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La sera dopo, salendo dal seminterrato del ranch,
Layla ebbe l’impressione di invecchiare di cent’anni a ogni
gradino.
Xcor
era già ai fornelli a cucinare uova e pancetta e, di nuovo, a
tostare un’intera pagnotta.
Si girò
verso di lei e, da come fece scorrere gli occhi sui suoi capelli
ancora bagnati, sulla felpa che si era appena infilata e sui jeans
che aveva trovato nel comò, Layla capì che stava memorizzando ogni
dettaglio della sua persona.
«Vorrei
tanto indossare un abito da sera» disse con voce roca.
«Perché?» disse lui. «Sei una meraviglia già
così.»
Lei
alzò l’orlo della felpa e lesse le lettere che c’erano
stampate. SUNY
CALDWELL. «Un disastro, vorrai
dire.»
Xcor
scosse adagio la testa. «Non vedo quello che hai addosso, non ci
faccio mai caso, e un bel vestito non cambierebbe le cose. Non vedo
i capelli bagnati, li sento scorrere morbidi tra le dita. Non vedo
le guance pallide, risento mentalmente il sapore delle tue labbra.
Tu risvegli tutti i miei sensi in una volta sola, amore mio. Sei
molto più di una qualunque delle singole cose che fanno parte di
te.»
Lei
ricacciò indietro le lacrime e andò fino alla credenza. «Ci servono
piatti, forchette e anche coltelli?» chiese, cercando di non
crollare.
Alla
fine si scoprì che non avevano bisogno di nessuna di quelle
cose.
Dopo
che Xcor ebbe terminato di cucinare portarono in tavola la
colazione… dove rimase a raffreddarsi, intatta. Lei capì che il
loro tempo insieme stava per scadere quando lui cominciò a guardare
in continuazione l’orologio.
Poi
giunse la fine.
«Devo
andare» disse lui, brusco.
Si
guardarono negli occhi e Xcor allungò il braccio sopra al tavolo
per prenderle la mano. Il suo sguardo era luminoso perché anche lui
era commosso, gli occhi blu scuro brillavano di dolore e d’amore al
tempo stesso.
«Voglio
che ti ricordi una cosa» sussurrò.
Lei
tirò su col naso, cercando di farsi forza come lui.
«Cosa?»
«Ovunque andrò tu sarai
sempre con me» disse Xcor nell’Antico
Idioma. «Ovunque dormirò tu sarai
accanto a me. Il cibo che mangerò lo dividerò con te. E quando
sognerò saremo di nuovo insieme. Tu non sarai mai lontana da me,
amore mio, e io non starò con nessun’altra. Finché avrò
vita.»
Lei
stava per dirgli che era impossibile.
Ma,
quasi le avesse letto nel pensiero – come al solito – lui scosse la
testa. «Come potrei mai stare con un’altra?»
Lei si
alzò in piedi a fatica, tremando, e quando andò da lui, Xcor
allargò le ginocchia per permetterle di infilarsi tra le sue
gambe.
Si
chinò per baciarlo un’ultima volta, con le lacrime che le rigavano
le guance. «Ti am…»
Non
riuscì a completare l’ultima parola. Aveva la gola
serrata.
Xcor
fece scorrere le mani su tutto il suo corpo, fino a stringerle il
viso. «Ne è valsa la pena.»
«Di
cosa parli?» chiese lei con voce strozzata.
«Di
tutto ciò che è accaduto prima di questo momento, in cui sento di
essere amato da te. Anche se dobbiamo separarci, ciò che provo per
te ha fatto sì che ne valesse la pena.»
Poi,
con un ultimo bacio… se ne andò.