L’Imperatore
Lo sheikh si materializzò all’improvviso nel corridoio. Non aveva avvertito nessuno del suo arrivo. Rafa scattò in piedi per salutarlo, mentre si dirigeva verso la suite di Nura dove entrò senza bussare.
Si sentì in imbarazzo, come se fosse stato colto con le mani nel sacco. Eppure succedeva spesso che lo sheikh comparisse e scomparisse senza preavviso. Da anni, Rafa veniva incaricato di proteggere quell’uomo potente ogni volta che si trovava a Madrid per affari o per piacere. Le donne a cui si accompagnava, però, di solito non duravano più di qualche giorno, subito rimpiazzate da altre, attratte non solo dall’aspetto gradevole dello sheikh, sulla quarantina, ma anche dall’impero finanziario che era riuscito a creare in così poco tempo.
Nura, invece, sembrava attrarlo irresistibilmente, costringendolo a ritornare dopo ogni assenza, più o meno lunga.
Tra loro c’era un tacito accordo: quando lo sheikh era presente, Nura non usciva quasi mai dall’albergo. In sua assenza, invece, era sempre fuori, come se non resistesse chiusa lì dentro. Sembrava fosse braccata dal diavolo. E, quando le veniva uno di quei momenti di malumore in cui tendeva all’autodistruzione, cominciava a dare in escandescenze. Allora lo sheikh la rimetteva in riga, e lei tornava al solito atteggiamento passivo.
Rafa, che era rimasto nel corridoio, avvolto dalla nuvola di profumo dello sheikh, cercò di captare qualche parola della conversazione che si svolgeva dietro la porta chiusa della suite.
Entrando, lo sheikh aveva trovato Nura stesa sul divano. Lei lo aveva guardato pigramente, senza prendersi la briga di alzarsi. I suoi occhi magnetici lo incantavano ogni volta. Le si era avvicinato come uno squalo richiamato da una goccia di sangue sul fondo dell’oceano. Poi si era seduto vicino a lei, cercando con violenza le sue labbra, come a volerle scavare la testa in cerca di una risposta... e lei aveva conficcato le unghie nella stoffa del divano, per resistere alla tentazione di piantargliele nel collo.
Quando si staccò, lo sheikh aveva il sangue di Nura sulle labbra. Leccandosele e fissandola negli occhi, le disse: «Cosa fai quando non ci sono? C’è qualcuno che ti consola?»
Quella domanda rimandava ad altre domande, era un tentativo di penetrare i suoi più intimi pensieri, di cogliere le sue intenzioni. Era vitale per lui che lei restasse sempre nello stesso identico posto in cui lui l’aveva lasciata, pronta a soddisfare ogni suo desiderio rispettando tutte le sue condizioni... il gusto della sua saliva e il suo silenzio eccitavano il cacciatore che era in lui.
Nura conosceva bene quel tono, sapeva che tra poco si sarebbe scatenata la tempesta. «Mia strega crudele... dimmi, c’è qualcosa di più divertente dello shopping nella tua vita?»
«No...»
La sua risposta reticente lo fece infuriare.
«No? Ti sono mancato?»
Spesso anche poche banali parole erano sufficienti a scatenare tra loro una lite furibonda.
«Non posso mentire, quindi ti dico che non mi sei mancato.»
«Forse ti manca quel bastardo!»
«Come ti permetti...» Nura era una palla di fuoco pronta a incendiare ogni cosa.
«Ora sei tu a porre dei limiti a me?»
«Sono i limiti che tu stesso hai tracciato, e che adesso stai superando... se lo fai tu, lo faccio anch’io!»
«Ah, voglio proprio vedere!»
«Lo vedrai!»
Quella minaccia lo fece impazzire. Le strinse le mani intorno al collo.
«Mi stai minacciando?» le chiese e, con evidente piacere, aumentò la pressione sul suo esile collo. Il viso di Nura diventò paonazzo.
«Cosa vuoi dimostrare? Vuoi scandalizzarmi? È a questo che miri, figlia di...»
Con un colpo fulmineo, imprevisto, Nura riuscì a liberarsi.
«Ancora una parola e... sparirò senza lasciare tracce» disse, respingendolo e rifugiandosi nella sua stanza. Lui la raggiunse sulla soglia e la spinse contro la parete fredda: le sue dita si agitavano convulsamente su ogni curva, su ogni centimetro della pelle di Nura.
«Non offrire agli altri il tuo punto debole, perché ne approfitteranno! Lo dice anche il proverbio: non mostrare al beduino la tua casa, o saranno guai!»
Dopodiché, la voce dello sheikh si spense. Il suo desiderio si era fatto più forte di qualunque parola.