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- Ma stavate per compromettervi. Andava a dichiararsi. E mi chiedi che creda che non avevate fatto mai l'amore?
- Non ti chiedo che creda niente, Luca. È la verità. Così è come lo manteneva a distanza. Dissi a Matthew che non mi coricherei con lui non sia che fosse la sua promessa, e per un tempo funzionò. Poteva passare per uscire con lui, non lo godeva, chiaro, ma l'affrontava come un commercio - spiegò, e dopo abbozzò un piccolo sorriso -. Senza nessun tipo di piacere.
- Ma Matthew voleva più?
- Mi lasciò molto indubbiamente il gioco degli appuntamenti aveva finito.
- Cosicché la notte di ieri non era importante solo per il compromesso, ma andava ad essere la prima volta che ti coricavi con lui.
- Di lì le due vodka. Necessitava tutta, il coraggio possibile -
il suo vago senso dell'umorismo passò inosservato e, per il suo dispiacere, vide che egli non era rimasto niente convinto.
Doveva pensare ancora che i suoi genitori lo sapevano e che si erano fatti i ciechi -. Guarda, Luca, i miei genitori non avevano né idea di quello che succedeva. Matthew mi minacciava solo, 'e neanche è inoltre che passeggiassi per di là tutto il giorno attaccata dei nervi. Fino ad ieri sera credei che l'avesse ogni basso controllo, ma quando si presentò l'occasione mi resi conto che non poteva seguire con quello. Facesti bene in interferire. La verità è che mi rallegro che lo facessi. Può che io non sia la persona più romantica del mondo, ma fino a me posso vedere che perdere il... - si trattenne vedendo che egli apriva più gli occhi e diventava serio.
- Continua - egli disse con voce grave. Gli afferrò il mento con forza.
- Luca, stai facendomi male.
Quello tono di protesta e la paura nella sua voce fecero che egli la sciogliesse immediatamente, ma continuava a guardarla uguale di nervoso, respirando affrettatamente come se avesse appena gettato una corsa.
- Stai dicendomi che ieri sera non sarebbe stato solo la tua prima volta con Matthew ma sarebbe stato la tua prima volta, 34
punto? Che non avevi fatto mai l'amore? Che eri vergine?
Quasi ella rise. Una reazione isterica, chissà, ma una che non sarebbe piaciuto evidentemente a Luca, tenendo in conto il suo stato di coraggio.
- Fai che suoni come se avesse commesso un crimine.
- Può che tu no, ma io sé - egli disse mentre saltava del letto, dopo si fece il giro per guardarla ed ella si coprì col lenzuolo, confusa. La furia fece che Luca pronunciasse le parole più accentuate che di abitudine -. Di dove io vengo sarebbe un crimine se ora ti abbandonasse.
- Quello è arcaico - gridò Felicity -. Stiamo nel secolo ventuno, Luca. Non devi sposarti solo con una donna perché ti corichi con lei. Pensai che tu più che qualunque altro saprebbe quello.
- Che cosa si suppone che significa quello?
- Venga, Luca. A giudicare da come hai fatto prima l'amore, perfino con la mia limitata esperienza sono sicura di - che non stai prenotandoti per il matrimonio.
- Stiamo parlando di te, Felice.
- È che è differente per gli uomini? - ella domandò, e sciolse una risata incredula -. Aveva ragione quando dissi che sei un maschilista. Non ti preoccupare, Luca, non spero che a questa mattina gli segua una proposta. Mio padre non viene qui con una carabina e ti spara.
- Non credi che questo è qualcosa che avessi dovuto condividere? Dovresti avere io la cosa detta - egli gridò, ma la sua ira non fece altro che infastidirla più.
- Fai che suoni come se avesse una terribile malattia - ella disse accaldata. Come osava trattarla di quello modo? Come osava trasformare qualcosa di tanto bello in qualcosa di tanto sordido? - lo dici come se ti avesse ingannato affinché ti coricassi con me. Per l'amore di Dio, Luca, stai esagerando!
- No - disse negando con la testa come se ella fosse la matta.
Come se fosse Felicity quella che avrebbe saltato del letto furioso senza ragione apparente -. Mi avresti dovuto dire che eri... - si trattenne, come se non potesse sopportare dire la parola, ma Felicity era stata già calmato troppo tempo, cosicché saltò 35
del letto furioso per affrontarlo faccia a faccia.
- Vergine! Puoi dirlo, Luca.
- E perché diavoli non potesti tu? Come potesti lasciare che facesse l'amore con te e neanche pensare di dirmelo? Non ti fu successo né per un, momento che chissà vorrebbe saperlo?
Quando ti abbattei nel letto, quando ti denudai, quando ti baciai.
Non ti fu successo dirmi che era la tua prima volta che io stavo strappandoti la tua verginità?
- Indubbiamente mi fu successo - ammise Felicity.
- Allora perché non dicesti niente? Perché non me lo dicesti?
- Perché non voleva che fermassi - quella sincerità nelle sue parole svegliò qualcosa dentro Luca che rimase silenzioso ascoltandola -. Luca, non stava ingannandoti. Sì, chissà ti avrebbe dovuto dire che non mi ero coricato prima con nessuno, ma la verità è che non voleva che fermassi e nel mio interno sentiva che, se te lo diceva, l'avresti fatto.
Egli la guardò durante quello che sembrò un'eternità, non rispose, ma quando parlò le sue parole erano più soavi e l'ira era sparita. Il Luca che quasi ella conosceva era ritornato, un po'
arrabbiato chissà, ma infinitamente più desiderabile.
- Non avrebbe fermato - disse lentamente -, perché non credo che avesse potuto - disse sedendosi sull'orlo del letto al tempo che passava una mano per i suoi capelli neri e lasciava scappare un sospiro.
- Non stava cercando di ingannarti - disse Felicity a lui avvicinandosi.
- Lo so.
- E so che non ho niente con quello che paragonarlo, ma direbbe che, relativamente a prime volte, è stato incredibile.
- Perfino per un non romantica dichiarata? - egli domandò con un sorriso.
- Luca, non sto prenotandomi per il matrimonio, buono, voglio dire che non l'ho fatto deliberatamente. Quello che dissi a Matthew non era più che una scusa. La verità è che metta i miei studi e la malattia di Joseph non ho avuto tempo per relazioni.
Non posso credere che stia parlando di questo! - disse inghiottendo saliva mentre egli si girava per guardarla. A 36
Felicity non le rimaneva oramai niente di ira, tutto quella che sentiva era vergogna ed incapacità per guardarlo. Occultò il viso tra le sue mani e strinse con forza in modo che, a dispetto dei tentativi di Luca per togliersili, non potesse toglierli -. Sono soffocata.
- Ma perché? - egli domandò perplesso -. Io sono quello che dovrebbe sentire vergogna.
- Non sento vergogna - disse ancora senza guardarlo, in modo che gli risultò più facile dire quello che sentiva -. Afa e vergogna sono due parole differenti. Sono soffocata perché... - si trattenne alla ricerca di una parola adeguata, ma dopo si avvilì e decise di continuare -. Sono una vergine di ventisei anni -
aggiunse ridendo -. Al meno l'era fino a questa mattina.
- E sono sicuro che la mia esagerata reazione ha aiutato.
Abbozzò un sorriso e, vedendo che ella rilassava le spalle, scelse quello momento per ritirarlo le mani del viso.
- Sono sicuro che il fatto che sperassi significava che volevi essere sicura che volevi che fosse perfetto.
- E lo è stato - ella disse guardandolo, ma in quell'occasione non schivò lo sguardo. Quello che doveva dire era troppo importante -. Luca, quello di questa mattina è stato tutto quello che io potevo immaginarmi. Guarda questo - disse e fece un gesto riferendosi alla stanza, il letto immenso gli eleganti paraggi. Quindi la sua mano accarezzò la guancia di Luca -. E
guardati. Hai fatto che mi senta preziosa. Mi hai fatto sentire più come una donna che mai. Non lo dimentico mai e naturalmente non mi pentirò - spiegò con un sorriso -. Ma c'è una parte negativa. Probabilmente faggi rovinato la mia vita amorosa per sempre. Non credo che nessuno possa paragonare mai Lei con te, Luca. Credo che sia destinata a passare i prossimi cinquanta anni paragonandolo domani tutto con questa meravigliosa e domandandomi perché non sta all'altezza.
Egli sapeva che stava scherzando, sapeva che direbbe quello per togliere ferro al tema, ma la sua mente non smetteva di dare rovesciate. La certezza che quello meraviglioso corpo era rimasto intoccabile per tanto tempo era più di quello che poteva comprendere. Ma ascoltarla parlare del futuro, di qualche altro 37
uomo toccandola, facendo l'amore con lei, arrivando a posti dove egli era arrivato solo, l'infiammava di tale forma che diventava insopportabile. Per un uomo che l'aveva tutto era un sentimento tanto strano che tardò un po' a dare si racconta che erano gelosia.
- Non posso andare via senza più, Felice.
- Allora non lo fare - disse tornando a parlare come una donna di commerci, di nuovo basso controllo. Si mise l'accappatoio e gli diresse un sorriso mentre si legava la cintura
-. Se vuoi fare che questa mattina si ricordi ti chiedo solo che tenga in conto quello di mio padre quando arrivi da Roma.
- Non ti deluderò. Sono a voce un uomo.
- Quello spero - ella disse delicatamente mentre si dirigeva al telefono -. Ora sé che vado via. E, se il mio vestito non è pronto, scenderò e lo raccoglierò io stessa.
- Perché hai tanta fretta? - domandò Luca -. Perché non rimani e fai colazione almeno qualcosa?
- Perché, nonostante gli enormi avanzamenti di questa mattina in quello di trasformarmi in donna di mondo, ancora sono un po' matricola con gli addii - disse con un sorriso mentre i suoi occhi brillavano con le lacrime -.
Niente di pentimenti. Lo dico sul serio. - E sta già?
- Quello è tutto quello che può avere, Luca. Tu vivi a Roma, io vivo in Australia, e quello è la minorenne delle differenze tra noi. Promettere che manterremo il contatto che saremo amici o quello che sia complicherebbe solo le cose. Ambedue sappiamo che non andava a succedere.
- Potrebbe succedere - egli disse con sicurezza nella voce, tanta che quasi ella lo credè.
- Non c'inganniamo, Luca. Non facciamo che sia più difficile di quello che è già. Chi sa? Chissà l'anno che viene nei Premi dai Hotel Santanno il Penisola Golf Resort riceva una placca al hotel più rigenerato e mio padre salisse a riceverla.
- Verresti?
- Suppongo - ella disse pensosa -. Ma un anno è molto tempo, chi sa dove staremo allora? Credo che ci siano cose che è meglio che rimangano nel ricordo, tu no? Tu segui con la tua favolosa 38
vita e me seguirò con la mia. Può che perfino legga qualche giorno qualcosa su me nel giornale, quando mi trasformi nella contabile dell'anno. Una cosa è sicura. A partire da ora leggerò le pagine di società con più interesse.
Aveva detto qualcosa di brutto. Il viso di Luca passò di sorridente a seria. Il degno addio di Felicity svaniva ad ogni velocità.
- Che cosa passa, Luca?
- Mi appena hai restituito al mondo reale - disse segnalando il giornale che aveva tirato prima -. Vede questa mattina molti pettegolezzi. Il problema è che io sarò quello spettegolato -
aggiunse, e Felicity cominciò a sciogliere risatine -. Che cosa è tanto divertente?
- Quello di spettegolato.
- Odio questa lingua - disse muovendo le mani nell'aria con un gesto molto latino -. Tutte quelle stupidio frasi fatte che non puoi dire senza rimanere come un idiota. Non lo vedo la grazia.
- Tranquillo, lo fai molto bene, Luca - disse cercando di calmarlo, ma la risata era ancora evidente nella sua voce -.
Buono, perché vede questa mattina tanti pettegolezzi?
- Comprovalo per te stessa - disse, e prese il giornale per arrendersilo dopo. Quindi si sedette nel letto e Felicity a lui si unì dopo un momento.
- Andiamo, signore Spettegolato - ella scherzò mentre apriva il giornale -. Un caffè e vado via.
Egli si sdraiò e si appoggiò su un gomito per vedere come ella passava lentamente le pagine tentando di concentrarsi.
E gli risultava molto difficile da concentrarsi. Al fine ed il capo uno dei celibi possibilmente più desiderati del mondo giaceva vicino a lei nel letto, quello che faceva che leggere il giornale fosse la cosa ultima che ella desiderava fare in quello momento. Di tutte forme il suo interesse crebbe arrivando alle pagine di società.
In realtà vedere Luca Santanno del braccio di una despampanante bruna di occhi neri non l'avrebbe dovuta sorprendere. Dal giorno in che suo padre era arrivato a casa pallido ed agitato dicendo che la catena Santanno gli aveva fatto 39
un'offerta, il viso di Luca stava sorridendola dai giornali, malizioso e con aria superiore. Ma il suo odio era sparito e tutto quello che Felicity sentiva mentre guardava la foto era un curioso germoglio di gelosia verso quella donna bruna e seduttrice.
- Mi riaffermo - disse Felicity tentando di mantenere la voce ferma -. Lì io stavo, pensando che possibilmente ere uno dei celibi più desiderati e qui dice che sei tra i cento primi.
- Che più dice? - domandò con viso di dolore.
- Le cose abituali - ella disse avvilendosi di spalle -. Alcune parole sul tuo leggendario status di playboy ed un paio di commenti sul vestito del tuo ultimo appuntamento.
- Che più? - domandò di nuovo mentre ella cercava di ammorbidire l'articolo.
- Non molto - disse tentando di sembrare impassibile -.
Parlata di che cosa stavi facendo nelle braccia dell'appena sposata Anna Giordano mentre suo marito è malato in Moserallo.
- Questo è giusto quello che cercava di evitare. I miei avvocati stettero tutto il giorno di ieri tentando che non uscisse questo articolo.
- È la mia colpa? - ella domandò con voce roca -. Se non avessi dovuto occuparti di me l'avresti potuto evitare?
- Quello lo dissi perché era arrabbiato - egli disse, magnanimo -. La prima edizione sarebbe arrivata già ai chioschi per allora.
Ella lo guardò mentre egli si appoggiava nel letto e si impiegava le mani dietro la testa sospirando esageratamente.
Felicity tentò di concentrarsi sull'articolo ed ignorare il fatto che fino ai capelli delle ascelle di Luca gli sembravano sexys.
- Il fatto che lasciasse un occhio violetto al fotografo dopo prendere la fotografia non credo che abbia aiutato molto al caso.
Né i migliori avvocati del mondo possono fermare alla stampa quando lo è messo qualcosa tra sopracciglio ed indietreggia. Se non domanda alla famiglia reale.
Venendo da qualunque altro, quello commento avrebbe 40
suonato presuntuoso, ma Felicity ogni volta si dava più conta che tra tutti e due la distanza si ingrandiva irrimediabilmente.
Luca non si muoveva solo in circoli differenti, ma abitava un mondo completamente differente.
Felicity non alzò lo sguardo, perché non era molto sicura di quello che egli aspettava di lei. Aveva mosso la sua mano di sotto alla sua testa e, a giudicare dall'incessante picchiettio delle dita sul tavolino di notte,
Felicity seppe che non stava tanto reclinato come si supponeva.
- Anna ed io fummo amanti. In realtà stemmo insieme per un paio di anni. Per allora ai giornali non importava loro un peperone, chiaro. Ella era la signorina Anna Ritonni per allora, cosicché non c'era molto di interesse per il pettegolezzo. Le nostre rispettive famiglie erano incantate, chiaro, ed il matrimonio si vedeva venire - si trattenne e sperò di vedere la reazione di Felicity, ma ella mantenne il suo viso impassibile.
- Ma non ci fu matrimonio?
- Non quella che le nostre famiglie avevano in mente. Anna si sposò sei mesi fa.
- Quello dice qui - ella disse con voce chiara. Il fatto che Luca Santanno non si fosse aspettato quello della sua verginità fino a che ella non lo disse fu tutta una sorpresa, e che destro ella aveva a chiedere niente circa qualcosa che aveva avuto luogo prima di aversi conosciuto? Ma nonostante quello la sua gelosia si mischiava con la delusione che un uomo come Luca, un uomo sul quale aveva appena cambiato opinione, avrebbe commesso adulterio col suo ex amante.
- Non ci corichiamo insieme - egli disse con voce chiara, misurando le parole, ed il sollievo che sentì Felicity sentendo quello fu sorprendente perfino per lei -. E per evitare la confusione di prima, lo chiarirò aggiungendo "questa volta." Da quando Anna e Ricardo si sposarono non mi sono coricato con lei, benché non fosse perché ella non abbia insistito. Ma nessuno mi crederei.
- Io ti credo - ella disse con un sorriso -. Ma, perché si preoccupa tanto l'articolo? Odio dire evidenze, ma tu esci nei 41
giornali ogni settimana con una donna differente. Sicuro che nessuno rimpiange.
- Questa volta sé - disse con un lungo sospiro mentre passava una mano per i capelli, dopo si accarezzò la barba incipiente e parlò -. Come ho detto già fummo amanti. Anna è la mia direttrice di relazioni pubbliche, nonostante -
che... non credo che avesse molto problema in licenziarla.
- Attenzione - lo notò Felicity -. Credo che potesse citarti per inseguimento sessuale.
Egli sciolse una risata ma dopo mosse la testa e Felicity seppe che il tempo per gli scherzi aveva finito.
- Siamo dello stesso paese.
- In Moserallo?
- Ambedue seguiamo andando lì. È un paese piccolo, ma ogni volta che vado mi domando lì come potei andare via. Sta in mezzo alle Alpi italiane, ed ad ogni posto dove guardi c'è una vista meravigliosa, soprattutto ora, con la neve nelle montagne.
- Suona meraviglioso.
- Lo è - assentì Luca -. Ovviamente, il fatto che stia a tre ore in automobile da Roma implica che non molto spesso, rimango quasi tutta la settimana in alcuno dei miei hotel. Benché a volte, se ho molta nostalgia prendo un elicottero, egli quale fa il viaggio più gradevole. Non importa la cosa lussuosa che sia il hotel. È sempre gradevole stare in casa.
- Lo comprendo - ella disse -. Non posso immaginarlo ma lo comprendo.
Fece una pausa per un momento mentre la guardava attentamente e si domandava se continuare o no. Felicity si rese conto che stava contenendo la respirazione, disperata per approvare quell'immaginario test, desiderosa di verificare meglio quante più cose di quell'uomo tanto complicato.
- Anna era pazza per me - disse lentamente -, ed io per lei.
Ma non c'amavamo. Per quanto ella lo neghi io so che è verità.
Anna amava il denaro, la ricchezza, ma non a me.
- Chissà vi amava ai due - suggerì Felicity -. A te ed il denaro.
- No - egli disse muovendo la testa con fermezza -.