2.
In data 18 maggio 1992 in Bari alle ore 21.30, presso gli uffici del Reparto Operativo dei Carabinieri, dinanzi al Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore della Repubblica dottoressa Gemma D’Angelo, assistita per la redazione del presente atto dal brigadiere Ignazio Calcaterra ed altresí alla presenza per esigenze investigative del capitano Alberto Valente, del maresciallo maggiore Pietro Fenoglio e dell’appuntato Antonio Pellecchia, tutti in forza al Nucleo Operativo presso il Reparto Operativo dei Carabinieri di Bari, è comparso Lopez Vito, alias ’u Viccier’ (il Macellaio) nato a Bari il 7 luglio 1964, ivi residente alla via Mayer, persona sottoposta alle indagini per i reati di cui agli articoli 416 bis, 575, 629 codice penale, articolo 73 T.U. stupefacenti e altro assistito d’ufficio dall’avvocato Marianna Formica del Foro di Bari presso il cui studio elegge domicilio a ogni effetto di legge.
Il Pubblico Ministero avvisa il Lopez che
a) le sue dichiarazioni potranno sempre essere utilizzate nei suoi confronti;
b) salvo quanto disposto dall’articolo 66 comma 1 del codice di rito, ha facoltà di non rispondere ad alcuna domanda, ma comunque il procedimento seguirà il suo corso.
Lopez Vito dichiara: intendo rispondere e preliminarmente rinuncio ad ogni eventuale termine a difesa. Ho spontaneamente chiesto di conferire con la Signoria Vostra perché ho deciso di collaborare con la giustizia e dunque riferire tutto quello che so sui fatti criminali da me direttamente commessi o dei quali comunque sono a conoscenza per via della mia appartenenza all’ambiente criminale.
Prendo atto che potrò godere dei benefici previsti dalla legge per chi collabora con la giustizia solo se le mie dichiarazioni saranno complete ed esaurienti, senza alcuna omissione. Prendo atto che i suddetti benefici verranno revocati se risulterà che ho reso dichiarazioni incomplete, reticenti, mendaci o addirittura calunniose.
DOMANDA Prima di cominciare un racconto analitico e cronologico delle sue attività le chiedo se è in grado di fornirci informazioni in ordine a depositi di armi o in ordine a imminenti azioni criminali.
RISPOSTA Posso farvi recuperare le armi di cui era dotato il mio gruppo, conducendovi personalmente alla cupa. Con l’espressione «cupa» nel nostro gergo ci riferiamo al nascondiglio di armi, munizioni e materiale esplosivo. Quando dico «il mio gruppo» mi riferisco in realtà a un microgruppo costituito da tre persone, cioè da me e dai fratelli Antonio e Pasquale Losurdo.
Vi spiegherò poi come e per quali ragioni si è costituito il suddetto gruppo, come risultato di una scissione dall’associazione criminale egemone nella zona di Santo Spirito ed Enziteto, denominata Società Nostra, facente capo a Grimaldi Nicola detto il Biondo o anche Tre Cilindri (con un’allusione a un’insufficienza cardiaca da cui è affetto), e riferirò del conflitto che lo ha visto contrapporsi alla suddetta associazione. Alcune delle armi che vi farò recuperare sono pulite, cioè mai utilizzate per azioni violente, altre sono state usate per ferimenti, gambizzazioni e omicidi.
Oltre alla cupa delle nostre armi, posso condurvi presso altri nascondigli utilizzati da Grimaldi e dai suoi affiliati. Non sono in grado di riferire se in tali posti le armi ci siano ancora o, piú probabilmente, siano state rimosse. In uno di tali nascondigli era custodito anche un bazooka proveniente dai territori della ex Jugoslavia.
Posso inoltre indicarvi i luoghi, tutti riferibili a soggetti incensurati e non affiliati all’associazione criminale del Grimaldi, in cui venivano (e forse ancora oggi vengono) custoditi ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Vi spiegherò per quale motivo e con quali modalità tali soggetti incensurati venissero indotti, spesso contro la loro volontà, a collaborare con l’associazione mafiosa.
Desidero infine farle presente che da tempo Grimaldi Nicola ha preso in considerazione la possibilità di un attentato contro di lei, dottoressa D’Angelo. Era noto a tutti che lei non godeva di un servizio di scorta e d’altro canto la sua azione investigativa era da tempo considerata molto nociva per gli interessi del gruppo suddetto. In particolare era stata presa in esame la possibilità di un agguato all’interno del garage della sua abitazione, quando lei scendeva per prendere l’auto e recarsi in ufficio. Preciso che le mie informazioni su tale progetto risalgono ormai a diversi mesi fa.