68
La sera dopo, salendo dal seminterrato del ranch, Layla ebbe l’impressione di invecchiare di cent’anni a ogni gradino.
Xcor era già ai fornelli a cucinare uova e pancetta e, di nuovo, a tostare un’intera pagnotta.
Si girò verso di lei e, da come fece scorrere gli occhi sui suoi capelli ancora bagnati, sulla felpa che si era appena infilata e sui jeans che aveva trovato nel comò, Layla capì che stava memorizzando ogni dettaglio della sua persona.
«Vorrei tanto indossare un abito da sera» disse con voce roca.
«Perché?» disse lui. «Sei una meraviglia già così.»
Lei alzò l’orlo della felpa e lesse le lettere che c’erano stampate. SUNY CALDWELL. «Un disastro, vorrai dire.»
Xcor scosse adagio la testa. «Non vedo quello che hai addosso, non ci faccio mai caso, e un bel vestito non cambierebbe le cose. Non vedo i capelli bagnati, li sento scorrere morbidi tra le dita. Non vedo le guance pallide, risento mentalmente il sapore delle tue labbra. Tu risvegli tutti i miei sensi in una volta sola, amore mio. Sei molto più di una qualunque delle singole cose che fanno parte di te.»
Lei ricacciò indietro le lacrime e andò fino alla credenza. «Ci servono piatti, forchette e anche coltelli?» chiese, cercando di non crollare.
Alla fine si scoprì che non avevano bisogno di nessuna di quelle cose.
Dopo che Xcor ebbe terminato di cucinare portarono in tavola la colazione… dove rimase a raffreddarsi, intatta. Lei capì che il loro tempo insieme stava per scadere quando lui cominciò a guardare in continuazione l’orologio.
Poi giunse la fine.
«Devo andare» disse lui, brusco.
Si guardarono negli occhi e Xcor allungò il braccio sopra al tavolo per prenderle la mano. Il suo sguardo era luminoso perché anche lui era commosso, gli occhi blu scuro brillavano di dolore e d’amore al tempo stesso.
«Voglio che ti ricordi una cosa» sussurrò.
Lei tirò su col naso, cercando di farsi forza come lui. «Cosa?»
«Ovunque andrò tu sarai sempre con me» disse Xcor nell’Antico Idioma. «Ovunque dormirò tu sarai accanto a me. Il cibo che mangerò lo dividerò con te. E quando sognerò saremo di nuovo insieme. Tu non sarai mai lontana da me, amore mio, e io non starò con nessun’altra. Finché avrò vita.»
Lei stava per dirgli che era impossibile.
Ma, quasi le avesse letto nel pensiero – come al solito – lui scosse la testa. «Come potrei mai stare con un’altra?»
Lei si alzò in piedi a fatica, tremando, e quando andò da lui, Xcor allargò le ginocchia per permetterle di infilarsi tra le sue gambe.
Si chinò per baciarlo un’ultima volta, con le lacrime che le rigavano le guance. «Ti am…»
Non riuscì a completare l’ultima parola. Aveva la gola serrata.
Xcor fece scorrere le mani su tutto il suo corpo, fino a stringerle il viso. «Ne è valsa la pena.»
«Di cosa parli?» chiese lei con voce strozzata.
«Di tutto ciò che è accaduto prima di questo momento, in cui sento di essere amato da te. Anche se dobbiamo separarci, ciò che provo per te ha fatto sì che ne valesse la pena.»
Poi, con un ultimo bacio… se ne andò.