Capitolo XLIV

Che mostra come Lady Mason sapesse essere assai nobile

Dopo la sua visita allo studio di Mr Furnival Lady Mason tornò a Cleeve, e nessuno le chiese perché fosse stata a Londra né chi avesse incontrato. Nulla era più cortese della deferenza che le veniva dimostrata, e dell’assoluta libertà d’azione che le veniva concessa. Quello stesso giorno Lady Staveley era passata a Cleeve, spiegando a Sir Peregrine e a Mrs Orme di essere venuta apposta per far visita a Lady Mason. «Naturalmente sarei dovuta passare a Orley Farm», disse Lady Staveley, « solo mi risulta che Lady Mason probabilmente prolungherà il suo soggiorno a Cleeve. Debbo far conto su di voi, Mrs Orme, affinché non vi siano dubbi in proposito». Sir Peregrine si assunse la responsabilità di confermarle che non ce ne sarebbero stati, poi, prendendola da parte, le riferì della sua intenzione di sposarsi. «Mi rendo conto», disse, «che non ho diritto di importunarvi con un evento che riguarda esclusivamente noi; desidero però, e forse voi comprenderete, che non rimanga segreto. Credo sia meglio, per il bene di Lady Mason, renderlo noto. Se questo legame può esserle d’aiuto, deve raccoglierne i benefici adesso, mentre certa gente tratta il suo buon nome con un’efferatezza a mio avviso senza precedenti in questo paese». Al che naturalmente Lady Staveley fu obbligata a congratularsi con lui, cosa che fece con la miglior grazia di cui fosse capace; ma non fu facile esprimersi con cordialità, e mentre tornava a Noningsby insieme a Mrs Arbuthnot, le parole che scambiò con la figlia a proposito di Lady Mason non furono gentili come i loro commenti all’andata. 

Lady Staveley aveva sperato - sebbene avesse stentato a esprimere la sua speranza persino a se stessa, e non ne avesse messo a parte nessuno - di poter dire due parole a Mrs Orme su Peregrine, due parole, a dimostrazione della sua simpatia per il giovane - della sua considerazione, dell’affetto che quasi provava per lui, quand’anche non avesse potuto fare il nome di Madeline. Avrebbe così appreso se il giovane Orme si fosse confidato ai familiari sulle proprie speranze e le proprie delusioni, e in qualche modo dedotto se si sarebbe ripresentato o meno in veste di pretendente. Non avrebbe fatto il nome della figlia per prima; ma se Mrs Orme fosse entrata in argomento, sarebbe stata libera di parlarne, e di informarla che l’erede di Cleeve disponeva se non altro del suo benestare e della sua benevolenza. Cosa l’avrebbe resa più felice del vedere una figlia sistemata, e a sole otto miglia da casa? Il fatto era che un matrimonio tra la figlia e Peregrine Orme sarebbe stato una tale fortuna, mentre quei sentimenti per Felix Graham erano una tale sfortuna! Quel giovane cuore, pensava, non poteva essere già oppresso, magari era possibile far sì che quella storia seguisse il giusto corso - se solo avesse potuto farlo senza indugio. Ma ora Sir Peregrine, riferendole di sé e di Lady Mason, le aveva impedito di affrontare l’altro argomento. Inoltre, se il legame tra la famiglia di Noningsby e quella di Cleeve era scritto, il matrimonio tra il baronetto e Lady Mason non sarebbe stato assai offensivo ? Perciò Lady Staveley era tutt’altro che contenta mentre faceva ritorno a casa. 

Il messaggio a Lady Mason, tuttavia, fu trasmesso in tutta la sua forza. Sir Peregrine era grato per quel gesto, e Mrs Orme, parlandone, ne trasse il massimo profitto. Una gentilezza usata dagli Staveley agli Orme, di norma, non avrebbe fatto testo. Fra le due famiglie poteva nascere, e come è logico era nata, un’intima amicizia. Ma gli Orme ovviamente godevano di maggior prestigio presso la pubblica opinione. Ora, tuttavia, dovevano farsi carico di Lady Mason. Era la volontà di Sir Peregrine, e Mrs Orme nemmeno si sognava di discutere il volere di colui che non aveva mai messo in discussione. L’argomento non venne proprio toccato; eppure entrambi avevano la sensazione che l’appoggio e l’aperta amicizia di Lady Staveley sarebbero risultati preziosi. Arrivato a questo punto Sir Peregrine Orme riteneva di essersi già coperto di disonore, benché in cuor suo avesse dichiarato migliaia di volte che stava solo compiendo il proprio dovere di gentiluomo. 

Quella sera Lady Mason non fece parola del suo nuovo proposito. Si era impegnata tanto con Peregrine Orme quanto con Mr Furnival. A ciascuno aveva promesso di rompere il fidanzamento, e sapeva bene che non c’era da perder tempo. Ma come avrebbe fatto? Con quali parole doveva dirgli che aveva cambiato idea, che avrebbe respinto la mano che le aveva offerta ? Temeva di rimanere sola anche un solo istante con Peregrine per paura che potesse rinfacciarle la promessa non mantenuta. Ma in verità il giovane al momento pensava a ben altro. Si era in parte persuaso che il matrimonio del nonno potesse favorire il suo; e pur essendo ancora ben lungi dal rassegnarsi a una parentela con Lady Mason, era quasi disposto a digerirla. 

L’indomani, verso mezzogiorno, un cocchio trainato da una coppia di cavalli che procedeva di gran carriera si arrestò di colpo davanti all’ingresso di Cleeve, e subito dopo le due signore appresero che Lord Alston era in riunione segreta con Sir Peregrine. Lord Alston era uno dei più vecchi amici di Sir Peregrine. Era più anziano e più autorevole del baronetto; soprattutto era un amico che veniva a Cleeve raramente, malgrado l’intima e profonda amicizia. Mrs Orme e Lady Mason non ne parlarono, ma ognuna nutriva il terrore che fosse venuto a protestare per il matrimonio. E in verità era così. I due vecchi s’intrattennero per un’oretta, poi Lord Alston partì senza chiedere di nessuno, né di vedere qualcun altro della famiglia. Lord Alston aveva protestato per il matrimonio, lasciandosi infine andare a parole grosse pur di dissuadere il baronetto da un passo che riteneva malaugurato; ma aveva protestato invano. Ogni sua parola risultò non solo infruttuosa, ma offensiva: era assai difficile recuperare Sir Peregrine con il dissenso, benché fosse facilissimo influenzarlo facendo mostra di accondiscendenza. 

«Orme, amico mio», disse Sua Signoria, quando il colloquio volgeva al termine, «è mio dovere dirvelo, come vecchio amico». 

«Allora, Lord Alston, avete assolto al vostro dovere». 

« Non finché mi rimane la speranza di poter scongiurare questo matrimonio». 

«Non avete alcun motivo di sperarlo; e permettetemi di dire che l’espressione di una simile speranza rappresenta per me una grave scortesia». 

«Noi due», continuò Lord Alston, a quanto pare senza far caso alle ultime parole di Sir Peregrine, «abbiamo giocato quasi tutte le nostre carte su questa terra. Le nostre esistenze sono agli sgoccioli; e credo di poter dire, per quanto concerne entrambi, ma senz’altro per quanto concerne voi, che si sono svolte senza recare disonore ai nostri predecessori. Più di tutto dovremmo sperare che i nostri nomi non abbiano mai a tramutarsi in un rimprovero per coloro che ci succederanno». 

«Con l’aiuto di Dio non farò nulla che abbia a disonorare la mia famiglia». 

«Ma, Orme, noi due non possiamo agire alla stregua di coloro che portano un nome sconosciuto ai più. So che lo state facendo per un senso di carità verso la signora». 

«Lo faccio, Lord Alston, perché lo voglio». 

«Ma la carità è dovuta prima di tutto a vostro nipote. Immaginate che chieda la mano della figlia di qualche nobiluomo - poiché ne ha ogni titolo. Che ne sarebbe delle sue speranze se si sapesse che a suo tempo avete sposato una signora costretta a presentarsi alla sbarra per un processo penale?». 

«Lord Alston», disse Sir Peregrine, levandosi dalla poltrona, «mi auguro che mio nipote non riponga mai le sue speranze in una donna insensibile alle sue profferte a causa di un pensiero simile». 

«E se fosse colpevole?» disse Lord Alston. 

«Permettetemi di dire», disse Sir Peregrine, ancora in piedi, diritto come un fuso adesso, come se gli anni gli pesassero meno di una piuma, «che questa conversazione è già durata abbastanza. Non posso prestare orecchio a certe insinuazioni, finanche da parte di Lord Alston». 

Allora Sua Signoria scrollò le spalle, dichiarò che parlandogli in quel modo aveva cercato, per amicizia, di compiere il proprio dovere nei confronti di un vecchio amico - senz’altro il più vecchio, e quasi il più caro che avesse - e prese congedo. Si udì lo stridore delle ruote del cocchio sulla ghiaia, mentre si allontanava dall’ingresso al galoppo, e le due donne si scambiarono uno sguardo senza aprire bocca. Sir Peregrine non riapparve che all’ora di pranzo; ma quando entrò in salotto con Lady Mason fu, se possibile, più cortese e affettuoso che mai. 

«Così oggi sarebbe venuto Lord Alston», disse Peregrine alla madre quella sera prima di andare a letto. 

«Sì, è venuto». 

«Ci scommetto che era per via del matrimonio, mamma». 

«Non credo che Lord Alston voglia interferire, Perry». 

«Ah no? Interferisce su qualunque cosa, quando non gli garba; ossia, dipende da quanto è sfacciata. Naturale che non gli garba. A chi potrebbe?». 

«A tuo nonno, Perry, che ha senz’altro diritto di fare come gli pare». 

«Non saprei. Lo stesso potresti dire se volesse ammazzare tutte le volpi del circondario, o fare qualche stranezza del genere. Certo che può ammazzarle, per quanto riguarda la legge, ma dopo cosa otterrebbe ? Lei non gli ha parlato, vero?». 

«Non credo». 

«Nemmeno a te?». 

«No, non mi ha parlato; non a quel proposito». 

«Mi ha promesso esplicitamente che avrebbe rotto il fidanzamento». 

«Non essere duro con lei, Perry». 

Proprio mentre queste parole venivano pronunziate, si udì un bussare sommesso alla porta dello spogliatoio di Mrs Orme. La stanza, nella quale era solita restare ogni sera per un’oretta prima di andare a letto, era teatro degli affettuosi convegni fra madre e figlio. Era un grazioso appartamentino, cui si accedeva dalla camera da letto di Mrs Orme, un tempo proprietà esclusiva del padre di Peregrine. Ma, poco alla volta, aveva assunto caratteristiche prettamente femminili; era stato arredato con morbide poltrone, un divano e una toletta; e benché lo definissero lo spogliatoio di Mrs Orme, era in realtà un soggiorno ben distinto riservato esclusivamente a lei. Sir Peregrine non si sarebbe mai permesso di entrarci senza prima farsi annunciare, e inoltre lo faceva assai di rado. Ma ultimamente Lady Mason poteva accedervi, e adesso Mrs Orme capì che era lei a bussare. 

«Apri la porta, Perry», disse; «è Lady Mason». Egli la aprì e Lady Mason entrò. 

«Oh, Mr Orme, non sapevo che foste qui». 

«Stavo giusto uscendo. Buona notte, mamma». 

«Vi sto disturbando». 

«No, abbiamo finito». Poi si chinò a baciare la madre. «Buona notte, Lady Mason. Non è meglio che aggiunga un altro po’ di legna ? Altrimenti il fuoco si spegne». E così fece, poi se ne andò. 

Nel mentre Lady Mason si era seduta sul divano, vicino a Mrs Orme; ma quando la porta si chiuse fu quest’ultima a parlare per prima. «Beh, cara», disse, poggiando la mano sul braccio dell’altra con un gesto carezzevole. Mi vien fatto di pensare che, dovendo consultare solo se stessa, avrebbe voluto che quel matrimonio fosse celebrato. Per lei sarebbe stato un gran piacere avere sempre in casa Lady Mason; ignorava tutti i timori sulla futura memoria della famiglia che Lord Alston aveva esposto dall’alto della sua conoscenza del mondo. Fatto sta che fu talmente carezzevole e affettuosa con l’ospite da favorire, anziché osteggiare, i voleri del baronetto. «Beh, cara», disse col più dolce dei sorrisi. 

«Mi dispiace tanto di aver costretto vostro figlio a uscire». 

«Era sulla porta. Inoltre, non ha importanza; a volte resterebbe qui tutta la notte, se non lo costringessi a uscire io stessa. Arriva e si mette a scrivere le sue missive alle ore più assurde, e finisce la mia carta da lettere per dare disposizioni a qualche mastro di stalla sulla cura della sua puledra». 

«Ah, chissà quanto siete felice di averlo!». 

«Beh, tanto, immagino», disse, e sui suoi occhi spuntò una lacrima. « Siamo incontentabili. Adesso mi preme da morire che si sposi; ma se si sposasse immagino che brontolerei perché lo vedo poco. Il matrimonio lo calmerebbe, credo. Per parte mia, approvo il fatto che un uomo si sposi in giovane età». Poi pensò al marito tanto amato e troppo presto perso. Rimasero in silenzio per un momento, ognuna pensando alla propria sorte. 

«Meglio che non vi tenga alzata tutta la notte», disse Lady Mason. 

«Oh, sapeste come gradisco avervi qui», disse l’altra. Poi le strinse di nuovo il braccio, e le due donne si scambiarono un bacio. 

«Ma, Edith», disse l’altra. «Stasera sono venuta con uno scopo. Volevo dirvi una cosa. Potete ascoltarmi?». 

«Oh, sì», fece Mrs Orme, «ma certo». 

«Vostro figlio, vi ha parlato… del nostro colloquio dell’altro giorno? Sono certa di sì, poiché so che vi racconta tutto, e fa bene». 

«Sì, me ne ha parlato», disse Mrs Orme, quasi tremante d’ansia. 

« Sono contenta, perché questo mi rende tutto più facile. Dopo quel colloquio ho visto Mr Furnival, che è dello stesso avviso. Ve lo riferisco perché conosco la bontà e l’affetto che mi portate. Non vi nasconderò nulla; ma non dovete dire a Sir Peregrine che ne ho parlato con Mr Furnival». 

Mrs Orme le promise quanto richiesto, lì per lì senza pensare se il suo fosse un tradimento nei confronti del baronetto. 

«Credo che non gli avrei detto nulla, benché sia un così vecchio amico, se Mr Orme…». 

«Vi riferite a mio figlio?». 

«Già; se non l’avesse presa così… sul serio. Mi ha detto che sposando Sir Peregrine avrei crudelmente offeso lui e suo nonno». 

«Non avrebbe dovuto dirlo». 

«Sì, Edith, se lo pensa. Mi ha detto che gli avrei messo contro tutti gli amici. Così ho promesso che avrei parlato a Sir Peregrine, per rompere il fidanzamento, se possibile». 

«Questo me l’ha riferito». 

«Poi ho parlato con Mr Furnival, il quale mi ha informato che sposandolo mi sarei attirata il biasimo generale. Non posso dirvi tutto quanto mi ha detto, ma ha detto questo: che se… se…». 

«Se cosa, cara?». 

«Se in tribunale dicessero…». 

«Dicessero cosa, cara?». 

«Che ho fatto quella cosa, allora Sir Peregrine ne uscirebbe annientato, e morirebbe di crepacuore». 

«Ma non possono dirlo; è impossibile. Non la penserete diversamente?». Poi le prese di nuovo il braccio, e levò uno sguardo ansioso sul volto di Lady Mason. Levò quello sguardo, senza sospettare nulla, senza presumere - nemmeno per un attimo - che un simile verdetto potesse essere giusto, ma solo per vedere fino a che punto l’amica fosse soggiogata dalla paura del proprio destino. Il volto di Lady Mason era pallido e afflitto, ma non più del solito. 

«Nessuno può dire cosa sia possibile», disse lentamente. «Immagino che non andrebbero avanti se non credessero di avere qualche probabilità di successo». 

«Vi riferite alla proprietà?». 

«Sì, alla proprietà». 

«Ma perché non ci provano, se proprio devono, senza trascinarvi in tribunale?». 

«Ah, non lo capisco; perlomeno non posso spiegarlo. Mr Furnival dice che non c’è altra via; perciò domani dirò a Sir Peregrine che bisogna rinunciare». Poi restarono sedute in silenzio, tenendosi per mano. 

«Buona notte, Edith», disse infine Lady Mason, alzandosi. 

«Buona notte, tesoro». 

«Mi lascerete essere ancora vostra amica, vero?» disse Lady Mason. 

«Mia amica! Ma sì, per sempre. Cosa c’entra tutto questo con noi due?». 

«Lui però andrà in collera… perlomeno è ciò che temo. Anche se… se non avrà a pentirsene. Ma sarà la forza stessa della sua generosità e della sua nobiltà a suscitare la sua collera. Si indignerà perché gli impedisco di sacrificarsi per me. E allora… e allora… temo che dovrò lasciare questa casa». 

«Oh, no, per carità; gli parlerò io. Farà qualunque cosa per me». 

«Forse sarà meglio se andrò via. La gente crederà che mi sono allontanata da Lucius. Però, voi verrete a trovarmi? Ve lo permetterà, vero?». 

E allora si scambiarono sentite promesse, vicendevoli abbracci. Le due donne si volevano veramente, sinceramente bene e ognuna agognava a restare con l’altra. Eppure, com’erano diverse, e com’erano state diverse le loro vite! 

Mentre tornava nella sua stanza Lady Mason aveva un pensiero dominante: Mrs Orme non aveva detto una sola parola per dissuaderla dalla linea di condotta che si era ripromessa. A differenza di Peregrine e Mr Furnival, non si era mai espressa contro il matrimonio. Non aveva avuto cuore di farlo. Ma non era chiaro che fosse della medesima opinione ? Lady Mason riconobbe che era chiaro, come riconobbe che nessuno era a favore del matrimonio. «Lo farò subito dopo colazione», disse fra sé. Poi si mise a sedere, rimanendoci metà della notte a riflettere. 

Mrs Orme, una volta rimasta sola, quasi si rimproverò di non aver distolto Lady Mason dal suo piano. Non che le importasse poi molto di Mr Furnival e della sua opinione. Per la verità, si sarebbe arrabbiata con Lady Mason per averlo messo a parte del fidanzamento, se la sua pietà non fosse stata troppo profonda per cedere il passo alla collera. Del fatto che la verità sarebbe stata appurata in tribunale era praticamente sicura. Quando era da sola ne era del tutto certa, benché un dubbio seguitasse a insinuarsi in lei ogni volta che si trovava in compagnia di Lady Mason. Ma adesso, seduta lì da sola, rifiutava l’idea che il timore di un verdetto sfavorevole offrisse una valida ragione contro il matrimonio. Le valide ragioni, sempre che ve ne fossero, andavano cercate altrove. E poi erano davvero così valide ? Sir Peregrine desiderava sposarsi; e, personalmente, anche Lady Mason. Mrs Orme ne era certa. Quanto a lei - la nuora di Sir Peregrine, l’unica signora in causa - avrebbe senz’altro gradito. Ma non suo figlio, e finora si era sottomessa ai suoi voleri. Appunto: non era giusto che i voleri del figlio avessero la precedenza su tutto ? E così cercò di mettersi in pace la coscienza, mentre andava a riposare. 

Il mattino seguente i quattro si riunirono a colazione. Lady Mason quasi non rivolse la parola a nessuno. Mrs Orme, sapendo cosa si preparava, fu quasi altrettanto silenziosa; invece Sir Peregrine fu più loquace del solito con il nipote. Era di buon umore, essendosi risolto una volta per tutte su una certa questione; e lo dimostrò dicendo a Peregrine che sarebbe andato a cavallo con lui subito dopo colazione. «Da due o tre giorni stai trascurando la caccia, come mai?» gli chiese. 

«Ci andrò domani», disse Peregrine. 

«Allora avrai tempo di fare una passeggiata a cavallo con me nel bosco dopo colazione». E avrebbero preso accordi se Lady Mason non si fosse intromessa dicendo che sperava di poter scambiare due parole con Sir Peregrine in biblioteca dopo colazione. «Place aux 

dames», disse il baronetto. «I cavalli possono aspettare, Peregrine». E così presero accordi per il colloquio mentre erano ancora impegnati con i crostini. 

A queste parole Peregrine aveva guardato la madre, che però non si era azzardata a staccare gli occhi dalla teiera nemmeno per un attimo. Poi aveva guardato Lady Mason, vedendo che, per così dire, si stava dando da fare con la colazione. Per rompere l’assoluto silenzio in sala mormorò qualcosa sul tempo, e suo nonno, allo stesso scopo, gli rispose. Dopo di che non aggiunsero altro fin quando Sir Peregrine, alzandosi dalla seggiola, dichiarò di essere pronto. 

Si alzò e aprì la porta alla sua ospite. Poi, attraversando in fretta l’atrio, le spalancò anche quella della biblioteca, tenendola aperta finché costei non l’ebbe oltrepassata. Poi le prese la mano sinistra e cingendole la vita con il braccio destro, le chiese se qualcosa la turbava. 

«Oh sì», rispose lei, «sì, parecchie cose. Ho agito molto male». 

«Agito male, Mary?». Lady Mason non riuscì a rammentarsi se l’avesse già chiamata per nome, e il suono le parve assai dolce, dolcissimo, benché fossero oltre la quarantina lei, e di settant’anni suonati lui. 

«Ho agito molto male, e ora sono qui per riparare. Caro Sir Peregrine, non siate in collera con me». 

«Non credo che lo sarò; ma di cosa si tratta, tesoro ?». 

Non riusciva a trovare le parole per dichiarare il suo intento. Dire a Mrs Orme di essersi risolta a non sposare il baronetto era un compito relativamente facile, mentre non lo era affatto dirlo a lui in persona. E ora se ne stava appoggiata al caminetto, con il braccio di lui a cingerle la vita, ma quello non era più il suo posto, vista la decisione cui era giunta. Ma seguitava a tacere. 

«Beh, Mary, di che si tratta? Qualcosa vi preoccupa, altrimenti non mi avreste convocato qui. Si tratta del processo? Avete rivisto Mr Furnival?». 

«No, non del processo», disse, evitando l’altra domanda. 

«Di cosa, allora?». 

«Sir Peregrine, il nostro matrimonio è impossibile». E fu così che rese la notizia, come in un rantolo, con una voce che sul momento denotò quasi collera. 

«Perché no?» disse lui e, lasciatala andare, la guardò. 

«Non è possibile», gli rispose. 

«E perché no, Lady Mason?». 

«Non è possibile», gli ripetè, con più enfasi, e in tono più forte. 

«Tutto qui, quello che intendete riferirmi? Ho fatto qualcosa che vi ha offeso?». 

«Offeso me! No. Non credo sarebbe possibile. L’offesa è dall’altra parte…». 

«Allora, mia cara…». 

«Ascoltatemi, ora. Non può essere. So che è sbagliato. Tutto mi dice che per voi questo matrimonio sarebbe un sacrificio, un terribile sacrificio. Gettereste via il vostro illustre rango…». 

«No», gridò Sir Peregrine, «nemmeno se sposassi una sguattera, invece di una signora che in società è mia pari». 

«Ah, no, non avrei dovuto dire rango. Come potreste perderlo ? Ma il vostro posto in società, il rispetto di tutti coloro che vi circondano, il… il… il…». 

«Chi è stato a dirvi tutto ciò?». 

«Non mi serviva nessuno per saperlo. Mi è bastato riflettere. Me l’ha detto il mio cuore, che è colmo d’amore e di gratitudine per voi». 

«Non avete visto Lord Alston?». 

«Lord Alston! Oh, no». 

«È stato Peregrine a parlarvi?». 

«Peregrine!». 

«Già, lui, mio nipote». 

«Sì, mi ha parlato». 

«E vi ha suggerito di dirmi questo. Allora è un ingrato, un ragazzo davvero ingrato. Avrei fatto di tutto per proteggerlo da qualunque torto in questa faccenda». 

«Ah, ora vedo il male che ho fatto. Perché mai sono venuta in questa casa a provocare liti fra voi?». 

«Non ci saranno liti. Gli perdonerò anche questo se vi lascerete guidare da me. Ormai, cara Mary, non avete altra scelta. La faccenda è andata troppo oltre, non potete tornare indietro… a meno che, davvero, non diciate di essere personalmente contraria al matrimonio». 

«Oh, no; no, non è questo», disse con slancio. Non potè farne a meno. Non poteva offendere i suoi sentimenti ferendoli con il silenzio. 

«Quand’è così, posso dire a buon diritto che il matrimonio si farà». 

«No, no». 

«E invece sì. Sedetevi, Mary». Si sedette, mentre egli, chino su di lei, parlò in questo modo: «Parlate di sacrificio. Sono vecchio e non ho più molti anni davanti a me. Se sacrificassi il poco che mi resta da vivere allo scopo di soccorrere una persona che amo veramente, farei quello che è lecito attendersi da un uomo, e seguiterei a pensare di non aver ancora fatto la mia parte. Ma non sarà un sacrificio. La mia vita sarà più felice, così come quella di Edith. E lo stesso varrà per il ragazzo, se solo lo capisse. Quanto alle chiacchiere, che dureranno un paio di mesi, non me ne importa nulla. Lo confesso: se a spingermi a questo passo fosse solo la mia inclinazione, il mio amore per voi… »; e mentre parlava le tese la mano, e lei non potè rifiutargli la sua, «dubiterei, esiterei, e probabilmente me ne guarderei bene. Ma non è così. Il mio cuore ne sarà compiaciuto, inoltre vi sarò utile in questo brutto momento. Credetemi, ci ho pensato». 

«Lo so, Sir Peregrine, perciò non può essere». 

«E invece sì. Ormai lo sanno tutti; e se ci separassimo dopo quanto è successo, tutti direbbero che io… io vi ho creduta colpevole». 

«Debbo sopportarlo». Ora era in piedi di fronte a lui, senza guardarlo in faccia, con il viso rivolto a terra, e parlava a bassa voce. 

«Santi numi, no! Non finché posso restare al vostro fianco. Non finché mi resta la forza di sostenervi e di ricacciare la bugia in gola a quello sciagurato di Joseph Mason. No, Mary, tornate da Edith e ditele che ci avete provato, ma è stato inutile». Poi le sorrise. A volte il suo sorriso era così amabile! 

Lei però non sorrise mentre gli rispondeva. «Sir Peregrine», disse; e cercò di guardarlo in faccia, senza riuscirci. 

«Ebbene, amor mio?». 

«Sir Peregrine, sono colpevole». 

Colpevole!

«Colpevole! Colpevole di cosa?» disse, sbigottito anziché informato dalle sue parole. 

«Colpevole di tutto quanto mi si accusa». E si gettò ai piedi del baronetto, avvinghiandosi alle sue ginocchia. 

Orley Farm
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