XXXII
Quanto sono prevedibili, questi uomini.
Si nascondono sempre nello stesso posto, sempre dietro alle stesse cose. Si arrogano il diritto di parlare in nome di qualunque cosa possa essere definita dio, alcuni addirittura ci credono. Si ergono a deputati, giudici, carnefici, padroni di decidere del giusto e dello sbagliato, della vita e della morte. Tutto ciò che fanno mette in ombra dieci volte ogni uomo onesto. Appena li vedo, sento la mia anima cadere a pezzi, pezzi che vengono inghiottiti dalle tenebre.
Ricordo ancora le parole che lei mi ha rivolto tanto tempo fa. Li supplico di rispondermi, di mandarmi un segno, ma sento soltanto il vuoto. Odo solamente l’eco delle sue parole.
«Giudicali meritevoli oppure condannali».
Ma sembra che io sia eternamente condannato a non avere un corpo adulto, eternamente condannato a non potermi comportare come un uomo.