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Nick
È tardi. Le ultime ore sono come un’unica massa confusa. Sta cominciando a fare buio e ancora non abbiamo ricevuto notizie.
Mi hanno ridato il portatile, almeno. A quanto pare, ormai riescono a fare una copia virtuale di tutti i dati prima di restituire l’originale al proprietario.
Il tono di accusa della detective e le sue insinuazioni hanno avvelenato l’aria di casa, e Tasha è uscita per unirsi alle ricerche. Uno di noi doveva andarci – bisogna coinvolgere quante più persone possibile – ma era necessario anche che qualcuno restasse in casa, qualora Ellie avesse fatto ritorno. Tasha ha detto senza mezzi termini che in casa dovevo restarci io, lasciando intendere che per oggi ho fatto già abbastanza danni.
Ha pubblicato un appello su Facebook, che ha già raggiunto cinquecento condivisioni. La polizia dice che, se non l’avremo trovata entro domani, si rivolgerà alla stampa. Considerata l’età di Ellie, è di vitale importanza diffondere le notizie consuete molto più in fretta del solito.
A quanto pare, tutti si stanno occupando della faccenda. Alcune ex compagne di scuola di Tasha – Emma, Leanne e Cristina – si sono messe in contatto con noi. Questo mi ha stupito, visto che mia moglie si è allontanata da tutte le amicizie del passato, concentrandosi con cieca ostinazione soltanto sulla propria carriera. I suoi genitori sono in attesa, con l’intenzione di prendere il primo aereo da Brisbane se non l’avremo trovata entro domani. Gli ho detto che non è necessario, che per quando arriveranno Ellie sarà di sicuro di nuovo con noi.
La loro presenza qui è davvero l’ultima delle cose di cui ho bisogno. Vediamo di capirci, non abbiamo mai litigato per davvero, ma in questo momento proprio non riuscirei a sopportarli. Sono sicuro che darebbero la colpa a me, facendomi notare che loro avrebbero agito diversamente, ricordandomi come non lasciavano mai Tasha – che loro chiamano sempre e solo Natasha – da sola quando era piccola. A me pare che approfittino di ogni occasione per sminuirmi. Denigrano il mio mestiere, lo considerano inferiore a un “lavoro vero e proprio”. Quello che mi serve adesso è un po’ di sostegno, non qualcuno che mi faccia stare peggio.
Julie e Tim sono brave persone, ma non posso negare che mi sento sollevato sapendo che sono dall’altra parte del mondo. La vita per me è stata molto più tranquilla e semplice da quando sono andati via. I miei genitori, invece, loro sì che avrebbero saputo cosa fare. Mia madre si sarebbe occupata della parte organizzativa, disegnando mappe e itinerari per poi dividere tutti in gruppi. Mio padre si sarebbe sforzato per tenere tutti calmi e di buon umore. Da quando sono morti, mi mancano la loro guida e la loro positività.
È impossibile descrivere cosa si prova quando ci si ritrova nella posizione di chi vorrebbe fare di tutto ma non può in alcun modo fare niente. Stare steso a letto a fissare il soffitto mentre gli altri sono in giro a cercare la tua bimba di cinque anni è sbagliato sotto ogni concepibile aspetto, ma in realtà non ci sono alternative.
Si sente sempre dire che la parte peggiore, in questi casi, è non sapere. Prima, non capivo il significato di questa frase. Non sapere dov’è. Non sapere se tornerà. Non sapere se è con qualcuno. Non sapere se è al sicuro. Non sapere se è felice. Non sapere se è viva.
Non sapere.
Credo sia uno di quei momenti in cui la vita cambia per sempre. C’è stato un tempo prima che Ellie sparisse e ora ci sarà un tempo dopo la sua scomparsa. Una linea di demarcazione, dritta e profonda. Un abisso. Un canyon. Invalicabile. Oggi è cominciata la mia nuova vita.
Rifletto su questo e altri concetti, ma sembra tutto inutile. Non c’è modo di riportare qui Ellie se non andandola a cercare, e io non posso fare neanche questo. Non mi resta che starmene qui steso a sentirmi male, a sentirmi una merda. Perché è colpa mia. Sono stato io a lasciarla in macchina. Tasha ha ragione. Ha sempre ragione. Se solo l’avessi portata in casa con me, o se magari avessi avuto le palle di dirle che poteva prendere il disegno domani, ora saremmo tutti a cena, seduti a tavola a raccontarci le rispettive giornate. E invece io non ho più mangiato dopo la colazione, il soggiorno è al buio e la signorina Williams non ha ancora ricevuto il suo ritratto.
Non ho un brutto rapporto con la tecnologia, ma a volte ti complica davvero la vita. I messaggi e le telefonate non finiscono più, con parenti e amici che continuano a chiamare uno dopo l’altro. Apprezzo il loro sostegno e anche io voglio che la notizia di Ellie si diffonda quanto più possibile, ma nessuno di loro è venuto qui a casa. Nessuno vuole fare nulla se non lanciare il suo rapido messaggio di pseudo-rammarico. La parte più deprimente è che quasi tutti l’avranno saputo tramite Facebook.
Sono piuttosto rapido a eliminare le telefonate che arrivano da numeri che riconosco. Ho cambiato il messaggio della segreteria per avvisare amici e parenti che ho bisogno di tenere libera la linea, in caso mi contatti la polizia. Questo in parte è vero, ma il fatto è che ora come ora non voglio parlare con nessuno.
Alcuni invece hanno scelto di mandarmi un’email. L’icona della posta elettronica sul mio iPhone mostra un puntolino rosso per avvisarmi che ho diciannove messaggi non letti. Non posso. Non ce la faccio. Le manifestazioni di supporto sono una gran bella cosa, ma io voglio solo che qualcuno mi dica che hanno trovato Ellie sana e salva e che sta tornando a casa.
Mentre ancora lo sto guardando, il cellulare emette un bip che sembra il campanello della reception di un albergo, e il numero passa a venti. La notifica a schermo mostra che l’oggetto è “Ellie”, ma il nome del mittente non mi risulta familiare: Jen Hood.
Dev’essere un’altra amica di Tasha, penso, ma allora perché dovrebbe scrivere a me? Non ho aperto nessun messaggio, ma d’altronde so da chi provengono e quasi posso immaginare parola per parola quello che mi hanno scritto.
Ma mai e poi mai avrei potuto indovinare il contenuto della email di questa Jen Hood. La apro e la leggo tre volte, giusto per assicurarmi che non è uno scherzo della mia mente.
Ellie è al sicuro. Per riaverla, dovrai uccidere tua moglie.