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BORDELLO
L’«Economist» (29 aprile 2010) ridisegna l’Europa, smembra e accorpa macroregioni con diversa logica, stacca il Sud dall’Italia e lo fa galleggiare nel Mediterraneo, fra Grecia e Africa, creando un nuovo Paese, che battezza: “Bordello”. È l’unica terra cui si riservi un’annotazione ingiuriosa in tutta la mappa continentale così rivisitata. Ma a nessuno sembra dare fastidio: si ride, si ridacchia, si ammicca. E se l’«Economist» l’avesse fatto con la Lombardia, giustificando il termine “Bordello”, con le note abitudini di un potente meneghino e sedicente puttaniere? Immaginate come avrebbero replicato i rappresentanti del governo, i leghisti, «il Giornale», «Libero», il «Corriere della Sera». Una regione “virtuosa” insultata, per un po’ di bunga bunga! E avrebbero fatto bene. La reazione, se “Bordello” è il Sud, non c’è stata, perché, in fondo, la mappa l’avrebbero disegnata uguale i giornali della virtuosa regione della Parmalat e dell’Ambrosiano.
L’insulto al Sud non è che sintesi del giudizio corrente. Ma se all’«Economist» non sono fischiate le orecchie, è perché nemmeno a Mezzogiorno qualcuno ha fischiato, fidando nello scirocco che portasse il messaggio oltremanica. Ci si abitua, si risparmia tempo, rinunciando a proteste e persino condividendo a proprio danno i pregiudizi. Una legge fisica (oltre alle spiegazioni psico-sociali di cui riferisco in Terroni) dice che ogni azione tende a essere compiuta con il minor dispendio di energia possibile. Subire può diventare la scelta meno faticosa e persino più produttiva: se ci si convince che opporsi non rende nulla, solo fastidi, puoi spendere quelle energie per conquistare la migliore condizione concessa a chi è nel ruolo subordinato: il capo dei servi, piuttosto che servo e basta.
Forse sono andato troppo lontano, a partire da una sgradevole goliardata. Ma tali comportamenti nascono dalla stessa famiglia di idee, quello che li distingue è solo la loro densità, non la loro sostanza. Il pregiudizio antiebraico alcuni si limitano a esprimerlo con battute di pessimo gusto (questo, a loro, basta per esaurire il fondo di aggressività e paura che il pregiudizio sempre contiene); altri giungono all’odio, all’aggressione. Ma la natura di quel sentire e quell’agire è la stessa.
Dell’esistenza di una sorta di antisemitismo antimeridionale si parlava autorevolmente già un secolo fa. Non voglio fomentare liti familiari, ma... come la mettiamo con il Trota, figlio del lombardo Umberto Bossi e della sicula Manuela Marrone: è intelligente come papà o come la madre? O ha preso il meglio di entrambi?
Va bene, la smetto... quasi: e se il «Sole 24 Ore» avesse isolato Cornovaglia o Scozia, rinominandole “Bordello”? Non si considera che possa esserci reciprocità, in azioni denigratorie, per la condivisa idea, del denigratore e persino del denigrato, che l’insulto sia quel che si merita. Be’, io non condivido; e reputo di pessimo gusto che il tale dell’«Economist», con quella mappa e, soprattutto, con quel titolo, abbia voluto farci sapere dove si è trasferita sua madre; in fondo, è sempre sua madre! Trova la cosa ancora divertente, sir? (Visto che sto da queste parti: devo salutargliela?)