Capitolo 21
Carol – Adesso
Lunedì
Che sorpresa! Forse la situazione non è così brutta come temevo. Forse, dopo tutto, andrà a finire bene. Forse sono più forte di quanto pensavo…
Oggi c’è stata una bellissima sorpresa. Ho conosciuto una ragazza e mi è difficile spiegare, anche in queste pagine, quello che ho provato. Un cambiamento inaspettato, come una svolta improvvisa in una direzione migliore. È la ragazza più straordinaria, esuberante, bella e brillante che ci sia. Sfacciata al limite della maleducazione, ma anche troppo divertente. Verrà di nuovo domani e non vedo l’ora di vederla. Si chiama Emily e ha dodici anni – è in quella valle tra l’infanzia e l’adolescenza – un attimo sembra già grande e l’attimo dopo torna a essere come una bambina. Sono totalmente affascinata da lei.
Dietro a tutto questo c’è Ella. Si è presentata alle undici di sera in un terribile stato di agitazione. Dovevano arrivare degli ospiti nella fattoria e il filtro della piscina non funzionava. L’acqua è torbida e maleodorante e per almeno una settimana non si potrà riparare il pezzo difettoso.
«La loro figlia è una campionessa di nuoto!». Era quasi in lacrime, convinta che le avrebbero chiesto di essere rimborsati o le avrebbero fatto causa.
«E mi stavo chiedendo… so di essere sfacciata… Non mi piace chiedere…».
“Mio Dio, ecco che ci siamo!”, ho pensato io.
Emily e i suoi genitori sono arrivati a metà mattina, quando Ned era appena uscito per andare al lavoro. I genitori erano il fascino personificato, ma non avevano la minima intenzione di rimanere con la figlia.
Una rapida tazza di caffè, un’occhiata alla piscina e poi mi hanno scaricato Emily e se ne sono andati.
«Non ti dispiace, vero? Lei non fa altro che nuotare, come un pesce. Non vi accorgerete nemmeno della sua presenza», ha detto la madre con voce cantilenante.
Mi sono morsa la lingua per il bene di quella povera ragazzina. Ma mi dispiaceva eccome. Era il mio primo momento di pace e tranquillità da mesi. Ned e Pierre sarebbero rimasti fuori casa tutta la giornata. Volevo pensare alle mie cose. Magari prenotare una seduta con quella medium a Parigi… Ma Emily continuava a fissarmi con un’aria avvilita e io ero veramente dispiaciuta per lei. Quando i suoi se ne sono andati, non ha detto una parola, si è tuffata in piscina e ha cominciato a fare vasche. Una ventina o giù di lì. Dorso, crawl, persino a delfino.
Ha un fisico atletico, alta e magra, e quando le ho portato la limonata e ho visto la sua espressione, mi sono sentita quasi in colpa per l’intrusione.
«Va tutto bene», ha detto in tono distaccato. «Non c’è bisogno che tu sia gentile. L’ho capito che in verità non mi vuoi qui. Finisco di allenarmi e poi torno a casa in bicicletta. Non devi dare retta ai miei, io ormai mi sono abituata a loro. E poi mi sono portata dei libri da leggere».
Sono rimasta senza parole.
E poi mi ha guardata come se mi soppesasse attentamente prima di scaricarmi addosso una raffica di domande.
Seduta su una delle mie sdraio con un asciugamano attorno alla vita, abbracciandosi le ginocchia e sorseggiando la limonata, mi ha detto che avevo gli occhi tristi ma che pensava fossi molto bella. E perché vivevo da sola? Perché in Francia? E mi piaceva il cibo? Non mi mancava l’Inghilterra? E perché non avevo figli? E che libri mi piacevano?
E così via. Le domande le uscivano dalla bocca a getto continuo. E io, sorpresa dalla sua confidenza, ho cominciato a risponderle.
Era proprio per questo che quella ragazza mi piaceva. All’improvviso mi sono resa conto di essere stufa delle vuote chiacchiere che scambio con Ned, Ella e Jonathan. Questa ragazzina mi ha rivelato un nuovo modo di comunicare, facendomi domande che nessun adulto avrebbe osato fare. Domande su cose importanti.
Sono scoppiata a ridere come non mi succedeva da mesi.
Emily ritornerà domani.
Non vedo l’ora di vederla.
Martedì
Sto imparando a nuotare a delfino. Ho trentotto anni e una campionessa di nuoto dodicenne mi sta insegnando come muovere le braccia! Era da tempo che non faticavo tanto. Emily è un’insegnante molto severa e io, nella piscina, nonostante mi senta assolutamente ridicola a farmi urlare contro da una ragazzina, mi sto divertendo un sacco.
È arrivata in bicicletta verso le dieci di mattina e se n’è andata soltanto alle sei di sera. Abbiamo pranzato sul bordo della piscina e questo pomeriggio mi ha chiesto di vedere i miei vestiti. Abbiamo trascorso due ore nel guardaroba e lei ha provato tutto: cappelli, scarpe, i miei abiti da ballo (che sono quasi della sua taglia).
«Sei così magra», continuava a ripetere. «Non mangi abbastanza? Sei anoressica?».
“Cosa?”, ho pensato io.
Giovedì
Ieri Emily non è venuta e mi ha sorpreso quanto ne sono rimasta delusa. Di solito mi piace stare da sola – soprattutto quando Pierre va da sua madre e non ci sono spie in cucina – ma dopo martedì la casa mi è sembrata terribilmente vuota. Mi sono dimenticata completamente di Parigi e alla fine mi sono soltanto allenata a nuotare a delfino.
E poi, oggi è arrivata un po’ tardi, e ho capito subito che c’era sotto qualcosa.
«Papà si scopa la segretaria».
L’ho rimproverata per il linguaggio, ma senza troppa convinzione. Povera ragazza. A quanto pare i suoi genitori sono ai ferri corti e la sera prima avevano litigato furiosamente. Lacrime. Minacce di suicidio. Con Emily che cercava di mediare.
Ha detto che non è la prima volta… anche se a sua madre non piace ammetterlo.
«Fa lo struzzo», dice, e io mi sento triste per lei. Non c’è da stupirsi che sia così avvilita. È convinta che appena torneranno a casa i suoi chiameranno i rispettivi avvocati.
Poi ha fatto circa quaranta vasche e io ho preparato il pranzo. Adesso ho capito perché nuota così bene.
Quando sei in acqua non senti il mondo intorno a te. Anch’io l’ho fatto spesso. Mi immergevo finché l’acqua non mi riempiva le orecchie con echi di un luogo diverso.