Capitolo 42
Ryan
«Ooh, assaggia il mango», dice Tessa, porgendomi un boccone.
«Fantastico», dico. «Non pensavo nemmeno mi piacesse il mango. Hai provato l’ananas?».
Annuisce. «Buonissimo».
Siamo seduti al tavolo del piccolo patio fuori dalla sua stanza con vista sull’oceano illuminato dalla luce della luna, una brezza calda ci accarezza.
«Ho una proposta da farti, Argentina», dico. «Cosa ne dici di fare sesso di nascosto ogni sera di questa settimana – nessuno deve saperlo – e, dopo questi giorni, una volta tornati a Seattle, se non vogliamo continuare allora ognuno andrà per la propria strada, senza risentimenti, fingendo non sia mai successo nulla?».
Ingurgita un boccone, pensierosa.
Merda. Il cuore mi batte all’impazzata. Sto tentando il tutto per tutto ora, lo so. «Cos’hai da perdere?», chiedo.
«Quindi sarebbe una storiella da vacanza?», domanda lei.
Annuisco. «Esatto. Quello che succede a Maui rimane a Maui».
Si morde il labbro.
«Nessun impegno. Nessuna pressione. Una settimana. L’unica cosa a cui devi acconsentire – e questa non è negoziabile – è il darci l’esclusiva finché saremo qui».
Sorseggia dell’acqua. «Ci devo pensare».
Mi si stringe lo stomaco. «Cosa intendi? Non c’è nulla a cui pensare».
Alza le spalle. «Ho bevuto molto stasera. Non prenderò nessuna decisione fino a quando non sarò del tutto sobria».
«Non è una decisione difficile. Non ci sono aspetti negativi».
«Non ho mai fatto nulla di tutto ciò. Voglio solo rifletterci e non scegliere in modo affrettato».
Apro la bocca e la richiudo. Che problemi ha questa donna?
«Posso chiederti una cosa?», continua lei.
«Certo».
«Hai un qualche desiderio represso per le hostess?»
«Cosa? No. Perché me lo chiedi?»
«Perché eri così furioso quando hai scoperto la verità su di me e, ora che ti conosco meglio, sembra non te ne importi più. Credevo volessi venire a letto con me solo per poter eliminare “la hostess” dalle tue fantasie».
«Non sono particolarmente attratto dalle hostess. Ero solo incazzato nero perché mi sono ritrovato a seguire una falsa pista per colpa tua».
Mi guarda sorpresa. «In che senso?».
Oh, no. Come diavolo ho fatto a lasciarmelo scappare? Faccio una pausa, ponderando la risposta. Dovrei fregarmene e rivelare tutto ora? Il mio istinto dice di no. «Brutta scelta di parole», rispondo. «Intendevo dire che prima mi sono trovato benissimo con te e poi ho scoperto che hai mentito sul tuo lavoro. Ma Colby mi ha ricordato che anche Kat faceva questo genere di giochi, quindi allora non sei poi tanto più squilibrata di altre (anche se lei lo è parecchio, perciò non andarne troppo fiera)».
Tessa sorride. «Kat mi ha raccontato di qualche personaggio interpretato in passato. Quella ragazza ha davvero molta immaginazione».
«Non hai idea di quanta ne abbia». Rido. «Tutti noi Morgan siamo creativi».
Tessa piega la testa di lato, stuzzicandomi. «Hai mai pensato di fare…». Arrossisce. «Non so, qualche gioco di ruolo? Tipo fingere di portarti a letto una hostess?».
Il mio uccello sussulta. «Facciamolo!», esclamo.
Lei ride. «Non te lo sto proponendo, stavo solo chiedendo».
Le rivolgo un sorriso malizioso. Sì che sta proponendo. Ma okay, non insisterò: lascerò che la mia piccola Vergine si riscaldi e le farò mettere in atto tutte le sue perversioni solo quando sarà pronta.
Tessa stiracchia le braccia sopra la testa e sbadiglia, con gli occhi socchiusi. Cerca di aprirli ma fa fatica. Si sta per addormentare con la testa nel piatto della frutta.
Mi alzo. «Ti porto a letto, bellezza». La tiro su e la accompagno dentro la stanza. Aspetto che si lavi i denti e il viso e poi la sistemo nel letto. Le do un bacio. «Buonanotte, Argentina. Ci vediamo domani. Grazie per avermi fatto mangiare prima di buttarmi fuori. Mi sento meno sgualdrina ora».
«Lo sei comunque», dice con voce addormentata e gli occhi chiusi. «Non ti illudere».
Le sfioro una guancia. Vorrei entrare nel letto con lei e stringerla a me tutta la notte. «Non riflettere troppo sulla mia proposta, okay?», sussurro, accarezzandole i capelli. «Non ti ferirò, promesso. Non ti farò mai del male, Tessa».
Lei mi sorprende prendendomi la mano e baciandola. «Grazie per la bellissima serata, Ryan», mormora, guardandomi con occhi sognanti. Apre la bocca e la richiude, poi si morde il labbro, chiaramente sul punto di dire qualcosa.
Trattengo il fiato e aspetto. Per qualche motivo, credo stia per invitarmi a restare con lei stasera.
Aspetto.
Tessa mi lascia la mano, chiude gli occhi e appoggia la guancia sul cuscino. «Ci vediamo a colazione, Torta al Rum. Buonanotte».