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Nick

Credo sia finita, ormai. È come se, qualsiasi cosa accada, non smetteranno più di sospettare che sia in qualche modo coinvolto nella scomparsa di Ellie. E questo rende ancor più disperato il mio bisogno di riaverla qui, sapendo che ciò ripulirebbe la mia reputazione.

Ripenso a quando la polizia ha detto di aver copiato i dati dal mio portatile e dal cellulare. Mi chiedo come funzioni, se hanno avuto accesso anche alle email che ho scambiato con Jen Hood o se possono vedere solo ciò che computer e smartphone contenevano al momento in cui li hanno confiscati. So che d’ora in poi dovrò fare molta, molta più attenzione. Non contatterò più Jen Hood dal cellulare o dal portatile. Dovrò inventarmi qualcos’altro. Ho imparato a memoria l’indirizzo dal quale arrivavano i messaggi… In realtà, non riuscirò mai più a dimenticare ogni singolo pixel di quella prima email.

Il punto è che non sono poi questo grande esperto di tecnologia. Mi arrangio, a modo mio, ma per quel che ne so potrei cacciarmi nel peggiore dei guai senza neanche accorgermene.

Non posso biasimare la polizia. Speravo che non venissero a sapere dell’incidente con Angela, ma adesso mi tocca subirne le conseguenze. Devo far capire agli agenti che quella è stata la prima e ultima volta che ho fatto una cosa del genere. Devono credermi. Altrimenti per me si metterà davvero male, e sarà assai poco probabile che possa rivedere la mia Ellie.

Non ho paura che trovino altri scomodi segreti nel mio passato. Il punto è che il tempo che sprecano con queste indagini viene sottratto ai tentativi di ritrovare mia figlia. Fosse per me gli agenti non andrebbero neppure in bagno né si soffierebbero il naso: sarebbero tutti fuori, a setacciare le strade, a bussare alle porte, a fare tutto quello che serve per riportare a casa la mia piccina.

Il commissariato non è molto lontano da casa nostra, ma a me sembra che ci impieghiamo un’eternità per arrivarci. Di nuovo, tutto uno spreco di tempo, per quel che mi riguarda. So che ogni minuto conta quando sparisce un bambino, e a ogni minuto che passa io rivoglio più disperatamente la mia Ellie.

Ho anche preso in considerazione la possibilità che a rapirla possa esser stato qualcuno che mi conosceva in passato. Non ci sono molte persone che mi disprezzano a tal punto da fare una cosa del genere, o così fuori di testa da volerci provare, ma ora mi chiedo se una di queste non potrebbe essere Angela. Il problema è che è sempre stata umile e innocente. Non ha mai fatto del male a una mosca. L’alcol e le droghe erano il suo modo di lasciarsi andare, di non dover vivere costantemente sotto lo sguardo vigile dei genitori.

La gente cambia – e io questo lo so meglio di tutti – ma proprio non riesco a immaginare che Angela sia diventata una specie di psicopatica violenta che se ne va in giro a rapire bambini. Ma, d’altronde, l’ho mai conosciuta per davvero? Non siamo stati insieme abbastanza a lungo. Il che mi porta a pensare che comunque lei non avrebbe motivo di rintracciarmi dopo tanti anni e rapire Ellie. Da quel che so, si è trasferita in Australia. Proprio non ce la vedo a venir via da lì e affrontare il tempo di merda e il traffico congestionato di questo Paese.

Quel giorno di tanti anni fa ho fatto davvero una stupidata. Ancora oggi non riesco a capire perché. Ho il vago ricordo di lei che dice o fa qualcosa e poi arriva la “foschia rossa” della rabbia. All’epoca non ero molto capace di gestirla. Reagivo sempre. Perché quella notte mi comportai proprio in quel modo non lo capirò mai, ma sin da allora l’incidente è sospeso sopra la mia testa come un albatro, e adesso che è tutto alla luce del sole la situazione non può che peggiorare.

Stranamente, non mi importa di cosa Tasha possa pensare di tutta quella storia. So che sarà furibonda, che è il suo modo di nascondere il fatto che in realtà si sente devastata ma non è capace di mostrare le vere emozioni. Ha sempre fatto così, si sforza di far passare l’immagine di donna forte, potente, concentrata sulla carriera. Ma è tutta una farsa, e prima o poi crollerà. Ci sono tragedie che neanche la più dura delle persone riesce ad affrontare.

A completare il tutto, so che questa storia con ogni probabilità porterà alla fine della nostra relazione. Ho visto le statistiche su quante coppie sposate finiscono per divorziare quando il figlio o i figli vengono rapiti o uccisi. È un duro colpo per qualsiasi matrimonio, e il nostro non è mai stato particolarmente solido. Inoltre, so che Tasha non mi perdonerà mai per quello che è successo con Angela. Riesco già a sentire nella mente le sue parole. Il punto è che non me l’hai mai raccontato. Come hai potuto nascondermi una cosa del genere? Avevo il diritto di saperlo.

Il problema, con mia moglie, è che è convinta di avere il diritto di sapere qualsiasi cosa. È convinta di poter dedicare tutto il suo tempo e le sue energie a quel lavoro maledetto e aspettarsi di conseguenza che gli altri la adorino.

Abbiamo fatto una grande litigata sei mesi fa, Ellie aveva da poco iniziato la scuola. Ho commesso l’errore di darle dell’egoista, l’ho accusata di mettere a repentaglio il corretto sviluppo di nostra figlia perché non sta mai con lei. A volte penso che Ellie starebbe meglio con me come unico genitore piuttosto che averne in teoria due, ma senza mai sapere quando l’altra tornerà a casa. L’incertezza non fa bene a una bimba di cinque anni. Non fa bene a nessuno.

Ed è l’incertezza riguardo a quello che è successo a Ellie che mi sta uccidendo adesso. Io sono uno che pianifica. Mi piace sapere in anticipo cosa accade. E, in questo momento, non ne ho la più pallida idea. Non so neanche se la polizia mi sta portando al commissariato per parlare di Angela o di Ellie. In parte neanche mi interessa: l’incidente con Angela è successo anni fa, e per mia figlia non posso aiutarli in alcun modo. E sta tutto qui il problema: dovrebbero essere loro gli esperti in questo genere di situazioni, e io perdo sempre più fiducia in loro a ogni minuto che passa.

Ripenso alle email di Jen Hood. E mi ritrovo sempre più spesso a chiedermi se non c’è forse un’altra via di uscita da tutta questa storia.