Capitolo 51
Tessa

Èstata una giornata fantastica per gli invitati al matrimonio Faraday-Morgan: tutti e duecento, divisi in cinque gruppi da sei alla volta, abbiamo visto Maui dall’alto sorvolandola in elicottero. Chi non stava facendo il tour aereo per ammirare il panorama mozzafiato dell’isola era al resort, impegnato in attività che spaziavano dal jet-skiing al parasailing, dal kayak al windsurf al creare ghirlande di fiori. I momenti trascorsi sul kayak, sulla tavola da surf o facendo snorkeling con Ryan (insieme ad altri compagni di avventura) sono stati alcuni tra i più belli della mia vita.

Il. Giorno. Migliore. Di. Sempre.

L’unica cosa che avrebbe potuto rendere una giornata già perfetta ancora più spettacolare sarebbe stato trovarmi sullo stesso elicottero con Ryan. Sfortunatamente, quando ho controllato come fossimo stati divisi, il direttore delle attività l’aveva sistemato insieme ai suoi genitori, Colby e gli zii. Non c’era modo per me di cambiare i gruppi sui velivoli senza palesare la mia impazienza di passare ogni momento della giornata con l’amato pirata della famiglia Morgan.

Anche se non sono riuscita a intrufolarmi sull’elicottero con Ryan, mi sono comunque goduta un gran bel premio di consolazione: Dax, Fish, Colin, Keane e Zander. Questo gruppo di ragazzi simpaticissimi sarebbe stata un’ottima compagnia per girare l’isola in qualsiasi giorno, ma oggi in maniera particolare: infatti, sono passate solo poche ore dalla notizia dell’offerta della River Records ai 22 Goats, e tutti e sei, me inclusa, eravamo eccitati e spassosi. Durante il giro di due ore, quando non eravamo in estatico silenzio ad ammirare le viste spettacolari dal finestrino, discutevamo con entusiasmo del brillante futuro della band.

E ora, dopo una giornata trascorsa tra elicottero e puro divertimento sotto il sole, alcuni di noi continuano a svagarsi bevendo drink prima di cena in uno dei bar dell’hotel. Anche se Ryan non è seduto accanto a me (ho temuto stesse diventando tutto troppo ovvio), sono felice che sia comunque all’interno del mio campo visivo, con più precisione alla fine del nostro lungo tavolo (perciò possiamo lanciarci facilmente sorrisi segreti e occhiate maliziose senza che Josh o nessun altro se ne accorga).

A parte Josh, Kat, Ryan e me, la squadra dei cocktail pre-cena è composta da un miscuglio di due mondi, quelli da cui provengono i due promessi sposi: Henn, Hannah, Colby, Reed, Keane, Zander e un misto di colleghi e amici del college (ormai tutti in confidenza come se si conoscessero da sempre).

Al momento, l’energica conversazione intorno al tavolo verte sulla “perduta arte del flirtare” e sui “ragazzi di oggi”, con la loro dipendenza da Snapchat e Instagram, che non hanno idea di come relazionarsi di persona con nessuno.

«Josh e Kat mi hanno fornito un brillante tutorial su come accalappiare una donna non troppo tempo fa, a Las Vegas», dice Henn. «Questi due potrebbero insegnare un paio di cosette interessanti ai ragazzini ignoranti di oggi».

«Non è andata esattamente così, Henn», replica Josh ridendo. «È stata Kat la vera insegnante quella sera, non io».

Henn sorride. «Vero. Kitty, qual era la regola di base? Dài, quella su come un uomo che parla con una bella donna possa capire se è meglio tacere o continuare la conversazione?».

Kat ridacchia e alza un indice. «Chiedetevi questo, signori: “Quello che sto per dire mi frutterà un lavoretto di bocca?”. Se la risposta è sì, allora andate avanti. Se invece è no, allora tacete».

Tutti ridono fragorosamente.

«È un consiglio facile da seguire», commenta Reed. «Terrò questa chicca a mente la prossima volta in cui parlerò con…». Reed mi guarda negli occhi. «Una bella donna».

Mi viene la pelle d’oca alla chiara allusione: la prossima volta in cui mi parlerà, si chiederà se le sue parole mi convinceranno o meno a fargli un lavoretto. Distolgo in fretta lo sguardo dal suo bel viso con le guance in fiamme; do una sbirciata a Ryan e lo vedo fissare Reed, il corpo teso come quello di un uomo che trama un omicidio.

«Allora, qual era invece il suggerimento di Faraday per “accalappiare una donna”?», chiede Reed a Henn, apparentemente ignaro che l’uomo tatuato al suo fianco stia pensando a come ucciderlo. «Sono una vecchia volpe ma sono sempre alla ricerca di nuovi trucchi, soprattutto se arrivano da un (ex) playboy conosciuto in tutto il mondo come Faraday».

Tutti i conoscenti di Reed seduti al tavolo non si capacitano e lo prendono in giro: Reed Rivers non ha certo bisogno di imparare nuovi trucchi del mestiere, anche se provengono da un famoso playboy incallito come Joshua William Faraday. In un attimo, la conversazione verte su aneddoti da parte di ognuno dei compagni del college di Reed riguardo il “leggendario” fascino che esercitava un tempo sulle donne, prima di diventare ricco e famoso e potersi permettere qualsiasi attrice o pop star.

Bla, bla, bla. Non me ne frega un cavolo di Reed Rivers e il suo presumibilmente leggendario fascino sulle donne. Preferisco fissare gli ardenti occhi blu di Ryan e la sua mandibola perfetta, mentre penso a tutte le cose meravigliose che mi ha fatto la scorsa notte.

Mmh.

Tuttavia, dopo qualche istante passato a sognare a occhi aperti e rivivere momenti deliziosi con il mio playboy personale dal “fascino leggendario”, la voce energica di Keane mi riporta al presente.

«È vero», dice con empatia al gruppo. «Ho delle doti pazzesche».

«È così», conferma Zander. «Pazzesche».

«Facci un esempio», lo incoraggia Henn. «Cosa diresti per abbordare una donna in un locale? Per esempio, fa’ finta che T-Rod sia una ragazza a caso che vuoi conquistare. Mostraci il tuo tocco magico».

«Okay», replica Keane. Mi guarda e sorride mettendo in mostra le fossette. «Ciao».

«Ciao», rispondo con un sorriso malizioso.

«Come ti chiami, bambolina?»

«Tessa. E, per favore, non chiamarmi “bambolina”».

«Aspettate un attimo», si inserisce Josh ad alta voce dall’altro capo del tavolo, alzando una mano. «Theresa, perché diamine ti chiamano tutti “Tessa”, questa settimana? Cosa mi sono perso?».

Gli rivolgo un sorriso innocente. «Tessa è il mio nome della vita di tutti i giorni. Non Theresa».

«“Della vita di tutti i giorni”?», chiede Josh.

«Fuori dal lavoro. In tutte le altre circostanze».

«Visto? Te l’avevo detto, tesoro», esclama Kat trionfante.

«Ma cazzo!», commenta Josh ridendo. «Vengo a conoscenza per la prima volta di questo piccolo dettaglio sul tuo nome dopo sei anni?»

«Mi dispiace». Rido insieme agli altri seduti al tavolo. «Per qualche stupida ragione ho messo il mio nome di battesimo sul curriculum e, quando hai iniziato a chiamarmi “Theresa”, non ti ho mai corretto. Ma sì, nessuno tranne te mi ha mai chiamata Theresa».

Josh scuote la testa. «Avresti potuto dirmelo, T».

Rido. «Lo so. Scusami. Continua pure a chiamarmi Theresa. Ormai ci sono abituata».

«Col cavolo», dice Josh, come se gli avessi appena consigliato di pulire il water con la lingua. «Se in famiglia ti chiamano Tessa, lo farò anche io». Mi sorride calorosamente.

Gli rivolgo un sorriso timido, ma il mio cuore batte all’impazzata. Se non è questa la settimana migliore della mia vita, allora non so proprio quale possa essere. «Okay. Grazie».

Keane fischia come se stesse chiamando un cane. «Scusami, Tessa? Congratulazioni per la tua scena da romanzo rosa con il capo, ma mi pareva di essere nel bel mezzo di una conquista».

Ridono tutti.

«Scusa», replico. «Procedi pure con le tue magie».

«Grazie». Keane fa una pausa a effetto e poi mi rivolge un’occhiata infuocata. «Ciaoooo».

Ridacchio. «Ciao».

«Come ti chiami, bella fanciulla?»

«Tessa».

«Keane».

Allunga la mano e io la stringo.

«È un piacere conoscerti, Tessa». Mette di nuovo in mostra le sue fossette per un lungo istante e poi guarda Henn. «Okay, è cotta a puntino».

Ridono tutti di nuovo.

«Cosa?», chiede Henn incredulo. «T-Rod, sei “cotta a puntino”?»

«Per niente», replico, mentre gli altri ridono ancora.

Keane alza gli occhi al cielo. «Be’, certo che non lo sei, T-Rod. Il mio fascino non funziona con te perché abbiamo già chiarito che il nostro è un rapporto fraterno».

Il mio cuore sembra fermarsi per un istante. La pensa anche lui così? Oh, Dio, mi sembra di essere in paradiso.

«In più, sei una ragazza intelligente», continua Keane, «e io non ci provo mai con quelle intelligenti. Chiedi a chiunque: troppa fatica. Ma mettimi in un locale con una ragazza qualunque, non troppo sveglia, e quello che ho appena detto a te la conquisterebbe di certo. Vuoi sapere perché? Perché ho inviato un messaggio subliminale al centro del piacere nel tuo cervello usando il tuo nome e la parola “piacere” a distanza ravvicinata. E poi ho dato la stoccata finale mostrando queste». Sorride e indica le fossette. «Vuol dire solo una cosa: ho lanciato l’esca e adesso tutto quello che mi rimane da fare è questo». Fa un cenno con le dita come per indicarmi di avvicinarmi a lui. «E tu mi seguirai in capo al mondo».

Tutti ridono, scettici.

«Cazzone non sta esagerando, ragazzi», dice Zander. «L’ho visto in azione troppe volte per contarle e tutto quello che deve fare è sorridere: le donne gli si lanciano ai piedi. Il gesto con le dita non gli servirebbe nemmeno».

«Esatto», asserisce Keane. «Ho l’imbarazzo della scelta».

«Sfortunatamente, devo confermare anche io», dice Kat al gruppo. «Le donne si lanciano davvero ai piedi di Cazzone, non importa quanto siano sessiste o da maiale le cose che dice. Non hanno alcun rispetto per loro stesse, né vergogna».

«Ehi, non sono un maiale», ribatte Keane sulla difensiva, apparentemente sincero. «Rispetto e ammiro tutte le donne e questa è la sacrosanta verità. Dio mi fulmini se così non fosse. Non è colpa mia se sono nato con queste». Keane sorride e indica di nuovo le fossette facendo ridere tutti.

«Mah», commenta Henn. «Voi Morgan vivete nello stesso universo dei Faraday: un universo parallelo in cui non potrei entrare mai. Non che mi servano consigli su come “accalappiare una donna” in questo periodo, grazie al cielo…». Cinge le spalle di Hannah con il braccio. «Ma, se mai ne avessi bisogno, di certo non chiederei a nessuno di voi. Se facessi questo a una ragazza», rivolto a Hannah, fa un cenno con le dita per chiederle di avvicinarsi, «lei farebbe questo». Alza il dito medio e tutti scoppiamo a ridere.

«No, non lo farei», risponde Hannah. «Farei così». Afferra il viso di Henn come se fosse una palla da bowling e lo bacia sulla bocca, e noi esultiamo.

«Allora, T-Rod», dice Reed, sorridendomi come uno squalo. «Se le frasi sdolcinate di Keane non funzionano con te, cosa ti colpisce? Sto prendendo appunti».

Mi si stringe il petto. Senza volerlo, guardo Ryan. Se stava architettando l’omicidio di Reed prima, adesso starà pensando a un attacco nucleare in cui il corpo del nemico faccia sia da bomba sia da obiettivo.

Mi scharisco la voce. «Non ho mai detto che le frasi sdolcinate non funzionino con me, dipende solo da chi le pronuncia. Una volta un bel ragazzo in un locale mi ha detto una cosa talmente dolce che mi ha fatta sciogliere tra le sue mani». Faccio una pausa, sentendomi arrossire di colpo. «Gli avevo spiegato che parlavo spagnolo perché mio padre è cresciuto in Argentina e, a un certo punto, lui ha detto: “Se fossi stata con me al liceo, avrei fatto di tutto per studiare spagnolo insieme a te. Saremmo stati una bella coppia, perfetti come l’arroz col vino blanco”».

Rivolgo di sfuggita un sorriso a Ryan e i suoi occhi si incendiano.

«“Arroz col vino blanco”?», ripete Henn, alzando la testa di colpo come un Golden Retriever a cui il padrone ha appena lanciato una pallina. «Un ragazzo ti ha detto questo in un locale?».

Annuisco. «E mi è piaciuto molto». Guardo di nuovo Ryan e gli sorrido.

La bocca di Henn si tende per la felicità. «Parli spagnolo, T-Rod? Non l’avevo capito».

«Sì, mio papà è originario di Buenos Aires».

«Figo», dice Henn. «Sai, mi sono appena reso conto di non sapere quasi nulla di te. Per esempio, quanti anni hai?»

«Ventisette. E tu?»

«Trenta. Dove sei cresciuta?»

«Los Angeles. Tu?».

Senza preavviso, Ryan si alza in piedi. «Ehi, ragazzi, siete pronti per la cena? Sembra sia ora».

«Assolutamente sì», risponde Kat, alzandosi di fianco a suo fratello. «Andiamo. Sto morendo di fame. Andiamo al ristorante adesso».

Tutti si alzano e iniziano a dirigersi in massa fuori dal bar, ma Henn è così carino da mettersi in coda al gruppo per camminare con me e finire la conversazione invece di stare con i suoi migliori amici.

«Per rispondere alla tua domanda, sono cresciuto a Fresno», dice Henn. «Di che segno sei, Tessa?»

«Vergine. Tu?»

«Sagittario».

«Non so nulla di astrologia», commento.

«Nemmeno io, ma Kat sì».

Con un tempismo perfetto, Kat si unisce a me e Henn. C’è ance Ryan con noi, insieme a Colby, mentre il resto del gruppo è più avanti e tutti chiacchierano animatamente.

Rallentiamo un po’ per stare al passo di Colby, lasciando che gli altri ospiti ci distanzino.

«Quindi hai ventisette anni e sei del segno della Vergine, vieni da Los Angeles e parli spagnolo perché hai il papà argentino, eh?», dice Henn. «Mi sento stupido a non averti chiesto nulla prima. Ehi, per curiosità, hai mai…».

«Henny!». Kat mi fa quasi venire un colpo urlando il nome del ragazzo. Afferra la sua mano. «Oh, mio caro Henny! Posso parlarti per un secondo, tesoro?»

«Certo».

Quando Kat lo trascina via e gli sussurra qualcosa a un orecchio, il mio telefono suona: è un messaggio di Charlotte.

«Merda», dico, leggendo l’SMS. «Ehi, Kat», la chiamo. «Scusa se ti interrompo. Mi ha appena scritto Charlotte: non riesce a venire a Maui».

«No?», replica Kat. «Che peccato. Speravo davvero di conoscere la leggendaria Charlotte McDougal».

Henn sorride. «Charlotte McDougal?»

«La migliore amica di Tessa», spiega Kat, sorridendogli.

Annuisco. «Desideravo tanto che Charlotte riuscisse a venire e a fermarsi per tutta la settimana, ma partirà per una crociera per l’anniversario dei suoi genitori. Non riesce a fare entrambe le cose a causa dei turni al lavoro». Guardo Kat. «Charlotte si congratula con te e Josh e vi ringrazia comunque per l’invito».

«Dille che spero di conoscerla un’altra volta».

«Quale lavoro fa la tua migliore amica Charlotte McDougal?», chiede Henn, cingendo la vita di Kat con un braccio mentre continuiamo a camminare insieme a Colby e Ryan.

«È un’assistente di volo».

Il sorriso di Henn si fa più ampio. «Per quale compagnia aerea, per curiosità?»

«Delta», rispondo.

Henn ha un sorriso smagliante dipinto sul volto. «Charlotte McDougal della Delta».

Arriviamo all’ingresso del ristorante mentre il gruppo che ci ha preceduto sta entrando.

«Aspettate, ragazzi». Kat ci fa fermare. Poi grida a Josh: «Arrivo tra un minuto, Playboy! Tienimi un posto!».

«Okay, Party Girl!», risponde lui.

Kat mi guarda. «Oh, tu vai pure, Tessa. Devo solo parlare un attimo con Henny, Colby e Ryan di un regalo di compleanno per Keane. Forse Henn potrà darci una mano».

«Oh, certo», dico, sollevata (per un attimo, ho avuto la strana sensazione che Kat volesse parlare a Ryan, Colby e Henn di me). Guardo Ryan negli occhi. «Ci vediamo dentro».

Lui mi sorride calorosamente. «Tienimi il posto di fianco a te, okay?».

Mi sento euforica. Speravo proprio di sedermi vicino a lui a cena. «Signorsì, Capitano».

Entro quasi fluttuando nel ristorante, con la sensazione che la mia decisione di trascorrere una settimana di sesso sfrenato in un luogo paradisiaco con un bellissimo dongiovanni sia stata davvero un’idea stupenda.