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Nick
Una volta tornati a casa, ci impiego un po’ a portare Tasha di sopra e metterla a letto. È stata inamovibile nel rifiuto di restare in ospedale, e persino i dottori hanno capito che non aveva senso discutere con lei. Anche dopo un incidente del genere, è ancora cocciuta e sa esattamente cosa vuole. E sa anche che lo otterrà, perché va sempre a finire così.
Magari sa davvero quello che vuole, ma non sempre sa di cosa ha bisogno. È questo il suo problema. Ora dovrà riposare per qualche giorno, come minimo. Non solo per recuperare, ma anche per darmi un momento di respiro.
Non posso fare a meno di provare emozioni in feroce contrasto. Sono sollevato perché l’aggressione non è riuscita e furente contro l’aggressore. E anche se sapevo che sarebbe successo, anche se sono stato io a organizzarlo, sono adirato con Geoff perché, malgrado il mio passo indietro all’ultimo minuto, ha proseguito nonostante gli avessi chiesto di non farlo. E poi, vedere mia moglie in quelle condizioni, in ospedale… Non lo augurerei neppure al mio peggior nemico. E sapere che è successo a causa mia rende tutto cento volte peggio. Il senso di colpa è insopportabile.
Il primo istinto è andare a casa di Alan e inviare subito un messaggio a Geoff nel deep web, ma non ho la più pallida idea di cosa dovrei dirgli. Vorrei squarciargli la gola, ma so che devo restare calmo e mantenere il controllo. Per certi versi, sono contento di non essere più l’uomo che ero tanti anni fa. Sono grato di essere un po’ più tranquillo, meno pronto a scattare e fare una follia. Riesco a ragionare meglio, a trattenermi dall’andare da lui e sfondargli quella testa di cazzo a calci.
Faccio un lungo respiro e chiudo gli occhi. È il momento di ragionare con lucidità. Più vado avanti, più mi devo concentrare e pensare alle prossime mosse. Non è troppo tardi. Non è mai troppo tardi. Di nuovo al piano di sotto, in cucina, mi preparo una tazza di caffè e mi siedo in silenzio a tavola. Devo conservare una parvenza di normalità. Qualcosa a cui appigliarmi nella vita di ogni giorno, per non perdere l’orientamento.
Non posso permettere che venga coinvolta la polizia. Devo evitarlo a ogni costo. Come puoi spiegare ai detective locali che hai architettato l’omicidio di tua moglie, ma non ci sono problemi perché l’hanno solo malmenata? Non posso rivelargli quello che è successo. Se gli parlo delle email di Jen Hood adesso, vorranno sapere perché non le ho mostrate subito. Ormai mi sono addentrato troppo in questa situazione e non posso fare altro che provare a tirarmene fuori senza affondare per davvero.
Le prove che avevo, le prove che avrei potuto fornire alla polizia agli inizi, non esistono più. Sono inutilizzabili. Daranno un’occhiata ai messaggi, li collegheranno al fatto che Tasha è stata vittima di un’aggressione pochi giorni dopo e cominceranno a fare due più due. Perché non mi sono rivolto subito a loro, confessando tutto quello che era successo? Perché non ho semplicemente mostrato quella email? Lo so perché: perché sono un bastardo ostinato, convinto di poter fare tutto a modo mio. Super Nick alla riscossa. Ma questa volta ho fallito. Alla grande.
Adesso dovrò trovare Ellie io stesso, ma da dove comincio? Sono assolutamente solo, questa volta.
La strada più ovvia sarebbe iniziare a fare domande. Ma d’altronde proprio non credo che potrei procurarmi via email la storia della vita di Jen Hood o una scansione della sua patente. Se questa persona voleva che conoscessi la sua identità, mi avrebbe già fornito maggiori dettagli.
Provo a capire se esiste un altro modo più astruso, meno convenzionale, per ottenere le informazioni di cui ho bisogno. Pensiero laterale, lo chiamano così. Magari qualche pista falsa, specchietti per le allodole. Far trapelare qualche notizia fasulla su me e Tasha e vedere se abbocca.
Mi concentro per ricordare le ricerche che ho fatto sui disturbi della personalità e gli effetti che possono avere sulla gente. Possibile che il rapitore sia uno psicopatico o un sociopatico? Chi mai potrebbe portar via una bambina e pretendere che per liberarla venga uccisa la madre? So solo che non è il tipo di persona con la quale mi voglio invischiare.