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Gli operai francesi avevano appena finito di martellare fogli di compensato sopra la finestra in frantumi, quando il capitano Rohrbach entrò nell’ufficio di Böhm, conferendo alla stanza la tetraggine del tardo pomeriggio, sebbene non fossero nemmeno le nove del mattino.

Il corpo dell’ufficiale era stato rimosso, ma il tappeto macchiato di sangue era ancora al suo posto. Entrando, Rohrbach gli gettò un’occhiata, stando attento a dove metteva i piedi.

«Trentotto perdite, signore.»

Rohrbach si era offerto volontario come assistente particolare di Böhm solo otto ore prima, e fino a quel momento stava lavorando bene, raccogliendo informazioni, interrogando testimoni e organizzando gruppi di lavoro per mettere l’edificio in sicurezza, mentre il maggiore, che si era fatto curare la ferita, esaminava la sua nuova faccia allo specchio che usava per farsi la barba.

Böhm stesso aveva trovato il corpo di Heller nel corridoio al piano di sopra. Il suo protégé era stato ferito due volte al petto e una volta alla fronte. Giustiziato dalla signora Fiocca in persona mentre proseguiva la sua missione sanguinaria dalla sala riunioni degli ufficiali al suo ufficio. La morte di Heller lo addolorava e lo stupiva, non solo perché ne aveva apprezzato la dedizione al lavoro e l’intelligenza, ma anche perché erano davvero troppi gli uomini come lui, sui quali il Reich aveva contato per costruire il glorioso futuro, che erano venuti a mancare. Morti a causa dell’ostinata, insensata lotta di una Resistenza formata da degenerati, come la signora Fiocca e i loro subumani alleati dell’Est.

Böhm decise che avrebbe chiesto alla moglie di andare in visita alla famiglia di Heller, qualora ne avesse avuto l’occasione. Era opportuno che piangessero la perdita dell’uomo e di quello che rappresentava insieme con la famiglia.

Prima di parlare di nuovo con Rohrbach, congedò gli operai, che se ne andarono strascicando i piedi senza dire una parola.

«E il campo dei maquis?» chiese Böhm con leggerezza, ma la risposta avrebbe fatto la differenza sulla possibilità di dipingere gli eventi del giorno prima come un successo o un fallimento.

«La base è stata completamente distrutta dai bombardamenti nel tardo pomeriggio» rispose Rohrbach. «I reparti speciali che sono entrati prima della fanteria sono riusciti a catturare alcuni combattenti vivi, e le loro informazioni hanno portato alla scoperta di diverse e importanti scorte d’armi nella zona.»

I reparti speciali antisommossa erano un’innovazione di Böhm, adottati con entusiasmo dal comandante Schultz delle Waffen-SS a capo del raid. Lui conosceva anche troppo bene le frustrazioni di chi dava la caccia ai paracadute lanciati. Meglio lasciare ai maquis il compito di mettere tutto in ordine, e poi impadronirsi dei rifornimenti già caricati sui camion quando ormai pensavano di essere al sicuro.

«E l’attacco da terra?»

Il comandante Schultz aveva anche concordato che un attacco sferrato al buio avrebbe dato alle SS un vantaggio tattico. Alla luce del giorno, la conoscenza che avevano del territorio dava ai partigiani un’innegabile superiorità. L’oscurità la riduceva. Un altro suggerimento di Böhm.

«I numeri finali non sono confermati, ma secondo le stime attuali i loro caduti ammontano a un centinaio, molti i feriti, e i combattenti dispersi» disse Rohrbach con un luccichio di soddisfazione negli occhi. «Però il comandante Schultz è stato gravemente colpito da un partigiano ferito mentre faceva il giro di quel che era rimasto della base. È improbabile che sopravviva.»

«Una grave perdita» disse Böhm con voce pacata. La ferita gli era stata medicata, suturata e fasciata. Adesso bruciava. Strano che avendo studiato all’estero fosse arrivato all’età adulta senza cicatrici di duelli, considerate da molti un’importante prova di virilità nelle antiche università tedesche; ecco che adesso ne aveva una. La signora Fiocca gliene aveva fornito una perfetta che attraversava lo zigomo.

«La sua opinione sull’operazione, Rohrbach?»

Rohrbach sobbalzò, sorpreso, si prese un momento per riflettere e poi rispose in tono deciso.

«Un pieno successo, signore. Questa volta le Waffen-SS hanno dimostrato di saper tenere testa ai partigiani. Forse siamo stati fortunati che il Topo Bianco abbia scelto proprio la giornata di oggi per il blitz, levando i loro uomini migliori dalla base.» Böhm pensò per un momento a Heller. Adesso Rohrbach aveva ritrovato il ritmo giusto. «È scioccante che alcuni nostri ufficiali abbiano aggirato le norme basilari di sicurezza soltanto per soddisfare i loro squallidi appetiti.» Sfilò un foglio dai dossier che aveva sotto il braccio. «Consiglierei i seguenti cambiamenti ai protocolli della sicurezza.»

Böhm diede una scorsa al documento posato sul tavolo. Assolutamente ragionevole. Avrebbe incluso alcuni di quei punti nel suo rapporto. Sì, la notte prima era stata una vittoria, anche se per un momento, quando quella donna impazzita si era avventata su di lui per aggredirlo con il pugnale, ne aveva dubitato.

Liberazione
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