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- E che cosa pensi, Felice? - egli domandò con voce tranquilla, ma senza occultare il pericolo dietro lei -. Che cosa passa Lei per quello tuo testolina? Te l'ho domandato di buone maniere, con attenzione, ma non mi ha portato a nessuna parte.

Perché sto già stufo di essere gradevole. Se hai qualcosa da dire, credo che questo sarebbe un buon momento.

- Voglio che parli con l'avvocato, Luca. Voglio che prosegua con quello che dicesti di mettere il hotel a nome di mio padre, e voglio che smetta di sabotare ogni tento che faccio per studiare.

Luca afferrò il suo bicchiere e lo stampò contro la parete mentre gridava. Quindi selezionò un altro di un vassoio di argento e si servì un whiskey.

- Hai finito? - disse, si fece il giro e la guardò con crudeltà -.

È quello tutto quello che vuoi di me, Felice? È quello?

- Non del tutto.

Luca strinse il bicchiere con tale forza che le nocche si misero gli bianchi, aveva il viso bianco e minacciante mentre ella a lui si avvicinava pronunciando ogni parola con tale calma che non faceva altro che esacerbare la tensione della stanza.

- C'è un'altra cosa che voglio di te, Luca - disse una volta stette di fronte a lui, rifiutandosi di lasciarsi intimorire per quell'uomo tanto insoffribile, decisa a non lasciargli vedere l'agonia della sua anima -. Voglio rispetto. Se non sei capace di mantenere il tuo amante appartato, almeno mantienila ad una distanza rispettabile.

Se Felicity avesse avuto uno, senza dubbio si sarebbe vestito per dormire abbottonata fino al collo con una camicia da notte vittoriana. A giudicare dall'indignazione di Luca, se avesse avuto un paio di pigiami li avrebbero portati messi.

Tuttavia dovettero sdraiarsi ognuno nel lato contrario del letto. Felicity stava quasi sull'orlo del materasso in un sforzo per non toccarlo, concentrata in essere la prima che rimanesse dormita.

Perse.

Per quanto Felicity volesse credere che stava fingendo, Luca sembrava essere entrato nel più profondo dei sonni, con ogni russamento irritandola un po' più. Voleva batterlo nelle costole, 87

domandare come era possibile che si fosse rimasto addormentato quando c'erano tante domande per rispondere, tante cose senza dire.

Sentì la sua mano lasciando cadere sul letto per toccarla. Ma non voleva che la toccasse, non voleva lasciarsi portare per il suo tatto. La lite che avevano avuto bisognava sistemarla faccia a faccia, non nel letto. L'avvicinò a lui, dormendo l'attrazione che generavano era perfino, evidente, non poteva negarsi. Luca al suo corpo e lei si attorcigliò rimase lì, quieta, domandandosi come spiegare a quell'uomo quello che neanche ella comprendeva. Che il suo corpo ardeva di desiderio verso lui che perfino rimanendo quieta come una pietra, egli svegliava tutte le sue sensazioni che ogni fibra del suo corpo gridava per lui, per tutto egli, non per quella calza vita che si erano inventati, con quello matrimonio senza impegno.

Felicity sentì contro la sua coscia la risposta del suo corpo verso lei. Una mano quasi impercettibile si impuntò nel suo stomaco e, con un mormorio inaudibile, le sue dita furono salendo fino a circondare i suoi petti.

Quello gli dolse.

Felicity si mosse leggermente e lo sentì protestare con un gemito, ma l'orribile domanda che aveva girato intorno a lui per la testa ritornò di nuovo, con più forza quella volta, e non importava molto la cosa che ella volesse ignorarla, perché era una domanda che esigeva risposta che esigeva di lei che si affrontasse e che smettesse di ignorare le cose.

- Felice? - egli disse con un gemito molto basso, e fece che ella si trattenesse un istante mentre si disporsi ad uscire dal letto.

- Vado al bagno - ella sussurrò -. Torna a dormirti.

- Non discutiamo - egli disse con gli occhi chiusi, ed ella rimase in piedi guardandolo, desiderando che tutto fosse così semplice, desiderando che fosse tanto facile. Desiderando che la sua bellezza non la colpisse tanto -. Ritorna al letto, Felice.

Smette di allontanarmi sempre da te.

Tirò fuori una mano di sotto al lenzuolo, afferrò a Felicity e l'avvicinò a lui. Aveva gli occhi aperti, ed ella poteva vedere il desiderio ardente in essi.