Capitolo 19
Ryan

Sul sentiero del mio fermo proposito corrono rotaie di ferro, e la mia anima ha una scanalatura per corrervi sopra.

«Vuoi guardare un film?», chiede Colby tenendo in mano l’iPad. «Ho scaricato Chi è senza colpa, con Tom Hardy».

«Oh, sì, Dax ha detto che è bello», rispondo. «Vado solo un attimo in bagno». Mi slaccio la cintura del sedile e mi incammino per il corridoio, dando il cinque e salutando tutti i passeggeri durante il tragitto (in realtà non è strano come sembra, visto che sto viaggiando su un jet privato con a bordo solo i miei amici, la mia famiglia e i relativi compagni). Ma quando raggiungo la toilette mi accorgo che è occupata, così rimango ad aspettare chiacchierando con mia cugina Julie, il marito nuovo di zecca e la figliastra, Coco.

«Ripetimi un po’, quanti anni hai, Coco?», chiedo.

«Otto».

«Giusto. Ero felice quando avevo otto anni, ero davvero un grande a quell’età». Noto il volume sulle sue gambe: La Tela di Carlotta. «Ti piace quel libro?»

«È il mio preferito. L’ho già letto tre volte».

«Qual è la parte migliore, secondo te?»

«Quando il ragno Carlotta scrive parole come “modesto” e “meraviglioso” sulla sua tela per salvare la vita del maiale Wilbur».

«Sì, è interessante. È piaciuta anche a me quella». Guardo la porta del bagno. È ancora occupato. «Ehi, Coco, posso chiederti un enorme favore? Vuoi stare in squadra con me nella lotta che si terrà in piscina questa settimana? Ti andrà di salire sulle mie spalle? Mio fratello Keane e il suo migliore amico Zander hanno giurato che mi batteranno qualsiasi partner scelga, quindi vorrei qualcuno davvero forte per essere sicuro di vincere». Mi sporgo in avanti. «Non so se hai ancora avuto l’occasione di parlare con Keane ma diciamo che, se lui fosse Wilbur, Carlotta non avrebbe scritto “modesto” sulla sua ragnatela riferendosi a lui».

Coco mi rivolge un sorriso a trentadue denti. «Lo so. Poco fa Keane era qui in piedi in coda per il bagno e ha detto che mi avrebbe distrutta nella gara di hula». Alza gli occhi al cielo.

«E tu cosa hai risposto?»

«“Non si può battere qualcuno alla hula, Keane”, ma lui ha risposto: “Sì, certo, continua a ripetertelo, patatina, è quello che dicono tutti i perdenti”».

Rido di gusto. «Cavolo, Keane è proprio pieno di sé. Ragione in più per allearci e distruggerlo, no?».

Lei annuisce.

«Okay, allora siamo d’accordo: io e te, Cocomero, batteremo quel pagliaccio di mio fratello e il suo migliore amico come fossero una squadretta di cheerleader che gioca contro i Los Angeles Lakers fuori casa».

Coco ridacchia e ci stringiamo la mano.

Proprio in quel momento la porta del bagno si apre e, parli del diavolo, Keane “Cazzone” Morgan appare in tutta la sua gloria, con la maglietta che mette in risalto i muscoli e lo sguardo scintillante. «Ehi, Capitano», dice, dandomi un buffetto sulla guancia. «Ehi, Noce di cocco». La saluta con un pugnetto sulla mano. «Ti stai preparando mentalmente per quando ti distruggerò nella gara di hula?».

Coco ride fragorosamente. «Ma non è possibile Keane, la hula si balla solo per divertimento».

«Se è quello che pensi, farai meglio a tenerti stretta il gonnellino perché ho intenzione di spazzarti via».

«Ehi, non infastidirei questa bella bambolina se fossi in te», ribatto. «Cocomero ha appena accettato di essere la mia partner nella lotta in piscina e batteremo te e Zander».

Keane si porta una mano al cuore. «Non dirmi che è vero, Coco Chanel Numero Cinque. Ti volevo nella mia squadra. Stavo tentando un approccio di psicologia inversa così da farti gareggiare con me».

«No», dice lei sollevando il mento. «Ryan e io vi faremo piangere come due cagnolini che hanno perso la strada di casa».

Mio fratello ride tenendosi la pancia con le mani. «Ma guarda, parla già come una vera Morgan! Fantastico!».

Mia cugina Julie si volta verso il marito, Travis: «Mi dispiace, tesoro. Ti avevo avvisato».

«Non ti preoccupare, Jules», dice Keane. «Insegneremo alla nostra amica qui solo cose non vietate ai minori, giuro». Dà un colpo sulla gamba di Coco. «Fatti in là, Coco bella. Ti istruirò su come muoverti nella giungla dei Morgan senza farti male».

Con un sorriso Coco si slaccia la cintura e si sposta sulle ginocchia del papà, lasciando a Keane il proprio posto e dandogli il permesso di iniziare a esporle una marea di stupidaggini.

Osservo divertito mio fratello nel ruolo di professore d’idiozie e la sua attenta studentessa per diversi minuti ma, quando la conversazione si sposta dall’interessante “arte del dare soprannomi” al libro sulle gambe di Coco, mi ricordo perché mi sia alzato dal mio posto. Così mi dirigo verso il bagno.

Alle mie spalle sento Keane fare una domanda a Coco: «Qual è la tua parte preferita?»

«Quando Carlotta scrive alcune cose su Wilbur sulla sua ragnatela».

«E quale tra queste parole ti piace di più?»

«“Porcellino”».

Keane ridacchia. «Divertente, è proprio la stessa cosa che la mia ultima fidanzata diceva di me!».

Entro in bagno ridendo, poi chiudo a chiave la porta dietro di me, mi slaccio la cerniera dei pantaloni e… all’improvviso mi paralizzo con l’uccello in mano.

Oh, mio Dio. Carlotta.

Finisco di fare quello che devo alla velocità della luce, esco di corsa dal bagno e chiamo un’hostess. «Scusi», dico con il cuore a mille. «C’è il Wi-Fi su questo volo?»

«Certo, signore». Mi spiega come collegarmi e mi precipito di nuovo al mio posto.

«Tutto bene?», chiede Colby appena mi siedo di fianco a lui.

«Tutto benissimo», rispondo prendendo il computer. «Devo solo mandare una mail e poi tutti i miei sogni si avvereranno magicamente».

«Wow, magari fosse tutto così facile nella vita».

Affannato, scrivo una mail a Henn: “Henn! Samantha aveva un’amica al bar! Una ragazza con i capelli rossi di nome Charlotte. Indossava la stessa uniforme, quella con il logo della Delta sul foulard. Deve avere circa ventisette anni perché Samantha ha detto che sono amiche dalla scuola. Porca puttana. Non so se sei già sul tuo volo ma, se ricevi questo messaggio prima di dirigerti all’aeroporto e riesci a trovarmi il numero di Charlotte, darò a mio figlio il tuo nome, non importa se sarà maschio o femmina. Giuro. Grazie!”. Schiaccio il tasto di invio e guardo emozionato Colby. Il Capitano Achab è tornato, bastardi.

«Cosa succede? Sembri matto».

«Non importano i dettagli. Conta solo che sono di nuovo a caccia della mia balena argentina e ho appena capito come trovarla».

«Chi è?»

«La più bella donna del mondo».

«Oh, dài. Non tenermi sulle spine. Cosa sta succedendo?».

Racconto tutto a Colby senza tralasciare nulla nonostante sia imbarazzante e, quando ho finito di parlare, lui dice: «Cavolo, sei totalmente impazzito».

«Lo so. Ma forse non così tanto come sembra. Non sono stato solo in fissa per questa ragazza, mi sono anche dedicato anima e corpo al più grande affare della mia vita».

Spiego a Colby qualcosa del contratto chiuso al lavoro (la vendita di un grosso complesso industriale) e di come il ricavato mi abbia avvicinato al grande sogno di aprire un locale. Colby si congratula.

«In più», continuo, «sono sicuro che questi tre mesi in cui ho vissuto come un monaco siano serviti per riprendermi dopo Olivia. Se devo essere onesto, sono piuttosto giù in questi giorni. Non voglio finire con un’altra sociopatica. Dio me ne scampi».

Colby scuote la testa. «Vedi cosa succede quando non mi ascolti?»

«Non ignorerò mai più un tuo consiglio, Maestro Yoda».

Mio fratello sembra pensieroso. «Davvero, questa tua ricerca sembra un po’ folle. Lo sai, vero?»

«Sì, lo so. Ma non posso farci nulla. “Sul sentiero del mio fermo proposito corrono rotaie di ferro, e la mia anima ha una scanalatura per corrervi sopra”».

Colby mi guarda divertito.

«Moby Dick», dico, anticipando la sua domanda.

«Perché cazzo citi Moby Dick

«L’ho riletto di recente».

«E questo non è un segno di pazzia?».

Alzo le spalle.

«Ascoltami», inizia lui. «Se mai troverai questa ragazza (e sicuramente sarà così perché sei il più cocciuto tra tutti noi), ti consiglio vivamente di non dirle nulla di tutta questa roba della ricerca in stile “Capitano Achab”. Cioè, chiunque ti conosca bene è consapevole che questa indagine fuori dagli schemi non fa parte della tua normalità, ma lei non lo può sapere. Probabilmente, se scoprisse che hai sbirciato illegalmente nei file di molte compagnie aeree per trovarla, ti prenderebbe per matto. Quindi, per favore, ascolta il mio consiglio stavolta e, quando finalmente troverai la tua balena, non scoprire tutte le carte in tavola, almeno finché non ti conoscerà meglio».

«Come farò a non dirglielo? Quando la contatterò dal nulla dopo tre mesi, mi chiederà come diavolo ho fatto a trovarla. E cosa risponderò? A quel punto, non avrò altra scelta che dirle la verità».

Colby riflette un attimo. «Già, merda. Hai ragione. Peccato. Credo non ci sia altra via d’uscita. Oh, be’, speriamo non fugga urlando quando le dirai che sei uno psicopatico».

«Non posso pensarci adesso. Per prima cosa devo trovare la balena e poi, solo allora, farò tutto il necessario per arpionarla». Do un colpo alla gamba di Colby. «Ora fai partire il film, Vecchio Saggio. Fai deragliare il “Capitano Achab” dalle sue maledette “rotaie di ferro”».