Due forzieri
Ecco come andò.
Avevano infranto le
regole non scritte.
La sensazione delle
gambe di Carey, nude.
Ricordava il suo corpo
disteso, il monticello di plastica accanto a loro, e i movimenti di
lei, il momento in cui l’aveva morsicato, con delicatezza. E quando
l’aveva tirato giù.
«Vieni qui,
Clay.»
Ricordava
tutto.
«Usa i denti. Non avere
paura. Non mi farà male.»
Ricordava che, poco dopo
le tre del mattino, erano rientrati a casa, e lui si era disteso a
letto ed era rimasto sveglio, e poi era andato alla Central
Station.
Era tornato al ponte, a
Silver.
Carey, naturalmente, si
era recata all’ippodromo, dove all’alba il vecchio ed esperto War
of the Roses era riemerso dalla pista interna d’allenamento… ma
senza la sua fantina.
Lei era caduta sul
rettilineo.
Il sole era freddo e
pallido.
Il cielo sopra la città
silenzioso.
Il viso della ragazza
era girato di lato, e si erano precipitati tutti da
lei.
*
A Silver, quando glielo dissi, Clay crollò.
Fuori di sé, a pezzi, si mise a correre. Risalì il letto del
fiume.
Dio, la luce era così
lunga, lì, ma lo guardai dirigersi alla linea degli alberi, per poi
sparire tra i massi.
Mio padre mi fissava,
intontito; c’era tanta tristezza nei suoi occhi, ma anche tanto
amore.
Quando provò a seguire
Clay, lo toccai.
Lo toccai, lo afferrai
per un braccio.
«No», dissi. «Dobbiamo
fidarci di lui.»
Dio, quello sguardo;
l’Assassino divenne l’Assassinato. «E se…»
«No.»
Non sapevo tutto quello
che mi serviva sapere, ma trattandosi di Clay avevo una certezza:
in quel momento, avrebbe scelto la sofferenza.
Decidemmo di comune
accordo di concedergli un’ora.
Tra gli alberi, in alto,
si inginocchiò per far fronte all’inclinazione del letto del fiume,
sempre più ripido, i polmoni due forzieri pieni di
morte.
E lassù pianse, senza
controllo.
Finalmente, comprese che
quella cosa che sentiva intorno a sé era la sua voce.
Gli alberi, quelle
pietre, gli insetti.
Rallentò tutto, fino a
fermarsi.
Com’era naturale, pensò
a McAndrew, a Catherine e Trackwork Ted, e capì che avrebbe dovuto
dirglielo. Avrebbe dovuto confessare che era soltanto colpa sua…
perché una ragazza non spariva in quel modo, non se ne andava se
qualcuno non la costringeva a farlo. Le Carey Novac non morivano
così… erano i ragazzi come lui che le facevano morire.
Pensò alle quindici
lentiggini.
Alle forme e al barlume
di vetro di mare.
Alla sedicesima sul
collo.
Gli aveva parlato; lo
conosceva bene. Lo aveva preso a braccetto. E a volte gli aveva
dato dell’idiota… e in quel momento sentiva il calore, il sangue di
lei, i capelli che gli facevano prudere la gola… Aveva ancora il
suo sapore in bocca. Era certo che, se si fosse esaminato, vicino
all’osso dell’anca avrebbe trovato il segno che gli aveva lasciato
mordendolo. Un ricordo nascosto di qualcuno, e di qualcosa, a cui
era sopravvissuto.
Carey dagli occhi chiari
era morta.
L’aria si fece più
fresca, e Clay sentì freddo, pregò, voleva pioggia, voleva
violenza.
Voleva annegare nel
ripido Amahnu.
Ma il letto asciutto e
silenzioso lo avvolgeva, e si inginocchiò, quasi facesse parte dei
detriti. Come se la corrente l’avesse trasportato a monte,
depositandolo lì.