Capitolo LXXX
Che mostra come si sistemarono gli affari a Noningsby
Ora bisognerà far ritorno a Noningsby per un capitolo conclusivo, poi la nostra opera sarà ultimata. «Non devi andartene da Noningsby alla fine del processo, sai. Ha detto la mamma che avrei fatto meglio ad avvisarti». È quel che Madeline aveva detto a Felix Graham l’ultima mattina del celebre e illustre processo mentre egli si avviava alla carrozza del giudice, rigirando un ditino in una delle sue asole. Lo trattò con familiarità, arrogandosi il diritto di dargli ordini e di tenerlo sottomesso con una dolcezza quasi inebriante. E perché non doveva trattarlo con familiarità ? Perché non doveva sottometterlo tenendolo per l’asola? Non era suo ? Non aveva scelto e accettato lui escludendo ogni altro ?
«Non andrò finché non mi mandi via», le disse, e sollevò la mano come a proteggersi il cappotto, sfiorandole appena le dita.
«Mamma dice che al mattino ti parrà una barba, ma non sarà peggio per te che per Augustus. Lui si tratterrà fino a dopo Pasqua».
«E io fino a dopo Pentecoste, sempre che non mi mettano alla porta».
«Oh! Ma ti ci metteranno. Non ho intenzione di rispondere di un eccesso di ozio. Papà dice che hai tutte le corti di giustizia da riformare».
«Ci vorrebbe un doppio Ercole per quel campionario di stalle»,65 disse Felix; poi con la delicata cerimonia alla quale mi sono poc’anzi riferito, prese congedo per quel giorno.
«Immagino sia inutile rimandare», disse Lady Staveley quella stessa mattina mentre lei e la figlia sedevano insieme in salotto. Insieme, avevano già disquisito per ore e ore sul nuovo fidanzamento; ma l’argomento è di quelli che non stancano mai le madri e le figlie in età da marito, come tutte le madri e le figlie in età da marito ben sanno.
«Oh! Mamma, secondo me dovremmo».
«Ma perché, amor mio? Non lo ha detto Mr Graham?».
«Devi chiamarlo Felix, mamma. È di certo un bel nome».
«Benissimo, cara, lo farò».
«No, non ha ancora detto nulla. Ma ha senz’altro intenzione di attendere finché… finché non sarà prudente».
«Gli uomini non si curano mai di quel tipo di prudenza quando sono realmente innamorati; e lui lo è, ne sono certa».
«Davvero, mamma?».
«Si sposerà, con tutto come con niente. E se ci parli ti racconta di come furono sfamati i piccoli dei corvi.66 Però dimentica sempre che lui non è un piccolo di corvo».
«Via, mamma, stai solo scherzando».
«Al contrario, dico sul serio. Ma credo che tuo padre abbia intenzione di mettere insieme una rendita per te, solo non aspettarti di essere ricca».
«Non voglio essere ricca. Non l’ho mai voluto».
«Immagino che vivrete a Londra, e poi potrete venire qui quando i tribunali sono chiusi. Spero non vorrà mai accettare un incarico nelle colonie».
«Chi, Felix ? Perché dovrebbe andare nelle colonie?».
«Ci vanno sempre - i giovani e brillanti avvocati che si sposano prima di essersi fatti strada. Sarebbe a dir poco spaventoso. Credo proprio che ne morirei».
«Oh, mamma, non andrà in nessuna colonia».
«Certo adesso ci sono i tribunali di contea, tutta un’altra cosa. Immagino non ti piacerebbe vivere a Leeds né a Merthyr-Tydvil, vero?».
«Naturalmente lo seguirò dovunque andrà; ma non so perché dovresti mandarlo a Merthyr-Tydvil».
«È in questo genere di posti che vanno. Alla giovane moglie di Bright Newdegate è toccato andare a South Shields, e i suoi bambini sono di un delicato. Ne ha persi due, sai. Secondo me il Lord Cancelliere dovrebbe pensarci. Reigate, o Maidstone, ovunque dalle parti di Great Marlow, non sarebbero così male». E in questo modo discussero dell’evento imminente e del lieto avvenire, mentre Felix ascoltava l’allocuzione del giudice e pensava alla colpevolezza della sua cliente.
Poi a Noningsby trascorsero due o tre giorni di quasi incontaminata dolcezza. Sembrava che tutti avessero concordato nel mandare Prudenza incontro al naufragio, dandola vinta ad Amore con le sue dolci promesse e le sue speranze, fulgide come gli alberi giovani in primavera. Il giudice Staveley in tali occasioni - sapendo con chi aveva a che fare - era uomo da lasciare andare la normale prudenza incontro al naufragio. Ci sono uomini, uomini esemplari per giunta, dalla mente mai sgombra dalle preoccupazioni della vita, che mai sembrano ricordare che qualcuno provvede ai piccoli di corvo. Son sempre lì a lavorare e a filare,67 pensando rigorosamente al peggio e raramente sperando per il meglio. Non fanno che provvedere per i giorni di pioggia, come se il sole non tornasse più a splendere. I figli premono loro tanto che non se li godono, e temono costantemente che la terra smetta di produrre i suoi frutti. Il giudice non era uno di loro. «Dulce est desipere in locis»,68 soleva dire, «e che non manchino mai occasioni». E il corteggiamento dovrebbe senza dubbio rientrare in tali occasioni.
Sicché Graham vagava tra i venti secchi di marzo con la futura sposa al suo fianco, e mai seppe che le correnti provenivano dal pernicioso est. E lei gli si poggiava al braccio come fosse stato suo amico d’infanzia, prestandogli ascolto e fiducia illimitati. Quel ditino, mentre erano insieme, si alzava a toccargli l’asola, e quello sguardo franco e luminoso si posava sul suo, e quando la mano gli stringeva di più il braccio, sapeva che lei non provava vergogna né timore del proprio amore. Quell’amore per lei equivaleva alla religione. Aveva ammesso che era una cosa buona e degna di fiducia, dunque potevano anche saperla tutti. Era fiera che lui l’avesse scelta, perché doveva dissimularlo ? Fosse stato un uomo più ricco e illustre a conquistarla - qualcuno noto per i suoi titoli e la sua elevata posizione - può anche darsi che lo avrebbe trattato con minor disinvoltura.
«Papà sarebbe più contento se la smettessi di scrivere, per concentrarti solo sulla giurisprudenza», gli disse. Per tutta risposta le raccontò, con molti complimenti per la volpe in questione, la storia della volpe che, avendo persa la coda, credeva bene che tutte le altre sue simili dovessero conciarsi allo stesso modo.
«A ogni modo papà senza la sua coda sta benissimo», disse Madeline con una punta di orgoglio filiale. «Ma tu seguiterai a portare la tua, se ti va», soggiunse con il grande amore di una giovane fanciulla.
Mentre nel pomeriggio passeggiavano così intorno alla casa, tre o quattro giorni dopo il processo, una cameriera andò da loro e disse a Madeline che c’era dentro un signore che voleva vederla.
«Un signore!» fece Madeline.
«Mr Orme, signorina. La padrona mi ha detto di chiedervi di salire se eravate qui intorno».
«Debbo andare, immagino», disse Madeline, che subito smarrì la sua graziosa disinvoltura e la sua gaia espressione di felicità. Aveva raccontato tutto di Peregrine a Felix in cambio di quella sua storia riguardante Mary Snow. Le era parso un modo per mettersi sul suo stesso piano, poiché era troppo generosa per osservare di non aver concesso nulla all’altro suo innamorato, a differenza di Felix che per parecchi mesi era stato fidanzato e doveva sposare l’altra sua amata. Ma le fanciulle non hanno nulla in contrario, credo, a questo riguardo. Non desiderano le primizie come gli uomini, e neppure i frutti acerbi. Per la verità, mi sa tanto che un gentiluomo esperto nel destreggiarsi col proprio cuore rappresenti per la gran parte delle signorine un articolo assai più prezioso. Madeline non fu nemmeno un po’ gelosa di Mary Snow; promise invece, molto benignamente, di vegliare su di lei, e di prenderla sotto la propria protezione quando fosse divenuta la consorte di Mr Albert Fitzallen. «Ma non credo che quella Mrs Thomas mi piacerebbe», disse.
«Comunque sia le avresti rammendato le calze».
«Oh sì, l’avrei fatto; e anche Miss Snow. Ma avrei tenuto la mia scatola chiusa a chiave. Non avrebbe mai dovuto vedere le mie lettere».
Adesso occorreva assolutamente rientrare in casa, per rivolgere a Peregrine Orme le parole di conforto di cui fosse capace. Se avesse potuto parlare semplicemente col cuore, sarebbe stata amichevole, sebbene forse non di conforto. Ma occorreva esprimersi a parole, e sentì che il compito era assai difficile.
«Vuoi entrare?», disse a Felix.
«No, credo di no. Ma lui è un tipo eccezionale, e con me è stato un amico a tutta prova. Se quando esce lo incontro, gli parlerò».
Poi Madeline, con passo esitante, il capello ancora in testa, e le mani coperte dai guanti, attraversò l’atrio ed entrò in salotto. Lì trovò sua madre seduta sul divano con Peregrine Orme in piedi di fronte a lei. Madeline, pur sentendosi le guance accese di rossore, gli andò vicino con la mano tesa e un gentile benvenuto. Naturalmente sarebbe stato impossibile uscire da un simile colloquio senza confessare la sua situazione, o udire la madre confessarla in sua presenza. Tuttavia, era già cosa fatta, e Peregrine seppe che la preda era sfuggita.
«Come state, Miss Staveley?» disse. «Dato che lascerò Cleeve per molto tempo, sono passato a salutare Lady Staveley… e voi».
«Siete in partenza, Mr Orme?».
«Già, andrò all’estero, in Africa centrale, credo. Si direbbe uno di quei posti selvaggi, con un mucchio di animali da cacciare».
«Ma non sarà troppo pericoloso?».
«No, non credo. La gente torna sempre viva. Ho idea che nulla potrebbe uccidermi. A ogni modo, qui non potrei restare».
«Madeline, cara, ho detto a Mr Orme che hai accettato di sposare Mr Graham. So che non ti premerà tenerlo segreto a lui che è un amico».
«No, mamma».
«Ne ero certa; e ora che tuo padre ha dato il suo consenso, ed è tutto deciso, è certamente meglio che lo sappia. Per noi resterà sempre un carissimo amico, se lui è d’accordo».
A quel punto Peregrine dovette pronunziare il suo discorso, e lo fece come segue, tenendo la mano di Madeline per i primi tre o quattro secondi: «Miss Staveley, di me dirò che se mai qualcuno ha amato sinceramente una fanciulla, quello sono io; e tuttora vi amo più che mai. E inutile far finta di esserne contento, e roba del genere. Non sono contento, ma molto infelice. In vita mia ho desiderato una cosa sola; e per quella avrei dato tutto quanto possiedo al mondo. So che non posso averla, e di non esserne all’altezza».
«Oh, Mr Orme, non è per questo».
«Invece sì. Vi ho conosciuto prima di Graham, e amato quasi nello stesso momento. Credo - anche se di certo non intendo far domande - credo di avervelo detto prima di lui».
«I matrimoni, dicono, si combinano in paradiso», intervenì Lady Staveley.
«Forse è così. Solo avrei voluto che non avessero combinato questo qua. Non ce la faccio - non riesco a esprimere soddisfazione, anche se vi auguro di cuore di essere felice. Sapevo fin dal principio come sarebbe andata, e ho sempre avuto la certezza di essere uno stupido ad amarvi. Avrei dovuto andar via la prima volta che ci ho pensato, poiché sentivo che non ci tenevate a parlare con me».
«Oh, ma sì che ci tenevo», disse la povera Madeline.
«No, invece. E perché avreste dovuto, se io stesso non avevo nulla da dire ? Mi sarei dovuto innamorare di una stupidina con poco sale in zucca come me».
« Spero che vi innamorerete di una brava e bella fanciulla», disse Lady Staveley, «e che la conosceremo, e che le vorremo tanto bene».
«Oh, mi sa tanto che un giorno o l’altro mi sposerò. Adesso avrei voglia di rompermi l’osso del collo, ma non credo che lo farò. Arrivederci, Lady Staveley».
«Arrivederci, Mr Orme; e che Dio vi mandi tanta felicità».
«Arrivederci, Madeline. Non vi chiamerò mai più così, salvo che nel mio cuore. Vi auguro di essere felice, davvero. Quanto a lui, mi ha preceduto, e si è portato via tutto quanto volevo conquistare».
Ormai aveva le lacrime agli occhi, e la voce risentiva del loro effetto. Se ne rese conto, perciò le strinse la mano, girò i tacchi e lasciò la stanza bruscamente. Non gli era riuscito di augurare felicità anche a Felix; ma entrambe le signore gli perdonarono questa omissione. La povera Madeline farfugliò un gentile addio mentre se ne andava, ma le lacrime ebbero ragione anche di lei, impedendole quasi di parlare.
Peregrine andò dritto verso le stalle, montò a cavallo, poi percorse lentamente il viale verso il cancello. Aveva vinto quella tenerezza che muoveva alle lacrime non appena si era ritrovato lontano dalla presenza della fanciulla amata, e adesso lottava per indurire il proprio cuore. Aveva confessato di essere uno stupido a paragone di Felix Graham; eppure - si chiese - malgrado ciò, non è che sarebbe stato un marito migliore per lei ? Non era sul proprio titolo o sul suo patrimonio che fidava, pensò, ma sulla sensazione di esserle più affine per condizioni, stile di vita, e sensibilità. Mentre la sua mente era attraversata da certi pensieri, Felix Graham gli si parò davanti sulla strada.
«Orme», disse, «ho saputo che eri in casa, e sono venuto a scambiare con te una stretta di mano. Avrai saputo cosa è successo, immagino. Non ti va di stringermi la mano?».
«No», fece Peregrine, «non mi va».
«Mi spiace, giacché eravamo buoni amici, e io ti devo molto per la tua gentilezza. Si è trattato di un combattimento leale, non dovresti essere in collera».
«Sono in collera, e non voglio la tua amicizia. Vai a dirlo a lei, se credi».
«No, non lo farò».
«Vorrei con tutto il cuore che ci fossimo uccisi entrambi giù all’argine».
«Vergogna, Orme, vergogna!».
«Benissimo, signore, diciamolo: è una vergogna». Poi proseguì, intenzionato ad attraversare il cancello, lasciando Graham sul ciglio erboso della strada. Ma prima che avesse percorso cento metri la sua parte migliore riprese il sopravvento e tornò indietro.
«Sono infelice», disse, «e rattristato. Non devi far caso alle parole che ti ho appena detto».
«No, no; sono certo che non le pensavi», disse Felix, poggiando la mano sulla criniera del cavallo.
«In quel momento le pensavo eccome, ma ora non più. Non dirò quel che avrei voluto. Naturalmente sarai felice con lei. Chiunque lo sarebbe. Immagino che non morirai, dandomi un’altra possibilità».
«No, se posso evitarlo», disse Graham.
«Beh, dal momento che vivrai, non ti auguro alcun male. Avrei tanto voluto che non fossi capitato a Noningsby, ecco tutto. Ti saluto». E tese la mano, che Graham prese.
« Saremo ancora buoni amici, in virtù di tutto quello che c’è stato», disse Graham; poi i due non scambiarono altre parole.
Peregrine fece come aveva detto, e se ne andò all’estero, viaggiando in molti paesi selvaggi dove, come diceva lui, chiunque altro si sarebbe trovato in pericolo. Di pericoli non ne corse mai nessuno, almeno così scriveva di frequente alla madre. Di gorilla ne ammazzò a decine, di leoni a centinaia, di elefanti in quantità sufficiente a un palazzo d’avorio. Pelli, ossa, e altri trofei li spedì a casa per nave; e quando apparve a Londra come un leone, nessuno mise in dubbio la sua parola. Tuttavia non scrisse un libro, e neppure tenne delle conferenze; né presumeva di saperne granché dei bestioni che aveva ammazzato, a parte il fatto che non erano impermeabili alla polvere da sparo e ai proiettili.
Sir Peregrine aveva cercato di trattenerlo a casa cedendogli la proprietà; ma né per il nonno, né per la madre, né per le terre e il denaro sarebbe rimasto dalle parti di Noningsby. «No, mamma», disse, «meglio che stia lontano». E lontano se ne andò.
Il vecchio baronetto visse abbastanza per vederlo tornare, benché spesso dichiarasse lamentosamente alla nuora che era impossibile. Visse, ma non tornò mai alla vita attiva che conduceva prima di ingaggiare la battaglia per Lady Mason. A volte consentiva a Mrs Orme di portarlo in giro per i terreni, altrimenti rimaneva in casa, seduto tutto solo davanti al fuoco, con un libro aperto, invero, ma di rado leggeva. Attendeva pazientemente, come diceva, l’arrivo della morte.
Mrs Orme mantenne la promessa e scrisse costantemente a Lady Mason, ricevendo costantemente sue notizie. Lucius, dopo aver trascorso sei mesi in Germania, decise di andare in Australia, lasciando per il momento la madre nella cittadina tedesca dove abitavano. A lei, tutto sommato, il cambiamento giovò. Quanto al figlio, ci sono ben pochi dubbi sul suo successo nella fiorente colonia.
Poco dopo Felix Graham sposò Madeline; e finora non mi risulta alcuna messa al bando in Patagonia né a Merthyr-Tydvil.
A questo punto posso dire: addio.