CAPITOLO VENTICINQUE
—Mi era stato detto che questa donna, Perenelle, era debole, indifesa e intrappolata — disse in tono fermo Billy the Kid, parlando nel microfono sottile che seguiva il profilo della mascella. — Non è così. — Dal parabrezza chiazzato di insetti della Thunderbird, distingueva chiaramente Alcatraz dall’altra parte della baia. — E penso che abbiamo un problema. Un grosso problema.
A mezzo mondo di distanza, Niccolò Machiavelli ascoltò con attenzione le parole che uscivano dal vivavoce, mentre preparava la valigia. Non ricordava l’ultima volta che si era fatto i bagagli da solo; ci aveva sempre pensato Dagon. — E perché stai chiamando me? — replicò. Infilò in valigia un terzo paio di scarpe fatte a mano, poi decise che due paia erano abbastanza.
— Sarò franco — ammise Billy con riluttanza. — Non pensavo di aver bisogno di lei. Ero sicuro di riuscire a occuparmi della donna da solo.
— Un errore che molti hanno pagato con la vita — mormorò Machiavelli, in italiano. Poi tornò subito all’inglese. — E cosa ti ha fatto cambiare idea?
— Pochi minuti fa ad Alcatraz è successo qualcosa. Qualcosa di strano… e di potente.
— Come fai a saperlo? Non sei sull’isola.
— L’ho percepito… a cinque chilometri di distanza!
Machiavelli udì chiaramente lo sgomento nella voce di Billy the Kid. — Quando? A che ora, di preciso? — domandò, controllando l’orologio. Attraversò la stanza, aprì il portatile e lo accese, dopo aver passato l’indice sul lettore di impronte digitali. Aveva ricevuto una dozzina di e-mail dalle sue spie a Londra, che riferivano di un evento straordinario accaduto poco prima. Risalivano tutte alle 20.45, ovvero a circa un quarto d’ora prima.
— Quindici minuti fa — rispose Billy.
— Raccontami cosa è successo esattamente — disse Machiavelli. Schiacciò un tasto laterale del telefono e cominciò a registrare la conversazione.
Billy the Kid scese dalla macchina e si avvicinò un vecchio binocolo ai profondi occhi azzurri. Aveva parcheggiato vicino al Golden Gate; in lontananza, sulla destra, l’isola di Alcatraz sembrava bearsi placidamente al sole di mezzogiorno, sotto un cielo senza nuvole; ma lui sapeva quanto fosse ingannevole quell’aspetto. Aggrottò la fronte, cercando di ricordare con precisione quello che era successo. — È stato… è stato come se un’aura si stesse infiammando — spiegò. — Ma era un’aura potente, più potente di qualunque altra che abbia mai incontrato in vita mia.
La voce di Machiavelli gli giunse con sorprendente chiarezza sulla linea transatlantica. — Un’aura potente…
— Molto potente.
— C’era un odore?
Billy esitò, e d’istinto inspirò una boccata d’aria. Ma avvertì solo l’onnipresente salsedine e l’odore sgradevole dello smog. Scosse la testa, ma poi, rendendosi conto che Machiavelli non poteva vederlo, disse: — Se c’era, non me lo ricordo. No, sono sicuro che non ci fosse.
— Come te ne sei accorto, allora?
— Si è fatto freddo, molto freddo. E la mia aura è divampata all’improvviso. Per qualche minuto non l’ho potuta controllare. — La voce di Billy tremò un poco. — Ho temuto di prendere fuoco.
— Nient’altro? — chiese Machiavelli, mantenendo la voce calma e incoraggiando l’americano a concentrarsi. Ogni umano immortale sapeva che un’aura incontrollata poteva consumare totalmente il corpo che avvolgeva; era un processo noto con il nome di combustione spontanea.
— Per fortuna ero fermo nel parcheggio quando è successo; se fossi stato in strada, avrei distrutto la macchina. Sono diventato del tutto cieco e sordo. Non riuscivo nemmeno a sentirmi il cuore. E quando ho recuperato l’udito, sembrava che tutti i cani della città stessero ululando. E anche tutti gli uccelli strillavano.
— Forse era la sfinge che uccideva la Fattucchiera. So che le è stato dato il permesso di farlo — mormorò Machiavelli.
Billy si accigliò, cogliendo con le sue orecchie sensibili quella che poteva essere una nota di rimpianto nella voce dell’italiano. — È quello che ho pensato anch’io. Ma ho una ciotola per la divinazione. Di ceramica anasazi: molto rara, e molto potente.
— La migliore, dicono.
— Quando ho riavuto il controllo sulla mia aura, ho subito cercato di scrutare l’isola. E ho intravisto uno scorcio, solo una rapida immagine della Fattucchiera appoggiata contro un muro nel cortile. Si crogiolava al sole in tutta calma. E poi – anche se lo so che è impossibile – ha aperto gli occhi e ha sollevato il volto… e giuro che mi ha visto.
— È possibile. Nessuno sa quanto siano grandi i poteri della Fattucchiera — replicò Machiavelli. — E poi?
— Il liquido nella ciotola si è congelato. È diventato un blocco di ghiaccio. — Billy the Kid abbassò lo sguardo sul sedile del passeggero, dove giacevano i frammenti dell’antica ciotola, avvolti nel giornale del mattino. — La ciotola si è infranta — disse, con una nota di disperazione nella voce. — Ce l’avevo da moltissimo tempo. — E poi la sua voce si indurì. — La Fattucchiera è ancora viva, ma non sono riuscito a percepire la sfinge. Penso che Perenelle l’abbia uccisa — concluse, sgomento.
— Anche questo è possibile, ma improbabile — disse Machiavelli. — Non saltiamo a conclusioni affrettate. Quello che sappiamo di sicuro è che la Fattucchiera è ancora viva.
Billy the Kid trasse un respiro profondo. — Pensavo di riuscire ad affrontare Perenelle Flamel da solo. Ora so che non è possibile. Se ha degli speciali incantesimi europei, collega, allora questo è il momento di metterli in valigia. — Rise, ma senza la minima traccia di allegria. — Avremo solo un’occasione per uccidere questa Fattucchiera. Se falliamo, non lasceremo mai la prigione vivi.
Niccolò Machiavelli si ritrovò a concordare con un cenno. Si chiese se l’americano sapeva che anche la Morrigan era data per dispersa. Ma quello che The Kid non poteva sapere era che nel preciso istante in cui quell’aura aveva emanato la sua pulsante energia sull’isola, una forza simile aveva preso vita all’improvviso anche nel Nord di Londra.
L’italiano diede una rapida scorsa alle e-mail che aveva ricevuto; riferivano tutte la stessa cosa: il divampare di un’aura di incredibile potenza.
… più potente di qualunque altra abbia mai incontrato in vita mia…
… paragonabile all’aura di un Antico Signore…
… ci sono rapporti di aure divampate spontaneamente ad Hampstead Heath, Camden Road e Highgate Cemetery…
Due e-mail riferivano che si era percepito distintamente un odore di menta.
La firma di Flamel.
Machiavelli scosse la testa per l’ammirazione. L’Alchimista doveva essersi connesso con Perenelle. La divinazione era relativamente facile e, sebbene di solito funzionasse meglio sulle brevi distanze, i Flamel si erano sposati nel 1350, e avevano vissuto insieme per più di seicentocinquant’anni. Avevano un legame molto forte, ed era ragionevole che potessero sfruttarlo anche a migliaia di chilometri di distanza. Ma la divinazione non avrebbe dovuto attivare le loro aure in modo così scenografico. A meno che… a meno che Perenelle non fosse stata in pericolo e l’Alchimista non avesse alimentato l’aura della moglie con la sua.
Machiavelli si accigliò. Flamel si stava indebolendo; un processo del genere avrebbe dovuto… l’avrebbe senz’altro ucciso.
I gemelli!
L’italiano scosse la testa, disgustato. “Sto diventando lento, con la vecchiaia” pensò.
Doveva trattarsi per forza dei gemelli. Li aveva visti all’opera insieme a Notre-Dame, per sconfiggere i gargoyle. I ragazzi avevano trasmesso a Flamel un po’ della loro forza, e lui era riuscito in qualche modo a connettersi con Alcatraz e Perenelle. Ecco perché la firma dell’aura era così forte.
— Perché hai contattato me? — chiese Machiavelli all’americano.
— Lei non è stato il primo che ho chiamato — ammise Billy the Kid. — Ma non riesco a mettermi in contatto con il mio padrone. Pensavo di doverla avvertire… e speravo che conoscesse un modo per sconfiggere questa Perenelle Flamel. L’ha mai incontrata?
— Sì. — Machiavelli sorrise amaramente al ricordo. — Solo una volta. Molto tempo fa, nel 1669. Dee aveva perso le tracce dei Flamel dopo il grande incendio di Londra, ed erano fuggiti in Europa. Ero in vacanza in Sicilia quando li intravidi per puro caso. Nicholas era malato – avvelenamento alimentare – e io feci in modo che il medico locale aggiungesse una pozione soporifera alla sua medicina. Nella mia arroganza pensavo di poter sconfiggere prima Perenelle, e di occuparmi poi dell’Alchimista. — L’italiano sollevò la mano sinistra alla luce. Una sottile nervatura di cicatrici era ancora visibile sulla pelle, e ne aveva altre sulle spalle e sulla schiena. — Abbiamo combattuto per tutto il giorno… le sue stregonerie contro i miei poteri magici e alchemici… — La sua voce si spense piano.
— E poi? — chiese infine Billy.
— Le energie che abbiamo liberato hanno causato l’eruzione dell’Etna. Sono quasi morto sull’isola, quel giorno.
Billy the Kid abbassò il binocolo, diede la schiena alla baia e si sedette su un basso muro di pietra. Si guardò gli stivali da cowboy: la pelle era consumata e logora, quasi lacera in molti punti. Era ora di procurarsene un paio nuovo, ma ciò voleva dire arrivare fino al Nuovo Messico, dove un calzolaio di sua conoscenza fabbricava ancora gli stivali e le scarpe alla maniera tradizionale. Billy aveva degli amici ad Albuquerque e Las Cruces, altri a Silver City, dov’era cresciuto, e a Fort Sumner, dove Pat Garret gli aveva sparato.
— Potrei mettere insieme una banda — disse piano. Si aspettava che l’italiano obiettasse, e si sorprese nel non sentire nulla. — Sarebbe proprio come ai vecchi tempi. Ci sono degli immortali di mia conoscenza – un paio di cowboy, un conquistador spagnolo e due grandi guerrieri apache – e sono leali con noi. Forse se attaccassimo tutti insieme l’isola…
— È una buona idea, ma probabilmente condanneresti a morte i tuoi amici — replicò Machiavelli. — C’è un altro modo. — La linea crepitò. — C’è un esercito sull’isola: un esercito di mostri. Penso che anziché attaccare la Fattucchiera, dovremmo semplicemente svegliare quelle belve addormentate. Molti dormono sotto incantesimo da un mese o più; saranno affamati… e andranno alla ricerca del più vicino pasto a sangue caldo: Perenelle Flamel.
Billy the Kid fece un cenno di assenso, ma poi fu colto da un pensiero improvviso. — Ehi, ma non ci saremo anche noi sull’isola?
— Fidati di me — disse Machiavelli. — Quando avremo risvegliato l’esercito addormentato, non ce ne staremo lì a bighellonare. Ci vediamo domani alle dodici e trenta ora locale, quando il mio aereo arriverà. Se tutto andrà secondo i piani, Perenelle non vedrà l’alba del giorno dopo.