Capitolo 58
Ryan

«Quante carte?», chiede Josh guardandomi.

«Due», rispondo, porgendogli le due, pessime, che mi sono capitate in cambio delle nuove. «E fa’ in modo che siano buone, Lamborghini, per l’amor del cielo».

Da un’ora sono seduto al tavolo del bungalow di Josh accanto a Zander, a bere birra e giocare a poker con Josh, Jonas, Reed, Henn e un paio di compagni del college.

Sì, proprio così: Zander e io stiamo giocando a carte con il fratello di Josh e i suoi più cari amici. Sembra incredibile, lo so, ma non è poi così strano se ci siamo ritrovati tutti qui: Keane, Z, Colby e io stavamo andando alla spiaggia per un giro in kayak quando una delle amiche di Kat (molto carina) ci è passata accanto nel suo bikini microscopico e ha mormorato qualcosa a Keane, facendolo girare sui tacchi e correre da lei (e lui ci ha urlato: “Andate avanti senza di me, ragazzi!”).

Quindi Zander, Colby e io siamo andati in canoa senza Keane e più tardi, tornando dalla spiaggia, abbiamo incontrato Josh e i suoi amici: stavano per giocare a poker e ci hanno invitato. Colby ha declinato, quindi ora io e Z siamo qui a fumare sigari, bere scotch e chiacchierare con il gruppo come se fossimo tutti vecchi amici.

«Quante carte, Z?», chiede Josh, masticando la fine del suo sigaro.

«Tre», risponde Zander, consegnandogliene altrettante.

«Allora, come ti senti nella tua ultima serata da uomo libero, Josh?», chiede Jonas.

«Come un bambino la vigilia di Natale», replica lui. «E, a proposito, Kat non vuole che la veda nel giorno del matrimonio finché non sfilerà per la navata; quindi va bene se lei dorme con Sarah e tu qui questa sera?»

«Sì, Sarah me l’ha già detto. Va bene. Cioè, non dormire con mia moglie stanotte è un enorme sacrificio ma consideralo uno dei miei regali di nozze».

«Lo faccio solo per Kat. Sai bene che questi scambi di letti non mi vanno a genio così come non piacciono a te».

«Moglie appagata, vita beata», commenta Jonas. «È questo il segreto».

«Senza dubbio».

«Ehi, Henn, tocca a te», dice Reed.

«Sì, sì, lo so, sto pensando», risponde lui. «Perché mi hai dato delle carte così di merda, Joshua?». Le abbassa, tenendole coperte. «Sono costretto a lasciare grazie alle tue carte sfigate».

Josh ridacchia.

Reed sposta una pila di fiche in mezzo al tavolo. «Sembra che il signor Faraday abbia dato a me tutte le tue carte buone, Henn caro».

«Mah, stai bluffando», gli dice Josh. «Sei come un libro aperto per me, Reed, ed è chiaro che non hai nulla in mano». Aggiunge delle fiche anche lui. «Sarai anche il Re Mida delle case discografiche ma stai per diventare la mia puttanella a poker».

«Scopriremo presto chi è la puttanella, no?», ribatte Reed.

«Ehi, Reed», mi inserisco. «Parlando di musica, volevo ringraziarti per aver scritturato i 22 Goats. Per i ragazzi è un sogno che si avvera».

«Non devi ringraziarmi», replica lui. «Non l’ho fatto per fare un favore ma perché mi piace fare palate di soldi con buona musica, e tuo fratello ha tutte le carte in regola».

«Be’, comunque sento il bisogno di esprimerti la mia gratitudine. Sarebbe stato terribile rimanere bloccato una settimana su un’isola con Dax se non li avessi presi».

«In realtà, Dax non ha mai avuto nulla da temere. L’avrei comunque ingaggiato. L’unico dubbio che avevo era se offrire un contratto anche agli altri due».

Mi si stringe lo stomaco.

Josh si intromette: «Ah, per questo volevi vederli suonare dal vivo prima di decidere?»

«Sì, non ero certo che gli altri due fossero all’altezza».

Ho la mente in subbuglio. Non posso immaginare uno scenario più da incubo per mio fratello di uno in cui Reed gli propone un contratto che non includa i suoi due migliori amici. Guardo Zander: anche lui sta pensando la stessa cosa.

«Non avresti davvero lasciato fuori gli amici, vero?», domanda Henn a Reed. «Mi sembra un po’ crudele, anche per uno come te».

«Sì che l’avrei fatto», dice Reed come se niente fosse. «Mando avanti gli affari in un mondo di squali, non assegno posti letto al campo estivo. Sinceramente, ero propenso per un’offerta da solista a Dax quando sono arrivato qui ma poi ho fatto l’errore di parlarne a T-Rod e lei mi ha preso a calci in culo fino a farmi chiedere pietà». Ride.

Mi si drizzano tutti i peli del corpo. Reed ha parlato a Tessa di Dax… E lei ha fatto pressione su di lui per mio fratello?

«Ah, T-Rod ti è saltata agli occhi, vero?», commenta Josh ridendo. «Adoro quando lo fa. È così docile e tranquilla per la maggior parte del tempo e poi bam. Dal nulla, se è convinta di qualcosa, tira fuori gli artigli e ottiene quello che vuole».

«Sì, l’argomento le stava parecchio a cuore, non c’è dubbio», dice Reed. «E aveva ragione. Devo ammetterlo, ha un ottimo istinto».

Il cuore mi esplode nel petto. Porca miseria. Tessa ha combattuto per mio fratello e ha evitato la catastrofe? Mi scharisco la voce e mi sforzo di mantenere un tono neutro: «Per curiosità, cosa ti ha detto T-Rod per farti cambiare idea?»

«Che se non avessi scritturato tutta la band sarei stato un “vero idiota, totalmente privo di anima”», risponde Reed. Sorride. «E poi ha argomentato, decisa, le ragioni per cui prendere Dax come solista sarebbe stato un errore per gli affari». Alza le spalle. «Alla fine, i suoi mi sembravano tutti motivi validi, così ho scelto di ascoltarla. E, comunque, non volevo mi spezzasse le gambe con una mazza da baseball, come ha minacciato di fare».

Josh e Reed ridacchiano di nuovo.

Ma io no. Sono senza parole. Non posso credere alle mie orecchie. Quando nessuno ci faceva caso, quando non c’era nemmeno un Morgan presente ad ascoltarla e a darle i meriti per le sue azioni eroiche, Tessa Rodriguez è scesa in campo per il mio fratellino?

«T-Rod è maledettamente intelligente», prosegue Reed. «E brutalmente sincera. Mi sembra che non mi racconti mai scemenze: una rarità nel mio lavoro».

«Anche nel mio», aggiunge Josh. «Ecco perché tengo così tanto a lei».

«Eh, a proposito», continua Reed. «Se mai vorrai licenziare T-Rod per qualsiasi ragione, mandala da me. La assumerei in un secondo, non scherzo».

«No, mi spiace, bell’australiano. Non avrai mai T-Rod». Josh fa la sua puntata. «E assicurati di interpretare queste mie parole nel senso più ampio possibile».

Henn e io ci scambiamo un’occhiata.

Reed ride. «Perché devi sempre fare così quando si tratta della tua adorata assistente, Faraday? Pensi che con lei mi comporterei da idiota? Magari non sarebbe così. Magari T-Rod potrebbe essere la ragazza giusta per scacciare i miei demoni una volta per tutte. Magari mi salverebbe, amico». Sorride di nuovo.

«Non credo proprio», si intromette Henn. «E non lo dico perché non confido nelle abilità di T-Rod di sconfiggere i tuoi demoni, ma appunto perché non so cosa resterebbe della loro virilità».

«Ma guarda che, sotto sotto, io sono un tenerone». Reed mette alcune fiche sul piatto. «Rilancio di cento».

«Non sei un tenerone, fratello», dice Josh. «Un bravo ragazzo? Sì. Il migliore amico del mondo? Certo. Ma un “tenerone”? Proprio no. Tocca a te, Zander».

Zander sembra sotto pressione. Se dovessi immaginare cosa sta succedendo nella sua mente, direi che gli piacciono le carte ma la posta in gioco è troppo alta per il suo budget da personal trainer.

«Ti presto qualsiasi cosa ti serva per continuare a giocare, Z», propongo. «Scommetti quanto vuoi. Se perderai i miei soldi, mi ripagherai con delle sessioni private di allenamento. Se vincerai, invece, mi darai parte del bottino».

«Grazie, Capitano. Te ne sono grato».

«No, no, Capitano», dice Josh. «Copro io le puntate di Zander stasera».

«No, faccio io», replico. «È mio fratello».

Josh mi fa segno con la mano di non preoccuparmi. «Allora è anche il mio. Tieniti i soldi, Ry. Me ne occupo io. Ho subito delle sconfitte colossali contro Reed negli anni e voglio vendicarmi». Passa una montagna di fiche a Zander. «Forza, Z, fallo piangere».

«Cavolo, ce l’avete tutti con me», mormora Reed ironico.

Zander ringrazia calorosamente e mette subito tutte le fiche appena ricevute sul piatto, rilanciando la puntata.

«Mi piace il tuo stile, Z», si complimenta Reed. «Ma davvero, Faraday, perché sei sempre così protettivo nei confronti di T-Rod? È un’adulta. Lasciale prendere le sue decisioni. Se ci provo e non funziona, giuro che non la ferirò. E comunque, anche se il suo cuore si dovesse spezzare, mi ringrazierebbe comunque per l’esperienza».

Serro la mandibola e mi placo per non alzarmi subito e tirargli un pugno. Guardo Henn: scuote la testa, suggerendomi di non reagire.

Josh si rivolge a Reed: «Non permetterò a nessuno di “provarci” con lei e spezzarle il cuore, imbecille. È come una sorella per me. Inoltre, egoisticamente, è nel mio interesse personale evitare che quella donna soffra. L’ultima volta in cui è successo, ci sono voluti mesi perché tornasse in carreggiata ed è lei che praticamente gestisce tutta la mia vita».

«A proposito di T-Rod e del fatto che “gestisce tutta la tua vita”, le hai dato un aumento?», chiede Jonas. «Ti sei reso conto che ultimamente quella povera ragazza sta lavorando per tre?»

«Non ti preoccupare di quanto guadagna, è uno squalo. La miglior negoziatrice mai conosciuta, a parte te e Reed, e non scherzo. Mi chiede più di quanto tutti i miei amici diano alle proprie assistenti personali».

«Oh, dài, Josh, T-Rod non è solo un’assistente personale, e lo sai bene», dice Jonas. «è andata ben oltre quel ruolo anni fa».

«Vero».

«Sai cosa dovremmo fare?», propone Jonas. «Dovremmo trovarle un ruolo alla Climb & Conquer. Magari metterla a capo dell’ufficio vendite? O, che ne so, potrebbe anche lavorare come area manager? Scommetto che sarebbe bravissima, si destreggia sempre tra mille cose».

«Non ho dubbi su questo», replica Josh. «Ma non so. È troppo preziosa per me per lasciarla andare».

«Non fare lo stronzo egoista. Non sfrutti tutto il suo potenziale e lo sai. T-Rod non è più l’ingenua ragazza che hai assunto sei anni fa, è pronta per spiccare il volo. Te ne sei accorto?».

Josh sembra pensieroso. «Prenderò in considerazione l’idea».

Il cuore mi batte a mille. Okay. Non so esattamente cosa dire per sostenere la causa di Tessa, ma so di dover intervenire. «Stavo parlando con T-Rod l’altro giorno… in piscina», inizio. «E mi stava dicendo quanto ammirasse la missione della Climb & Conquer. Sembrava elettrizzata dalla vostra idea di espandere l’azienda».

«Vedi?», insiste Jonas. «Sta pensando anche lei a queste cose. Ascolta, magari il prossimo passo non sarà subito un ruolo ufficiale alla C&C, ma magari, tornato dalla luna di miele, potresti pensarci e riflettere su come sfruttare le sue competenze al meglio, non solo per assicurarsi che la tua maledetta Lamborghini sia stata lucidata a dovere».

«Sì, forse sì», dice Josh. «Ci penserò sul serio, prometto. Grazie per avermi messo la pulce nell’orecchio, fratello».

«Ehi, tu hai il fascino e io il cervello, ricordi? Non sbaglio su certe cose».

Josh guarda Reed. «Nel frattempo, tieni le tue zampe lontano da lei, mina vagante».

Lui ride. «Va bene. Ma solo perché sei tu».

Sospiro di sollievo.

Josh guarda le carte che ha in mano. «D’ora in poi, nessuno si avvicina a Tessa Rodriguez a meno che non abbia intenzione di renderla felice per il resto della vita. Punto». Alza lo sguardo e mi fissa. «Capito?»

«Capito», risponde Reed.

Annuisco a Josh, e lui torna a concentrarsi sulle carte.

Mio Dio, ho la pelle d’oca. Mi sono appena reso conto di una cosa, una importante. Voglio rendere felice Tessa per il resto della vita.

Guardo Henn con la bocca aperta mentre lui mi sta già osservando con le sopracciglia inarcate e un’espressione interrogativa. Senza esitazione, annuisco rispondendo alla sua domanda implicita e lui mi risponde con un sorriso.

Cazzo. Voglio rendere felice Tessa per il resto della vita.

«Ehi, posso chiederti una cosa?», domanda Reed a Josh. «Mi sono sempre chiesto: perché non ci hai mai provato con T-Rod? Non riesco a immaginare come si potrebbe resistere a una tale tentazione, tutti i giorni, per sei maledetti anni».

Josh alza le spalle. «Perché Jonas mi avrebbe ucciso».

Suo fratello ride. «Lo avrei ammazzato, sì. Josh, al tempo, era appena uscito da una storia che l’aveva distrutto. Gliel’ho detto chiaramente: se ci avesse provato con una impegnata, che fosse la sua assistente o una della Faraday & Sons, l’avrei ucciso».

«Ma, sinceramente, non avrei comunque sfiorato T-Rod», dice Josh. «Non posso dire lo stesso di altre impiegate della Faraday & Sons – quelle ragazze devono ringraziare il pugno duro di Jonas P. Faraday se non sono finite sotto le mie grinfie – ma, quando si parla di Theresa, non sono mai stato tentato. So che è difficile immaginarlo guardandola oggi ma, quando ha iniziato a lavorare per me appena, uscita dal college, era dolce, ingenua e in cerca di protezione. Era spaventata da tutto. Non mi diceva altro se non “Sì, signore” e “No, signore” e “Subito, signore”». Ride. «Così sono diventato protettivo nei suoi confronti, come un fratello maggiore. T-Rod è oggettivamente una donna bellissima, ma per me non è mai scattata la scintilla. Quando è entrata nel mio ufficio per la prima volta, mi è sembrata subito un uccellino ferito bisognoso di cure».

«Be’, ora il tuo uccellino è diventato un cigno cazzuto», commenta Reed. «In caso non te ne fossi accorto».

«Sì, ho notato. E, come ho detto, tieni le tue manacce lontane dal mio maledetto cigno, mina vagante».

«Okay, okay», risponde lui. «Ricevuto forte e chiaro, tesoro».

«Va bene, cos’hai in mano, Rivers?», chiede Josh. «È ora di farti sotto».

Reed scopre le carte. «Tre assi, figliolo, guarda e impara».

Josh abbassa le sue. «Io una coppia di quattro. Stavo bluffando».

Tutti ridono.

«E tu, Zander?», chiede Josh. «Ti prego, dimmi che hai qualcosa per battere questo idiota e farlo piangere».

Zander svela la sua mano con un sorriso abbagliante. «Un full, signori. Guardate e imparate».

Tutti al tavolo esultano, ridono e scherniscono Reed mentre Zander raccoglie le sue fiche. Cerco anche io di applaudire e festeggiare – sono felice per Z, ovviamente – ma non riesco a concentrarmi sul gioco al momento. Sono perso nei miei pensieri. Voglio rendere felice Tessa per il resto della vita. Sono sicuro che sia la verità quanto sono sicuro di conoscere il mio nome: amo Tessa, sarà sempre così e voglio renderla felice per il resto della vita. Ed è esattamente quello che le dirò domani sera.