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- Comproprietario - lo corresse ella.
- Comproprietario? Non è il comproprietario. Io sono il proprietario. Tutti i direttori dei miei hotel hanno un cinque percento delle azioni. Così mi assicuro i benefici.
- Ah, chiaro, i benefici - ella disse guardando malvolentieri Luca -. Un'altra volta. Stiamo tutti molto abituati con quello tuo gusto per quella parola.
- Scusi? - per la prima volta il suo inglese sparì, ma pronto Lei recompuso -. Che cosa si suppone che significa quello?
- Beneficio - ella ripetè. Non era ritornato oramai dietro, era messa in quello fino al collo ma, almeno, potrebbe dirgli quello che pensava dei suoi metodi, fargli pagare per tutta l'agonia che aveva causato alla sua famiglia. Ella era chi aveva l'ultima parola -. Quello è il massimo per te. Beneficio è la ragione per la quale paghi ai tuoi impiegati una miseria, per quello che devono rimanere lavorando notte dopo notte senza riscuotere niente extra, per quello che quello meraviglioso hotel non è né l'ombra di quello che normalmente era.
- L'ombra?
- Non fingere che non lo capisci! - esclamò Felicity -. È nelle ultime, rifinitura, finito. Il piíllas? Sono sicura che si contiene ancora grandi benefici. Sono sicura che sulla carta tutto sta bene.
Ma il personale sta andando via e non passerà molto tempo fino a che i clienti facciano uguali.
Di seguito il silenzio che ebbe fu orribile. Quasi Felicity non poteva credere che avesse ammesso la verità, e molto meno a Luca, il quale era pallido, coi muscoli del suo viso stretti per l'ira, con le nocche bianche di stringere i pugni.
- Ma che cosa deve vedere tutto quello con te? Perché andavi tu a...?
- Impegnarmi con lui? - terminò ella la frase mi domandi che perché andava a prostituirmi con un uomo come Matthew? -
insinuò. Luca si avvilì sentendo quelle parole, ed ella godè vedendolo - Perché sono figlia di mio padre. So quello che bisogna fare e lo faccio. Mio padre non è il patetico uomo d'affari che dici. Non è un giocatore né un bevitore che tira il suo denaro. Mio fratello stava morendo... - fece una leggera 20
pausa -. Il denaro che tirò fuori mio padre per l'acquisto dal hotel servì per allungare un po' più la sua vita.
- Quanto più?
- Sei mesi. C'era un trattamento in America. Non andava ad essere una cura, ma quello che tirò fuori vendendo il hotel trasformò alcune settimane di agonia in sei mesi preziosi. Andò a Parigi e Roma, ci diede tempo per dire tutte le cose che bisognava dire, per riassumere tutta una vita di amore in sei mese e, se retrocedessimo nel tempo, mio padre tornerebbe a fare la stessa cosa.
- Seguo ancora senza comprendere.
- La morte fa che veda le cose con prospettiva, ma non fa che si trattengano le fatture. La tua ipoteca non sparisce perché, dentro i tuoi progetti, neanche importa. Mio padre dovette cominciare di nuovo, ora deve lavorare per una miseria per la catena Santanno, deve vedere come il suo adorato hotel va al tasto. Ma non si lamenta. La cosa unica che vuole sono tre anni più di lavoro. Tre anni per finire di pagare l'ipoteca e risparmiare qualcosa per la sua pensione, un giorno di lavoro degno per un salario degno. Ma che cosa andava a sapere il gran impero Santanno su quello? La cosa unica che ti importa sono i benefici.
- Ti sbagli - la contraddisse Luca -. Sì, mi preoccupano i benefici. Sono in fin dei conti un uomo d'affari, ma mi preoccupo anche per gli impiegati ed essi me lo pagano con assoluta devozione. Non devo vigilarli perché so che danno la cosa migliore di essi.
- Danno la cosa migliore di essi perché sono terrorizzati di potere perdere il suo impiego.
- Ed una merda! - esclamò. Se prima l'aveva visto arrabbiato, ora era livido. Gettava fuoco per gli occhi -. I miei impiegati sanno che bado ad essi. Mi assicuro di ricordare il suo compleanno, che la sua lealtà sia ricompensata. Mira a Ricco, l'uomo col quale parlai questa mattina. La fine settimana che viene è il suo quarantesimo anniversario di matrimonio. Si alloggerà in questa stessa stanza con sua moglie, riceveranno lo stesso servizio che io esigo per me.