Capitolo XXXIX
Perché dovrebbe andarsene ?
«Lo so benissimo, Mr Staveley: siete il tipo d’uomo che si diverte a dire certe cose alle fanciulle. Mi è bastato trascorrere un paio di giorni in questa casa per capire come siete fatto».
«Quand’è così, Miss Furnival, nulla è più falso di quanto avete capito. Se è lecito, chi ha macchiato la mia reputazione ai vostri occhi?». Sarà facile arguire da quanto sopra che al momento Mr Augustus Staveley e Miss Furnival erano tutti soli in una delle stanze di Noningsby.
«Il mio informatore», rispose, «non è un delinquente in particolare che possiate afferrare per la gola e castigare. Per la verità, se proprio dovete passare qualcuno per le armi, cominciate da voi stesso, e seguitate con vostro padre, vostra madre e le vostre sorelle. Lasciate stare le macchie. Al giorno d’oggi si tratta di peccati veniali: di macchie appena visibili».
«Per me un uomo che agisca in quel modo è spregevole».
«In quale modo, Mr Staveley?».
«Un uomo che conquista il cuore di una fanciulla per divertimento».
«Di cuori non ne ho proprio parlato. Significherebbe macchiarsi del più nero dei tradimenti; ma vi assolvo da questa imputazione. Quando c’è di mezzo un cuore da conquistare gli uomini hanno un’aria talmente diversa».
«Non saprei che aria abbiano», disse Augustus, per nulla soddisfatto dal trattamento che gli era riservato, «ma la mia audacia a questo mirava, la mia esagerata audacia di adesso».
«Voi siete il più audace degli uomini, poiché domani la vostra audacia vi getterebbe ai piedi di un’altra signorina senza il minimo ritegno».
«Sarebbe questa l’unica risposta che riceverò da voi?».
«Mi pare che basti e avanzi. Cosa vorreste? Che mi alzassi per rifiutare l’onore di diventare la moglie di Augustus Staveley con una riverenza?».
«No… non voglio nulla del genere. Vorrei che vi alzaste per accettarlo, con un bacio».
«Così a voi toccherebbe un bacio, e a me… stavo per dire il disinganno, solo che non sarebbe vero. Vi assicuro che non sono tanto espansiva nel dimostrare la mia considerazione».
«Magari intendete dire che non siete tanto onesta?».
«No, Mr Staveley, non intendevo nulla del genere; siete assai impertinente a uscirvene con una tale supposizione. Cosa ho fatto, o detto, per farvi supporre che io sia perdutamente innamorata di voi?».
«Dal momento che avete il mio cuore, sarà perlomeno umano da parte mia sperare di avere il vostro».
«Puah! Il vostro cuore! Lo avete usato alla stregua di un volano e magari l’avrete ridotto in mille pezzi. Due signorine di mia conoscenza ne hanno due piume appuntate sulle cuffie. E così facile vedere quando un uomo è innamorato. Vanno tutti in giro con la giarrettiera incrociata come Malvolio:44 stravaganti nell’aspetto, nelle parole e nelle opere».
«E in me non v’è traccia di tutto questo?».
«In voi! Non siete mai andato oltre una languida piega all’angolo della bocca. Avete osservato Mr Orme prima della sua partenza?».
«Perché, era stravagante?».
«Ma voi uomini siete ciechi; non vi accorgete mai di nulla. La vostra idea del corteggiamento consiste nel sedervi sotto un albero ad augurarvi, a domandarvi se il frutto maturo vi cadrà in bocca. A volte cade, e allora non avete nulla da eccepire. Se però non cade, passate oltre e dite che è acerbo. Quanto ad arrampicarvi…».
«In genere il frutto cade troppo alla svelta per consentire un tale esercizio fisico», disse Staveley, ritenendo che la mordacità non spettasse solo alla controparte.
«Sarebbe questo il risultato della vostra vasta esperienza ? I frutteti dove godevate di libero accesso non erano, temo, di prima qualità. Mr Staveley, la mia mano se la caverà benissimo da sola. Non è questo il modo di arrampicarsi. Io lo chiamo chinarsi a raccogliere il frutto che è caduto». E mentre parlava, si scostò un po’ da lui sul divano.
«E come bisogna arrampicarsi?».
«Volete davvero una lezione ? Se ve lo dicessi, le mie parole cadrebbero nel nulla. Gli uomini che soddisfano le loro necessità senza lavorare non dureranno fatica. Perché lottare per meritarsi una donna, quando di donne cui non importa d’esser meritate ce n’è a bizzeffe? Molto più facile raccogliere le mele cadute».
Forse la lezione sarebbe stata impartita, e Miss Furnival avrebbe potuto introdurlo alla sua idea di «non plus ultra» in materia di corteggiamento, se Mrs Staveley non fosse entrata in quel momento. Costei cominciava a temere che la sua ospitalità natalizia si sarebbe risolta in maniera insoddisfacente. Peregrine Orme, che sarebbe stata tanto felice di accogliere come un figlio nel più caldo ricetto del suo tempio familiare, era stato congedato, affranto e deluso. Madeline girava avvilita per casa, e si sforzava a stento di riprendersi; attribuendo, alle orecchie materne, tutta la sua pena all’inaspettato colloquio con Peregrine Orme, a torto, si figurava la madre. E nella stanza al piano di sopra c’era ancora Felix Graham, malgrado il medico avesse detto che entro un paio di giorni avrebbero potuto spostarlo - ossia, avrebbero potuto spostarlo senza danno - aggiungendo però che erano auspicabili un’altra decina di giorni di riposo ininterrotto. Ora, come se non bastasse, con la pioggia, suo figlio Augustus si faceva sorprendere dovunque in riunione segreta insieme a Sophia Furnival, con la pioggia, e a volte anche con il sole!
Poi, proprio quel giorno, Lady Staveley aveva scoperto che la porta di Felix Graham, affacciata sul corridoio, di norma restava aperta. Conosceva troppo bene la sua bambina, ed era di pensieri troppo puri e specchiati, per immaginare che vi fosse qualcosa di male, che quelle chiacchierate clandestine fossero organizzate, o che si tramasse qualcosa in segreto. Temeva quanto realmente avveniva. La porta restava aperta e mentre Madeline passava Felix diceva una parola, e allora lei si fermava per rispondergli. Erano parole che avrebbero potuto esser scambiate di fronte a tutta la famiglia, che proprio per questo sarebbero state innocue. Ma non lo erano allorché scambiate in quel modo, attraverso lo spiraglio di una porta socchiusa; e Lady Staveley lo comprendeva perfettamente.
«Baker», aveva detto, con voce più arrabbiata del solito, «perché lasci aperta quella porta?».
«Secondo me la stanza si rinfresca, signora», per giunta Felix Graham era dello stesso parere, a volte.
«Sciocchezze, si sentiranno tutti i rumori. Tienila chiusa, per favore».
«Sì, signora», disse Mrs Baker, anche lei comprendeva perfettamente.
«Sta meglio, tesoro», disse Mrs Baker a Madeline, lo stesso giorno; «per la verità, quanto a mangiare e bere sta benissimo. Ma spostarlo sarebbe un crudeltà. Ho sentito quello che ha detto il medico».
«Chi parla di spostarlo?».
«Beh, lui stesso; e il medico ha detto che sarebbe possibile. Ma so cosa intende».
«Cosa?».
«Beh, una cosa sola: se vogliamo liberarci di lui, non morirà mica».
«Ma chi vuole liberarsene?».
«Io no di certo. Figuriamoci se mi disturba. È il giovanotto più simpatico che mi è capitato di assistere; e ha una gran forza di carattere, eh, già».
E così Madeline fece appello alla madre. Di certo non voleva mettere alla porta Mr Graham in quelle condizioni, solo perché il medico aveva detto che era possibile spostarlo senza cagionargli una morte istantanea! La poverina aveva le lacrime agli occhi mentre perorava la causa del ferito costretto a letto. La cosa infastidì di nuovo Lady Staveley, che ritenne necessario tornare ad avvisare Mrs Baker. «Baker», disse, «come puoi esser tanto sciocca da parlare con Miss Madeline del braccio di Mr Graham?».
«Chi, signora? Io?».
« Sì, tu; quando sai che fa di ogni mosca un elefante. Non ricordi come stette male quando Roger» - Roger era un vecchio stalliere di famiglia - «quando Roger ebbe l’incidente?». Lady Staveley avrebbe potuto risparmiarsi il disturbo di ricordare il vecchio stalliere, giacché in proposito Baker ne sapeva di più. Quando una caduta aveva scoperto il cranio di Roger, Miss Madeline ebbe la ventura di vederlo e svenne; ma ora mica stava svenendo. Baker la sapeva lunga, quasi più della stessa Lady Staveley. Hai voglia a parlarle di Roger lo stalliere. Baker pensava che Mr Felix Graham fosse un giovanotto assai simpatico, per quanto «di fisionomia proprio un adone non era», come ebbe a puntualizzare a una delle servette, che preferiva di gran lunga Peregrine Orme.
Reduce da quell’ultimo intermezzo con Mrs Baker, Lady Staveley interruppe suo figlio e Sophia Furnival nel salotto più appartato, e cominciò ad averne abbastanza della propria sollecitudine per i figli. Perché aveva invitato quella screanzata in casa sua, e perché quella screanzata non voleva saperne di andarsene ? Al momento non ve n’era speranza, avevano combinato che si trattenesse per altre due settimane. Perché le Parche non erano state benevole, lasciando che Felix Graham e Miss Furnival si innamorassero l’uno dell’altra? «Se la sposa, non potrò mai considerarla una figlia», disse tra sé, mentre li guardava.
Augustus aveva come l’aria d’esser stato smascherato, e balbettò una domanda riguardo alla carrozza; invece Miss Furnival non perse la sua presenza di spirito neppure per un attimo. «Lady Staveley», disse, «ma perché vostro figlio non va a caccia, a tirare di fucile, a pescare invece di starsene in casa tutto il giorno ? Mi pare che passare il tempo sia per lui una tale noia che finirà per commettere un gesto insano».
«Proprio non saprei dire», disse Lady Staveley, che non era un’attrice perfetta come la sua ospite.
«Al mattino i signori uomini che girano per casa hanno un’aria così afflitta. Avete cercato di rendervi gradevole, Mr Staveley, ma non avete fatto che sbadigliare e lo sapete».
«Sicché immaginate che al mattino gli uomini non trovino mai pace?» disse Augustus.
«Oh, sì: nei loro studi privati; in tribunale, o magari dietro un bancone; ma assai di rado in salotto. Avete giocherellato con quell’attizzatoio al punto che quel focolare è irriconoscibile».
« Beh, me ne andrò di sopra a giocherellare con Felix Graham», disse Augustus; e così lasciò la stanza.
«Screanzata, infida», disse fra sé Lady Staveley mentre prendeva in mano il lavoro e si sedeva sulla sua poltrona.
Augustus salì dall’amico e lo trovò a leggere alcune lettere. Non c’era nessun altro nella stanza e la porta, quando Augustus la raggiunse, era chiusa a dovere.
«Credo che domani toglierò le tende, vecchio mio», disse Felix.
«Invece io credo che non lo farai», disse Augustus. «Che novità?».
« Stamane il medico ha detto che possono spostarmi senza pericolo».
«Ha detto che eventualmente sarebbe possibile in capo a due o tre giorni, tutto qui. Perché diamine sei tanto impaziente? Non hai nulla da fare, nessun altro vuole vederti e qui nessuno vuole liberarsi di te».
«Ti sbagli in tutti e tre i casi».
«Il diavolo mi porti! Chi vorrebbe liberarsi di te?».
«Andiamo per ordine. Qualcosa da fare ce l’ho, e qualcun altro vuole vedermi. Ecco qui: una lettera di Mary e un’altra di Mrs Thomas», e sollevò, per fargliele vedere, due lettere che aveva ricevuto e che, in verità, lo avevano allarmato.
«La dama di compagnia di Mary, l’artista che dovrebbe plasmarti la moglie».
«Già, la dama di compagnia di Mary o l’artista, se preferisci».
«E quale delle due vuole vederti ? È tipico di una donna esigere la presenza di un uomo proprio quando non può muoversi».
Poi Felix, pur non lasciandogli leggere le lettere, ne illustrò in un certo senso il contenuto. «Non so cosa diamine sia accaduto», disse. «Mary mi prega di perdonarla, e dice che non è colpa sua; mentre Mrs Thomas si profonde in scuse, e dichiara che la coscienza le impone di raccontare tutto; eppure, tra tutte e due, non so cosa sia accaduto».
«Probabilmente Miss Snow ha smarrito la chiave della scatola da lavoro che le hai donato».
«Non le ho donato una scatola da lavoro».
«Allora sarà quella dello scrittoio. Ecco cosa deve sopportare un uomo quando si autoelegge a precettore di una signorina. Hai intenzione di assolvere al tuo incarico mentre sei ancora tutto fasciato?».
«Per l’appunto». Poi raccolse le due lettere e le rilesse, mentre Staveley sedeva ancora ai piedi del letto. «Magari sapessi cosa pensare», disse Felix.
«A che proposito ?» fece l’altro. Seguì una nuova pausa, e la lettura di un nuovo brano delle lettere.
«C’è qualcosa… qualcosa che quasi mi spaventa», disse Felix gravemente, «nell’idea di sposare una fanciulla fra qualche mese, che ora, in questa fase avanzata del nostro fidanzamento, mi scrive in modo, direi, freddo, formale».
«È lo stile della moglie plasmata con tutti i crismi, dammi retta».
«Sta’ a sentire, Staveley: se puoi parlarmi seriamente per cinque minuti, te ne sarò obbligato. Se non ci riesci, dillo, e piantiamola qui».
«Beh, avanti. Sono più che serio riguardo a come la penso, anche se magari non lo sono a parole».
«Sto cominciando a dubitare di quella cara fanciulla».
«Anch’io, e da un pezzo».
«Bada bene: mi riferisco a me stesso. Adesso il problema non è se la ami abbastanza da essere felice. Su questo non ho più diritto di dubitare».
«Però non la sposeresti se non l’amassi».
«Non occorre discuterne. Ma se fosse lei a non amarmi ? Se per lei fosse un sollievo esser libera da questo fidanzamento? Come faccio a scoprirlo?».
Augustus rimase un poco in silenzio, poiché sentiva che la faccenda era seria. Il caso, per come lo vedeva lui, era in questi termini: il suo amico Graham aveva concluso un affare dei più sciocchi, al quale probabilmente sarebbe stato ben contento di sfuggire, anche se adesso non riusciva a confessarlo. L’affare, per lui pessimo, era probabilmente ottimo per la signorina. Costei, non avendo uno scellino di suo, né meriti di nascita o di antica educazione che favorissero le sue prospettive nel mondo, probabilmente non reputava il suo fidanzamento bell’e pronto con un uomo intelligente, di carattere, e d’animo gentile, un vantaggio del quale privarsi seduta stante. A Staveley, quale amico sincero, premeva molto che l’unione si spezzasse; ma non riusciva a dire a Graham che secondo lui la signorina si augurava lo stesso. A suo parere, la signorina doveva subire una certa delusione e ricevere una certa ricompensa. Graham era stato assai sciocco, e doveva pagare la sua follia. Ma, nel prepararsi a farlo, sarebbe stato meglio se avesse guardato in faccia la verità.
« Sei certo di esser giunto a scoprire i tuoi sentimenti?» disse infine Staveley; e adesso il suo tono era più che serio, persino per l’amico.
«Cosa vuoi che conti se ci sia riuscito o meno», disse Felix.
«Conta più di tutto, più di tutto, perché è a questo riguardo che puoi raggiungere qualche certezza. Il cuore di Mary non puoi conoscerlo così a fondo. Io la vedo così: vorresti sfuggire a questa schiavitù».
«No, a meno che lei non la reputasse tale. Può darsi le sembri una schiavitù. Quanto a me, ora come ora sono convinto che questo matrimonio sarebbe il passo più sicuro che potrei compiere».
«Sicuro da quale pericolo?».
«Da tutti i pericoli. E se dovessi imparare ad amare un’altra - una donna assolutamente al di fuori della mia portata - mentre sono ancora promesso a lei?».
«Non è mia abitudine lusingarti, Graham, e non intendo farlo adesso; ma nessuna fanciulla dovrebbe essere al di fuori della tua portata. Hai talento, una posizione, ottimi natali e doni di natura che ti pongono sullo stesso piano di qualsivoglia signorina. Quanto al denaro, meno ne hai più dovresti cercare di ottenerlo.
Se solo la smettessi di fare il matto, in due anni potresti disporre di un reddito».
«Ma io non la smetterò mai».
«Ora chi è che non riesce a esser serio?».
«Bene, sarò serio, più che serio. Ce la faccio, avendo ricevuto il lasciapassare dal medico per domani. Nessuna fanciulla, dici tu, dovrebbe essere al di fuori della mia portata. Neanche una Miss Staveley sarebbe al di fuori della mia portata?».
«Un uomo non parla della propria sorella», disse Augustus, alzatosi dal letto per andare verso la finestra, «e poi so che non dici sul serio».
«Altroché, santi numi!».
«Cosa vuoi dire, allora?».
«Questo: come reagiresti venendo a sapere che vorrei chiedere la sua mano?».
Staveley aveva ragione dicendo che un uomo non parla della propria sorella. Quando aveva dichiarato all’amico, con tanta affettuosa ammirazione per il suo valore, che poteva aspirare alla mano di qualsivoglia signorina, non pensava a quella riservata fanciulla dall’espressione pudica. Quando un uomo parla con un altro di donne si suppone sempre che consideri quelle di famiglia un argomento che esula dalla conversazione. Gli amici più cari non parlano fra loro delle sorelle, una volta che abbiano concluso la scuola; e un uomo nella posizione attualmente assunta da Graham deve battersi per la propria causa con accortezza, come se quell’intimità non fosse mai esistita. In una faccenda del genere il mio amico Smith, anche se siamo come pane e
cacio da dieci anni, ha ben poco vantaggio rispetto a Jones, che è stato presentato in casa per la prima volta la settimana scorsa. Perciò Staveley si sentì quasi offeso quando Felix gli parlò di Madeline.
«Che direi? Beh, la domanda non mi è chiara, a meno che… a meno che davvero non affermassi di essere intenzionato a chiederle la mano».
«Affermo piuttosto che non ne avevo l’intenzione».
«Allora faremmo meglio a non parlare di lei».
«Ascoltami un momento. Proprio perché non succeda, sarebbe meglio per me, e per tutti, se me ne andassi via».
«Vuoi dire… ?».
«Sì, lo voglio dire! Voglio dire tutto quel che ora la tua mente ti suggerisce. Comprendo benissimo i tuoi sentimenti quando dichiari che a un uomo non piace parlare della sorella, perciò, della tua, non ne parleremo più. Amico, non guardarmi come se volessi rompere la nostra amicizia».
Augustus tornò accanto al letto, si rimise a sedere e poggiò la mano sulla spalla dell’amico con un gesto quasi carezzevole. «Neanche ci pensavo», disse.
«No, non ci si pensa mai», ribatté Graham.
«E lei?».
«Non ne ha il minimo sentore», disse Graham. «Il danno esistente è tutto da una parte. Ma ti dirò chi sospetta».
«Baker?».
«Tua madre. Se non scoprirai che, con tutta la sua ospitalità, preferirebbe che mi rimettessi in forze altrove, vuol dire che avrò preso un abbaglio».
«Non ti sarai tradito?».
«Una mamma ha sempre le orecchie tese. So che è così. Non posso spiegarti il perché. Prova a dirle che domani tornerò a Londra e stai a vedere come la prende. Ma, Staveley, togliti dalla testa che la rimproveri per questo. Ha tutte le ragioni. Sono convinto di non essermi compromesso, di non aver detto a tua sorella una parola della quale tua madre debba risentirsi; ma se è stata perspicace al punto di leggermi nel pensiero, ha tutte le ragioni per volermi fuori di casa».
La povera Lady Staveley mancava totalmente di tale perspicacia. L’enigma che aveva svelato le era assai più congeniale. Aveva semplicemente letto nel pensiero della figlia, anzi, nel suo cuore.
Augustus non sapeva proprio cosa dire. Non era disposto ad assicurare all’amico che era precisamente lui il cognato dei suoi desideri. Un matrimonio del genere per Madeline non era vantaggioso, quand’anche lo avesse desiderato. Quando aveva detto a Graham che i suoi doni di natura lo ponevano sullo stesso piano di qualsivoglia signorina, non aveva incluso sua sorella. Eppure l’idea di rassegnarsi all’improvvisa partenza dell’amico gli era penosa. «Insomma, non c’è alcuna ragione che ti impedisca di restare quassù», disse infine - e così dicendo pronunziò un inappellabile verdetto contro il povero Felix.
Di poche faccende che gli stanno a cuore un uomo può parlare a chiare lettere dicendo la verità che serba nell’intimo. Graham aveva inteso farlo, ma si era ingannato. Non aveva assolutamente sperato che l’amico dicesse: «Vieni fra noi, diventa uno di noi; prendila e diventa mio fratello». Eppure il suo cuore fu investito da una nera ondata di delusione, poiché le parole che udì erano l’esatto contrario di queste. Graham si era dichiarato un partito inadatto a Madeline Staveley, e il fratello di Madeline Staveley lo aveva preso in parola. La domanda che Augustus si pose fu la seguente: c’era o no un modo per far rimanere lì Graham senza pericolo che intrattenesse rapporti con la sorella ? A Felix la domanda si presentò in forma diversa: dopo aver parlato come aveva parlato, lo avrebbero lasciato rimanere lì, a godere di tali rapporti, oppure no ? Questa era la domanda per la quale esigeva inconsciamente una risposta - e inconsciamente aveva continuato a sperare che la risposta sarebbe stata in suo favore. Era la sua speranza, pur essendo oppresso da Mary Snow, pur avendo parlato del fidanzamento con la suddetta signorina con un così rigido spirito di sacrificio. Ma la risposta non era stata favorevole. L’amico gli aveva rinnovato l’offerta di asilo nell’isolamento di quella camera a una sorta di condizione: oltrepassarne i confini non sarebbe stato bene; di colpo i suoi sentimenti si fecero contrastanti, arrecandogli sconforto e quasi rabbia.
«Grazie, no; comprendo la tua gentilezza, ma non lo farò. Scriverò a Londra stasera, e mi metterò senz’altro in viaggio domani».
«Amico mio…».
«Sarei come un’anima in pena, se rimanessi in questa casa dopo quanto ti ho raccontato. Vedere te, tua madre, Baker o Marian o chiunque altro mi sarebbe intollerabile. Non insistere. Per la verità, dovresti accorgerti che non è possibile. Mi sono comportato come un dannato somaro, e prima me ne vado, meglio è. Dico… non è che ti arrabbi se ti chiedo di lasciarmi dormire per un’oretta. Dopo di che mi alzerò per scrivere le mie lettere».
Felix era assai crucciato. Sapeva di avere la morte nel cuore, di essere a disagio e stizzito con l’amico, ma sapeva altresì che era irragionevole da parte sua. I modi e le parole di Staveley erano stati pieni di gentilezza. Se ne rendeva conto, perciò ce l’aveva ancor di più con se stesso. Ma questo non gli impediva di essere arrabbiato e stizzito con l’amico.
«Graham», disse l’altro, «vedo chiaramente che ti ho seccato».
«Nemmeno per idea. Un uomo va a cacciarsi in un pantano e chiede soccorso a un altro. Di certo quello impantanato ha i nervi a fior di pelle».
«Tu me lo hai chiesto, ma io non sono stato in grado di aiutarti».
«Me lo immaginavo, perciò non sono rimasto deluso. Per la verità, era impossibile aiutarmi. Ultimerò il disegno della mia vita che da tempo ho abbozzato, e non mi aspetto di esser più sventurato degli altri poveri diavoli che mi circondano. Per quanto mi consta, non fa molta differenza. Ora lasciami, fai il favore».
«Mio caro amico, darei la mia mano destra se questo ti rendesse felice! ».
«Macché. La tua mano destra renderà felice qualcun altro, spero».
«Salirò di nuovo da te prima di pranzo».
«Benone. E, Staveley: quello che abbiamo detto ora non possiamo scordarlo; ma dalla prossima volta che c’incontriamo in poi, facciamo conto che sia così». Poi tornò a sdraiarsi e Augustus lasciò la stanza.
Non immaginate che Graham si fosse addormentato o che avesse pensato di dormire. Non appena restò solo, le parole dell’amico continuarono a risuonargli nelle orecchie: «Nessuna fanciulla dovrebbe essere al di fuori della tua portata». E perché Madeline Staveley sì? Semplicemente perché era la sorella di Augustus? In quella casa lo avevano fatto sentire il benvenuto, perciò era tenuto a non fare alcuno sgarbo a quella famiglia. D’altronde altre leggi, parimenti chiare, gli imponevano di non farlo a nessun’altra famiglia, o signorina. Se c’era qualcosa di vero nelle parole di Staveley, valeva per sua sorella come e più che per qualunque fanciulla. E perché lui, un legale, non doveva sposare la figlia di un legale ? Sophia Furnival, con il suo mucchio di denaro, non era considerata troppo in alto per lui; in che senso Madeline Staveley era superiore a Sophia Furnival ? Verissimo che l’una fosse smisuratamente superiore all’altra sotto tutti quegli aspetti che a suo avviso tendevano alla perfezione per una donna; ma il frutto che gli avevano proibito di raccogliere dall’albero della società non era appeso più in alto dell’altro, del quale era stato appositamente invitato a fare incetta.
Inoltre Graham non era tipo da pensare che un frutto fosse troppo in alto per lui. Non aveva un’opinione soverchia dei propri meriti, sociali e professionali, né era abituato ad aspettarsi grandi cose dal proprio genio; ma possedeva quell’audacia di spirito che dona a un uomo la speranza di conquistare quanto vuole conquistare - quell’audacia che è padre e madre del successo - che di rado esiste senza la capacità interiore sulla quale dovrebbe fondarsi.
D’altronde c’era Mary Snow! Per Augustus non contava granché. Secondo la sua teoria sulla vita futura dell’amico, la si poteva metter da parte senza colpo ferire. Quand’è così, perché Madeline non era alla sua portata? D’altronde stavano così le cose? Non aveva promesso di sposare Mary Snow alla presenza del padre della ragazza, in tutta solennità e certezza, nella maniera più irrevocabile ? Ahimè, sì; e per questa ragione era giusto affrettarsi a lasciare Noningsby.
Poi pensò alla lettera di Mary, e a quella di Mrs Thomas. Cosa era successo? Mary aveva scritto come se fosse stata accusata di qualche sciocchezza; ma Mrs Thomas parlava solennemente di liberarsi la coscienza. Come mai le rimordeva fino a quel punto ?
Ben presto i suoi pensieri fuggirono dalla casetta di Peckham e tornarono a stabilirsi a Noningsby. Se non avesse ancora udito i passi di Madeline, era perché li avevano allontanati dal corridoio ? Se non avesse ancora udito la sua voce sulla soglia, era perché l’avevano messa a tacere ? C’è un silenzio che sa esser più eloquente dei rumori che lo precedono. Se nessuno avesse indovinato cosa sentiva, Madeline avrebbe percorso il corridoio come al solito, e con la dolce voce avrebbe detto una parola in risposta alla sua. Ebbe la certezza che non sarebbe più successo: chi l’aveva interrotto, perché quei rumori non sarebbero più echeggiati ?
Alla fine si addormentò, non in conformità di un piano prestabilito; se fosse stato interpellato, avrebbe risposto che era impossibile. Eppure si addormentò, e si svegliò che era buio. Si era ripromesso di alzarsi e di vestirsi quel pomeriggio, o di sbrigare quella cerimonia non appena possibile - in vista del movimento del giorno dopo; e ora si drizzò sul letto di soprassalto, arrabbiato con se stesso per aver perso tempo.
«Dio vi benedica, Mr Graham, quanto avete dormito!» disse Mrs Baker. «Meno male che ho rimandato giù il vostro pranzo per tenerlo in caldo. Un fagiano coi fiocchi con la salsa di pane e latte, ma ormai sarà diventata una pappa».
«Non fa nulla, Mrs Baker, il meglio è il fagiano».
«È venuta la signora, Mr Graham, solo che non ha voluto svegliarvi. Mica vuol sentir parlare di spostarvi domani, e nemmeno il giudice. Di sotto c’è stato un baccano quando Mr Augustus si è azzardato a fiatare. So che qualcuno… ».
«Stavi dicendo che qualcuno… ?».
«Non fa nulla, nessuno in particolare, sono tutti quanti. Domani non partirete, fateci pure una croce sopra. E poi le vostre cose sono tutte a lavare, quindi non potete; ora scendo a prendervi il fagiano».
Dichiarò ancora che sarebbe senz’altro partito, ma a Mrs Baker non fece né caldo né freddo. Felix sapeva che il sacco della posta non partiva fino alle otto, e le cinque erano passate da poco. Avrebbe rivisto Staveley dopo pranzo, poi avrebbe scritto.
Quando Augustus lasciò la stanza a metà giornata si imbatté in Madeline che vagava per casa. Vagava, in quei giorni, come vi fosse sempre qualcosa da fare, dappertutto, tranne dove si trovava lei in quel momento. Eppure di cose ne faceva ben poche. Non lavorava, né leggeva, quanto alle mansioni domestiche, il suo contributo era interamente limitato al tè mattutino e serale.
«Non sarà vero che domattina se ne va, no, Augustus ?».
«Chi, Graham? Beh, lui dice di sì. Gli preme molto rientrare a Londra, e senza dubbio gli sembra stupido starsene steso lì con le mani in mano».
«Cosa vuoi che faccia in più nella camera di casa sua, dove immagino nessuno lo assisterà. Crede di disturbare e perciò vuole andarsene. Ma per mamma non è affatto un disturbo, sai; cosa penseremmo dopo se al tuo amico capitasse qualcosa di brutto perché lo abbiamo lasciato partire prima che fosse in grado di spostarsi ? Certo, Mr Pottinger dice così… ». Mr Pottinger era il medico. «Certo, Mr Pottinger dice così, perché crede che sia qui da tanto, non capisce».
«Ma a Mr Pottinger non dispiacerebbe tenere un paziente».
«Oh, no; non è proprio il tipo. Penserebbe a mamma, al disturbo, cioè, di avere in casa un estraneo. Ma cosa vuoi che sia per lei, specie se si tratta di un tuo amico così intimo».
Augustus si voltò leggermente così da guardare dritto in faccia la sorella, e notò che una lacrima le si era raccolta all’angolo dell’occhio. Lei si avvide del suo sguardo e in parte lo rifuggì, ma si ricompose subito e a quello sguardo rispose. «Ho capito», disse, «se ti piace pensarlo, non posso impedirtelo. Ma è orribile… orribile…» poi s’interruppe, accortasi di non poter frenare un piccolo singhiozzo se si fosse affidata ad altre parole.
«Hai capito, Mad?» disse, cingendole affettuosamente la vita con il braccio. «E cosa avresti capito ? Via, noi due non abbiamo mai segreti, lo dici sempre quando vuoi venire a sapere i miei. Dimmi cos’è che hai capito».
«Non ho nessun segreto».
«Ma che cosa hai capito?».
«Mi hai guardato così perché non voglio che lasci mandar via Mr Graham. Nemmeno se si trattasse del vecchio Mr Furnival mi andrebbe che lo mettessero alla porta in quelle condizioni».
«Povero Mr Furnival, no; credo che la prenderebbe peggio di Felix».
«Allora perché dovrebbe andarsene ? E perché… dovresti guardarmi in quel modo?».
«Io ti ho guardato, Mad? Beh, direi di sì. Non dobbiamo avere segreti, giusto?».
«Giusto», disse lei. Ma senza l’ardore con il quale finora aveva dichiarato che si sarebbero sempre raccontati tutto.
«Felix Graham è un mio amico», disse Augustus, «un carissimo amico; e spero che a te piaceranno sempre i miei amici. Ma…».
«Ebbene?» disse lei.
«Mi hai capito, Mad».
«Già», disse lei.
«Tutto qui, tesoro». Allora comprese che anche il fratello l’aveva messa in guardia dall’innamorarsi di Felix Graham, e per questo si arrabbiò con lui. «Perché… perché… perché?». Ma ancora non sapeva bene come formulare la domanda che desiderava porsi.