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Sabato 13 dicembre
Siamo in una maledetta riunione di emergenza stamattina presto. Quella stupida stronza di Ashleigh Stanford: non avrebbe dovuto colpirmi e opporre resistenza. I miei progetti devono essere passivi. Determino io quello che succede. Secondo il mio programma, non il loro. Sta andando tutto a rotoli. Sono circondato da inaffidabili. Ashleigh Stanford è morta prima che potessi divertirmi un po’ con lei, la bastarda.
Felix mi sta dicendo di calmarmi, che va tutto bene e che a volte le cose brutte capitano. È davvero quello di cui posso fidarmi di più. Non credo che Harrison abbia migliorato la situazione con quell’idea del cavolo dello strizzacervelli londinese. Che cosa aveva in testa? Ha una pericolosa vena di sadismo. È una mina vagante. Ora propone un’altra visita, ma penso che non sia una buona idea. Dice che gli piace spingersi al limite, che prova piacere a mettere le persone di fronte a dei rompicapi. Devo ammettere, però, che quello che ha detto lo strizzacervelli mi ha fatto sorridere per la prima volta dopo parecchio tempo.
Adesso ho due progetti morti di cui mi devo liberare. Marcus è arrabbiato con me. Secondo lui, ieri sera avrei dovuto controllarmi, dare una lezione a Ashleigh, ma senza ucciderla. Questa settimana me ne devo procurare un’altra, poi posso far avanzare Logan di una posizione lungo la catena.
La buona notizia è che ci sono un sacco di potenziali nuovi progetti tra cui scegliere. Stiamo esaminando le foto tutti e quattro proprio in questo momento: i potenziali eletti nella mia hall of fame!
Sul grosso schermo a parete apparivano in sequenza, con tanto di nome, cognome e indirizzo, copie delle trentacinque fotografie di donne idonee a diventare progetti, che lui aveva avvistato e seguito negli ultimi mesi. Due le aveva notate sulla Volk’s Railway. Un’altra, con il fidanzato, era arrivata sorridente alla fine del giro nella casa dei fantasmi al luna park di Brighton Pier. Un’altra ancora era stata fotografata mentre era seduta fuori dal Lovefit Café di Queen’s Road, poi c’erano quella avvistata sul prato del Royal Pavilion insieme a due amiche, quella sul prato a Hove e quella fuori dal Big Beach Café. Un’altra, che lo eccitava per motivi che non riusciva del tutto a spiegarsi, se non perché sembrava una versione più giovane di sua moglie, mangiava gamberetti fuori dal Brighton Shellfish & Oyster Bar, un chioschetto color crema vicino alle arcate, famoso per i frutti di mare.
Mangiava in piedi.
Era un peccato grave, secondo il personale codice di lui, che disprezzava la gente che mangiava in piedi. Il cibo non era un semplice carburante, doveva essere gustato, assaporato, condiviso con gli amici. Andava consumato da seduti. Era un peccato dello stesso livello di quelle orribili donne che fumavano camminando. Fumare da sedute andava bene, a volte era persino elegante, ma quelle che camminavano con la sigaretta in bocca erano donnacce.
Relitti umani.
Avrebbero dovuto essere eliminate.
Di certo, però, non ci si poteva aspettare che lui ripulisse l’intera città da solo. Felix, Marcus e Harrison concordavano in proposito. Faceva piacere avere il consenso di tutti.
E adesso, mentre si fermava su un’immagine specifica, erano di nuovo tutti d’accordo.
«Questa!» esclamò Felix.
Harrison la studiò brevemente. «Sì, questa», disse.
Persino il riottoso Marcus, che ci metteva sempre un po’ a convincersi, non ebbe nulla da obiettare. «Sono d’accordo. Questa!»
«Tutti contenti, ragazzi?»
Erano d’accordo. Tutti contenti. All’unanimità. Era un evento eccezionale! Anche se era un’aggiunta piuttosto recente, lei era veramente perfetta, doveva essere lei!
Si chiamava Freya Northrop. Sapeva molte cose di lei. Si sarebbe goduto la sua cattura.
Sarebbe stata un progetto fantastico.
L’umore cambiò. Era di nuovo felice. Ancora una volta. Siamo forti, pensò. Noi quattro siamo come i cavalieri dell’Apocalisse. Pestilenza. Guerra. Carestia. Morte. Sorrise. Quanto gli piaceva. I quattro cavalieri!