29

 

La tenevano d’occhio senza più sorrisetti allusivi, però nei loro sguardi non c’era niente di amichevole. Il giorno dopo lo scontro fisico con Fournier, alle prime luci dell’alba li aveva fatti uscire dai sacchi a pelo a calci, costringendoli a mettersi in fila. La notizia che erano arrivati dei rifornimenti dal cielo aveva spinto due gruppi di uomini nascosti in un’altra valle a unirsi a loro. Erano diventati quaranta. Un numero che non era nemmeno lontanamente sufficiente, ma rappresentava pur sempre un inizio. Erano tutti ragazzi della zona, eccetto i tre spagnoli.

Fournier, il primo a destra della prima fila, guardava avanti senza dire una parola e senza lasciar intendere in alcun modo ai suoi che posizione dovevano prendere. Sotto di loro una scacchiera di boschetti e terreni di pascolo si estendeva fino in fondo alla vallata in un milione di sfumature cangianti di verde; una terra così bella e facile da amare che non era più loro. Non sarebbe più stata loro finché un solo tedesco in uniforme fosse rimasto entro i confini francesi. I ragazzi lo sapevano. Lo sapevano le loro famiglie. Quando Nancy se ne rese conto capì di avere in mano la chiave che avrebbe aperto i loro cuori ostinati.

Scelse le parole con cura, cercando di esprimersi con semplicità. Niente più alcolici né sigarette fino a quando non imparavano a usare le armi che gli erano state mandate, non preparavano e imparavano le vie di fuga dalla base, e non si mettevano d’impegno a seguire un corso di tiro e l’addestramento fisico. E non era finita lì.

«La liberazione della Francia è vicina» disse con voce forte e chiara. «E noi dobbiamo farci trovare pronti. Se non volete le nostre armi e i nostri soldi, d’accordo. Sarà la vostra fine. Potete restarvene quassù a farvi massacrare dalla prima compagnia di SS che manderanno a darvi la caccia. Io mi porto il mio tesoro altrove. Se invece vi addestrate nel tiro e nel resto, non sarete solo voi a ricevere aiuto dagli inglesi. Non avete tutti una famiglia? Moglie, figli, una madre che devono guadagnarsi faticosamente da vivere mentre voi restate nascosti?»

Qualcuno annuì.

«Darò cinquanta franchi al giorno a ognuna delle vostre famiglie per tutta la durata dell’addestramento. La prima lezione di tiro è tra un’ora. Siate puntuali, se volete che i vostri cari non facciano più la fame.»

Chi avrebbe rifiutato una simile proposta per orgoglio? Non certo questi uomini. Per una settimana eseguirono più o meno gli ordini.

Quando parlava di tattiche fissavano il vuoto e sbadigliavano. Quando mostrava come smontare e rimontare le mitragliatrici Bren chiacchieravano sottovoce. Quando dovevano allenarsi nella corsa passeggiavano. Una domenica pomeriggio, mentre si stavano esercitando nel tiro e Nancy stava dimostrando l’utilità di un doppio colpo, un proiettile colpì la corteccia dell’albero dietro di lei a un palmo dalla sua testa.

Sparò al bersaglio e fece centro, prima di girarsi. Fournier teneva il suo fucile appoggiato all’incavo del gomito con naturalezza. Le sorrise per la prima volta dopo la lite. Non era un bel sorriso.

 

 

Quella sera si fece dare gli indirizzi di tutti e disse che avrebbero consegnato la prima metà del denaro promesso. Imprecarono tra i denti.

«Devo riferire a tua madre quello che hai detto di me?» chiese a un maquisard di Chaudes-Aigues.

Lui la guardò spaventato. «No, capitano.» Dopo essersi grattato dietro un orecchio le sorrise. «A meno che non la voglia vedere arrivare fin qui a suonarmele di santa ragione.»

Lei liquidò la battuta con un cenno e tornò alla sua postazione sotto l’ultima fila di alberi, dove Tardivat cuciva la sua seta e Denden si stava preparando all’ascolto di una trasmissione della BBC. Nancy si lasciò cadere sull’erba accanto a lui.

«Che cosa ne dici, tesoro?» le sussurrò lui. «Piantiamo baracca e burattini e facciamo un salto a Parigi per un cocktail e un teatro? Se vuoi ti porto a ballare.»

Lei si distese sulla pancia. «Lo farei, se non sapessi benissimo che mi pianteresti in asso per il primo francese belloccio che incontriamo.»

«Un bel francese non mi dispiacerebbe» rispose lui in tono scherzoso.

«Secondo te come faccio a convincere questi bastardi a darmi retta?»

«Fai quel che devi, rispetta te stessa e fregatene di quello che pensano. Se vogliono rovinarsi facciano pure.»

A Nancy sembrava di avere un gorgo rabbioso nello stomaco. «È proprio questo il punto. Se non si esercitano, se non mi ascoltano, li ammazzeranno tutti. Già partiamo in grande svantaggio. Se si mettono contro i tedeschi adesso sarà un massacro. E moriranno inutilmente, senza aver fatto nessun danno al nemico. Io li detesto, i crucchi, però so che sono ben addestrati. Questi qui, invece... li faranno a pezzi.»

«Sì, è vero, sarebbe un peccato» rispose Denden mentre girava la manopola. Di colpo dall’altoparlante arrivarono parole molto chiare in francese.

«I tedeschi sono nostri amici, i veri nemici dei francesi sono i traditori che minano i loro sforzi per la pace.» Denden toccò la manopola per cercare un’altra frequenza ma Nancy lo fermò. «Sappiamo che questi vagabondi e criminali che vi rubano il cibo dalla bocca e attaccano i nostri alleati per ordine dei comunisti e dei perfidi inglesi non sono veri francesi. Ricordate che vi basta dire una parola a uno dei nostri amici e potremmo cancellarli dalla nostra bellissima terra. Mogli e madri di Francia, figlie della Francia, questi uomini vi lasciano sole a lottare per la sopravvivenza mentre loro stanno nascosti nell’ombra. Permetteteci di difendervi. Permetteteci di proteggervi.»

«Maledetti bastardi» disse Denden abbassando il volume. «E il fatto è che questi qui sono proprio come li descrive la propaganda.»

Tardivat alzò gli occhi dal lavoro di cucito. «Gli avete procurato le armi e loro sono venuti qui per combattere. Invece voi li volete mandare a scuola» disse.

«Senza addestramento non sono in grado di combattere» ribatté Nancy. «Ed è indispensabile che siano pronti a entrare in azione quando ci sarà l’invasione. Non possiamo rischiare di perdere uomini e armi in inutili scaramucce.»

Tardivat spezzò il filo e fece una di quelle scrollate di spalle francesi che sottintendevano molto più di quanto si immaginasse. «Lei è addestrata, capitano. Dimostri ai ragazzi che cosa sa fare e magari vorranno impararlo anche loro. Fournier è un brav’uomo, era soldato anche nell’altra guerra, ma gli hanno insegnato soltanto a guidare lo scontro in campo aperto di un centinaio di uomini contro altri cento con uniforme diversa.»

«Dovrei dargli un assaggio di quello che dovremo affrontare quando comincerà l’invasione?» gli chiese Nancy. «Per risvegliargli l’appetito?»

Tardivat le sorrise. «Un amuse-bouche, un gustoso assaggio di un vero attacco.»

«Troppo rischioso, Nancy!» disse Denden irritato.

«Ma se portassi con me un gruppetto...» Nancy si rimise seduta. «Denden, da dove trasmettono questo schifo?»

«Direi da vicino. Chaudes-Aigues, secondo me.»

«Potrei dare un’occhiata quando vado in città a distribuire i soldi e a scegliere il punto di atterraggio per domani.» Denden strinse le labbra e non parlò. «Tardi, non mi hai dato il tuo indirizzo. Vorrei lasciare la tua paga a tua moglie.»

Lui fece di no con la testa. «Non è necessario.»

«Guarda che non entro in casa urlando, ’Buongiorno, sono un’agente inglese!’ So essere discreta.»

Tardivat si rifiutò di guardarla in faccia. «Capitano, non è questo il problema. Mia moglie ha tutto ciò che le serve.»

«D’accordo.» Nancy si sdraiò a terra. Si stava abituando a usare la terra francese come giaciglio, benché dalla notte del lancio da quel dannato aereo non avesse dormito molto. Mentre giaceva pensando a quella voce alla radio, alle parole di Tardivat sull’aperitivo per stuzzicare l’appetito, nella sua testa poco a poco prese forma un piano, e forse, si augurò, quella notte avrebbe dormito veramente bene.

Liberazione
9788830456600-cov01.xhtml
9788830456600-presentazione.xhtml
9788830456600-tp01.xhtml
9788830456600-cop01.xhtml
9788830456600-occhiello-libro.xhtml
9788830456600-fm_1.xhtml
9788830456600-p-1-c-1.xhtml
9788830456600-p-1-c-2.xhtml
9788830456600-p-1-c-3.xhtml
9788830456600-p-1-c-4.xhtml
9788830456600-p-1-c-5.xhtml
9788830456600-p-1-c-6.xhtml
9788830456600-p-1-c-7.xhtml
9788830456600-p-1-c-8.xhtml
9788830456600-p-1-c-9.xhtml
9788830456600-p-1-c-10.xhtml
9788830456600-p-1-c-11.xhtml
9788830456600-p-1-c-12.xhtml
9788830456600-p-1-c-13.xhtml
9788830456600-p-1-c-14.xhtml
9788830456600-p-1-c-15.xhtml
9788830456600-p-1-c-16.xhtml
9788830456600-p-1-c-17.xhtml
9788830456600-p-1-c-18.xhtml
9788830456600-p-2-c-19.xhtml
9788830456600-p-2-c-20.xhtml
9788830456600-p-2-c-21.xhtml
9788830456600-p-2-c-22.xhtml
9788830456600-p-2-c-23.xhtml
9788830456600-p-2-c-24.xhtml
9788830456600-p-2-c-25.xhtml
9788830456600-p-2-c-26.xhtml
9788830456600-p-2-c-27.xhtml
9788830456600-p-2-c-28.xhtml
9788830456600-p-2-c-29.xhtml
9788830456600-p-2-c-30.xhtml
9788830456600-p-2-c-31.xhtml
9788830456600-p-2-c-32.xhtml
9788830456600-p-2-c-33.xhtml
9788830456600-p-2-c-34.xhtml
9788830456600-p-2-c-35.xhtml
9788830456600-p-2-c-36.xhtml
9788830456600-p-2-c-37.xhtml
9788830456600-p-2-c-38.xhtml
9788830456600-p-2-c-39.xhtml
9788830456600-p-2-c-40.xhtml
9788830456600-p-2-c-41.xhtml
9788830456600-p-3-c-42.xhtml
9788830456600-p-3-c-43.xhtml
9788830456600-p-3-c-44.xhtml
9788830456600-p-3-c-45.xhtml
9788830456600-p-3-c-46.xhtml
9788830456600-p-3-c-47.xhtml
9788830456600-p-3-c-48.xhtml
9788830456600-p-3-c-49.xhtml
9788830456600-p-3-c-50.xhtml
9788830456600-p-3-c-51.xhtml
9788830456600-p-3-c-52.xhtml
9788830456600-p-3-c-53.xhtml
9788830456600-p-3-c-54.xhtml
9788830456600-p-3-c-55.xhtml
9788830456600-p-3-c-56.xhtml
9788830456600-p-3-c-57.xhtml
9788830456600-p-3-c-58.xhtml
9788830456600-p-3-c-59.xhtml
9788830456600-p-3-c-60.xhtml
9788830456600-p-3-c-61.xhtml
9788830456600-p-3-c-62.xhtml
9788830456600-p-3-c-63.xhtml
9788830456600-p-3-c-64.xhtml
9788830456600-p-3-c-65.xhtml
9788830456600-p-3-c-66.xhtml
9788830456600-p-3-c-67.xhtml
9788830456600-p-3-c-68.xhtml
9788830456600-p-3-c-69.xhtml
9788830456600-p-3-c-70.xhtml
9788830456600-ind01.xhtml
Il_libraio.xhtml