Capitolo LVII
Amori e speranze di Albert Fitzallen
Felix Graham, lasciata la povera Mary Snow, non si recò immediatamente nella bottega del dottore. Aveva deciso che non avrebbe mai sposato Mary Snow, perciò reputò saggio dedicarsi ai preparativi necessari alla liberazione di entrambi senza perder tempo. Ma non ebbe cuore di mettersi all’opera non appena l’ebbe lasciata. Passò davanti alla farmacia e, sbirciato all’interno, scorse un giovanotto che lavorava diligentemente con il pestello. Se Albert Fitzallen era adatto nonché disposto a sposare Mary, Felix, povero com’era, si sarebbe ancora sacrificato finanziariamente per quietarsi la coscienza e rendere possibile quel matrimonio. Disponeva ancora di 1.200 sterline, tutto ciò che avanzava del suo capitale; metà lo avrebbe dato in dote a Mary. Tornò due giorni dopo e, sbirciando di nuovo all’interno della bottega, rivide il giovanotto al lavoro.
«Sissignore, mi chiamo Albert Fitzallen», disse l’aspirante medico, uscendo da dietro il bancone. Non c’era nessun altro nella bottega, e Felix sapeva a stento come abbordarlo su un argomento di tale importanza, mentre costui aveva ancora da sorvegliare tutta quella scorta di medicinali, e poteva essere chiamato da un momento all’altro ad alleviare le indisposizioni di Clapham. Albert Fitzallen era un giovane dal volto pallido e i capelli chiari, con un accenno di baffi, la chioma equamente ripartita sulla fronte, gli elaborati polsini della camicia elaboratamente rimboccati e un grembiule bianco allacciato in modo tale da consentirgli di praticare il suo mestiere senza rovinare gli indumenti sottostanti. Il suo volto, tuttavia, non era brutto, né meschino, e non fosse stato per la sua aria un tantino presuntuosa, assunta forse per rivalersi dell’insieme di grembiule e barba, Felix lo avrebbe guardato con occhio favorevole.
«È per motivi di salute?» chiese Fitzallen, quando Graham gli propose di uscire con lui per qualche minuto. Graham spiegò che non era per motivi di salute, ma per motivi di natura del tutto riservata; allora il giovane, sfilandosi il grembiule e strofinandosi le mani con un panno integralmente medicato, diede una voce al padrone nel retrobottega, e pochi minuti dopo i due innamorati di Mary Snow passeggiavano assieme, fianco a fianco, sul marciapiede.
«So che conoscete Miss Snow», disse Felix, venendo subito al nocciolo della delicata situazione.
Albert Fitzallen si impettì e dichiarò che ne aveva l’onore.
«Anch’io la conosco», disse Felix. «Mi chiamo Felix Graham…».
«Oh, ma bene, signore», fece Albert. Si trovavano in una strada deserta, e il giovane potè assumere un’aria decisamente ostile senza incrociare altro sguardo da quello del rivale. «Se avete qualcosa da dirmi, signore, sono pronto ad ascoltarvi, e anche a rispondervi. Vi ho sentito nominare da Miss Snow». E Albert Fitzallen tenne la posizione come se d’un tratto stesse per prendere la mira con la pistola.
«Sì, lo so. Mary mi ha raccontato di voi. Mr Fitzallen, potete considerarmi come il suo amico migliore e più fidato».
«So che le siete stato amico; me ne rendo conto. Ma, Mr Graham, se mi consentite, una cosa è l’amicizia, un’altra l’amore ardente di un cuore devoto».
«Proprio così», disse Felix.
«Un cuore di donna è un tesoro che nessuno sforzo d’amicizia può comprare», disse Fitzallen.
«Sono pienamente d’accordo», disse Graham.
«Lungi da me vantarmi», continuò l’altro, «o dare a intendere di essermi conquistato un posto negli affetti della signorina. Conosco fin troppo bene la mia posizione, e sono orgoglioso di dire che vivo solo di speranze». Qui, a dimostrazione del suo orgoglio, si colpì lo sparato della camicia con il pugno chiuso. «Ma, Mr Graham, sono libero di dichiarare, persino in vostra presenza, che sebbene siate il suo amico migliore e più fidato», - e ripetè quelle parole con un tono di voce non esente da una viva nota di disprezzo - «io vivo di speranze, eccome, a dispetto delle vostre pretese. Se desiderate litigare a causa di queste mie speranze, non ho nulla da obiettare». Poi arricciò tutto quel che poteva arricciare dell’accenno di baffi.
«Niente affatto», disse Graham.
«Oh, benissimo», disse Fitzallen. «Allora siamo intesi che l’arena dell’amore è aperta a entrambi. Certo non mi sfuggono gli immensi vantaggi di cui godete in questa lotta». Poi Fitzallen alzò lo sguardo sul brutto viso di Felix Graham, e pensò alla propria immagine riflessa dallo specchio.
«Una cosa voglio sapere» disse Felix. «Se sposate Mary Snow, di quali mezzi disponete per mantenerla ? Vostra madre la accoglierebbe in casa sua ? Presumo non siate socio nella bottega; ma sarebbe possibile farvi entrare in società, qualora Mary vi sposasse e avesse un po’ di denaro?».
«Eh?» fece Albert, smettendo la sua aria orgogliosa, lasciando cadere la mano dalle labbra, e rimanendo impalato di fronte al suo interlocutore a bocca spalancata.
«Naturalmente le vostre intenzioni verso la cara Mary sono oneste?».
«Oh, signore, sì, sul mio onore di gentiluomo. Sono bene intenzionato, signore, sono… Mr Graham, io amo la signorina con una devozione, che… che… che… Quindi non pensate di sposarla; eh, Mr Graham?».
«No, Mr Fitzallen. E ora, se mi accordate la vostra fiducia, discuteremo delle vostre prospettive».
«Oh, benissimo. Certo siete assai gentile. Ma Miss Snow mi ha riferito…».
«Sì, lo so, ha fatto benissimo. Ma come avete appena detto, un cuore di donna non si compra con l’amicizia. Non sono stato un cattivo amico per Mary, ma non ho il diritto ad aspettarmi di conquistare così il suo amore. Non so dire se voi ci riuscirete, ma io mi sono dato per vinto». E con questo Graham contava di essere estremamente onesto, pur essendo, in realtà, alquanto ipocrita.
«Quindi ho via libera», disse Fitzallen.
«Sì, via libera», rispose Graham.
«Ma la corsa è ancora aperta. Non credete che Miss Snow sia di natura assai… assai fredda?».
Felix ricordò il bacio sotto il lampione, il bacio dato, e ricevuto. Ricordò altresì che Mary e il signore si conoscevano senz’altro da poco; e non rispose. Ma fece un confronto. Come avrebbe reagito Madeline se egli avesse fatto una cosa del genere ? E pensò ai suoi occhi lampeggianti, al suo terribile disprezzo, all’immenso sdegno di tutti gli Staveley, e al sordido abisso nel quale il delinquente sarebbe precipitato.
Riportò subito la discussione sui mezzi del giovanotto, sulla madre, e sulla bottega del dottore; e pur non apprendendo nulla di molto promettente, non fu scoraggiato. Albert Fitzallen smise di darsi tante arie quando apprese che al presunto rivale premeva molto dargli una mano. Era più che disposto a farsi guidare da Graham, e quanto alla proposta della società, di certo il vecchio Balsam, il padrone della baracca, sarebbe stato contento di incamerare una somma di denaro. «Ha un figlio», disse Albert, «ma non ne vuol sapere. Si è messo nel ramo vini e superalcolici; ma non vende nemmeno la metà di quanto beve».
Poi Felix gli domandò se poteva fare una capatina da sua madre, e Albert, facendosi rosso, acconsentì. «Mamma è venuta a saperlo», disse Albert, «ma proprio non so come». Magari a Mrs Fitzallen, al pari di Mrs Thomas, non sfuggivano i documenti vaganti spediti in posti impensati. «E io, immagino, potrò fare una capatina da… da Mary?» chiese l’innamorato, mentre Graham prendeva congedo. Ma Felix non potè autorizzarlo, e spiegò che Mrs Thomas poteva tuttora rivelarsi un drago a guardia delle Esperidi. Non era meglio attendere finché il padre di Mary non fosse stato informato ? Poi, se tutto andava bene, avrebbe portato avanti la sua storia d’amore nella debita forma e in veste di innamorato ufficiale.
Tutto ciò era assai piacevole, oltre che assolutamente inatteso, e Fitzallen non potè far a meno di considerarsi un giovane fortunato. Mai aveva contemplato la possibilità che Mary Snow fosse un’ereditiera. E dipingendo la sua passione come disperata, la madre gli aveva lasciato intendere che, forse, avrebbe potuto sposare la sua Mary in capo a cinque o sei anni. Ora si ritrovava a portata di mano ciò che agognava sopra ogni cosa, e avrebbe dovuto essere felice. Eppure, sebbene lo fosse senz’altro, il suo amore era pervaso da un senso di freddezza, di delusione quasi, quando riprese posto dietro il bancone. I dispiaceri di Lydia nella commedia, quando scopre che la sua passione incontra l’approvazione generale sono quantomai assurdi,51 ma del tutto verosimili. Gli innamorati sarebbero dei gran perdenti se la strada dell’amore fosse immancabilmente spianata.52 Per la verità, fosse tale l’ordine delle cose, gli innamorati non esisterebbero. La faccenda risulterebbe una barba. Probabilmente Albert, a differenza di Lydia, non si sovvenne di un fine travestimento, di una simpatica scala di corda, di una timorosa luna, né di un parroco scozzese; però ebbe come la sensazione di esser stato privato dell’idillio della sua vita. Cinque minuti sotto il lampione con Mary Snow gli erano più dolci di un’intera miriade di serate trascorse in sua compagnia, circondato dalle comodità del salotto materno. Eh, sì, miei cari lettori - mi riferisco ai signori uomini, s’intende - non sono sempre stati una delizia quei minuti sotto il lampione ?
Ma Graham non ebbe a che fare con certi sentimenti quando discusse con la madre di Albert sul medesimo argomento. Costei era sufficientemente sensibile all’aspetto materiale della faccenda, e sapeva quanto la felicità di un uomo sposato dipenda dalle sue scorte di pane e burro. Seicento sterline! Mr Graham era molto gentile - davvero molto gentile. Non aveva nulla da obiettare contro Mary Snow. L’aveva vista, e la credeva assai graziosa e dall’aria assai riservata. Albert le era senz’altro caldamente affezionato. Ne era più che certa. E di Albert, che dire? Non esisteva un giovanotto più bendisposto. Consumava i suoi pasti a casa regolarmente, e trascorreva dieci ore al giorno dietro il bancone nella bottega di Mr Balsam - dieci ore al giorno, domeniche comprese, il che era uno svantaggio in campo medico, secondo Mrs Fitzallen, ed anche secondo il sottoscritto, senza alcun dubbio. Ma quella somma avrebbe fatto una gran differenza. Mrs Fitzallen era quasi certa che con seicento sterline - facciamo cinquecento, risparmiandone cento per i mobili - Mr Balsam si sarebbe lasciato tentare dalla società. In tal caso, Albert avrebbe trascorso le domeniche a casa, naturalmente. Dopodiché, sistemate tutte queste cose, Felix Graham salì su un omnibus e se ne tornò al suo studio.
Finora andava tutto a gonfie vele. L’idea di una moglie modello si era già fatta assai costosa, e perché pervenisse a naturale conclusione il povero Graham era disposto a sborsare fino all’ultimo scellino in suo possesso. Ma restava una difficoltà da superare. Cosa avrebbe detto Snow padre ? Costui, a differenza di Albert Fitzallen, sarebbe stato un osso duro, lo sapeva. E poi, visto che aveva già promesso di donare il resto del suo patrimonio al giovanotto, con cosa lo avrebbe corrotto affinché abbandonasse la naturale ambizione ad avere per genero un avvocato? Per giunta, a quei tempi, Snow padre si era ancor più svilito da quando lo aveva conosciuto Graham, riducendosi in poco più che un impostore ubriacone e accattone. Bel suocero gli sarebbe toccato! Allora Felix Graham pensò al giudice Staveley.
Tuttavia mandò a chiamare l’incisore, che non tardò ad obbedire alla convocazione. Ultimamente Graham lo aveva visto di rado, largendo la sua elemosina tramite Mary, e rimase scioccato dall’aspetto e dalla voce dell’uomo che tradivano inequivocabilmente l’attaccamento al gin. Che spaventosa vista quegli occhi acquosi; quel naso rosso, irregolare, pustoloso; quelle guance cascanti e quella bocca pendula, bavosa! Guardate che capelli spettinati, che barba incolta, che andatura malferma, fiacca, e che vesti sbrindellate, tutti segni eloquenti del gin! Quando vi si accosta, vi tappereste volentieri il naso, tanto lurida è la prova del suo unico ed eterno vizio. Eccome se lo fareste, se non aveste ancora rispetto per i suoi sentimenti, il rispetto che lui stesso ha interamente scordato di mantenere. Com’è terribile la perdita di ogni dignità personale che l’ubriacone finisce per subire! E la sua voce, poi! Ogni tono è modulato dal gin, e rivela la devastazione che la sostanza gli ha portato in gola. Chissà se un uomo siffatto non sia l’essere più repellente che striscia sulla terra di nostro Signore.
Vi sono donne che tendiamo a sdegnare con tutta la forza del nostro disprezzo; ma dubito che una donna sprofondi a un così infimo livello. Forse anche lei è un’ubriacona, e dunque sarà più facile che ci muova a pietà, che ci faccia stringere il cuore, ma non credo si trasformi in un essere nauseante al pari dell’uomo che ha abbandonato ogni speranza per il gin. Potete sempre toccarla; e se il compito vi pare ingrato, potete toccarla con garbo, sforzandovi di riportarla alla decenza. Ma l’altro! Beh si dovrebbe essere disposti a toccare anche lui, cimentandosi nel medesimo tentativo. Posso solo dire che il compito è nauseante e per nulla promettente. Guardatelo mentre se ne sta davanti al lurido, fetido e vischioso bancone, col bicchiere in mano, che ha appena vuotato. Vedete con quale smorfia lo posa, come se quel goccio fosse stato quasi disgustoso. E l’ultimo tocco di ipocrisia con il quale tenta di coprire il misfatto - come a dire: «Lo faccio per il mio stomaco; sapete però quanto lo aborro». Poi accigliato va a rintanarsi da qualche parte, senza rivolgere la parola a nessuno - strascicando i piedi, scuotendosi nei suoi luridi stracci, raggomitolandosi tutto - come sforzandosi di spingere il calore dell’alcol fino alle estremità! Eccolo che ciondola all’angolo della strada, finché la sua poca pazienza si esaurisce, e con l’ultimo penny torna a prendersi un altro bicchiere. Una volta che l’ha ingollato il poliziotto lo prende in custodia.
Lettore, se dovessimo ridurci a tanto io e te, abbandonati dal rispetto che un uomo deve a se stesso, che Dio nella sua misericordia ci custodisca e ci protegga entrambi!
Così era ridotto Snow padre mentre era in piedi davanti a Graham nel suo studio al Tempie. Felix non potè chiedergli di sedersi, sicché si alzò anche lui mentre gli parlava. Sulle prime l’uomo fu educato, rigirando il vecchio cappello e dondolandosi sui piedi; assai educato, e alquanto pavido, per giunta, giacché in quel momento sapeva di essere mezzo ubriaco. Ma via via che appurava lo scopo della convocazione di Graham e capiva che il gentiluomo di fronte a lui non si riprometteva l’onore di diventare suo genero, la sua educazione andò a farsi benedire e, ubriaco com’era, si pronunciò con sufficiente libertà.
«Volete dire, Mr Graham» - e sotto l’effetto del gin storpiò il nome in Gorm - «che state per piantare in asso quella ragazza?».
«Nemmeno per idea. Per lei farò tutto ciò che è in mio potere. E se non è quanto si merita, sarà, perlomeno, più di quanto meritiate voi per vostra figlia».
«E non la sposerete?».
«No. Non la sposerò. E neppure lei lo vuole. Mi auguro che si fidanzi, con la mia piena approvazione… ».
«E cosa diavolo conta, signore, la vostra approvazione per il sottoscritto ? Di chi è figlia, vorrei tanto sapere? State a sentire, Mr Gorm: magari dimenticate di avermi scritto quella lettera quando vi ho concesso la custodia di quella ragazza». E trasse dal petto un portafoglio bisunto, e sbandierò a Felix la sua lettera a brandelli - tenendola, tuttavia, a distanza, ad evitare che un’improvvisa incursione gliela strappasse di mano. «Credete, signore, che avrei rinunciato alla mia bambina, se non avessi saputo che avrebbe fatto un matrimonio rispettabile ? Mi è cara come a chiunque altri».
«Lo spero. E dovreste ringraziare la vostra buona stella se hanno provveduto così bene a lei. Vi ho riferito tutto quanto dovevo, ora potete andare».
«Mr Gorm!».
«Non ho altro da dire; e quand’anche l’avessi, non ve lo direi ora. Qualcuno si prenderà cura di vostra figlia».
«Però che bella faccia tosta da parte di un gentiluomo. Mancherete alla parola data - un rottura di promessa bella e buona - passandovela liscia! State a sentire, Mr Gorm: scoprirete che invece non ve la passerete liscia. Perché credete che mi sia fatto dare questa lettera?».
«Per proteggere Mary, voglio sperare».
«E, perdio, sarà protetta».
«Ah, senza dubbio; ma non da voi, temo. Per il momento la proteggerò io; e spero che presto lo farà un marito che l’ama. Ora, Mr Snow, vi ho riferito tutto quanto dovevo, e debbo chiedervi di lasciarmi».
Nondimeno i due ebbero ancora molto a che dire, prima che Graham si ritrovasse solo nel suo studio. Snow padre, benché leggermente alticcio - un po’ brillo, dice la gente - non lo era più del solito, e sapeva benissimo il fatto suo.
«E io cosa faccio, Mr Gorm?» chiese con voce piagnucolosa, quando nella sua testa prese a farsi strada l’idea che per un tribunale il futuro genero si stava comportando bene con sua figlia.
«Andate a lavorare», disse Graham, voltandosi verso di lui bruscamente, quasi con ferocia.
«È una parola. Si fa presto a dirlo!».
«Scoprirete che si fa presto anche a farlo. Andate a lavorare e non bevete. Non penserete mica, immagino, che sposando vostra figlia mi sarei trovato costretto a mantenervi nell’ozio?».
«Sarebbe stato un gran conforto alla mia età poter frequentare la casa di una figlia», disse candidamente Snow, ormai ridotto alle lacrime e allo stremo.
Ma quando scoprì che Felix non avrebbe fatto nulla per lui, che stavolta non gli avrebbe prestato una sovrana, e nemmeno mezza corona, tornò ed essere sdegnato, e in questo stato fu messo alla porta.
«Oh, sant’Iddio!» disse Felix tra sé, serrando i pugni e colpendo il tavolo con entrambi. E quello era l’uomo con il quale si era ripromesso di allacciare uno stretto vincolo familiare. Albert Fitzallen non conosceva Mr Snow; ma bisognava decidere se non fosse suo dovere farli conoscere.