Capitolo LXIV

Il primo viaggio ad Alston

All’epoca Sir Richard Leatheram era procuratore generale, ed era stato ingaggiato come primo patrono dell’accusa. Tutti coloro che capivano bene come funzionavano le cose al mondo, sapevano perfettamente che il processo era stato intentato da Mr Mason di Groby nella speranza di riottenere la proprietà sottrattagli dal testamento paterno. Ormai della faccenda si era discusso tanto che le vere implicazioni erano universalmente note. Se al primo processo Lady Mason aveva giurato il falso, il testamento, o il codicillo al testamento, era senza dubbio un documento fasullo, e in tal caso la proprietà sarebbe tornata a Mr Mason, dopo gli ulteriori esercizi giuridici che i legali avrebbero stimato necessari e proficui in proposito. Per quanto concerneva il pubblico, nonché i Mason, non era un mistero che la famiglia di Groby Park avrebbe nuovamente lottato per riprendersi la tenuta di Orley Farm. Ma la questione si era fatta assai più interessante che ai tempi del vecchio processo, giacché ora si sosteneva che Lady Mason fosse colpevole. Se le avessero dato torto all’epoca del primo processo, il figlio avrebbe perso la proprietà, punto e basta. Ma adesso il risultato sarebbe stato molto diverso. Sarebbe stato ben più tragico, perciò di ben più profondo interesse. 

Poiché Alston era a un tiro di schioppo da Londra, Sir Richard, Mr Furnival, Mr Chaffanbrass e altri, potevano fare la spola in treno, soluzione che solitamente rattristava non poco gli albergatori e gli affittacamere di Alston durante le assise. Ma stavolta, malgrado questo servizio, in città c’era il pienone. Ai procuratori parve un azzardo correre avanti e indietro in quel modo, come pure ai testimoni. Mr Aram si trattenne, così come Mr Mat Round. A John Kenneby e Bridget Bolster era stato fornito uno speciale alloggio, mentre Mr Mason di Groby si era preso un appartamento in affitto per conto suo. 

Costui aveva lasciato intendere ai procuratori di Bedford Row che probabilmente si sarebbe resa necessaria la sua testimonianza, ma loro erano parsi di tutt’altro avviso. «Non vi chiameremo», aveva detto Mr Round, «e immagino che altrettanto farà la controparte. Non possono chiamarvi a testimoniare, se prima non ve lo notificano». Ciò malgrado Mr Mason aveva deciso di presenziare. Se davvero quella donna l’aveva derubato, se potevano provare che aveva realmente falsificato il testamento, e che, grazie al più nero dei crimini, gli aveva sottratto per anni quanto era suo, non doveva presenziare ? Non doveva essere testimone del suo disonore? Non doveva essere il primo a sapere e ad assaporare il suo tardivo trionfo ? Pietà! Pietà di lei ? Sentiva quella parola, e chi l’aveva proferita si trasformava ai suoi occhi in una specie di complice. Pietà! Già, la pietà per la propria vittima che può provare un inglese dopo aver catturato Nana Sahib.56 Da quando quella faccenda era saltata fuori si era lagnato innumerevoli volte della follia di chi aveva modificato la vecchia legge.57 Probabilmente quella follia lo aveva derubato della sua proprietà per vent’anni, e ora di metà della sua vendetta. Non che parlasse, nemmeno fra sé di vendetta. «A me la vendetta, dice il Signore».58 Sarebbe stato capace di citare, e volentieri, quelle parole al pari di chicchesia. La giustizia, l’oltraggio alla giustizia, era il suo ritornello. Aveva derubato qualcuno, lui? A chi non aveva pagato tutto il dovuto? «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».59 Questa era la sua idea di se stesso; e con certe idee poteva mai esser disposto a perdersi quel processo ? 

«Al vostro posto starei ben lontano», gli aveva detto Mat Round. 

«Non starò lontano», aveva ribattuto, con un’occhiata più minacciosa di un temporale. Possibile che i sospetti di Dockwrath fossero fondati ? Che il suo legale lo avesse lasciato con un pugno di mosche a bella posta, e che ora gli premesse lasciarcelo ancora ? «Non starò lontano», disse; e Dockwrath gli procurò l’appartamento in affitto. Ormai passava parecchio tempo con Mr Dockwrath e quasi rimpiangeva di non avergli dato retta all’inizio del processo, affidandogli la direzione di tutto l’affare. 

Dunque Alston era piuttosto animata il mattino del processo, e gli ingressi del palazzo di giustizia erano gremiti molto prima dell’apertura. Com’è ovvio le persone direttamente interessate, che dovevano per forza presenziare alla cerimonia, o che erano coinvolte da un punto di vista giuridico, non erano spinte a conquistarsi un posto in maniera così tediosa. Mr Dockwrath, ad esempio, non attese in piedi davanti all’ingresso, e neppure il suo amico Mr Mason. Era una personalità per quel giorno, e poteva comandare agli uscieri e agli altri addetti del tribunale di farlo entrare. Ma tutti gli altri, uomini e donne che non avevano la buona ventura di essere legali, testimoni, giurati, o sceriffo, non disponevano di altro mezzo per udire o assistere agli emozionanti avvenimenti di quel giorno che l’esercizio di una pazienza praticamente illimitata. 

Erano sorti molti dubbi su come meglio predisporre la presenza in tribunale di Lady Mason, nonché qualche difficoltà su chi dovesse incaricarsi di predisporla. Mr Aram era venuto più volte da Londra, e aveva lasciato intendere che sarebbe stato bene escogitare qualcosa. Finì che la escogitò lui - con l’aiuto di Mrs Orme. Cosa avrebbe detto Sir Peregrine sapendo che i due avevano tenuto consiglio su un qualsivoglia argomento ? 

«Può partire da qui in carrozza, una della locanda», aveva detto Mrs Orme. 

«Come no, come no, una carrozza della locanda; sì. Ma per la sera, signora?». 

«Alla fine del processo?» chiese Mrs Orme, cercando di capire cosa intendeva. 

«Non possiamo aspettarci che finisca in un giorno, signora. Sarà sempre sotto cauzione e potrà rincasare. Vedrò che non le diano noia mentre lascia la città». 

«Noia?» chiese Mrs Orme. 

«La gente, intendo». 

«Potrebbe succedere una cosa simile, signore?» chiese, impallidendo all’idea. «Ci sarò anch’io con lei, sapete». 

«Dall’inizio alla fine, signora?». 

«Già, dall’inizio alla fine». 

«Vorranno darle un’occhiata, naturalmente; ma… Mrs Orme, vedremo che non vi diano noia. Sì, farebbe meglio a rincasare il primo giorno. Non sarà una gran spesa, no?». 

«Oh no», fece Mrs Orme. «Debbo tornare a casa, sapete. Quanti giorni ci vorranno, signore?». 

«Beh, forse un paio, forse tre. Potrebbe protrarsi per tutta la settimana. Certo saprete, Mrs Orme…». 

«So cosa?» gli chiese. 

«Alla fine del processo, se… se si mettesse male, dovreste tornare da sola». 

E così la faccenda era stata sistemata, e Mr Aram aveva ordinato di persona la carrozza della locanda. Avrebbero potuto usufruire della carrozza di Sir Peregrine - o meglio, della carrozza di Mrs Orme; ma le era parso che stavolta lo stemma di Cleeve sullo sportello sarebbe stato fuori luogo per le strade di Hamworth. Naturalmente era impossibile non farsi riconoscere in tribunale, ma avrebbe cercato di dare nell’occhio il meno che poteva. 

Quando venne il mattino, il mattino di quel giorno terribile, Mrs Orme scese presto dalla propria stanza, giacché occorreva che facesse colazione due ore prima del solito. Non ne aveva fatto parola con Sir Peregrine, sperando di poter uscire al mattino senza vederlo. Aveva detto a suo figlio di farsi trovare da basso; ma quando apparve nella saletta della colazione, lo trovò già insieme al nonno. Si mise seduta e sorbì la sua tazza di tè quasi in silenzio, poiché nessuno se la sentiva di fare grandi discorsi quel mattino. 

«Edith, cara», disse il baronetto, «faresti meglio a mangiare qualcosa. Pensa alla giornata che hai davanti». 

«Sì, papà, ecco», disse, e si portò un pezzetto di pane alla bocca. 

«Devi portarti dietro qualcosa», le disse, «altrimenti finirai per svenire in tribunale. Hai pensato a quante ore passerai lì dentro?». 

«Vedrò di occuparmene io», disse Peregrine, con una voce severa e perentoria che proprio non era da lui. 

«Ci sarai, Perry?» disse sua madre. 

«Ma certo. Vedrò di farti avere quanto ti serve. Mi troverai vicino a te». 

«Ma come farai a entrare, ragazzo mio?» chiese il nonno. 

«Non c’è problema. Ho già parlato con lo sceriffo. Potrebbe succedere di tutto; quindi, se davvero succede qualcosa puoi star certa che starò vicino a te». 

Accennarono a mangiare qualcos’altro, vuotarono le tazze di tè e la colazione finì. «È arrivata la carrozza, Perry?» chiese Mrs Orme. 

«Sì, è davanti all’ingresso». 

«Arrivederci, papà; mi spiace tanto di avervi disturbato». 

«Arrivederci, Edith. Dio ti benedica, e ti dia la forza di sopportare. E, Edith…». 

«Prego?» e mentre lui bisbigliava gli tenne la mano. 

«Dille una parola gentile da parte mia - una parola gentile. Dille che l’ho perdonata, ma dille anche che il perdono di un uomo non vale nulla». 

«Sì, papà, glielo dirò». 

«Insegnale dove cercare la remissione. Però dille che l’ho perdonata». 

Poi la aiutò a salire in carrozza. Peregrine, tenendosi in disparte, li aveva osservati bisbigliare, e anche nella sua mente, mentre le seguiva verso la carrozza, affiorò il sospetto di quale potesse essere la verità. Sicuramente tutto quel solenne cordoglio era sprecato, se era innocente. Se la reputavano tale, Sir Peregrine non avrebbe creduto che una giuria di suoi concittadini potesse riconoscerla colpevole. Era quella la ragione dell’improvviso cambiamento, dell’abbandono dei progetti matrimoniali? Perfino Peregrine, mentre scendeva i gradini dietro la madre, aveva preso a sospettare la verità; e si può dire che fu l’ultimo di tutti gli abitanti di quella casa. Nell’ultima settimana ogni domestico di Cleeve aveva bisbigliato all’altro che Lady Mason aveva falsificato il testamento. 

«Starò vicino a te, mamma», disse Peregrine, allungando la mano dentro la carrozza, «ricordatelo. Il giudice e gli altri usciranno a metà giornata a bere un bicchiere di vino: io prenderò qualcosa per voi due dalle parti del tribunale». 

Stringendo la mano del figlio la povera Mrs Orme provò molto sollievo a quell’assicurazione. Non che nutrisse qualche timore, ma stava andando in un luogo che le era totalmente nuovo, dove molti sguardi si sarebbero appuntati su di lei, dove tutti gli sguardi si sarebbero appuntati sulla compagna con la quale l’avrebbero associata. Ebbe quasi un tuffo al cuore mentre la carrozza si allontanava. Sarebbe stata sola fino a Orley Farm, dove avrebbe fatto salire non solo Lady Mason, ma anche Mr Aram. Come si sarebbero trovate in quella piccola carrozza con quell’uomo seduto di fronte a loro ? Mrs Orme non rimpianse affatto questa sua gentilezza, ma cominciò a sentire che il compito non era facile. Quanto alla presenza di Mr Aram in carrozza, non c’era da stare a disagio. Egli capiva benissimo quando era gradita o meno. 

Arrivata davanti alla soglia di Orley Farm, trovò Mr Aram in attesa di riceverla. «Mi spiace», fece, levando il cappello, «ma vi informo che il figlio di Lady Mason ci accompagnerà». 

«Non ne sapevo niente», disse Mrs Orme, senza capire perché dovesse dispiacergli. 

«Si sono messi d’accordo ieri sera, ed è una vera disdetta. Io non posso spiegarlo a Lady Mason, ma forse… ». 

«Perché sarebbe una disdetta, signore?». 

«Diranno delle cose che… che… che a sentirle dire di mia madre mi farebbero diventare pazzo». E fra l’aristocratica signora e il legale ebreo dell’Old Bailey balenò una scintilla di comprensione. 

«Certo, certo», fece Mrs Orme. «Sarà spaventoso». 

«E poi, se la riconoscessero colpevole! Può succedere, sapete. Come farà a starsene lì seduto a udire l’allocuzione del giudice ? E poi il verdetto, e la sentenza. Trovandosi in aula non potrà evitarlo. Statemi a sentire, Mrs Orme, non dovrebbe affatto esserci». 

Ma lei, cosa poteva fare ? Fosse stato possibile trovarsi un’ora da sola con Lady Mason, le avrebbe spiegato tutto, o se non tutto, una buona parte. Ma adesso che non c’era un minuto da perdere, come poteva farglielo capire ? 

«Ma avverrà tutto oggi, signore?». 

«Non tutto, non l’allocuzione né il verdetto. Ma non dovrebbe esserci neppure oggi. Sarebbe dovuto andar via; o, se fosse rimasto, non avrebbe dovuto mettere il naso fuori di casa». 

Ma ormai era troppo tardi perché, mentre ancora parlavano, Lady Mason apparve sulla soglia al braccio del figlio. Era in nero da capo a piedi, il volto coperto da un pesante velo. Mr Aram non aggiunse altro mentre la donna saliva sul predellino della carrozza davanti all’ingresso, e si fece indietro, tenendo lo sportello aperto con la mano. Lucius si limitò a un inchino a Mrs Orme mentre aiutava la madre ad accomodarsi; poi la seguì, sedendosi in silenzio di fronte a loro. Mr Aram, che aveva minuziosamente organizzato il suo programma, chiuse lo sportello e montò a cassetta accanto al vetturino. 

Mrs Orme aveva teso la mano, e Lady Mason, dopo averla presa, continuò a tenerla mentre era seduta. Poi si misero in viaggio, e durante il primo miglio non si scambiarono neanche una parola. A Mrs Orme premeva molto parlare, anche soltanto per rompere l’atroce silenzio del loro saluto; ma non riusciva a pensare a una parola adatta da dire in una simile occasione, né a Lucius, e neppure in sua presenza. Fosse stata sola con Lady Mason, le parole non le sarebbero mancate. Il messaggio di Sir Peregrine era come un fardello, un fardello che non poteva deporre finché Lucius Mason era seduto lì vicino. 

Fu Lady Mason a parlare per prima. «Ieri non sapevo che Lucius sarebbe venuto», disse, «altrimenti vi avrei avvertito». 

«Spero di non darvi incomodo», disse Lucius. 

«Oh no, niente affatto». 

«Non potevo lasciar uscire mia madre senza di me in una simile occasione. Ma vi sono grato, Mrs Orme, per esservi unita a noi». 

«Ho pensato che per vostra madre fosse meglio avere la compagnia di una signora», disse Mrs Orme. 

«Oh sì, è meglio - molto meglio». Poi nessuno riaprì bocca finché la carrozza non si arrestò davanti all’ingresso del palazzo di giustizia. Speriamo che per Mr Aram il viaggio fosse stato meno penoso che per gli altri, visto che si era consolato a cassetta con un sigaro. 

Quando raggiunsero il palazzo di giustizia, la facciata era circondata da una gran folla, sebbene gli ingressi fossero aperti e la corte fosse già in seduta. Avevano disposto di dare a questa causa - l’illustre causa delle assise - la precedenza per quel giorno, dato che il grosso delle attività penali era stato svolto il giorno prima; e Mr Aram aveva promesso che l’udienza avrebbe avuto inizio alle dieci precise. Alle dieci in punto la carrozza si arrestò davanti all’ingresso, e Mr Aram, saltato giù dal suo posto, ordinò a certi poliziotti e ai dipendenti dello sceriffo di fare largo alle signore fino all’ingresso e attraverso l’atrio del palazzo di giustizia. Se avesse vissuto ad Alston da una vita, e trascorso i suoi giorni nelle vicinanze di quel tribunale, non sarebbe stato più a suo agio né gli avrebbero obbedito più prontamente. 

«Ora credo si possa entrare», disse, aprendo lo sportello e calando giù il predellino con le proprie mani. 

Dapprincipio fece loro strada in una stanzetta all’interno dell’edificio, poi si precipitò nell’aula di tribunale. «Tornerò fra mezzo minuto», disse, e tornò in una mezza dozzina di mezzi minuti. «Ora siamo tutti pronti, non avremo problemi per i posti. Se dovete lasciare qualcosa - scialli e quant’altro - qui saranno al sicuro: Mrs Hitscham farà la guardia». Al che una vecchietta che questa volta aveva seguito Mr Aram nella stanza fece loro la riverenza. Ma non avevano nulla da lasciare, e la piccola processione si mise subito in marcia. 

Dapprincipio Lucius offrì il braccio alla madre, che lo aveva preso prima di fare ingresso nell’atrio. Mr Aram aveva fatto la stessa offerta, con qualche esitazione, a Mrs Orme; ma lei, malgrado quella scintilla di comprensione, aveva trovato il modo di declinarla senza proferir verbo. Nell’atrio, tuttavia, quando la folla dei curiosi si era voltata a fissarli e non li aveva travolti solo perché trattenuta dai poliziotti e dagli agenti dello sceriffo, Lady Mason tornò in sé, e lasciato cadere di colpo il braccio del figlio, tese la mano a Mrs Orme. Ora Mr Aram le precedeva, e così le due lo seguirono nel settore centrale dell’aula. I veli di entrambe erano calati; quello di Mrs Orme non era particolarmente pesante e le permise di vedere tutto quanto la circondava. E avanzarono così lungo l’affollato percorso, mentre Lucius le seguì per conto proprio. 

Ben presto furono sedute ai loro posti, senza che la folla avesse a intralciarle. Il giudice era già sul suo scanno - non il giudice Staveley, nostra vecchia conoscenza, ma il suo amico e collega Maltby. Staveley presiedeva l’altra corte. Mrs Orme e Lady Mason si ritrovarono presto sedute su uno scanno, con davanti un leggero ripiano alzabile, un po’ come se fossero sedute su una stretta panca. Sopra di loro, al medesimo posto, si trovavano i tre avvocati assunti per conto di Lady Mason: Mr Furnival era più vicino al giudice, seguito da Felix Graham, sotto il quale sedeva, contravvenendo alla linea di precedenza, Mr Chaffanbrass, per potersi avvalere più facilmente dei servigi di Mr Aram. Lucius si ritrovò collocato accanto a Mr Chaffanbrass, mentre sua madre sedeva tra lui e Mrs Orme. Mr Aram, insieme al suo impiegato, sedeva sullo scanno più in basso, proprio dirimpetto a uno spazioso tavolo collocato al centro dell’aula. 

La corte

Mentre prendeva posto Mrs Orme era così confusa che si guardò a malapena intorno; e si può immaginare che Lady Mason soffrisse perlomeno altrettanto. Ma chi la guardava - e si può dire che nell’aula tutti stessero a guardarla - restò sorpreso nel vederla sollevare il velo appena prese posto. Lo sollevò, senza più riabbassarlo finché non lasciò l’aula e si riaffacciò nell’atrio. Aveva pensato molto a quel giorno - persino ai fatti più insignificanti che sarebbero occorsi - e sapeva che sarebbe stato necessario identificarla. Nessuno doveva dirle di scoprirsi il volto, né voleva far pensare che temesse di fronteggiare i propri nemici. Sedette così per l’intera giornata, sopportando lo sguardo dell’aula. 

Si era abbigliata con molta cura. Di molte donne che vengano a trovarsi in tale situazione si può dire che quel mattino non presterebbero particolare attenzione all’abbigliamento, o che apparirebbero sotto dolenti vesti studiatamente ineleganti o lacrimose, oppure che si proverebbero a sfidare il mondo, apparendo in tribunale in abiti sfarzosi adatti a tempi più felici. Ma Lady Mason non aveva fatto nessuna scelta del genere. Mai i suoi abiti erano stati più ben fatti, o indossati con maggior grazia; erano neri da capo a piedi, dal nastro del cappellino fino agli stivaletti, portati tralasciando ogni fronzolo o ricercatezza. Quanto a ciò, non era mai apparsa meglio vestita di adesso; e Mr Furnival, scorgendola voltarsi verso il giudice, rimase di stucco davanti al suo leggiadro aspetto. Aveva il volto pallidissimo, e alquanto duro; ma a guardarlo nessuno poteva dire che recasse l’espressione di una donna sopraffatta dal dispiacere o dal crimine. Era perfettamente padrona di sé, e mentre si voltava verso l’aula, non con sguardo di sfida, ma con gli occhi appena levati, e un’aria di pudica eppur consapevole intelligenza, coloro che l’attorniavano quasi non osarono pensare che fosse colpevole. 

Nel mentre il suo sguardo cadde su un volto che non vedeva da anni, e i loro occhi si incontrarono. Era il volto di Joseph Mason di Groby, che le sedeva di fronte; lo guardò, mantenendo un’espressione impassibile. Lei rimase impassibile; ma poco alla volta lui abbassò gli occhi e, quando li rialzò, Lady Mason aveva distolto lo sguardo. 

Orley Farm
cover_page.xhtml
part0000.xhtml
part0001.xhtml
part0002.xhtml
part0003.xhtml
part0004.xhtml
part0005.xhtml
part0006.xhtml
part0007.xhtml
part0008.xhtml
part0009.xhtml
part0010.xhtml
part0011.xhtml
part0012.xhtml
part0013.xhtml
part0014.xhtml
part0015.xhtml
part0016.xhtml
part0017.xhtml
part0018.xhtml
part0019.xhtml
part0020.xhtml
part0021.xhtml
part0022.xhtml
part0023.xhtml
part0024.xhtml
part0025.xhtml
part0026.xhtml
part0027.xhtml
part0028.xhtml
part0029.xhtml
part0030.xhtml
part0031.xhtml
part0032.xhtml
part0033.xhtml
part0034.xhtml
part0035.xhtml
part0036.xhtml
part0037.xhtml
part0038.xhtml
part0039.xhtml
part0040.xhtml
part0041.xhtml
part0042.xhtml
part0043.xhtml
part0044.xhtml
part0045.xhtml
part0046.xhtml
part0047.xhtml
part0048.xhtml
part0049.xhtml
part0050.xhtml
part0051.xhtml
part0052.xhtml
part0053.xhtml
part0054.xhtml
part0055.xhtml
part0056.xhtml
part0057.xhtml
part0058.xhtml
part0059.xhtml
part0060.xhtml
part0061.xhtml
part0062.xhtml
part0063.xhtml
part0064.xhtml
part0065.xhtml
part0066.xhtml
part0067.xhtml
part0068.xhtml
part0069.xhtml
part0070.xhtml
part0071.xhtml
part0072.xhtml
part0073.xhtml
part0074.xhtml
part0075.xhtml
part0076.xhtml
part0077.xhtml
part0078.xhtml
part0079.xhtml
part0080.xhtml
part0081.xhtml
part0082.xhtml
part0083.xhtml
part0084.xhtml
part0085.xhtml
part0086.xhtml
part0087.xhtml
part0088.xhtml
part0089.xhtml
part0090.xhtml
part0091.xhtml
part0092.xhtml
part0093.xhtml
part0094.xhtml
part0095.xhtml
part0096.xhtml
part0097.xhtml
part0098.xhtml
part0099.xhtml
part0100.xhtml
part0101.xhtml
part0102.xhtml
part0103.xhtml
part0104.xhtml
part0105.xhtml
part0106.xhtml
part0107.xhtml
part0108.xhtml
part0109.xhtml
part0110.xhtml
part0111.xhtml
part0112.xhtml
part0113.xhtml
part0114.xhtml
part0115.xhtml
part0116.xhtml
part0117.xhtml
part0118.xhtml
part0119.xhtml
part0120.xhtml
part0121.xhtml
part0122.xhtml
part0123.xhtml
part0124.xhtml
part0125.xhtml
part0126.xhtml
part0127.xhtml
part0128.xhtml
part0129.xhtml
part0130.xhtml
part0131.xhtml
part0132.xhtml
part0133.xhtml
part0134.xhtml
part0135.xhtml
part0136.xhtml
part0137.xhtml
part0138.xhtml
part0139.xhtml
part0140.xhtml
part0141.xhtml
part0142.xhtml
part0143.xhtml
part0144.xhtml
part0145.xhtml
part0146.xhtml