Capitolo XXXII
Quel che Bridget Bolster aveva da dire
Si è detto nelle prime pagine di questa storia che nel raggio di trenta miglia da Londra non si trovava panorama più grazioso di quello circostante la cittadina di Hamworth. Tanto è vero che Hamworth era piena di pensioni sempre affollate di ospiti nella stagione autunnale. L’inverno inoltrato non era certo la stagione più adatta per profittare della vista delle sue colline; nondimeno fu subito dopo Natale che due stanze vennero prese in affitto da uno scapolo, venuto per una settimana, a quanto pare con la sola prospettiva di svagarsi. In effetti accennò al fatto che Londra era una galera e al cambiamento d’aria; ma era il ritratto della salute, aveva appetito da vendere, non faceva che blaterare sulle uova fresche - cosa che in quel periodo dell’anno non stava né in cielo né in terra - e si era portato il suo brandy chiaro. Il signore in questione era Mr Crabwitz.
La scelta della pensione nella quale avrebbe alloggiato era stata notevolmente oculata. La mandava avanti una vedova attempata di nome Mrs Trump; ma chi conosceva un po’ i fatti di Hamworth si rendeva ben conto che costei, essendo rimasta senza il becco d’un quattrino, non poteva aver preso quell’accogliente pensioncina in Paradise Row, arredandola da cima a fondo, solo con i suoi mezzi. Infatti. Dalla pensione di Mrs Trump veniva un po’ di quella carne che Samuel Dockwrath non smetteva mai di tenere al fuoco, a vantaggio dei suoi sedici figli. L’aveva presa in affitto dopo la conclusione di un buon affare, e aveva anticipato qualche sterlina quando la pensione era ancora in costruzione; l’aveva poi arredata installandoci Mrs Trump. La vedova riceveva da lui una paga e una percentuale; mentre a Dockwrath veniva versata la quota settimanale in scellini in cambio della quale i pensionanti venivano alloggiati. Il tutto era stato accertato da Mr Crabwitz prima di stabilirsi in Paradise Row.
Stabilitosi nella pensione, attaccò subito a parlare di Mr Dockwrath con la vedova. Anche lui, le disse in confidenza, era dell’ambiente; aveva sentito parlare di Mr Dockwrath e sarebbe stato contentissimo se una sera fosse passato per prendere un bicchiere di brandy con acqua in sua compagnia.
«Sapeste che cervello fino che ha», disse Mrs Trump.
«Gli affari gli vanno abbastanza bene, immagino», disse Crabwitz.
«Non c’è male, signore. Però ha le mani in pasta dappertutto. Con la famiglia che si ritrova, non può fare altro, sempre che basti. Ma povero perché batte la fiacca, non ci diventa mica».
La prima sera però Mr Dockwrath si tenne defilato, sicché Mr Crabwitz, prima di conoscere il marito, fece conoscenza con la moglie. Figuriamoci se star dietro a sedici figli doveva essere oneroso al punto da non trovare ogni tanto un attimo per controllare se Mrs Trump spolverava i mobili a dovere, o infrangeva un qualsivoglia decreto di sua maestà Dockwrath. Decreti assai rigidi; e ad ogni trasgressione, era sulla testa di Mrs Dockwrath che perlopiù si abbatteva la rabbia del sovrano.
«Spero che sia tutto di vostro gradimento, signore», disse la povera Miriam, dopo aver bussato alla porta del soggiorno quando Crabwitz aveva appena terminato di pranzare.
«Sì, grazie; è tutto a posto. Siete la moglie di Mr Dockwrath?».
«Sì, signore. Sono io. Dato che la stanza è nostra, ho controllato per vedere se mancava qualcosa».
«Molto gentile. No, non manca nulla. Ma sarei lieto di fare la vostra conoscenza se voleste fermarvi un momento. Prego, accomodatevi», e Mr Crabwitz le porse una sedia.
«No, grazie, signore. Non vi darò noia».
«Ci mancherebbe altro. Il fatto è che anch’io sono un legale, e sarei molto contento di conoscere vostro marito. Ultimamente l’ho sentito nominare tante di quelle volte riguardo a un caso piuttosto famoso del quale si sta occupando».
«Non si tratterà mica di Orley Farm?» se ne uscì subito Mrs Dockwrath.
«Sì, per l’appunto».
«Lo sta portando avanti, signore?» chiese assai incuriosita.
«No? Io non ne so nulla, ma è quel che ho sempre immaginato. Se avessi una moglie come voi, Mrs Dockwrath, la terrei al corrente di quanto faccio nella mia professione».
«Non ne so nulla, Mr Cooke», giacché Crabwitz soggiornava a Hamworth con questo nome. Non si immagini che Mr Furnival gli avesse ordinato di recarsi nella cittadina usandone uno falso. Le sue istruzioni si limitavano a quelle comunicate alla fine di un precedente capitolo. «Non ne so nulla, Mr Cooke; e in genere non voglio saperlo. Ma questo caso mi preme. Spero tanto che mio marito lasci perdere». Sicché Mr Crabwitz non ebbe problemi a sapere come la pensava la signora.
Quella sera, verso le nove, Mr Dockwrath andò in Paradise Row e si lasciò persuadere a preparare un bicchiere di brandy con acqua e ad accendere un sigaro. «La mia signora mi dice che siete dell’ambiente come me».
«Oh, sì, sono un legale, Mr Dockwrath».
«Esercitate a Londra come avvocato?».
«Non sono esattamente in proprio. Gran parte del mio tempo lo impiego studiando le cause per gli avvocati della difesa. E il da fare non manca».
«Oh, ma davvero?» disse Dockwrath, cominciando a sentirsi superiore; da quel momento passò lui a trattare con condiscendenza il suo interlocutore.
La cosa non andava tanto giù a Mr Crabwitz, ma, dato che si trattava di raggiungere un obiettivo, sopportò. «A Londra si fa un gran parlare di Orley Farm e il vostro nome viene sempre associato a questo caso.
Al mio arrivo non avevo idea che la pensione appartenesse a quel Mr Dockwrath».
«In persona, signore», disse Mr Dockwrath soffiando fuori il fumo con lo sguardo rivolto al soffitto.
Poi, poco alla volta, Mr Crabwitz lo portò in argomento. Dockwrath era per natura intelligente quanto Crabwitz, e non era tipo da lasciarsi facilmente menare per il naso in una faccenda del genere; ma, a dire il vero, non ebbe nulla in contrario a discorrere del caso in questione.
« I motivi per cui ho accettato sono di pubblico dominio, Mr Cooke», disse, «e intendo arrivare fino in fondo».
«Oh, si capisce; avete qualche dubbio al riguardo?».
«State pur certo che ne ho tutta l’intenzione. Sapete una cosa: il giovane Mason - sarebbe il figlio della vedova del vecchio che ha fatto testamento…».
«O che piuttosto non l’ha fatto, a quanto mi dite».
«No, no. Il testamento l’ha fatto, ma non il codicillo, quel giovane non ha più diritto alla proprietà di quanto ne abbiate voi, signore».
« Neppure adesso ? ».
«No, e per giunta posso provarlo».
«Beh, è opinione comune nell’ambiente che Lady Mason darà filo da torcere senza scendere a compromessi. Su quali punti non saprei, ma ho sentito discuterne, e la gente la pensa senz’altro così».
«Vuol dire che la gente scoprirà di aver commesso un grosso errore».
« Ne parlavo con uno dei giovani di studio di Round e mi figuro che non siano molto ottimisti».
«Non m’importa un fico secco di Round né dei suoi giovani di studio. Tanto varrebbe per Joseph Mason che Round e Crook si tirassero indietro. In parole povere, la verità verrà fuori a prescindere da quanto diranno. E non è tutto: il vecchio Furnival, che si crede tanto un grand’uomo, non può salvarla».
«Ha qualcosa a che fare con questa storia?» chiese Mr Cooke.
«Già, quel vecchio volpone. Sono convinto che se non fosse per lui la vedova si arrenderebbe, e si butterebbe in ginocchio a chiedere pietà».
«Non avrebbe molto scampo, stando a quel che sento di Joseph Mason».
«Dovrebbe cedere la proprietà, s’intende. Anche allora non credo che la lascerebbe andare. E santi numi! La lascerebbe andare, ma solo se sta bene al sottoscritto». Poi, poco alla volta, fornì a Mr Cooke qualche ragguaglio sul caso.
Ma fu solo dopo aver trascorso quattro sere in compagnia di Mr Dockwrath che Crabwitz entrò in confidenza con lui al punto di poter mettere in atto il proprio disegno. Quel giorno Mr Dockwrath era stato avvisato che l’indomani a mezzodì Mr Joseph Mason e Bridget Bolster si sarebbero recati in Bedford Row, da Round e Crook, e che, se gradiva, poteva presenziare a quell’ora. Eccome se gradiva, si disse quando ricevette quella lettera; così la sera accennò al nuovo amico dell’affare che lo portava a Londra.
«Se posso darvi un consiglio, Mr Dockwrath», disse Crabwitz, «io ne starei fuori».
«E perché mai?».
«Perché non ci guadagnate nulla. Quella poveraccia, poiché è una poveraccia…».
«Fra poco sarà povera in canna».
«Che soddisfazione potete avere, Mr Dockwrath, a screditarla».
«Ah, ma quello che è giusto è giusto».
«Oh, insomma. Ora state parlando con un uomo di mondo. Chi può dire se una cosa è giusta o ingiusta dopo vent’anni di possesso? Senza dubbio il codicillo esprimeva i voleri del vecchio, lo dice persino la vostra storia. Ma voi andate cercando di guadagnarci, si capisce. Ebbene, per voi vedo all’orizzonte, chiaro come il sole, un migliaio di sterline».
«Non vedo niente, Mr Cooke».
«Io invece sì. Certe cose sono all’ordine del giorno. Avete il registro di vostro suocero?».
«È in buone mani».
«Bruciatelo; oppure, che so, lasciatelo in giro per queste stanze, così a bruciarlo ci pensa qualcun altro».
«Prima gradirei vedere il migliaio di sterline».
«Naturalmente non fareste nulla prima di sapere il fatto vostro, a parte tenervi alla larga da Round e Crook domani. Il denaro sarebbe disponibile qualora il processo risultasse ufficialmente cancellato dalle prossime assise».
Dockwrath stette a pensarci per un paio di minuti, e più ci pensava più aveva la sensazione che ormai non avrebbe ottenuto nulla seguendo le indicazioni di Mr Cooke. «Ma dove sarebbe il guadagno di cui parlavate?» disse.
«Lasciate fare a me», disse Crabwitz.
«E poi si divide?».
«No, no, macché». Poi aggiunse, ricordando che doveva far credere di essere personalmente coinvolto: «Quand’anche intascassi qualcosina non uscirebbe mica dal vostro compenso».
L’avvocato se ne stette di nuovo in silenzio per un po’, rimanendoci stavolta cinque minuti buoni, durante i quali Mr Crabwitz soffiò il fumo dalle labbra con un’aria di suprema soddisfazione.
«Posso chiedere», disse infine Mr Dockwrath, «se questa faccenda vi interessa personalmente?».
«No, o almeno non mi è interessata finora».
«E siete venuto qui con la prospettiva…».
«Oh, cielo, no, neanche per idea. Ma mi basta un’occhiata per capire che in un caso del genere un compromesso sarebbe la soluzione più assennata. Ci ho fatto il callo a queste cose, Mr Dockwrath».
«Non funzionerebbe, signore», disse Mr Dockwrath, dopo averci riflettuto un altro pochino. «Non funzionerebbe. Round e Crook hanno le date, e anche Mason. L’originale dell’atto della società è disponibile; inoltre sanno su quali testimoni fare affidamento. No, signore; ho cominciato per ragioni di pubblico dominio, e intendo continuare. In un certo senso me ne corre l’obbligo, quale rappresentante dell’avvocato del defunto Sir Joseph Mason, e santi numi, Mr Cooke, compirò il mio dovere».
«Può darsi che abbiate ragione», disse Mr Crabwitz, mescolando un altro quarto di brandy con acqua.
«Io so di aver ragione, signore», disse Dockwrath. «E quando uno sa di averla, dentro di sé prova una gran soddisfazione». Dopo di che Mr Crabwitz si rese conto che la sua presenza a Hamworth era inutile, ma rimase fino alla fine della settimana onde evitare sospetti.
Il giorno seguente Mr Dockwrath mosse alla volta di Bedford Row, determinato ad attuare il suo piano iniziale, e armato dell’intima soddisfazione alla quale aveva alluso. Si vestì di tutto punto, cercando di apparire all’altezza dei Round, padre e figlio. Il vecchio Crook l’aveva visto una volta, e già lo disprezzava: aveva cercato di ottenere un colloquio a quattr’occhi con Mrs Bolster prima che la vedesse Matthew Round, ma gli era andata male. Costei era una donna prudente e, indubbiamente dietro consiglio, gli aveva scritto, dicendogli di esser stata convocata nell’ufficio di Round e Crook dove avrebbe dichiarato tutto quanto sapeva sulla faccenda. Contemporaneamente gli aveva rispedito il vaglia che le aveva inviato.
Arrivò puntuale a mezzogiorno in Bedford Row dove vide una donna dall’aria rispettabile seduta davanti al fuoco in fondo all’ufficio più lontano. Si trattava di Bridget Bolster, ma non l’avrebbe mai riconosciuta. Bridget aveva fatto strada e adesso era capo cameriera in un grande albergo nell’ovest dell’Inghilterra. In quella veste aveva messo da parte ogni insicurezza l’avesse afflitta in gioventù e adesso era capace di dire la sua al cospetto di qualunque giudice o giuria del paese. Per la verità non è che tale insicurezza l’avesse mai afflitta un granché, e durante la prima deposizione, ormai erano passati vent’anni, aveva detto la sua senza mezzi termini. Ma, come appunto spiegò al capo ufficio, all’epoca era solo una ragazzetta ignorante che guadagnava non più di otto sterline l’anno.
Dockwrath fece un inchino al capo ufficio e si avviò verso la stanza di Matthew Round. «Mr Matthew è dentro, immagino», disse, e senza quasi attendere il permesso bussò alla porta ed entrò. Lì trovò Mr Matthew Round, seduto nella sua comoda poltrona di fronte a Mr Mason di Groby Park.
Mr Mason si alzò a stringere la mano dell’avvocato di Hamworth, ma Round junior lo accolse senza levarsi in piedi, limitandosi ad indicare una seggiola al nuovo venuto.
«Voi e le signorine state tutti bene, spero ?» disse Mr Dockwrath con un sorriso.
«Benissimo, grazie», disse il giudice di contea.
«La faccenda ha avuto sviluppi dall’ultima volta che ho avuto il piacere di vederle. Cominciate a pensare che avessi ragione, eh, Mr Mason?».
«Non vendiamo la pelle dell’orso prima d’averlo ucciso», disse Mr Round. «In certi casi è di gran lunga più facile spenderli i quattrini che farli. Oggi, tuttavia, ne sapremo di più».
«Non saprei in che modo si facciano i quattrini», disse Mr Mason con molta solennità. «Ma che negli ultimi venti anni quella donna mi abbia privato dei miei giusti diritti sulla proprietà, posso dire di saperlo, eccome».
«Verissimo, Mr Mason, verissimo», disse Mr Dockwrath con notevole energia.
«E se ci sarà da far quattrini o da rimetterci, intendo portare avanti questa faccenda. È spaventoso pensare che in questa nostra patria libera e illuminata una delinquente tanto abietta abbia potuto rimanere a testa alta così a lungo, senza essere punita né coprirsi di disonore».
«A me fa lo stesso effetto», disse Dockwrath. «Anche le pietre e gli alberi di Hamworth gridano vendetta».
«Signori», disse Mr Round, «prima è da vedere se è stata commessa un’ingiustizia. Se permettete, vi spiego cosa propongo di fare a questo punto».
«A voi, signore», disse Mr Mason, per nulla soddisfatto del suo giovane avvocato.
«Adesso Bridget Bolster si trova nella stanza accanto, e per quanto ho capito al momento, Mr Mason, sarebbe la testimone più affidabile per la vostra causa. Kenneby non l’ho ancora visto; ma mi pare di capire che difficilmente si dimostrerà un testimone più volenteroso di Mrs Bolster».
«Su questo non sono d’accordo, Mr Round», disse Dockwrath.
«Scusate, signore, ma sto solo esponendo la mia opinione. Qualora scoprissi che quella donna non è in grado di dire di non aver firmato due documenti distinti nello stesso giorno, ossia, di dirlo a chiare lettere senza alcuna esitazione, vi raccomanderò, come mio cliente, di ritirare l’accusa».
«Non la ritirerò mai», disse Mr Mason.
«Come volete», seguitò Round; «dico solo quale sarebbe il consiglio di questo studio in simili circostanze. Ho discusso la faccenda molto attentamente con mio padre e con il nostro socio, e secondo noi non è il caso di continuare a meno che ora la vostra idea non risulti fortemente comprovata da quella donna».
Allora Mr Dockwrath disse a brutto muso: «Stando così le cose, Mr Mason, al vostro posto toglierei subito l’incarico a questo studio, certo non vorrei che mandassero in malora la mia causa».
«Mr Mason, signore, farà come vuole. Finché l’affare con il quale ci onora è corretto, lo svolgeremo per lui, dal momento che si tratta di un vecchio cliente, benché non rientri esattamente nel nostro campo. Ma possiamo agire solo in conformità del nostro giudizio. Ora passerò a spiegare la mia proposta. A questo punto la Bolster è nella stanza accanto, e io, con l’aiuto del mio capo ufficio, annoterò le voci di una sua eventuale deposizione».
«In nostra presenza, signore», disse Mr Dockwrath, «oppure, qualora Mr Mason non se la sentisse, almeno in mia presenza».
«Neanche per idea, Mr Dockwrath», disse Round.
« Credo che Mr Dockwrath dovrebbe sentire quella donna», disse Mr Mason.
«Non in questo studio, né insieme al sottoscritto. Sotto quale veste dovrebbe presenziare, Mr Mason?».
«Come uno dei consulenti legali di Mr Mason», disse Dockwrath.
«Se siete incluso voi, Round e Crook non possono figurare. Credo di averlo già spiegato. Ora sta a Mr Mason dire se desidera avvalersi del nostro studio oppure no. Ed è bene che sappia», soggiunse Mr Round dopo una lieve pausa, «che ci farà solo piacere se vorrà affidare ad altri la sua causa».
«Voglio che siate voi a condurla, naturalmente» disse Mr Mason, che malgrado tutta la sua acredine verso gli attuali detentori di Orley Farm, temeva di finire nelle mani di Dockwrath. Non era un ignorante e sapeva che lo studio di Round e Crook godeva di un’ottima reputazione.
«Allora», disse Round, «debbo svolgere il mio impegno in conformità di quanto ritengo giusto. Ho ragione di credere che finora nessuno abbia imbeccato quella donna», e mentre parlava piantò gli occhi addosso a Dockwrath, «sebbene sia probabile che ci abbiano provato».
«Non capisco chi dovrebbe imbeccarla», disse Dockwrath, «a parte Lady Mason, che sembrate quantomai ansioso di proteggere».
«Un’altra parola, signore, e mi vedrò costretto a chiedervi di andarvene. Non credo che quella donna sia stata imbeccata. Ora apprenderò da lei quanto ricorda delle circostanze occorse vent’anni or sono, poi vi leggerò la sua deposizione. Mi spiace, signori, di trattenervi qui, grosso modo per un paio d’ore; sul tavolo troverete i giornali del mattino». Poi Mr Round radunò certi documenti e s’infilò nell’ultimo ufficio lasciando soli Mr Mason e Mr Dockwrath.
«Si è messo in testa di fargliela passare liscia», bisbigliò Mr Dockwrath.
«Non ho dubbi sulla sua onestà», disse Mr Mason alquanto arcigno.
«Onestà, signore! E chi ci capisce più niente. Solo ieri sera mi offrivano mille sterline per tenere la bocca chiusa. Ci credereste, Mr Mason?».
Sul momento Mr Mason non ci credette, ma si limitò a piantare gli occhi addosso al suo interlocutore, senza fiatare.
«Ma è la verità, com’è vero Iddio! Mille sterline, Mr Mason! Pensi solo a come metteranno a tacere questa storia. E l’offerta, da dove viene se non da quelli che secondo me se la possono permettere?».
«Intende dire che è venuta da questo studio?».
«Silenzio… sst, Mr Mason. Anche i muri hanno occhi e orecchie in un posto simile. Non sono tenuto a sapere da dove proviene l’offerta, né lo so. Ma a volte indovinare è un gioco da ragazzi. Il soggetto che mi ha avvicinato è in grado di sbrigare tutto l’affare e sa esattamente cosa bolle in pentola, qui in questo studio. Se l’è lasciato sfuggire, più o meno con le parole usate giusto adesso da Round. Era preso dallo stesso dubbio di Round e Crook: che non ce l’avrebbero mai fatta. Ve lo dico io, Mr Mason: non intendono farcela».
«E cosa gli avete risposto?».
«Cosa ho risposto?! Caspita, gli ho risposto picche. No, Mr Mason, se questa faccenda debbo portarla avanti a forza di corruzione e subornazione, lascio perdere. Quel tipo ha sbagliato indirizzo con il suo trucco, e non ci ha messo molto a scoprirlo».
«Secondo voi era un emissario di Round e Crook?».
«Silenzio… sst… sst… Per amor del cielo, Mr Mason, abbassate la voce. Mica potete fare due più due come me. Se per me fa quattro, che ne so se per voi il risultato è lo stesso. Sono convinto che questa gente si sia messa in testa di salvare quella donna. Basta guardarlo negli occhi, il giovanotto: il suo cuore è tutto per la controparte. Ora ha messo le grinfie sulla Bolster e la istruirà a deporre in modo tale da metterci fuori combattimento. Ma io ancora non gli devo niente. Se solo vi fidaste di me, Mr Mason, nemmeno voi gli dovete ancora niente».
Sul momento Mr Mason non replicò, e quando Dockwrath lo incalzò per seguitare la conversazione sottovoce, disse forte e chiaro che al momento preferiva non aggiungere altro in proposito. Avrebbe atteso il ritorno di Mr Round.
«Ho facoltà», chiese, «di accennare all’offerta di mille sterline?».
«Ma come… a Mat Round?» fece Dockwrath. «No di certo, Mr Mason. Non faremmo il nostro gioco».
«Benissimo, signore». Poi Mr Mason prese un giornale, e non parlarono più fin quando la porta non si aprì e Mr Round rientrò nella stanza.
Procedeva con passo lento, studiato e fermatosi sul tappeto davanti al caminetto, si appoggiò con la schiena alla mensola. Dal suo volto era chiaro che aveva molto da raccontare, come era chiaro che la piega che quella storia stava prendendo non gli piaceva.
«Bene, signori, ho esaminato la donna», disse; «ecco la sua deposizione».
«Cosa dice?» chiese Mr Mason.
«Forza, signore, sputate il rospo», disse Dockwrath. «Ha firmato o no due documenti quel giorno?».
«Mr Mason», disse Round, rivolto al gentiluomo, ignorando del tutto Dockwrath e la sua domanda, «debbo dirvi che fin qui la dichiarazione della Bolster avvalora in pieno la vostra idea. Fin qui, badate bene».
«Ma non mi dite!» fece Dockwrath.
«Ed è l’unica testimone importante?» disse Mr Mason, che non stava più nella pelle.
«Non ho mai detto questo; ho detto invece che la causa non stava in piedi senza il sostegno della sua deposizione. Il sostegno c’è, e anche solido; ma non vi basterà, Mr Mason».
«Ora se non vi spiace, Mr Round, cosa ha dichiarato la Bolster?» chiese Dockwrath.
«Quindi ricorda tutto?» disse Mason.
« È una donna con le idee quantomai chiare, e si direbbe che ricordi parecchie cose. Il suo ricordo più vivo si riduce essenzialmente a questo: ha sottoscritto un solo atto».
«È in grado di provarlo, vero?» disse Mason, e il tono della sua voce era di smaccato trionfo.
« Dichiara di aver firmato un solo atto in tutta la sua vita - a prescindere da quale giorno; oltretutto adesso dice - dopo che le ho spiegato di quale altro atto poteva trattarsi - che il vecchio Mr Usbech le raccontò che riguardava una società».
«Ma non mi dite!» fece Dockwrath, levandosi dalla seggiola e battendo le mani. «Benissimo. Secondo me ci basterà, Mr Mason».
Costui aveva un tono trionfante e un’espressione di cattiveria soddisfatta che disgustarono Mr Round e lo irritarono oltre ogni dire. Verissimo: avrebbe di gran lunga preferito scoprire che la deposizione della donna era in favore di Lady Mason. Sarebbe stato contento di apprendere che aveva effettivamente sottoscritto i due atti nello stesso giorno. Fosse rientrato nella stanza con quelle notizie il suo tono sarebbe stato trionfante, il suo volto compiaciuto. Il suo cuore era tutto per la controparte, benché il suo dovere lo legasse all’altra. Se l’era quasi aspettato. Fatto sta che era pronto a compierlo, il suo dovere, ma non a tollerare l’insolenza di Mr Dockwrath. Come se non bastasse, l’aria gioiosa di Mr Mason contribuì a seccarlo. Può darsi fosse giusto e necessario portare in giudizio quella sventurata di Orley Farm, ma non era un lavoro che lo mandava in sollucchero.
«Mr Dockwrath», disse. «Non posso tollerare una condotta del genere in questa sede. Se desiderate festeggiare, accomodatevi altrove».
«Ora cosa dobbiamo fare?» disse Mr Mason. «Presumo che non occorra attendere oltre».
«Debbo consultarmi con il mio socio. Se per voi va bene, potete passare la settimana…».
«Ma quella donna se la caverà».
«No, non se la caverà. Prima non sarò pronto a dir nulla. Se non siete in città, posso scrivervi».
E così la riunione fu sciolta, e Mr Mason e Mr Dockwrath lasciarono insieme l’ufficio del legale.
Dato che uscirono insieme dall’ufficio in Bedford Row, fu inevitabile che insieme percorressero un tratto di strada. Mr Mason era diretto al suo albergo in Soho Square e Mr Dockwrath svoltò con lui attraversando la strada che sbucava in Red Lion Square, prendendo sottobraccio il suo interlocutore. La cosa non piacque affatto al magistrato dello Yorkshire, ma che doveva fare ?
«Mai vista una cosa simile, signore?» disse Mr Dockwrath. «Io certamente no, santi numi».
«Sarebbe a dire?» disse Mr Mason.
«Quel tipo: Round. Fosse per me dovrebbero cancellare il suo nome dall’albo. Ma non vedete che sta facendo di tutto per salvare quella sciagurata ? Sapete una cosa, Mr Mason: se gli lasciate fare il suo gioco, la vedova si salva».
«Ma ha ammesso espressamente che la deposizione di quella Bolster è decisiva».
« Sì, perché si è trovato con le spalle al muro e non poteva fare altrimenti. Quella donna lo ha sbaragliato, e ha scoperto di non poterle mettere il bavaglio. Ma badate bene a quanto vi dico, Mr Mason: conta di farvi uscire sconfitto. Anche un cieco lo vedrebbe. Uno glielo può leggere in faccia, sentirlo dal tono della voce. A ogni modo io posso. Ve lo dico io - poi si strinse più vicino a Mr Mason - lui e il vecchio Furnival se la intendono come due fratelli. Naturalmente Round vi presenterà il conto. Che vinca o meno, sarete voi a pagargli le spese. Ma riuscirà a scucire una bella cifretta anche alla controparte. Datemi retta, Mr Mason, quando mille sterline in banconote svolazzano qua e là, non è da tutti i legali lasciarsele passar vicino senza aprire la mano».
«Non credo che Mr Round si farebbe corrompere», disse Mr Mason con molta fermezza.
«Ah, no? Proprio come un orso con il miele. Sapete, Mr Mason, sono fatti vostri. Mica sono io a rischiare una proprietà da milleduecento sterline l’anno. Ma ricordate: se se la cava adesso, Orley Farm è perduta per sempre».
Tutto ciò fu oltremodo sgradevole per Mr Mason. In primo luogo non gradiva affatto il tono da pari a pari adottato dall’avvocato di Hamworth; né gradiva ammettere di dipendere in qualche modo da un uomo per lui spregevole quanto Mr Dockwrath; e nemmeno sentirsi dire che Round e Crook erano due mascalzoni - Round e Crook che conosceva da una vita -; ma men che meno gradiva quel senso di sospetto che, suo malgrado, quell’uomo aveva instillato in lui, il timore che la sua vittima finisse per cavarsela. Perciò, nonostante l’eccellente deposizione che Bridget Bolster si era dichiarata pronta a rilasciare in suo favore, Mr Mason non era contento quando si accomodò per consumare la sua bistecca in solitudine a Soho Square.