IX

Lei viene in sogno.

So di aver già visto il suo sorriso. Le sue labbra si muovono, ma io non sento niente. Le chiedo che cosa vuole. Le sue dita tracciano segni nell’aria, ogni movimento resta sospeso come un simbolo. Non ho mai visto niente del genere, ma ognuno di quei simboli mi parla come soltanto una lingua divina può fare.

D’un tratto la sento. «Benvenuto».

La sua voce sembra un fiume in piena.

Una domanda impensabile sfugge dalle mie labbra prima che io abbia il tempo di fermarla. «Sei tu il mio dio?»

E cado a terra.

«Ho molti nomi. Guardami».

Cerco di sollevare la testa, ma è come inchiodata al suolo.

Le sue mani si posano sulle mie spalle e una cascata di emozioni si abbatte su di me, facendomi tremare tutto. Lei mi solleva. I suoi occhi scrutano tutto, ma io non riesco a distogliere lo sguardo. Attende a lungo, senza dire nulla. Alla fine sorride e io spero che non smetta mai.

La sua voce è bassissima, appena un bisbiglio: «Volevo incontrare il mio prescelto, un’unica volta».