Capitolo 63
Ryan

Tessa è rigida mentre la accompagno svettando tra gli ospiti danzanti sulla pista. Raggiungiamo la porta d’ingresso della sala del ricevimento, usciamo e ci troviamo immersi nella calda notte stellata. Continuiamo a camminare senza dire nulla diretti alla spiaggia privata poco distante.

Appena arrivati, Tessa si toglie le scarpe e avanza sulla sabbia senza voltarsi. «Non so perché ho lasciato che mi portassi fino a qui», borbotta. «Non serve una passeggiata al chiaro di luna per dirci: “Grazie della bella esperienza”».

La raggiungo con due ampie falcate, le afferro il braccio e le impedisco di allontanarsi ulteriormente da me. «Ma qual è il tuo problema?», chiedo, mentre il panico mi assale. «“Grazie della bella esperienza”? È questo che pensi volessi dirti stasera? Tessa, non sono quel deficiente del tuo ex, okay? Non sono come lui. Questa è stata la migliore settimana della mia vita e voglio continuare così una volta tornati a casa».

«Continuare? Che senso avrebbe quando l’unica cosa che farai sarà tagliarmi fuori, senza nemmeno dirmelo, non appena un’altra ti farà drizzare l’uccello?»

«Dio, pensavo avessimo risolto la questione. Ti ho detto che non stavo più con Olivia quando ti ho incontrata e…».

«Non parlo di Psyco Barbie», esclama. «E nemmeno del mio stupido ex. Parlo di te e della donna con cui sei uscito negli ultimi mesi, quella da cui sei stato “ossessionato” fino al tuo arrivo a Maui».

Il cielo stellato mi crolla addosso. Merda.

«Tessa, non so con chi tu abbia parlato, ma ti hanno dato delle informazioni sbagliate. Non c’è nessuna donna oltre te e non c’è mai stata nessun’altra da quando ti ho vista. Non l’ho nemmeno sfiorata, una donna, da quando ci siamo incontrati al The Pine Box».

Mi guarda come se fossi un bugiardo. «Piantala con le stronzate, Ryan. Ho parlato con Josh e Jonas. Mi hanno raccontato tutto».

«Cosa ti hanno detto? Qualsiasi cosa fosse, non hanno capito nulla. Tessa, la donna che mi ossessiona da mesi sei tu».

«Sì, nessuno capisce mai “nulla” quando si parla di te, eh? Hai sempre qualche ingegnosa spiegazione».

Le afferro le spalle mentre, preso dal panico, respiro affannosamente. «Cosa ti hanno detto Josh e Jonas? Dimmelo».

«Lasciami», ordina.

Allento la presa.

I suoi occhi sono furiosi. «Josh e Jonas hanno notato il nostro feeling. Non hanno idea che siamo già andati a letto, ma hanno sentito il bisogno di avvisarmi: se mai avessi iniziato una relazione con te, sarei dovuta stare attenta perché – anche se ti considerano un bravo ragazzo, ti vogliono bene e ti rispettano – quando si tratta di donne passi da una all’altra senza pensarci un attimo. Mi hanno detto che sei stato ossessionato da una donna per mesi prima di venire a Maui e, infatti, il pomeriggio in cui sei arrivato al resort – lo stesso giorno in cui abbiamo fatto sesso per la prima volta – pensavi ancora a lei. Lo sanno per certo perché alla festa di apertura hai menzionato quanto l’avessi cercata disperatamente al telefono quel giorno stesso». Incrocia le braccia sul petto. «Quindi ho una domanda, Ryan: hai chiuso con questa donna prima di venire a letto con me senza nemmeno dirglielo, come fai sempre quando sei pronto a buttarti sulla prossima preda?»

«Oh, porca miseria», sospiro. «Tesoro, Josh e Jonas avevano buone intenzioni, ma non hanno capito nulla. Piccola, guardami. Quando ti hanno parlato dell’altra donna si riferivano a “Samantha”. È lei che mi ha ossessionato negli ultimi tre mesi. Samantha».

Sembra totalmente esterrefatta.

Prendo le sue mani tra le mie e, per fortuna, questa volta non oppone resistenza. «Dopo il casino al The Pine Box, quella sera, sono andato subito a casa di Josh e Kat, dove c’erano anche Jonas e Sarah. Ho raccontato loro tutto della fantastica donna incontrata poco prima, Samantha la hostess. Gli ho parlato della nostra intesa, del fatto che non sopportassi l’idea di non rivederla più, né tantomeno sapere che era là, da qualche parte, a ritenermi un bugiardo, traditore e idiota. È stato allora che i fratelli Faraday mi hanno messo in contatto con Henn perché mi aiutasse a rintracciare Samantha».

Tessa si porta una mano alla fronte. «Oh, Gesù».

«Piccola, Henn si è intrufolato di nascosto nei database di nove maledette compagnie aeree per trovare Samantha. Ovviamente, nonostante gli sforzi, ne è uscito a mani vuote pur avendoci lavorato fino allo sfinimento».

«Oh, merda. Oh, mio Dio. No».

Le stringo le mani. «Hai idea di quanto tempo serva a un ottimo hacker per consultare gli archivi di tutte quelle compagnie e trovare una hostess di ventisette anni, della Vergine e di nome Samantha? Be’, io lo so: ci vogliono circa tre mesi».

Tessa si porta le mani al volto. «È una follia».

«Tesoro, ti ho amata fin dal primo momento in cui ti ho vista». Deglutisco a fatica. «Sei il mio destino. E l’ho capito appena ti ho incontrata». Ho un nodo in gola. «Tessa, il mio amore per te è inarrestabile. Sei il “martelletto sul ginocchio” che, inevitabilmente, mi fa tirare un calcio in aria. Non ho altra scelta se non amarti».

Lei aggrotta la fronte e lascia le mie mani. «Ma Josh e Jonas hanno detto che hai telefonato a questa donna il giorno in cui sei arrivato qui. Se quella donna ero io, allora… chi hai chiamato?».

Oh, mio Dio. No. Mi sento male. Ho promesso a Charlotte che non avrei fatto il suo nome. Ho giurato. Ma, diamine, se non dico a Tessa la verità sono fregato.

Il corpo di Tessa si tende visibilmente. «Chi hai chiamato, Ryan?».

Ho la mente in subbuglio. Non riesco a pensare a nulla di coerente. Forse il piano migliore è telefonare a Charlotte e farmi autorizzare a parlare a Tessa delle nostre conversazioni. Altrimenti sostituirò solamente un problema con un altro. Non è poi chissà cosa, no? Le telefonerò stasera, mi farò dare il permesso e andrò dritto nella stanza di Tessa a spiegarle tutto.

«Ryan?», insiste lei con sguardo duro. «È una domanda semplice: chi è la donna che hai chiamato quando sei arrivato qui?».

Respiro a fondo. «Piccola, non posso risponderti ora. Però devi fidarti quando ti dico che non era nessuno a cui fossi interessato. Ascolta, sei una che vuole fatti e non parole
– questo l’ho capito – ma ho bisogno davvero che tu faccia un atto di fede e mi creda. Prometto di rispondere alle tue domande…».

Alza le mani al cielo, sbuffa per la frustrazione e inizia a camminare verso l’entrata della spiaggia. «Ciao, Ryan. Quello che succede a Maui rimane a Maui. Chiudiamola qui».

La rincorro e mi fermo davanti a lei, impedendole di proseguire.

«Non mi hai sentito? Ho detto che ti amo, Tessa».

«Ho sentito. Lasciami passare».

«Cosa diavolo è successo da renderti così insensibile di fronte all’amore? So che quel calciatore idiota ti ha tradita, okay? So che ti ha spezzato il cuore. Ma io non sono lui. Non ti ho mostrato chi sono in questa settimana? Non te l’ha mostrato la mia famiglia?».

Ha le guance rigate dalle lacrime. «Non so più a cosa credere, Ryan. Ogni volta che abbasso la guardia con te, niente è mai come sembra. Hai ovviamente omesso certe cose per manipolare i miei sentimenti e farmi innamorare di te. E indovina? Ha funzionato. Mi sono innamorata. Ma ora non so se quello che provo sia reale o il risultato di uno dei tuoi giochetti».

Appoggio le mani sulle sue spalle. «I tuoi sentimenti sono reali. Siamo perfetti insieme, lo sai».

«No, non lo so. Non posso fidarmi di ciò che provo. A quanto pare, ho un pessimo metro di giudizio».

«Okay allora, se non ti puoi fidare di te stessa o di me, fidati della mia famiglia. Sai quanti sono venuti da me questa settimana a dirmi che siamo una coppia perfetta? E non solo mia mamma e Kat, amore, tutti ci vogliono insieme perché vedono quanto siamo fatti l’uno per l’altra».

Sembra che lei stia per svenire dallo stress. «È successo tutto così in fretta», balbetta. «Non ho avuto il tempo di rendermene conto. Come ci si può innamorare in una settimana, soprattutto così, quando si scopre che erano tutte bugie? Svanirà come una bolla di sapone, è semplicemente una fantasia».

«Piccola, no. Ci siamo innamorati davvero. Vuoi i fatti? Okay, allora guarda i miei genitori. Al primo giorno di college, mio papà ha visto mia mamma in aula, si è seduto accanto a lei e si sono innamorati subito. La sera stessa, mio padre ha rivelato al suo compagno di stanza di aver incontrato la donna che avrebbe sposato. Anzi, non pensare ai miei, vuoi altri fatti? Guarda i tuoi genitori». Ho la voce incrinata dal panico che trattengo a stento. «Ti ricordi cosa mi hai detto? Tuo padre ha capito che tua madre sarebbe stata sua nel momento esatto in cui è entrata nel suo studio e pensa ancora oggi che “faccia impallidire le stelle”. Be’, lo stesso vale per noi. Ti ho vista in quel locale e ho capito subito che saresti stata mia. E lo prometto: anche tra trent’anni, tra cento anni, penserò sempre che tu faccia impallidire le stelle. Amore, possiamo essere felici, come i tuoi genitori».

Lei si copre il volto rigato di lacrime con le mani e grida: «Smettila! Ti prego, Ryan, smettila!».

«Tessa, non mi fermerò. I tuoi sono felici e possiamo esserlo anche noi».

«Smettila!», ripete, chiaramente sfinita. I suoi occhi sono pieni di lacrime. «I miei genitori non sono felici, Ryan! Per niente!».

Serro le labbra, sono completamente senza parole.

Per un lungo momento, il suono delle onde riempie lo strano silenzio.

«Tessa?», sussurro, con il cuore a mille. «Cosa è successo?».

Lei respira profondamente. «Lui l’ha tradita», mormora, tremante. «Mio papà dice che mia mamma “fa impallidire le stelle” ma l’ha tradita e le ha spezzato il cuore».

Ho la pelle d’oca. «Quando?»

«Circa vent’anni fa, ma io l’ho scoperto solo quest’anno». Trema ancora. «Stavo cercando in alcune scatole di vecchie foto per far loro un regalo di anniversario e ho trovato un mucchio di lettere, lettere che hanno fatto a pezzi tutto ciò che pensavo di sapere dell’amore, del matrimonio e della capacità di qualsiasi uomo sulla terra di essere fedele».

Sono troppo sconvolto per parlare.

Prende fiato e si asciuga le lacrime calde. «Si sono separati per sei mesi, ma ero troppo piccola per capirlo. Lei l’ha sbattuto fuori di casa e non rispondeva alle sue chiamate, così mio padre le ha scritto una lettera d’amore, implorando il suo perdono, supplicandola, giurando si fosse trattato solo di un momento di debolezza con una compagna di ballo, quando era ubriaco. Così, alla fine, dopo sei mesi di lettere, suppliche e preghiere, lei l’ha riaccolto in casa». Le sfugge un singhiozzo. «Un anno fa, ho scoperto che l’uomo che pensavo di aver amato per due anni, lo stesso che ha detto di essere innamorato di me e volermi sposare per metter su famiglia, mi tradiva da sempre. Tre mesi dopo, sono venuta a sapere che il padre tanto idolatrato aveva tradito la mia bella madre e, per estensione, me e la nostra intera famiglia, insieme a tutti i suoi insegnamenti, perché, apparentemente, andare a letto con una qualsiasi altra donna era più importante per lui di rispettare le promesse fatte».

Sbalordito, apro la bocca e la richiudo.

«Tenevo la lettera tra le mani, guardavo la grafia familiare e curva di mio padre, e non potevo credere ai miei occhi. Se non avessi letto quelle parole incomprensibili io stessa, non l’avrei mai ritenuto vero. Avrei difeso l’integrità di mio padre fino alla morte». Deglutisce faticosamente. «Ne ho parlato con i miei genitori: è successo molto tempo fa, alla fine li aveva resi più forti, in realtà era stata una cosa positiva, aveva migliorato la loro comunicazione e bla, bla, bla: questo hanno detto. Che il matrimonio è difficile, che si sbaglia e nessuno è perfetto, errare è umano e perdonare è divino e tante altre banalità; be’, mi dispiace, ma non riesco a passarci sopra e fingere che non sia mai successo quando per tutta la vita ho venerato mio padre, ho idealizzato il matrimonio dei miei genitori e basato la mia concezione dell’amore e di cosa cerco in un uomo su di lui». Le lacrime sgorgano copiose dai suoi occhi. È una diga con una falla. Un tormento. «Per tutta la vita, quando qualcuno era insensibile o scettico riguardo amore e matrimonio, ho sempre sparato frasi tipo: “Ma le favole esistono!”. Perché, a dispetto di tutto, sapevo che per mio padre mia madre “faceva impallidire le stelle” e si meritava la sua devozione. Questo accendeva in me la speranza che forse quel tipo di amore sarebbe stato possibile anche per una comune ragazza come me, forse anche io avrei trovato un uomo per il quale sarei stata così speciale da far impallidire le stelle». Prende un bel respiro. «Il loro matrimonio è sempre stato fonte di ispirazione per me, Ryan, per tutta la vita, ma adesso non so più cosa voglio».

«Tessa», dico dolcemente. Faccio un passo verso di lei con le braccia aperte.

Tessa però si ritrae, con gli occhi velati dall’ira e dal dolore. «Mi hai mentito», sibila. «Se sei disposto a nascondermi alcune cose per creare la situazione ideale affinché io mi innamori di te, allora come diavolo faccio a fidarmi del tutto di quello che dici o fai? Per non parlare del fidarmi dei miei stessi sentimenti per te!».

Non capisco come Tessa abbia fatto a trasformare la mia piccola omissione in un tradimento di tali proporzioni, soprattutto visto che ho spostato mari e monti per trovarla perché mi sono innamorato di lei appena l’ho vista. «Tessa, calmati. Temevo che la storia dell’hacker ti avrebbe fatto scappare, tutto qui. Ho sempre avuto in mente di dirtelo prima di lasciare Maui».

Si asciuga gli occhi e guarda l’oceano. «È proprio ciò che ha fatto Stu: mi ha mostrato la versione migliore di sé – mi ha fatto vedere come avrebbe voluto essere, immagino – ma quella versione non è mai esistita».

«Amore. No. Non è così. Io non sono Stu. Tutto quello che hai visto di me questa settimana è la verità. Ti ho detto la verità; non ti ho raccontato tutto subito, ma a fin di bene».

Socchiude gli occhi. «Se la tua idea di dirmi la verità è nascondermi alcune cose “a fin di bene”, allora non sei la persona con cui voglio stare».

Il mio cuore si è appena spezzato e probabilmente gronda sangue sulla sabbia. Le lacrime mi bagnano gli occhi. «Ti prego, tesoro. Non sono stato con nessuna da quando ti ho incontrata. Non riuscivo a sopportare l’idea di toccare un’altra donna da quando ho posato gli occhi su di te. Ti ho vista e mi sono innamorato: dovevi essere mia. Ti appartengo, Tessa. Mente, corpo, cuore e anima. Per favore, devi credermi».

Lei si copre il volto con le mani. «Non so cosa pensare. Ci sono troppe cose su cui riflettere. Mi serve tempo, Ryan. Sei il fratello di Josh, voi due sarete in società e Josh sta pensando di farmi lavorare con voi e…».

«Josh ti vuole a lavorare con noi al Captain’s? Oh, mio Dio! Sarebbe un sogno che si avvera. Digli di sì».

«Non è così facile ora. Cosa accadrebbe se ci provassi e non funzionasse? Non voglio complicare le cose per te, Josh o Jonas. E sicuramente non voglio nemmeno farlo per me».

Appoggio le mani sulle sue guance bagnate e, grazie al cielo, non si ritrae. «Smettila di pensare così tanto. Fattelo entrare in testa: ti amo. È inevitabile. Vieni con me in stanza. Fa’ l’amore con me. Permettimi di mostrarti quanto conti per me. E poi possiamo rimanere a letto a parlare di tutto con calma e ti prometto che tutte le tue paure e le tue preoccupazioni svaniranno».

Lei mi guarda intensamente per un lungo istante e, per un secondo, penso stia per buttarmi le braccia al collo e dichiararmi il suo amore. Ma non lo fa. «Chi hai chiamato quel giorno, Ryan?», sussurra.

Apro la bocca e la richiudo.

Lei sorride tristemente. «Lo immaginavo».

Sospiro. «Ecco cosa farò, amore mio. Domani verrò presto in camera tua per rispondere a questa domanda. Allora parleremo. Okay? Hai bisogno di tempo per riflettere. Torna in stanza e ci vediamo domani mattina. Ti avviso però, non importa cosa mi dirai domani, non me ne andrò finché non ti avrò convinta che siamo fatti l’uno per l’altra».

Lei scuote la testa. «Mi servirà più di una notte per capirci qualcosa. Devo tornare a casa, alla vita reale e vedere cosa proverò allora».

Sono sollevato. Se sta calcolando il numero di giorni necessari per schiarirsi le idee e rispondere al mio tentativo di lasciarsi andare a me, è un buon segno. «Va bene. Quanto tempo ti serve, tesoro?», chiedo con gentilezza, sfiorandole la guancia. «Possiamo prendere le cose con calma, come vuoi tu».

«Non lo so. A quanto pare ho fatto sesso con uno stalker pazzo per tutta la settimana. Chi poteva immaginarlo?».

Rido, pur non volendo farlo.

Lei sorride, e prendo anche questo come un ottimo segno.

«Una settimana», dice. «Quando arriverò a casa, sarò sommersa dal lavoro mentre Josh sarà in luna di miele. Inoltre, voglio parlare con lui del mio nuovo impiego al Captain’s. Per Josh la situazione potrebbe farsi rischiosa dal punto di vista lavorativo se la relazione tra noi non dovesse funzionare e Jonas deve sapere esattamente a cosa sta andando incontro».

«Amore, non mi stai ascoltando? Non è possibile che tra noi non funzioni. È quello che sto cercando di farti capire. Ti amo. Sei quella giusta. Saremo felici insieme, tesoro. Io e te».

Si agita.

Sospiro. «Okay, ecco cosa faremo: ti prenderai otto giorni per riflettere nel “mondo reale” perché sei una matta. Così avrai una settimana per i fatti tuoi più un giorno per parlare con Josh quando rientrerà a Seattle. E poi, il pomeriggio dell’ottavo giorno, qualsiasi cosa penserai di aver deciso su di noi, ti darò la caccia e farò tutto il necessario per convincerti a essere mia. Va bene?».

Annuisce. «Okay».

Uno strano calore mi pervade. Oh, per l’amor del cielo. Questa donna è una pazzoide cuoci-conigli. Lo è sul serio. E, mio Dio, la amo più della mia stessa vita.