A mio nonno Abd al-Latìf
La X rossa segnata sulla casa significava che era condannata; presto sarebbe stata demolita e al suo posto sarebbe stato costruito un parcheggio, destinato ad accogliere quelle creature aliene a quattro ruote, che, a quanto pare, erediteranno La Mecca. In un hadìth, una tradizione del Profeta Muhammad, in cui si parla dei segni che annunciano il giorno del giudizio, si dice: «L’oro sarà sparso per le strade.» Leggendolo da bambini, ci parve un’assurdità. Ma adesso, guardando ai prezzi stratosferici delle automobili di lusso che circolano per La Mecca in numero superiore a quello degli abitanti, abbiamo dovuto ricrederci. Davvero si vede l’oro sparso per le strade!
Anche le montagne, che facevano da corona a questa città, sono state sventrate, insieme agli antichi edifici che svettavano su quelle cime. Ed è scomparsa anche la casa di mio nonno che sorgeva su un’altura chiamata Balcone della Città Santa nella zona nota come Istanbul della Mecca.
Quell’ingenuo passato è scomparso e sopravvive ormai soltanto in questo libro.
Io dedico questo libro anche al mio antenato Yusuf al-Alem, l’uomo saggio che era capace di materializzare il pane da sotto il suo tappetino da preghiera nella Sacra Moschea alla Mecca. A qualcuno questa cosa potrebbe apparire come una forma di pigrizia assoluta. Se riteniamo che premere un semplice pulsante per inviare un messaggio dalla Mecca fino in Cina sia pigrizia, allora sì, il mio antenato si è macchiato di questa colpa, poiché attraversava interi paesi in un batter d’occhio. Era un saggio convinto che le conoscenze tramandate dai libri fossero solo idee morte, trasmesse da morti che le avevano mutuate da altri morti, e che solo la conoscenza che proviene dalla vita interiore fosse viva.