Capitolo 66
Tessa
«Bentornato a casa, Josh», dico, accomodandomi sulla sedia di fronte alla scrivania del mio capo. «Tu e Kat vi siete divertiti?»
«Molto», risponde lui, appoggiandosi allo schienale e giocherellando distrattamente con la fede al dito. «Grazie per aver pensato a tutto mentre non c’ero».
«È stato un piacere. Non è successo molto. Ora che siete tornati siete pronti a godervi il vostro nido d’amore?».
Chiacchieriamo un po’ della bambina in arrivo tra sei settimane e di cosa altro rimanga loro da fare, poi Josh appoggia gli avambracci sulla scrivania e dice: «C’è una cosa di cui vorrei parlarti, T-Rod. Riguarda il Captain’s».
Mi si stringe lo stomaco. «Sì, volevo parlartene anche io», dico con calma. In realtà sto per scoppiare a piangere.
Appena tornata a casa ho cercato di convincere me stessa per circa due giorni di aver fatto bene a rallentare con Ryan. Prendere le cose con calma non ha mai fatto male a nessuno, anzi, di solito aiuta, soprattutto visto che non mi ha ancora detto chi ha chiamato il giorno in cui è arrivato al resort. Dopo tre giorni, però, mi sono svegliata pensando di aver commesso un grosso errore, anche se Ryan non dovesse mai dirmi con chi ha parlato. Il quarto giorno ho creduto di aver fatto lo sbaglio più grande della mia vita non lanciandomi tra le sue braccia quella sera, sulla spiaggia, dichiarandogli il mio amore. Dopo cinque giorni, mi è sembrato di non riuscire a respirare. E, da allora, la situazione non è cambiata.
Quindi questa mattina ho alzato il telefono per chiamare Ryan, decisa a confessargli che lo amo e che non posso vivere senza di lui, che non me ne frega niente dell’opinione altrui, nemmeno di Josh e Jonas, che non mi importa se è il cognato del mio capo. Volevo spiegargli che ho reagito così quella sera per paura – solo questo, una paura maledetta – e che andrò in terapia o farò il necessario per risolvere i miei problemi lavorando su me stessa. Volevo pregarlo di non abbandonarmi perché il mio amore ricompenserà la sua pazienza e la sua comprensione.
Volevo dirgli tutto questo… Finché non ho capito due cose: una, a essere sincera, voglio ancora sapere chi ha chiamato quel giorno; e due, devo ancora parlare a Josh del Captain’s.
Mi piaccia o no, non posso iniziare una relazione con Ryan e allo stesso tempo lavorare con lui per allestire il locale. E se succedesse qualcosa e lui mi spezzasse il cuore? Non ho alcuna intenzione di lasciarlo, ma lui potrebbe dire lo stesso? Certo che no. Non dopo solo una settimana trascorsa insieme in un luogo paradisiaco. Anche se potrei giurargli amore eterno in questo momento, non posso aspettarmi razionalmente che Ryan faccia lo stesso. Perciò non dobbiamo assolutamente mischiare lavoro e piacere, non così in fretta almeno, non quando la posta in gioco è il suo sogno più grande.
Quindi oggi sono qui, nell’ufficio di Josh, per dirgli che non vorrei lavorare al Captain’s, nonostante le nostre precedenti chiacchierate, ma che sarei felice di aiutarlo con qualsiasi altra cosa desideri, incluso un ruolo alla Climb & Conquer. E una volta parlato con Josh, chiamerò Ryan e gli rivelerò che lo amo, che mi dispiace, puntando sulla sua compassione. Forse, dopo tutto questo, lui si sentirà abbastanza a suo agio da dirmi chi ha chiamato quel giorno.
«Allora, per il Captain’s», esordisce Josh. «Jonas e io siamo sicuri di volerci investire».
«Fantastico. Sono felice di sentirlo».
«Ho avuto l’occasione di parlare con Reed e altri amici con esperienza nel mondo dei locali: ho ottenuto alcuni pareri interessanti e un’ulteriore conferma dell’originalità dell’idea di Ryan e della sua competenza in materia. Il ragazzo sa il fatto suo. Così Jonas e io stiamo pensando di espandere il progetto iniziale di Ryan a cinque o sei altre location oltre Seattle nei prossimi tre o quattro anni. Per fortuna, Ryan ci ha già detto di essere totalmente d’accordo».
«Bene», dico, con il cuore a mille. Cavolo, darei il mio braccio destro per far parte di quest’avventura. «Volevo dirti…», comincio, ma Josh mi interrompe.
«Aspetta, T. Lasciami finire e dopo di’ pure la tua, okay? Grazie».
Mi appoggio allo schienale della sedia, tremando.
«Jonas, Ryan e io ne abbiamo parlato e vorremmo farti socia del Captain’s. Non avresti una quota uguale alla nostra: la tua parte sarebbe più o meno intorno al dodici percento, calcolata sia sul contributo di capitale che io metterò per tuo conto, sia sulla stima dell’impegno effettivo che noi tutti ci aspettiamo da te. In poche parole, ti occuperai delle cose pratiche mentre noi diamo vita al progetto. Ma questi sono dettagli che possiamo rivedere in seguito. Il punto principale è: vorremmo fossi una nostra socia, non solo una dipendente. E, come riconoscimento per tuoi sei anni di preziosi servizi, periodo durante il quale i miei guadagni sono cresciuti esponenzialmente perché mi hai sostituito in diverse occasioni e mi hai consigliato quando ne avevo più bisogno, vorrei contribuire alla tua quota come regalo».
Non posso credere alle mie orecchie. Oh, mio Dio. Questo sarebbe un sogno che si avvera se non fossi innamorata di Ryan. «Josh, grazie», dico. «Ma non posso farlo. Se dovessi investire in qualcosa, lo vorrei fare con i miei soldi. Ne ho parecchi da parte, grazie alla paga assurda che mi dai».
«T, sto parlando di duecentocinquantamila dollari».
«In banca ho quella cifra e mi avanzerebbe ancora qualcosa».
«Hai un quarto di milione di dollari in banca?».
Annuisco. «Ho risparmiato».
Josh ride. «Che io sia maledetto. Be’, senti, pagherò io i primi duecentocinquanta come regalo, come avevo intenzione di fare, poi tu potrai aggiungere quanto vorrai quando inizieremo a espanderci».
Mi passo la mano sulla fronte. Cosa diavolo sto facendo? Non dovrei negoziare la mia quota per il Captain’s, dovrei dire a Josh che non posso unirmi a loro a causa dei miei sentimenti per Ryan. Era questo il mio piano quando sono arrivata qui. Perché sto andando fuori strada? «Josh», dico. «Grazie per l’offerta ma non posso accettare».
«Certo che puoi», replica lui. «Jonas e io saremo fin troppo occupati con la Climb & Conquer per seguire il progetto da vicino, quindi avremo bisogno che tu e Ryan prendiate in mano la situazione insieme».
Mi mordo il labbro inferiore. Sembra una prospettiva paradisiaca: lavorare con l’uomo che amo per costruire qualcosa dal nulla.
«Cosa ne pensi?», chiede Josh. «Vuoi provarci oppure no?».
Apro la bocca e la richiudo, mentre temo di mettermi a piangere. Deglutisco a fatica e torno in me. Poi scoppio in lacrime, singhiozzando rumorosamente.
«Tessa?», esclama Josh stupito.
«Lo amo!», esplodo. «Amo Ryan! È l’amore della mia vita, Josh!». Oh, Dio, sto piangendo come una bambina. «Ryan e io siamo stati insieme in segreto alle Hawaii – tutta la settimana, Josh! – e lo amo! Ma lui non lo sa perché io sono un’idiota che non riesce a fidarsi più di nessuno!». Continuo a blaterare incoerentemente per qualche istante finché non confesso di essere io “Samantha la hostess”.
Josh si alza, fa il giro della scrivania, apre le braccia e io mi butto contro di lui in lacrime.
«Perché non gli hai detto quello che provi?», chiede.
«Perché volevo prima parlare con te del Captain’s. E perché non so a chi ha telefonato il giorno in cui è arrivato al resort. Ha giurato che mi avrebbe detto tutto ma non l’ha ancora fatto e io non capisco perché me lo nasconda. Non dovrebbe importarmi. Lo amo. Dovrei fidarmi di lui, ma questa cosa mi trattiene».
Josh mi guarda come se fossi un uccellino ferito nel suo palmo. E non lo biasimo. Non ho mai pianto in sua presenza o mostrato nessun segno di debolezza, per quanto ne so. «Siediti», dice semplicemente.
Lo faccio.
Josh torna dall’altra parte della scrivania, mi porge un fazzoletto e poi appoggia le braccia muscolose sul tavolo. «T, sapevo già tutto. Kat me lo ha raccontato durante la luna di miele, persino della storia di Samantha».
Mi copro il viso con le mani. «Oh, mio Dio. Ryan aveva giurato di non averlo detto a Kat».
«Non l’ha fatto. L’ha capito da sola, grazie a una cosa detta da Henn».
«Lo sa anche lui?».
Josh annuisce. «Ryan non l’ha rivelato nemmeno a Henn. Anche lui ci è arrivato da solo».
«Merda».
Josh ride. «Tessa, a nessuno importa della faccenda della hostess. Hai idea di quanto sia matta Kat? Non ha tutte le rotelle a posto».
Rido anch’io.
«Ascolta, l’unico motivo per cui io e Jonas ti abbiamo messo in guardia su Ryan era per proteggerti, perché entrambi vogliamo vederti con un ragazzo che ti ami e ti rispetti, che ti tratti come meriti». Sorride. «E quel ragazzo è Ryan».
Mi sento liberata da un peso enorme. «Ma Ryan ha chiamato un’altra donna il primo giorno in cui è arrivato a Maui. Se era ossessionato con “Samantha”, lei chi era?».
Josh si morde l’interno della guancia, con aria colpevole.
«Lo sai, vero? Kat lo sa e te l’ha detto?».
Josh annuisce. «Non dovrei dirlo. Ma, cavolo, lo farò lo stesso perché è impensabile avere ancora dei dubbi su Ryan per una cosa così stupida». Sospira. «È la tua migliore amica, T, la hostess con il nome da folletto». Josh mi racconta l’intera storia, esattamente come Kat ha fatto con lui.
«Porca di quella miseria», replico. «Quindi Ryan ha scelto di non infrangere la promessa fatta a Charlotte piuttosto che chiarire la situazione con me?».
Josh fa segno di sì con la testa. «Kat dice che è tipico di Ryan. Mantiene sempre la parola data. Come Jonas, immagino. Il suo onore è indiscutibile, fino all’inverosimile».
Di colpo mi sento stordita. «Pensavo ti desse fastidio che uscissi con tuo “fratello”, soprattutto dopo che hai tagliato fuori Stu. Ogni volta in cui Reed si è avvicinato a me, lo hai cacciato via».
«Oh, te ne sei accorta, eh? E io che pensavo di essere stato discreto».
«Sì, come un elefante in una cristalleria, Josh».
«Non volevo uscissi con uno stronzo».
«Okay, questo spiega la storia di Stu. Ma non volevi nemmeno che frequentassi Reed e lui è come un fratello per te».
«Sì, un fratello idiota. Almeno quando si tratta di donne. Credo si innamorino di lui proprio per questo – e quindi per lui va bene – ma non permetterò che sfiori la mia T-Rod nemmeno con un dito». Sorride. «Ma tutto ciò non vale per Ryan. Non che tu abbia bisogno della mia benedizione, ovviamente, ma secondo me la cosa migliore che potrebbe succederti è sederti con me e Kat, accanto a Ryan, nelle future cene di famiglia dei Morgan».
Mi si velano gli occhi di lacrime. Deglutisco e le asciugo, travolta dalle emozioni. Conosco Josh da anni e non abbiamo mai avuto una conversazione del genere. «Grazie, davvero», mormoro.
«Kat cerca di far mettere insieme te e Ryan dalla prima volta in cui ti ha incontrata. È la sua missione, una missione divina».
Rido. «Dio aiuti chiunque si metta tra Kat e il suo obiettivo».
«Amen».
«Le voglio davvero bene, sai?»
«Lo so. Siamo in due. E a lei tu piaci. Non riusciva a smettere di parlare di te e di quanto io e Jonas avessimo fatto casino fraintendendo il comportamento di Ryan. Allora, cosa ne dici, T-Rod? Mi aiuterai a uscire dai guai con mia moglie e accetterai di essere socia del Captain’s?»
«Mi piacerebbe, se la mia presenza è ben accetta anche per Ryan».
«Gliene ho già parlato e ne sarebbe felice».
«Ma se le cose non dovessero funzionare tra noi?», sbotto. «Ryan non dovrebbe essere costretto ad avere una ex come socia in affari in quello che è il suo sogno». Un pensiero orribile mi attraversa la mente. «E se i sentimenti di Ryan si fossero placati dopo le Hawaii e non volesse più iniziare una relazione con me?»
«T-Rod. Smettila di comportarti come una matta. Ryan mi ha detto che sei una pazzoide. Non me lo sarei mai immaginato».
Rido.
«Come hai fatto a nascondermi questo tuo lato folle per tutto questo tempo?»
«Non è stato facile».
Josh ridacchia. «Ryan ti ama. Vuole che tu sia la madre dei suoi figli. Pensi che abbia smesso di amarti in una settimana solo perché ti comporti da pazza?».
Alzo le spalle ma non posso fare a meno di sorridere.
«Rilassati, ragazza mia. Ho parlato con il Capitano Morgan e nulla in lui si è “placato”. Al contrario, è più deciso che mai a conquistarti».
Il mio cuore sussulta dalla gioia.
«Ma okay, ipoteticamente, se le cose non funzionassero tra voi e tu pensassi che lasciare la società sia la cosa migliore, allora prometto che comprerò la tua quota a una cifra esorbitante, va bene? Ben sopra il valore di mercato. E in più, qualsiasi offerta verrà direttamente dalle mie tasche, non da quelle della società o di Ryan, così che non ci siano lunghe negoziazioni o rancori».
Inclino la testa di lato. «Perché dovresti propormi questo? È molto generoso da parte tua e te ne sono grata ma, da un punto di vista economico, è una mossa stupida, Josh».
Lui ride. «Non mi interessa realizzare il Captain’s per motivi economici, ma perché la vita è breve. Si vive una volta sola. Divertiamoci con le persone che amiamo di più e magari facciamo qualche soldo nel frattempo».
«“Le persone che amiamo di più”? Parli già come un vero Morgan».
Ci scambiamo un sorriso.
«Sinceramente», confessa Josh, «sono felice di fare una scelta economica azzardata se questo metterà fine alle tue idiozie. E poi sarà una mossa sbagliata per me solo nel caso in cui tra voi andasse male, e ho il presentimento che non sarà così». Mi strizza un occhio. «Dài, signorina Rodriguez, smettiamola con le chiacchiere e i sentimentalismi. Ho detto a Ryan che ti avrei esposto la proposta e che poi l’avremmo incontrato per bere qualcosa, festeggiare e pensare alle prossime mosse».
Spalanco gli occhi. «Vuoi che venga con te e Ryan a bere?»
«Esatto».
«Quando?»
«Ora. Sistemati il trucco, sei un disastro».
Mi si stringe il cuore. «Ma io e Ryan non abbiamo più parlato dopo Maui. Devo incontrarlo in privato. Devo…». Porto le mani al volto, in ansia. «Non ho detto a Ryan nessuna delle cose che ho raccontato a te».
«Va bene. Allora tu e Ryan starete un po’ al bar da soli mentre io andrò nella caffetteria poco distante. Scriverò a Kat perché mi raggiunga, così non mi sentirò solo». Mi rivolge un sorriso smagliante. «Parlate finché volete – senza fretta – e, una volta finito con le vostre dichiarazioni di amore eterno, appena sarete pronti a parlare di affari mi chiamerai e io e Kat vi raggiungeremo».
Faccio un respiro profondo provando a rilassarmi.
«T, non c’è motivo di essere nervosa. Ho parlato a Ryan. Prova le stesse cose di quando eravate alle Hawaii, se non di più».
«L’ha detto lui?».
Josh annuisce. «E non smette un attimo di parlarne».
Rido. «Grazie, Josh».
«È stato un piacere». Si alza. «Forza, signorina Rodriguez. È ora di portarsi a casa un ragazzo fantastico».
Mi alzo anche io. «Okay, signor Faraday, facciamolo».
Il telefono di Josh suona e lui lo guarda. «Oh, parli del diavolo. Ryan è già al bar ad aspettarci. Gli dico che stiamo arrivando». Scrive e invia un messaggio di risposta mentre ci avviamo verso la porta del suo ufficio.
«Dove lo incontriamo?».
Josh sorride. «Al The Pine Box».