9
Roma.
16:55.
Perché il messaggio di SOS ricevuto dal povero Leonardo era scritto in codice?
Quella era la domanda che aveva tormentato Niccolò Nobile nel lungo tragitto a piedi tra la metro del Circo Massimo e piazza Margana, la sede romana dell’ONU. Fin da quando era ragazzino aveva sviluppato una predisposizione innata per quiz e rompicapi. Vedeva la soluzione ancora prima che i suoi familiari riuscissero a sfogliare la pagina ludica del giornale domenicale. Era un’abilità istintiva: la soluzione si formava naturalmente davanti ai suoi occhi, come un’immagine 3D che sbuca fuori all’improvviso da una stampa. La stessa immagine che gli era balzata agli occhi leggendo quello strano SOS ricevuto via e-mail e che aveva solleticato le sue doti enigmistiche.
Se si trattava di una richiesta d’aiuto, perché scriverla in modo criptato, con l’eventualità concreta che il destinatario non la comprendesse? La risposta era fin troppo ovvia: il destinatario – Domianello – doveva conoscere quel codice, scelto probabilmente per evitare che terzi potessero decifrare il messaggio. Questa deduzione ne portava con sé un’altra: o Domianello e il mittente erano ossessionati dalla privacy, oppure, più probabilmente, sospettavano che le loro comunicazioni fossero intercettate.
In tutti quei ragionamenti c’era un punto che ancora non aveva considerato: perché Leonardo, che passava per un mite archeologo, aveva a che fare con codici degni del KGB? Non poteva saperlo, anche se sospettava che, nel malaugurato caso in cui le autorità fossero andate a cercarlo, quei dettagli avrebbero potuto rivelarsi utili. Per il momento decise di ignorare la questione, concentrandosi su ciò che aveva già scoperto.
Mentre costeggiava il Circo Massimo assolato e deserto, con poche auto e pullman che percorrevano il lungo viale alberato, ricapitolò le idee: tutte le parole contenute nel corpo dell’e-mail rimandavano ad aste pubblicate su beatlesmania.eu. Non era un grande esperto ma aveva letto abbastanza spy story per sapere che le comunicazioni con le reti di spie spesso avvenivano tramite i giornali. Da quanto ricordava delle sue letture di Forsyth e Le Carré, a volte i messaggi erano nascosti in annunci o in necrologi. Era possibile che le aste online fossero l’equivalente moderno delle vecchie inserzioni sulla stampa?
Se era così, i testi pubblicati su beatlesmania potevano nascondere il messaggio criptato. Per decodificarlo sarebbe stata necessaria una chiave che lui probabilmente non possedeva. Ma c’era un’alternativa: visto che l’e-mail era stata inviata a una lista di distribuzione, non era affatto scontato che tutti i destinatari conoscessero la chiave. La scelta ottimale, in quel caso, sarebbe stato un messaggio a “cifrario variabile”, in cui la modalità di decodifica era contenuta nell’inserzione stessa.
Camminando lentamente lungo il marciapiede, richiamò sul display del telefono la prima delle inserzioni, quella relativa al kayak:
canoa gonfiabile Championships, versione 2014
robusto vinile Super-Toughtm
certificazione USA e CEE 73 2d 63
robusto PVC altamente molecolare, 702 mm
canoa resistente a danni da abrasioni, agli urti e ai raggi solari
Gli sembrava un annuncio normalissimo, se non fosse che, come per gli altri, mancava la fotografia. Era un modo per evitare di ricevere eventuali offerte di persone realmente interessate?
Provò a visualizzare la seconda inserzione, quella riferita al Greatest Hits degli Abba. Nessuna foto neppure lì, ma per il resto nulla di anomalo.
Scosse il capo, lasciandosi alle spalle i pini marittimi del parco. Un taxi strombazzò il clacson e lo strappò dai suoi pensieri. Nobile alzò il capo dal telefono e si ritrovò sulle strisce pedonali di via dell’Ara Massima di Ercole. Aveva attraversato senza neppure guardare.
Si limitò a chiedere scusa con un gesto della mano e poi tornò a fissare il display. E fu in quel momento che gli parve di notare qualcosa: sia “kayak” che “abba” erano parole palindrome, leggibili sia da destra che da sinistra. L’aveva già notato: tutte e cinque le parole contenute nel messaggio – Kayak, Abba, Anna, Yamamay e Otto – erano palindrome. Ciò che non gli era balzato all’occhio fino a quell’istante era però che anche i testi delle inserzioni, se letti in verticale, seguivano lo stesso schema: su quella del Greatest Hits, l’inizio della prima riga era uguale all’inizio dell’ultima, e quello della seconda, uguale a quello della terza: “cd, cd; per, per”. Il testo era di quattro righe, come i quattro caratteri che componevano la parola “Abba”.
Guardò l’altra inserzione: cinque righe, come le cinque lettere di “kayak”. Anche in quel caso, la prima stringa era uguale all’ultima e la seconda alla penultima.
Forse aveva trovato uno schema.
Richiamò le altre tre aste.
Borsetta bambina tracolla Frozen Elsa e Anna: anche qui quattro righe palindrome come la parola chiave “Anna”; Completo intimo marca Yamamay nero e rosa, taglia III: messaggio di sette righe come “Yamamay”, tutte con iniziali che si ripetevano. Otto fürst von Bismarck medaglia argentata 1800: asta di quattro righe palindrome proprio come la parola “Otto”.
Aveva colto nel segno. Provò ad andare oltre: di solito, nei libri di spionaggio, i codici erano compresi tra un simbolo di inizio e uno di fine. Nella parola kayak, “ka” e “ak” potevano essere l’inizio e la fine? L’enigma da decrittare allora poteva essere contenuto nella riga centrale del messaggio?
«Certificazione USA e CEE 73 2d 63», la rilesse ad alta voce, incerto.
Mentre entrava in piazza della Bocca della Verità costeggiando la facciata rococò della basilica, si domandò cosa cercare esattamente. Lettere? Frasi? Numeri? Alcune combinazioni di caratteri, nel testo, sembravano stonare, come se fossero state distribuite senza un criterio preciso.
Doveva ragionare con calma. Era sulla strada giusta.
I numeri. Ce n’erano alcuni che balzavano all’occhio, quasi fossero codici di computer.
Aprì un motore di ricerca e digitò: “tipi di codice USA e CEE 73 2d 63”.
Forum, immagini, tabelle. Decine di pagine, ma una in particolare sembrava promettente: “Tabella codici ASCII”.
Entrò nel sito. Era una pagina Wikipedia secondo la quale la codifica ASCII era la rappresentazione numerica di un carattere, in maniera che fosse leggibile da un sistema informatico. Esistevano vari tipi di codice: binario, ottale, decimale, esadecimale. Secondo il sito, quest’ultimo era composto da coppie di numeri e lettere. Alla luce della tabella di conversione, l’ultima parte del testo cercato, “73 2d 63”, corrispondeva a una S, a un trattino e a una C.
«Ok, forse ci siamo», si disse, rileggendo l’inserzione.
“Kayak”. Il codice esadecimale di due caratteri era contenuto nella riga centrale, mentre nelle altre c’erano solo numeri con tre cifre o più. Se era così, cioè con il messaggio contenuto nella parte di mezzo delle inserzioni, doveva scartare le prime e le ultime due righe: rispettivamente l’inizio e la fine del codice. Ma come doveva leggere le aste con un numero pari di lettere?
“Abba”, quattro lettere e quattro righe. Rilesse l’annuncio:
Cd in perfette condizioni
Per pagamento bonifico citare causale spedizione: 6c 6f
Per pagamento contanti, 75 USD consegna a mano.
Cd introvabile, 1980 Antartic Music
Il codice era contenuto nelle due righe centrali oppure in nessuna? Optò per la prima ipotesi visto che, in effetti, coppie di lettere e numeri simili alla codifica esadecimale erano presenti in entrambe.
Si fermò su una panchina del parco, tra la fontana e il Tempio di Ercole Vincitore. Non c’erano turisti e l’unico che sfidava il caldo era un netturbino del comune, intento a raccogliere mozziconi di sigaretta tra le siepi. Nobile estrasse dai pantaloni il biglietto della metropolitana e cominciò a scriverci sopra. Annotò prima i caratteri “73 2d 63” ricavati dall’inserzione del kayak e poi aggiunse “6c 6f 75” presi dall’altra.
Tornò al cellulare e consultò le altre aste. Con la massima attenzione seguì lo stesso schema: controllò solo la stringa centrale dei messaggi con numero dispari di righe e le due in mezzo con quelle pari. Alla fine si trovò con altre serie di lettere e cifre che aggiunse alle prime già annotate.
73 2d 63 6c 6f 75 64 2e 6f 72 67 2f 56 50 32 34
Sembrava proprio un codice esadecimale. Trovò online un convertitore ASCII e lo lanciò. Il risultato non lasciò dubbi sul fatto che aveva ragione: “s-cloud.org/vp24”, diceva la traduzione. Un indirizzo internet. Il messaggio di SOS nascondeva un semplice indirizzo internet.
Sorrise soddisfatto e lo digitò. Ma l’eccitazione durò solo una frazione di secondo: la schermata che gli apparve chiedeva nome utente e password. Avrebbe dovuto aspettarselo…