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+ SUD
Mi sembravano ambasciate in un Paese straniero: PeiraniSud, SudElettra, PolimeriSud, PignoneSud, AlfaSud... Immaginate quante ne vedevo, vivendo a Taranto, a ridosso del più grande stabilimento siderurgico d’Europa, circondato da fabbriche dell’indotto calate dal Nord.
Se un’azienda nazionale apre uno stabilimento a Udine, mica segnala la cosa in senso cardinale: PignoneEst, AlfaEst. Perché a Sud sì? Pareva una dichiarazione di estraterritorialità, rispetto a quella dell’azienda, tipo: Bmw-Italia, Ibm-Italia. Sì, ma l’Alfa, la Pignone, la Peirani erano già italiane. Quindi, quel “Sud” dettava l’idea di una estraneità da superare con l’indicazione geografica, e paradossalmente sottolineandola; più o meno come la bandiera di rispetto che devono esporre le navi, accanto a quella del proprio Paese, quando solcano acque forestiere.
La cosa era più evidente negli anni Settanta, quando, con gli incentivi, le fabbriche figliavano a Mezzogiorno, magari giusto per il tempo di arraffare i soldi della Cassa, dello Stato. E quel “Sud” sparato bello grande, insegna, carta intestata, penna aziendale, stava a rimarcare una presenza che pretendeva un compenso. E suggeriva un indiretto rimprovero: giusto se veniamo noi, perché da soli, voi... Quel “Sud” era una diminuzione, proprio mentre voleva proporsi quale aggiunta: se devi forzare qualcosa con le parole, quel qualcosa non è forte a sufficienza di suo.
Ricordo, quando collaborai con Sergio Zavoli all’inchiesta Viaggio nel Sud, dieci ore di televisione, l’intervista a un ragazzo veronese, che urlava al microfono: «Una macchina chiamata AlfaSud non la comprerò mai! Mai!». Aveva i lineamenti del volto deformati dal disgusto. Nessuno gli aveva detto che l’ingegner Nicola Romeo, creatore dell’omonima fabbrica, era napoletano, di famiglia lucana...
Le aziende meridionali che aprono al Nord, o vi si spostano, non aggiungono “Nord”, nel nome; e tantomeno si portano il “Sud” appresso. Ne sarebbero danneggiate.
Nei sotterranei inconsci (ma sempre meno tali, ormai) dell’Italia, a Sud c’è quello che ha perso; il Nord ha vinto. Il valore dello sconfitto è un peggiorativo, autolesionista esibirlo. La sottolineatura di aziende settentrionali che partorivano un doppione “Sud”, sotto sotto, forse stava a indicare un bilanciamento della minorità meridionale. Come dire: è AlfaSud, ma è sempre Alfa, ne’?, nonostante sia Sud.
Finché i punti cardinali non indicheranno altro che una direzione, sapremo di avere un problema.