Capitolo 20
Beth – Adesso
Sono passate tre settimane da quella strana telefonata alla scuola. Non ci sono stati altri messaggi e dovrei sentirmi sollevata. Ma non è così.
È come se fossi perennemente stordita, sconnessa e fuori tempo.
Non riesco più a guardare il notiziario della sera e ogni volta trovo una scusa diversa, irritando Adam. Sedersi insieme la sera davanti al televisore con una tazza di tè e i biscotti era diventato per noi un rituale. Parlavamo di politica, ci scambiavamo opinioni sugli argomenti di attualità. Era un momento a cui Adam e io tenevamo molto, un’occasione per chiacchierare insieme dopo una dura giornata di lavoro. Lui ha un animo dolce e gentile, e mi commuove sempre quando si scaglia contro le ingiustizie del mondo. Adesso ho perso anche questo – un’altra barriera tra Adam e me – e mi basta sentire la sigla del telegiornale per farmi prendere dal panico e pensare alla scuola. Sono terrorizzata da quello che può aspettarci. Evito così i titoli del notiziario e fingo di rimettere ordine in cucina mentre il povero Adam pensa che lo stia evitando.
Sally continua a vedere Matthew. Ha preso una mezza cotta per lui, ma mi ha promesso che non gli rivelerà il nostro segreto. Lui sta ancora indagando alla scuola per scoprire chi può avere fatto quella telefonata. Ma poiché non ce ne sono state altre, siamo ancora in una sorta di limbo e non abbiamo la più pallida idea di cosa stia succedendo.
Sally sembra avere cambiato idea e ha paura che dietro quella chiamata possa esserci Carol, ma penso sia stato Matthew a metterglielo in testa. Carol non farebbe mai una cosa così orribile con i miei figli. Ripenso al giorno in cui ci siamo incontrate e ha condiviso con me le sue coperte rosa senza esitare un attimo. No. So per certo che non può essere stata lei.
Il lavoro è pesante e faccio sempre più fatica a concentrarmi. Questa mattina volevo darmi malata, ma è il giorno della registrazione del programma.
Adesso, però, mentre sono seduta accanto a Stella nello studio per un’altra puntata di L’incontro delle menti, rimpiango di non essere rimasta a casa.
«Cristo, Beth, hai un’aria distrutta!».
«Mi dispiace, Stella, mi sono beccata un raffreddore».
«Sono tutti pronti?», chiede lei scorrendo i miei appunti sugli ospiti, che si stanno accomodando nello studio dall’altra parte del vetro della sala di registrazione.
Il tema di oggi è “Amicizie ritrovate”. Una mia idea. L’ho suggerita in un momento di follia durante una riunione in cui eravamo a corto di idee. Appena quelle parole mi erano uscite di bocca avrei voluto risucchiarle dentro. Ma era troppo tardi.
«Li hai avvisati di non mangiare i dolcetti?»
«Sì, lo sanno». Controllo i miei appunti, ripassando i nomi degli ospiti, che sono soprattutto social media-dipendenti di cui si è già occupata anche la stampa. Ci sono due donne di mezza età, Louise e Sheila, che dopo vent’anni si sono ritrovate grazie a Facebook. Sharon, una trentenne che ha avuto il coraggio di contattare una ragazza che in passato l’aveva bullizzata (una testimonianza di riconciliazione e di confronto con i demoni del passato). E poi c’è la storia piuttosto sordida (che naturalmente è la preferita di Stella) di David, che ha rintracciato la fidanzatina della sua infanzia, Catherine, su Twitter e ha prontamente lasciato la moglie e i quattro figli.
«Cerca solo di evitare che David diffami troppo la moglie», mi dice Stella togliendosi gli occhiali. «Tutti pronti?».
Il regista, Andy, si siede al suo posto e mi fa l’occhiolino. Poi alza gli occhi al cielo indicando di nascosto Stella. Andy ha un grande talento, ma Crudelia vuole sempre avere l’ultima parola anche sulle riprese, costringendolo a ripetere molte scene. E poiché è lei a pagare le spese, Andy non può fare altro che digrignare i denti. Il budget di L’incontro delle menti consente un editing molto limitato e Andy deve girare le scene già nella sequenza giusta, cercando di non farsi distrarre dalle interferenze di Stella.
La presentatrice si chiama Adrienne, una donna piacevole e di grande esperienza che un tempo presentava molte trasmissioni diurne della rete ma poi, non si sa per quale ragione, era caduta in disgrazia. Si era parlato di droghe e di notizie riservate passate a un dirigente di ITV, ma il vero motivo non è mai stato chiarito. Per un po’ Adrienne era rimasta senza lavoro, ma poi il suo agente le ha procurato un ingaggio per L’incontro delle menti. Lei chiaramente odia quanto me questo format, ma ha bisogno di soldi e non lo dà a vedere. Non sul set, almeno.
Adrienne si infila l’auricolare e sorride agli ospiti mentre Stella accende il microfono per darle istruzioni.
«Cominceremo con la felice riunione di Louise e Sheila, per poi continuare con la bullizzazione di Sharon e concludere in bellezza con David. Cercate di stuzzicarlo per fargli dare il meglio di sé». Stella ha la tendenza a chinarsi sul microfono quando parla e noto che Adrienne abbassa il volume del ricevitore agganciato dietro i pantaloni.
«Tutti pronti?», chiede Stella respirando a fondo.
«Luci e microfoni a posto?», chiede Andy, guardando i quattro cameramen e iniziando il conto alla rovescia.
Dieci. Nove. Otto.
Fisso il monitor davanti a noi, quello con le lucine rosse della registrazione, e cerco di concentrarmi, di scacciare dalla mente la faccia di Carol e i suoi occhi turbati.
Sette. Sei. Cinque.
Le candele. Il quadro di Whistler.
Quattro. Tre. Due. Uno.
Mi sforzo di fissare il monitor, ma è inutile. Continuo a oscillare avanti e indietro nel tempo. Flash del passato fanno irruzione nella mia vita quotidiana.
Gli occhi mi bruciano, li chiudo e mi ritrovo a scuola. Un altro spazio ristretto. È il confessionale della cappella scolastica, un cubicolo di legno con una candela che brucia accanto.
A scuola ci costringevano a confessarci ogni settimana prima della messa. All’inizio pensavo fosse divertente e mi inventavo un sacco di peccati. Ma non al quarto anno, non dopo che i nostri mondi erano cambiati. Adesso sono seduta nel confessionale e mi chiedo se davvero ci sia un Dio onnisciente. E anche se sia vero che ai preti è proibito ripetere quello che gli viene confessato.
«È un peccato, padre, non mantenere una promessa?», sussurro cercando un fazzoletto nella tasca dell’uniforme e sperando che non riconosca la mia voce.
«Be’, dipende. Una promessa è una questione di fiducia, e tradire la fiducia di qualcuno non è una bella cosa. Ma non tutte le promesse sono buone. Forse, se mi dicessi di quale promessa si tratta…».
«No». Il cuore mi sta battendo forte. «E Dio può perdonare qualsiasi cosa? Se si è davvero pentiti…».
«Certo, ma bisogna pentirsi».
C’è un ragno che brilla alla luce della candela in un angolo del confessionale, e mentre lo guardo in silenzio – e nella mia mente affiora il ricordo di gocce di pioggia sui fili d’erba e formiche che marciano in linea retta – mi rendo conto che non ha senso continuare così. Fisso la piccola griglia di legno che mi divide dal prete e poi, senza parlare, spingo la porta ed esco…
«Beth, sei con noi? Beth?». Il tono irritato di Stella mi riporta allo studio.
«Sì, certo», mento. Mi sento invadere dal panico. Non ho idea di cosa mi sono persa e di cosa è stato detto. Ancora una volta rimpiango di non essermi data malata. «Scusa». Sfoglio i miei appunti e mi schiarisco la gola mentre il regista ordina di mettere in pausa il sonoro.
«E… la battuta d’entrata, Adrienne».
Se prendete sei persone qualunque, ci sarà sempre una di loro che vuole dominare. A una cena. Durante un viaggio in treno. In un programma televisivo.
Dopo soli cinque minuti di registrazione Louise domina completamente il set. Con la sua maglietta arancione brillante è fermamente determinata a non lasciar parlare nessun altro. «Il fatto è che ti accorgi subito quando ti scatta dentro qualcosa per qualcuno, non è così?», chiede Louise sporgendosi verso Adrienne, che sta cercando di coinvolgere gli altri nel dibattito. «La scelta di un amico è una questione di chimica. Come quando ci si innamora».
«Chimica?». Adrienne inarca un sopracciglio.
«Cristo! Fate parlare Sheila. Chiedetele come si erano perse di vista», urla Stella nel microfono, facendo trasalire Adrienne. Nello studio fa caldo, mi sento mancare l’aria e continuo a cambiare posizione sulla sedia. Bevo un bicchiere d’acqua, anche se vicino alla consolle non si potrebbe.
«Stacco. Telecamera tre», ordina Andy.
L’inquadratura passa dalla maglietta arancione a Adrienne che chiede: «Come avete perso i contatti per tutti quegli anni?»
«È stato davvero triste», dice Sheila a voce bassa.
Zoom lento sulla tre.
Spalanco gli occhi, facendo segno a Sheila di continuare, ma è troppo tardi.
«Ragazze», si intromette Louise come se avesse schiacciato il pulsante di un telequiz.
Telecamera quattro. Cristo! Non riuscite a far tacere quella donna?
«Io sono rimasta incinta molto facilmente, ma Sheila ha avuto dei problemi. Non è vero, tesoro? Endometriosi. Le ha provate tutte. Tutte le posizioni del libro». E poi, mentre Sheila abbassa lo sguardo sul grembo, Louise spiega di avere letto in un libro che se dopo l’amore si resta per quindici minuti sdraiate sulla schiena con le gambe sollevate in aria si hanno più probabilità di rimanere incinte. Racconta di averlo detto a Sheila. «Quindici minuti. Cronometrali». E lei ci aveva provato ma non era successo niente.
«Non riusciva a rimanere incinta, e così è diventata gelosa di me», dice Louise.
«Non ero gelosa».
«Come ti pare. Comunque sia, alla fine ci siamo allontanate. Mio marito è stato trasferito e abbiamo perso i contatti. Ma ci siamo sempre mancate, vero, tesoro?».
Sheila fa un sorriso forzato e fisso i suoi occhi che dicono esattamente il contrario.
«E adesso hai una famiglia, Sheila?», chiede Adrienne in tono più dolce.
Telecamera tre. Primo piano.
Una pausa.
Zoom lento.
«Sì, due ragazzi. Adottati». Il primo sorriso negli occhi di Sheila.
Il dibattito si sposta sull’adozione, con Stella che si strappa i capelli mentre Adrienne cerca di riportare il gruppo al tema della puntata, e cioè le amicizie ritrovate. E poi all’improvviso Louise commette il peccato capitale.
«Sta mangiando il dolcetto! Sta mangiando quel fottuto dolcetto!», urla Stella isterica. Guardo Louise addentarlo, augurandomi che soffochi, e all’improvviso David si sporge in avanti.
«Penso sia meglio tornare al passato, il presente può essere noioso». Il suo tono è fermo, meditato. Louise, con la bocca piena, è temporaneamente fuori gioco.
«Bene. Fatelo parlare di quando ha lasciato la moglie», dice Stella trionfante con il dito sul pulsante del microfono. Ma Adrienne ne ha abbastanza e si toglie discretamente l’auricolare mentre David respira a fondo e continua.
«La gente potrebbe dire che avevo una bella vita. Quattro figli. Una moglie. Un lavoro. Ma poi ho pensato: è tutto qui? Sesso e curry il venerdì sera. Mettere fuori la spazzatura il martedì. Il mio turno di scaricare la lavastoviglie il sabato e la domenica. Le stesse cose ogni dannata settimana. Ogni dannato weekend. È davvero tutto qui?».
Nello studio tutti fissano il monitor mentre David fa una pausa.
«Fatelo parlare di come ha lasciato la moglie. Mi sentite… Adrienne, Beth? C’è qualcuno che mi sente?», urla nel microfono Stella.
Mi gira la testa, puntini neri fluttuano alla periferia della mia vista.
«Telecamera due su David. Primo piano», dice Andy, teso.
La pausa continua mentre la telecamera zooma sulla faccia di David, che guarda uno dopo l’altro gli ospiti. Tutti aspettano ansiosamente che continui…
«E quando ho visto la foto di Catherine su Twitter, è successo. Ricordavo una persona molto diversa».
«Diversa da sua moglie, vuole dire?», lo pungola Adrienne.
Campo medio e poi di nuovo la due.
«No, no. Non parlo di loro, Catherine o mia moglie». David è visibilmente stupito di essere stato frainteso.
«Intendevo me. Ricordavo quella versione diversa di me».
È troppo. Mi alzo. Tutti si voltano a guardarmi. Prendo la borsa. Esco dallo studio. E vado a casa.