37

 

Le due ore trascorse aspettando che il convoglio sgombrasse la strada per dirigersi su di loro furono una raffinata tortura. Nancy voleva che la facessero finita, che si muovessero, che si combattesse, ma al tempo stesso sapeva che ogni attimo speso dai tedeschi per cercare altri punti minati era tempo guadagnato per Gaspard, perché preparasse la sua difesa e cominciasse a spostare il suo gruppo dall’altopiano. Guardò l’orologio. Avevano ancora quattro ore di luce. Se fossero riusciti a impedire ai tedeschi di invadere il Mont Mouchet fino al crepuscolo, era probabile che Gaspard e i suoi riuscissero a trovare riparo in montagna.

Appoggiò la testa al muretto della fossa di drenaggio più vicino al campo contando i respiri, ma la raddrizzò di colpo sentendo una raffica di mitragliatore a ovest. Qualche minuto più tardi arrivarono le detonazioni dei mortai e lo schiocco dei colpi di fucile. Era la seconda parte del piano. Una volta sgomberata la strada Juan aveva l’ordine di sparare sul convoglio e scappare. Se avevano fortuna, i tedeschi avrebbero perso un’altra ora a dargli la caccia.

Juan si lasciò cadere nel fossato accanto a loro venti minuti dopo. Mateo lo abbracciò, e un rapido sospiro fu l’unico indicatore del fatto che avesse temuto per la sua vita.

«Dunque?» chiese Nancy.

«Il ragazzino aveva ragione» rispose Juan. «Un migliaio di soldati e l’artiglieria. La tua mina ha spaccato un cingolo del carro armato che avevano mandato a spostare l’albero; lo hanno dovuto riparare, prima di ripartire. Tutto molto disciplinato. Quando sembravano quasi pronti gli ho dato un colpetto io.» Mimò il gesto di sparare col mitragliatore. «Nel giro di due minuti i mortai sparavano sulla mia postazione. Quindi ho tagliato la corda.» Benché a malincuore, sembrava colpito dall’efficienza dell’operazione militare. «Sono le Waffen-SS. Mai viste da queste parti truppe così tirate a lucido. Per Gaspard vogliono solo il meglio.»

Sottovoce, Nancy imprecò senza ritegno. Proprio quello di cui avevano bisogno: un reparto speciale di soldati esperti. Sentiva l’odore dell’aglio orsino, dell’olio usato per le armi, la sfumatura metallica della terra e del sudore. Stavano per arrivare. Dentro il fossato si girò a fatica e appoggiò una mano su un braccio di Jean-Clair.

«Senti, il nostro compito non è quello di fermarli, ma di rallentarli. Vogliamo fargli perdere tempo a darci la caccia. Facciamo un po’ di chiasso e poi ci dissolviamo come neve al sole, hai capito?» Aveva tenuto la voce bassissima affinché potesse sentirla soltanto lui.

«Capito» disse il francese.

I minuti passarono lenti fino a quando Nancy sentì il rombo dei motori in lontananza e alzò la testa. «Se uno di voi spara prima del mio ordine lo ammazzo con le mie mani. Sono stata chiara?»

«Sì, capitano...» mormorarono.

Ora si distingueva il borbottio dei camion a gasolio. Nancy scrutò fra le erbacce alte che crescevano nel fossato. Un carro leggero apriva il convoglio, seguito da due semicingolati con obici al rimorchio. Maledizione. Le loro granate non li avrebbero neppure scalfiti. Rimase a guardare i pesanti veicoli far tremare la valle al loro passaggio, poi vide la massa di fanti che li seguiva in fila per quattro. Quando passarono a meno di trenta metri sotto di lei, li vide in faccia. Erano uomini, non ragazzini. Prestanti e ben nutriti padroni del mondo che marciavano a tempo in perfetto ordine. A ovest diventavano un serpentone verde che saliva lento la vallata. La sua valle.

Strinse il Bren, apprezzando il contatto del metallo riscaldato dal sole sotto le dita, e rivolse una preghiera, non a Dio, ma a quelli che in Inghilterra avevano preparato le due bombe a mano, nella speranza che le avessero rese magiche, oppure che il vento o l’umidità, o il milione di micromovimenti dell’universo, facessero in modo che almeno una delle due finisse sotto uno dei semicingolati. Mettetemi fuori uso un motore, costringete i tedeschi a lasciare qui sulla strada un inutile obice, invece di portarlo su in cima e usarlo sulla gente di Gaspard.

Scoppiò la prima bomba, un botto breve e violento che scosse la vallata e fece alzare gli uccelli in volo. Trenta secondi dopo scoppiò l’altra. Un suono diverso, soffocato e raddoppiato, che invece dell’aria scosse la terra. Nancy premette la schiena contro il muretto del fossato in attesa di vedere il fumo. Sì! Una colonna di fumo nero e oleoso.

Sentì che Jean-Clair si muoveva.

«Aspetta il tuo turno» gli disse.

Una raffica di mitraglia, la cui eco venne triplicata tra gli alti declivi, si riversò sui tedeschi dai boschi di fronte a loro, dove operavano Rodrigo e la sua squadra.

Il rumore sferragliante dei fucili mitragliatori e dei proiettili che sollevavano la ghiaia si mescolava agli ordini gridati dagli ufficiali, alle urla dei feriti, tutto veniva coperto dal sordo boato del serbatoio del semicingolato e dalla puzza che si diffuse ovunque. Le SS reagirono prontamente, posizionandosi dietro i veicoli per rispondere al fuoco. Nancy strinse spasmodicamente l’impugnatura del suo Bren mentre guardava tre o quattro gruppi di soldati portare i mortai sul lato a nord, dove i muretti che fiancheggiavano la strada fornivano una copertura, e regolare la portata di tiro sulla postazione di Rodrigo. Sentiva in bocca il sapore amaro dell’adrenalina.

«Capitano» chiamò Jean-Clair disperato.

«Aspetta!» sibilò lei.

Altri ordini gridati rapidamente, mentre piccoli drappelli di tedeschi con il fucile imbracciato iniziarono a correre su per il pendio settentrionale per puntare poi a ovest, pronti a circondare Rodrigo e i suoi, prendendoli dall’alto.

Era arrivato il momento di fare un po’ di casino.

«Adesso!»

Mateo e Juan saltarono in piedi e lanciarono le granate sul pascolo e la strada, fra gli uomini riparati dietro il semicingolato, mentre Nancy, Jean-Clair e Jules concentravano il fuoco sulle squadre che si occupavano dei mortai. Il tempo si muoveva con estrema lentezza e insieme troppo velocemente. A lei parve di sentire nel corpo i colpi del Bren che centravano la giacca pesante del caporale che manovrava il mortaio, tre volte nella schiena in una linea diagonale che da una scapola, passando dalla spina dorsale, andava a un rene, facendolo cadere in avanti. L’angolazione della canna cambiò e la bomba finì contro la parete della montagna sollevando un enorme pennacchio di terra e pietrisco.

Questo li scatenò.

«Via! Via! Via!» urlò Nancy, e seguì Mateo e Juan; correvano tenendosi bassi verso ovest lungo il fossato, mentre i tedeschi stavano ancora cercando di capire da dov’era venuto l’ultimo attacco.

Lei impugnò un’altra granata, tolse la sicura con i denti e senza fermarsi la lanciò dal basso verso l’alto. Esplose contro il muretto che delimitava il campo, facendo cadere sui soldati una pioggia di frammenti rocciosi.

Gli uomini di Rodrigo avevano cessato il fuoco e si erano volatilizzati nel bosco nel preciso istante in cui era entrata in gioco la seconda squadra, quella di Nancy. Jules si voltò per sparare con il suo Bren ma barcollò coprendosi gli occhi con un braccio quando il mortaio gli esplose vicino ai piedi. Jean-Clair lo afferrò per la giacca, accecato e urlante, e lo trascinò via lungo il fossato che in quel punto era più profondo; pur fornendo una migliore copertura, tuttavia, era talmente fangoso che Nancy faticava a staccare gli scarponi dal fondo. Le pallottole le sibilavano sopra la testa, poi finalmente furono di nuovo al riparo, una sottile striscia di bosco ceduo li separava dalla foresta.

«Correte nel bosco!» gridò lei. Jean-Clair stava cercando di prendere in braccio Jules. Mateo lo allontanò con uno spintone e si caricò il corpo del ragazzo su una spalla.

«Capitano! A ovest!» gridò Mateo mentre si voltava.

Nancy fece un giro su se stessa e vide una squadra di tedeschi che scavalcava il muro in fondo al bosco ceduo, nel tentativo di aggirare lei e i suoi. Sparò raffiche brevi e controllate, mentre Juan tirava la sua ultima bomba a mano che esplose mescolando la terra francese al sangue del primo drappello tedesco.

«Avanti!» Diede una forte spinta nella schiena a Jean-Clair affinché si riprendesse dallo stato confusionale, e lui e Juan scattarono verso il bosco. Lei li seguì velocissima. Quando furono al coperto in mezzo al fitto fogliame Nancy sentì il rumore dei primi bombardieri che stavano arrivando sulla base di Gaspard.

Liberazione
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