Alla ricerca di strani anelli in Escher
Eppure, quando dico «strano anello» ho in mente qualcosa di diverso - un concetto meno concreto, più elusivo. Per «strano anello» intendo - almeno in prima approssimazione - non tanto un circuito fisico quanto un loop astratto nel quale, durante la serie di fasi che costituiscono le iterazioni cicliche, ci sia uno slittamento da un livello di astrazione (o di struttura) a un altro, uno slittamento che sembra un movimento verso l’alto all’interno di una gerarchia, e nonostante ciò i successivi spostamenti verso l’«alto» finiscono col dar luogo a un ciclo chiuso. In altre parole, malgrado la nostra sensazione di allontanarci sempre più dall’origine, finiamo per ritrovarci, con nostro sconcerto, esattamente al punto di partenza. In breve, uno strano anello è un anello a feedback con un attraversamento paradossale di livelli.
Uno degli esempi più canonici (e ora purtroppo abusati)37 è la litografia di M.C. Escher Mani che disegnano (qui sopra), nella quale (a seconda di dove uno inizia a guardare) si vede una mano destra che disegna una mano sinistra (nulla di paradossale, per ora), ma poi si vede che la mano sinistra a sua volta sta disegnando la mano destra (e qui scatta il profondo paradosso).
In questo caso, l’astratto slittamento di livello sarebbe il salto verso l’alto da disegnato a disegnatore (o, allo stesso modo, da immagine ad artista), con quest’ultimo livello che si trova intuitivamente «sopra» il primo, in più di un senso. Tanto per cominciare, un disegnatore è sempre un essere senziente e mobile, mentre un disegno è un’immagine congelata e immobile (magari di un oggetto inanimato, magari di un’entità animata, ma in ogni caso immobile). In secondo luogo, mentre un disegnatore è tridimensionale, un disegno è bidimensionale. Terzo, un disegnatore sceglie cosa disegnare, mentre un disegno non ha voce in capitolo. In questi tre sensi almeno, insomma, il salto da disegnato a disegnatore dà sempre un’idea di «movimento verso l’alto».
Come abbiamo appena ricordato, c’è per definizione un salto netto, chiaro, verso l’alto, da una qualsiasi immagine disegnata al suo disegnatore - eppure in Mani che disegnano questa regola di movimento verso l’alto è stata violata in modo chiaro e netto, perché ciascuna delle mani è gerarchicamente «sopra» l’altra! Com’è possibile? Be’, la risposta è ovvia: il tutto è solo un’immagine disegnata, solo una fantasia. Ma per il fatto che sembra così reale, per il fatto che ci risucchia in maniera così efficace nel suo mondo paradossale, ci forza con l’inganno a credere, anche solo per un attimo, alla sua realtà. Per di più l’essere illusi da questo trucco ci piace, ed ecco perché il disegno è così popolare.
La struttura astratta in Mani che disegnano costituirebbe un esempio perfetto di autentico strano anello, non fosse che per quell’unico piccolo difetto - quello che pensiamo di vedere non è autentico, è un falso! Senza dubbio, è disegnato in modo così impeccabile che ci sembra di percepire un paradosso pieno, provato, palese - ma questa convinzione nasce in noi solo grazie al fatto che abbiamo per ora messo da parte la nostra incredulità e siamo mentalmente scivolati nel seducente mondo di Escher. Ci lasciamo irretire, almeno per un attimo, da un’illusione.