Capitolo 14
Ryan
Non è segnata su nessuna carta: i posti veri non lo sono mai.
«Questi sono i tesserini di tutte le cinquantasette Samantha attualmente impiegate alla Delta come assistenti di volo», dice Henn. «Non sono riuscito a trovare nessuna che corrispondesse esattamente alla descrizione – nome, età, segno zodiacale, colore di capelli e di occhi, che parlasse spagnolo e vivesse a Los Angeles – così, per non sbagliare, ho deciso di mostrarti una foto di ogni Samantha sulla lista».
Sono con Henn e Kat in un piccolo ufficio sul retro della palestra Climb & Conquer e scorro con il dito sul telefono dell’hacker, guardando foto di donne che non riconosco. Il rumore attutito della festa di inaugurazione di Josh e Jonas rimbomba oltre la porta chiusa (la band sta suonando Bailando, come se volesse tormentarmi ancora col ricordo di Samantha).
«Grazie di averci provato, Henn», dico, passando in rassegna anche l’ultima foto e lasciando cadere le spalle. Gli restituisco il cellulare con un sospiro. «Come sospettavo, Samantha non è tra queste».
«Sì, l’avevo intuito. Mi dispiace, amico», commenta lui.
«Sono io quello a cui dispiace», dico. «Ti ho coinvolto in una ricerca disperata. Eppure ero così certo che sul foulard di Samantha ci fossero dei triangoli rossi… Avrei giurato sulla Bibbia di ricordarmi bene quel dettaglio».
«Capisco», replica Henn. «La memoria può giocarti scherzi del cavolo. Non importa. Ora che siamo sicuri che Samantha non lavora per la Delta, dobbiamo solo espandere il campo di ricerca».
«Ma espanderlo a cosa?», si intromette Kat, togliendomi le parole di bocca. «Ci saranno centinaia di compagnie aeree nel mondo, no?»
«Cinquemila in realtà», precisa Henn. «Ma solo nove, inclusa la Delta, avevano voli da Los Angeles a Seattle nel giorno in questione».
«Oh, wow», esulta Kat. «Fantastico, Henn».
«Sono confuso», mormoro. «Anche se riduciamo a otto le potenziali compagnie, come fai a sapere in quale sbirciare?»
«Non lo so», confessa Henn. «Ed è per questo che entrerò nei server di tutte, iniziando dalla più grande».
Il mio cuore scalpita dalla gioia. «E lo faresti per me?»
«Certo».
«Ma non ti porterà via troppo tempo?».
Henn agita una mano in aria con noncuranza. «Va bene così, Capitano Morgan. Kat continua a insistere su quanto tu sia un fratello meraviglioso e quanto si senta in colpa per aver risposto all’SMS della tua ragazza quella sera; in più, sono felice perché sto vivendo uno dei momenti migliori della mia vita grazie a Kat: mi ha fatto conoscere lei la mia attuale fidanzata. Quindi vorrei sdebitarmi aiutando suo fratello». Fa l’occhiolino a mia sorella e lei gli rivolge un sorriso come se fossero due piccioncini innamorati.
«Grazie, Henny», dice Kat. «Odio vedere Ryan così triste per colpa mia».
«Ti ho detto di non preoccupartene, Kat», rispondo. «E non sono “triste”; sono ossessionato e sto sprofondando in un cupo abisso di follia da cui nessun uomo è mai uscito. Ma, giuro, non sono triste».
Ridiamo tutti.
«Purtroppo non sto scherzando», mormoro.
«Be’, allora sembra proprio che debba trovare questa ragazza», continua Henn. «Non “sprofonderai nel cupo abisso” finché ci sono io».
«Grazie, Henn. Almeno lascia che ti paghi per il tempo impiegato a cercarla».
«Non voglio i tuoi soldi, Capitano», risponde Henn. «Kat è di famiglia, quindi lo sei anche tu».
«Ma entrare nei server di tutte quelle compagnie?», insisto. «Dài, è troppo lavoro da fare gratis».
«Mah, ci sono poche possibilità che debba sbirciare in tutte per trovare la ragazza. Potrei persino essere fortunato e individuarla al primo tentativo. E poi, come ho detto, devo un favore a Kat. Non basterebbero mille compagnie da hackerare per ripagare il debito».
Kat sorride orgogliosa. «Vedi, Ryan? A differenza tua, Henn sostiene che sia brava come Cupido».
Alzo gli occhi al cielo. «Kitty, senza offesa, con me non ti sei mai impegnata tanto. L’unica volta che ti ho pregato di farmi conoscere una persona, tu hai rifiutato dicendo che non avrebbe funzionato».
Kat sbuffa. «Perché tu ti comportavi come una merda».
«Come vuoi». Alzo di nuovo gli occhi al cielo. «E comunque, Henn, fatti pagare. Mi sentirei uno stronzo a non scucire un soldo».
Lui scuote la testa. «Ti sentiresti meglio se ti dicessi che sono stato da poco pagato una fortuna per un lavoro fatto per Josh e Jonas a Las Vegas? Questo posso permettermi di farlo gratis».
«Henny è un mi-lio-na-rio ora», sottolinea Kat orgogliosa.
«La miseria», commento sconvolto. «Josh e Jonas ti hanno pagato un milione di dollari per un lavoro?».
Henn alza le spalle. «Era una cosa grossa».
«Cos’era?»
«Salvare il mondo», risponde lui.
«Dall’impero del male», aggiunge Kat, e i due ridacchiano.
Non so se mi stiano prendendo in giro, se sono seri o di cosa stiano parlando, ma sono troppo emozionato per pensarci. «Va bene, allora. Grazie mille. Pensi davvero di riuscire a trovare Samantha?»
«Non vedo perché no», risponde Henn. «Se è una hostess che ha volato da Los Angeles a Seattle in quel giorno preciso, è solo questione di tempo prima di rintracciarla».
«Be’, o è un’assistente di volo o ha qualche serio problema nella scelta degli abiti», commento.
Ridiamo.
«Non ti preoccupare, la troverò», mi rassicura Henn. «Ti avviso però, mi ci potrebbe volere un po’ di tempo perché ho mille altri progetti già avviati».
«Oh, ma certo, capisco».
Kat guarda l’orologio e spalanca gli occhi. «Cavolo, non mi sono resa conto dell’ora, Batman», esclama. Si dirige come un fulmine verso la porta dell’ufficio e la apre: nella piccola stanza risuonano le ultime note di Bailando. «Mi farò sentire io quando avrò delle novità. Josh arriverà da un momento all’altro per dare il via a un party privato e voi due guastafeste non potete farvi trovare qui».