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Uscì dal bagno e si sdraiò nel letto guardando il piccolo indicatore di plastica e la crucecita rosa che significava qualcosa che non sapeva ancora. Era il principio o il fine?

- Signora?

Benché il colpo nella porta fosse fermo, Felicity non lo sentì, e conservò l'indicatore basso il cuscino, senza osare guardare a Rosa.

- Il signor Luca ha telefono finché lei era. Starà qui di sera.

- Grazie, Rosa.

La donna si fece il giro per andare via ma, a metà di passaggio, cambiò opinione. Attraversò la stanza e si sedette sull'orlo del letto, toccando a Felicity con una mano in una sorprendente dimostrazione di calore.

- Aveva questa mattina ragione - cominciò mentre Felicity la guardava sospettoso -. Lei abbia bisogno di tempo a solo con lui. Questa notte lei cucina ed io, Rosa, andrò via. Venga -

aggiunse con un sorriso -. L'insegnerò come.

Tenendo in conto la bomba che era appena stato lanciata nel suo interno, Felicity trovò gran tranquillità lavorando vicino a Rosa nella cucina. Antica musica italiana suonava nella vecchia radio di Rosa, la stufa era accesa e le due donne lavoravano tranquillamente. Felicity ascoltava distintamente mentre Rosa l'indottrinava sull'arte della cucina italiana.

Cucina italiana in realtà, pensò Felicity, non i pacchetti di pasta e le scialuppe di salse alle quali era abituata, o la scialuppa di parmigiano odoroso che stava nel suo armadio accumulando polvere. Invece di quello, ed abbasso le istruzioni di Rosa, Felicity trasformò una montagna di patate in piccole palline di gnocchi, impanando ognuno in farina con somma consacrazione.

Tagliò cipolle e champignon, battè le uova e friggè la pancetta, in modo che di sera tutto quello che andava ad essere necessario era un paio di minuti nella padella. E Felicity imparò ai ventisei anni che il vero formaggio parmigiano non annusa in assoluto, e scoprì provandolo che era un altro dei vizi che bisognerebbe aggiungere alla sua lista, insieme al cioccolato ed il gelato.

- Grazie, Rosa - disse Felicity con un sorriso mentre Rosa si metteva il cappotto e chiamava suo marito in italiano.