Capitolo 30
Ryan
«Ma come hai fatto?», chiede Colby, tirandosi su dalla sdraio.
«È stato semplice, stranamente», rispondo. «Quando T-Rod ha finito il discorso sul programma, mi sono avvicinato e le ho sussurrato all’orecchio: “Vieni in camera mia tra dieci minuti”».
«E…?»
«E lei si è presentata dieci minuti dopo e l’abbiamo fatto».
Ridiamo entrambi.
Guardo l’oceano per un attimo, scuotendo la testa. «Non stavo cercando di fare il James Bond della situazione. Ero arrabbiato per la storia della divisa e volevo farle il terzo grado in privato. Così, ha bussato alla porta, ovviamente furiosa per Olivia, io ho aperto, dicendo qualcosa di veramente stupido, e lei ha cercato di colpirmi (è chiaro che la ragazza non abbia mai tirato un pugno a nessuno). Poi abbiamo iniziato subito a scopare come matti». Schiocco le dita. «Così, dal nulla. La cosa più folle che mi sia mai successa». Un sorriso mi illumina il viso. «E la migliore».
Colby solleva un sopracciglio. «Quindi la realtà ha superato la fantasia e sei riuscito ad arpionare la tua balena argentina?»
«Senza ombra di dubbio, fratello».
Sorride. «Fantastico».
«Il sesso migliore mai fatto», dico. «E lo stesso per lei. Non ha nemmeno cercato di negarlo. Pensavo di sapere cosa volesse dire farsi una scopata come si deve – me ne sono fatte di belle – ma non avevo idea che potesse essere così pazzesco».
«Porca miseria, Ry. Basta. Non lo faccio da mesi. Sono contento per te, ma non metterti a sventolare una fetta di carne succulenta davanti a uno che sta morendo di fame».
«Scusa. Non posso farne a meno: ne ho avute di più pazze, di più perverse, ma mai meglio di così. Nemmeno paragonabili».
Colby ridacchia. «Vuoi sentire una cosa divertente? Quando ti ho visto avvicinarti a T-Rod nella hall, ero quasi arrabbiato con te».
«Perché?»
«Ho pensato: “Diamine, per tre mesi ha insistito con la storia del Capitano Achab e della balena argentina e ora, dopo uno sguardo a T-Rod, tutto è solo un lontano ricordo per lui?”».
Rido di gusto. «Oh, Dio. È proprio da te difendere l’onore della balena. Sei sempre uguale, qualsiasi sia la situazione».
Colby alza le spalle e sorseggia la birra.
«La cosa divertente è che, se la balena non fosse stata T-Rod, le sarei comunque saltato addosso in un secondo, proprio come hai pensato che stessi per fare nella hall. Mio Dio, l’hai vista con quel vestito? Dopotutto, sono fatto di carne anche io».
«È davvero figa, devo ammetterlo», mi da ragione Colby. «Ma, ripeto, vorrei non sbandierassi la tua fortuna».
Ridiamo entrambi. Mio fratello dice un sacco di cavolate: è quello che facciamo – quello che abbiamo sempre fatto. Parliamo di ragazze senza censure, che l’altro attraversi un momento di carestia o meno.
«Per quanto sia bella», continuo, «non è quello che mi attrae di lei. Cioè, non mi disturba che sia la realizzazione di ogni mio sogno erotico, ma ad affascinarmi è ben altro. Qualcosa… non so… di inevitabile?»
«Sì, si chiama “erezione”».
«No, no, intendevo in senso spirituale. Tipo qualcosa riguardo il destino. Mi ha fatto scattare qualcosa nell’anima».
«Oh, Dio. Ti ha trasformato in Dax».
«Lo so, dopo mi puoi prendere a pugni».
«Spiegami».
Ci rifletto per qualche istante. «Sai quando il dottore ti batte sul ginocchio con il martelletto e la gamba si alza?».
Colby annuisce.
«Quando eri piccolo, hai mai provato a tenere ferma la gamba, solo per vedere se riuscivi?».
Colby ride. «Sempre».
«Anche io. Ma si muoveva tutte le dannate volte». Alzo le spalle. «Be’, è la metafora migliore che riesco a trovare: quella donna è il martelletto sul mio ginocchio, però stavolta ciò che non sono in grado di tenere fermo non è il ginocchio ma la mente, il corpo e l’anima. Lei mi guarda e…». Muovo la gamba come se stessi tirando un calcio. «Ecco, è inevitabile».
Colby ride. «Come fai a far credere a tutti di essere una persona normale?»
«È facile, in realtà. Penso: “Cosa farebbe Colby?”. E poi eseguo».
Lui mi sorride. «Non sono normale quanto pensi».
«Oh, sì che lo sei. Il più sano del gruppo. Ehi, posso dirti una cosa folle?»
«Come se finora non mi avessi detto cose strambe…».
Ignoro la sua frase. «Quando ho incontrato Samantha – o T-Rod o Tessa, come cazzo si chiama – ho avuto l’impressione che ci fossimo amati in una vita precedente. Sai, totalmente ossessionati uno dall’altra. E poi, dopo la morte, le nostre anime si sono reincarnate (o qualsiasi cosa succeda alle anime). Ora siamo due persone prive della memoria della vita precedente trascorsa insieme… Ma, dopo esserci incontrati in quel locale, le nostre anime ricordano ogni dettaglio mentre le nostre menti continuano a essere all’oscuro di tutto: ora che ci siamo baciati e toccati, la mia voce interiore dice: “Col cavolo che mi separerò più da quella donna”». Stringo le labbra, scioccato da quello che mi sono appena lasciato sfuggire. «Roba da pazzi, eh?».
Ma Colby sembra imperturbabile. Sorseggia in silenzio la birra, guardando l’oceano e annuendo come se le mie parole avessero senso.
Aspetto, ma lui non dice nulla. «Okay, puoi dirmelo: sono matto», lo esorto.
«Nah». Mi guarda, con gli occhi blu pieni di tenerezza. «A dirti la verità, Ry, le cose che hai detto sono proprio quelle per cui ti voglio più bene».
Non posso non arrossire. «Grazie, babbeo».
«Sono le stesse cose che papà dice sempre di mamma. Ci sono abituato».
«Papà dice cose del genere? Non le ha mai dette a me».
«Va’ a pescare qualche volta da solo con lui e ti sorprenderà. Non esprime quello che prova come hai fatto tu ora – cioè, è stato parecchio intenso, Capitano Achab, non mentirò – ma, a modo suo, papà dice le stesse identiche cose quando parla di mamma. Ripete spesso di “essere nato per amarla”».
All’improvviso sento il bisogno impellente di trovare T-Rod, inginocchiarmi davanti a lei e farle capire che non sono uno sciupafemmine in cerca di sesso e che ho spostato le montagne per trovarla perché, nel momento in cui l’ho vista, ho capito di doverla avere. Ma non posso farlo. So di non potere. Non mi crederebbe. E probabilmente mi manderebbe a quel paese. «Quindi cosa dovrei fare? La voglio come non ho mai voluto nessuna prima e, per una volta nella vita, non so come fare a raggiungere il mio obiettivo».
«Be’, cavolo, sembra che tu l’abbia già presa», dice Colby. «Hai detto: “Vieni in camera mia tra dieci minuti” e lei è corsa da te».
«No, non capisci. Secondo lei quello che è successo tra noi non voleva dire niente. È comprensibile visto che, grazie alla faccenda di Olivia, mi odia a morte».
«Sì, questo mi confonde. L’ha fatto con te anche se ti odia?»
«Esatto. È comunque venuta a letto con me pensando che sia un bugiardo, idiota e traditore. Ho cercato di chiarire la storia di Olivia, ma lei non mi ha creduto, quindi ho lasciato perdere. Inoltre ero troppo concentrato sulla questione della divisa da hostess perché mi importasse qualcosa del resto».
Colby sembra incredulo. «Ma…». Scuote la testa come se l’avessi stordito con le parole. «È una follia».
«Lo so. È proprio ciò di cui volevo parlarti. Questa ragazza mi fa uscire di senno, lo giuro. Al The Pine Box, tre mesi fa, quando ha pensato che potevo essere il suo potenziale principe azzurro, ha insistito sul “prendere le cose con calma”, non stava mentendo. E, ora che mi ritiene uno stronzo, in un secondo viene a letto con me».
Colby sorseggia la birra e sembra pensieroso.
«A cosa pensi, dottor Colby? Mi sembra di vedere gli ingranaggi ruotare lì dentro».
«Credi lei abbia problemi a fidarsi delle persone?»
«Sicuramente». Racconto a Colby tutto quello che so sulla fine della relazione tra T-Rod e Mister Coglione del Calcio.
«Okay, ecco quello che penso», dice Colby. «Se va a letto con un bastardo non è un problema per lei. È totalmente conscia del tuo essere idiota (almeno, così ti ritiene) e quindi non può esserne condizionata. Sa che con te può fare del sesso occasionale senza venire ferita. Non è vero, chiaramente, perché le persone come lei non sanno separare il sesso dalle emozioni, ma lei non lo sa perché non ci ha mai provato prima. Potrebbe voler impedire a se stessa di provare qualcosa per te dopo una sola scopata, ma ti garantisco che, se ci andrai a letto per tutta la settimana, si innamorerà di te, che lo voglia o no. Il mio consiglio? Falla godere di notte e stalle vicino di giorno, sii te stesso e lascia che gli eventi seguano il proprio corso. Se pensare che sei un idiota è quello che l’ha portata nel tuo letto la prima volta, continua a farglielo credere, almeno finché non ti sembra pronta per ascoltarti davvero».
«Quindi tu ancora non le riveleresti della ricerca sfrenata di Samantha?»
«Certo che no. Merita di saperlo, ma non ora. All’inizio dalle solo quello che lei pensa di volere, cioè sesso senza legami. Dille che questa settimana è dedicata al divertimento e allo stare bene, che non ci sono sentimenti, che nessuno lo saprà e bla, bla, bla. Assicurati di farla sentire al sicuro con te e di garantirle che non dirai mai a nessuno… Oh, aspetta, ancora meglio: la pregherai tu di non spifferare nulla in giro, perché non vuoi che Josh scopra tutto e si arrabbi. Dopotutto ti fai la sua “sorellina”. Se penserà di avere in mano le redini del gioco, si sentirà al sicuro e si fiderà di te».
«Grandioso».
«A un certo punto capirà di non essere capace di fare sesso senza provare sentimenti e in quel momento tu le dirai della ricerca e delle stronzate delle anime reincarnate che hai raccontato a me. Lei sarà felicissima di scoprire che non sei il puttaniere infedele che credeva tu fossi».
«Cazzo, sei un genio».
«Non scoprire ancora le tue carte in questa settimana e dille…».
«Oh, merda, Colby!», esclamo, interrompendolo. «La sua amica! Ho chiamato l’amica hostess di T-Rod e le ho raccontato tutto pregandola di riferire ogni cosa a “Samantha”!».
«Be’, cavolo, chiama in fretta l’amica e dille di non aprire bocca. Se qualcuno deve rivelare a T-Rod quanto sei matto, sarà meglio che sia tu, e solo quando sarai pronto».