi hanno aiutato con i vari dialetti e i documenti legali. Matteo Galloni e Filippo Ziveri mi hanno continuamente prestato i loro libri e le loro idee. Sono stato fortunato ad aver avuto al mio fianco Daniela Calebich, Laura Lenzi e Matteo Diena, e sono grato a Francesco Pedrona e il Vascio per avermi presentato a tutti i bravi «calciatori distrutti».
La Society of Authors mi ha concesso una generosa sovvenzione che mi ha permesso di ritrasferirmi in Italia, e senza l’eroico Mark Loveys non ce l’avremmo mai fatta. Mary Massey, Bob Jones, David e Vandana Jones, Paul e Marija Jones, Andy e Marion Street, Richard e Sheena Brooke, Andrea e Russell Hartley e Steve e Susannah Baker hanno riposto in noi la loro fiducia e hanno tenuto in vita Windsor Hill Wood. Sono molto grato a Christopher Somerville e Pete Dennis per la loro visionaria generosità e provo un’ammirazione smisurata per Chris, Katharine, Josh e Natty Thompson, che capiscono l’agonia che si prova a giocare e guardare le partite di calcio. Grazie anche a Shaun Wolff, Franco Tomasi, Costanza Gambarini e Guido Bizzarri per essere dei vicini straordinari; e a Gildo Claps, Andrew Wigley, Paolo Mortarotti, Glen Alessi e James McConnachie per essere stati così generosi.
Jonathan Shainin, Clare Longrigg e David Wolf della sezione «Long Read» del «Guardian» hanno gentilmente pubblicato il saggio che è stato il punto di partenza per scrivere questo libro. Sono grato anche a Rob Yates e Paul Webster dell’«Observer» perché continuano a commissionarmi lavori. Ben Donald è stato un appoggio costante.
Sono stupefatto dalla capacità redazionali di Neil Belton, che mi ha misteriosamente aiutato a portare a termine un libro che sembrava infinito.
Grazie anche a Anthony Cheetham e tutti gli altri della Head of Zeus. Walter Donohue ed Enrico Basaglia hanno come sempre offerto consigli impareggiabili. Georgina Capel, Irene Baldoni, Rachel Conway e Simon Shaps della gca hanno offerto un incoraggiamento costante e solido. Grazie.
Francesca, Benedetta, Emma e Leonardo hanno sopportato mesi di assenza e tollerato la mia tesi che bere birra alle partite costituisca di fatto un lavoro. Tutto quello che ho imparato sull’appartenenza, l’amore e l’attaccamento lo devo a loro.