44
Felicity lo dubitava. Essere respinta da Luca doveva essere orribile. Ella aveva passato solo una notte con lui e già era allucinata. Avere conosciuto quella perfezione per due anni e dopo rimanere senza niente, buono, sarebbe troppo.
- Felicity raccolse il giornale e guardò un'altra volta la foto.
Gli occhi neri e calcolatori di Anna inviavano una certa sfiducia.
Anna aveva più cose nella testa a parte salvare il suo matrimonio.
- Ti assicuro che quando mia madre legga questo diventerà matta - egli disse con preoccupazione, ed ella sorrise in risposta.
Ma era troppo tardi per Luca -. Che cosa è tanto spiritoso?
- Perché che non sembri il tipico uomo che si lascerebbe intimorire per quello che sua madre pensi.
- Perché? Credi che un uomo può essere solo maschio se disprezza a quelli che vuole? Che non dovrebbe preoccuparmi svergognare mia madre, se il dispiacere? Quelli giornalisti non sanno il danno che causano. Tu non sei l'unico che si preoccupa per i suoi genitori, Felice. Mia madre è già maggiore. Vuole che suo figlio si sposi e sente la testa, ma si fa la cieca ed accetta che non sono preparato per mettere la giudizio. Ma quando pensi che mi sto coricando con la donna di un amico della famiglia e che neanche mi disturbo ad essere discreto, allora... -
si trattenne, si alzò dal letto, si mise un accappatoio e cominciò a passeggiare per la stanza di nuova mentre Felicity lo guardava -.
Allora gli farò male.
- Ora è di notte in Italia - ella disse facendo che egli si trattenesse e gli lanciasse un sguardo di incredulità.
- Che nasi deve vedere ora quello?
- I giornali non saranno usciti ancora. Hai alcuni ore per inventarti qualcosa, qualcosa dire alla tua famiglia.
- Non necessito alcuni ore - disse ammorbidendo l'espressione del suo viso ed abbozzando un sorriso di scusa -.
Perché ho già una soluzione.
- Ah, sé? E perché non me l'avevi detto?
Luca non rispose, semplicemente attraversò la stanza e si sedette vicino a lei prendendolo una mano. Quando si rischiarò la gola a Felicity l'assaltò una premonizione, la sensazione che la 45
sua soluzione non sarebbe niente semplice.
- Anna ed io potremmo essere solo amici - cominciò a dire egli -. Chissà se io mi avessi innamorato fino al midollo, non sarebbe impossibile che ella avesse volato fino a qui per intuizione femminile.
- Intuizione? - domandò Felicity tentando di pensare la cosa più rapida possibile.
- Intuizione - ripetè Luca -. Sono un disastro in temi di gioielleria, ma mi piacerebbe che qualcosa di tanto importante come un anello di compromesso stesse in condizioni.
Milioni di allarmi suonarono nella testa di Felicity che incominciò a negare chiaramente con la testa. - No, no, no.
Definitivamente no.
- Ma quello lo risolverebbe tutto - egli disse molto calmato come se avesse suggerito che uscisse da acquisti o qualcosa così
-. E nel frattempo passeremmo un buon momento.
- E quanto si suppone che durerebbe quello buon momento? -
ella domandò e, come egli si avvilì di spalle, aggiunse -. È una domanda ragionevole, Luca.
- Potresti fare le tue cose per corrispondenza e vedere il mondo con me. Andiamo d'accordo.
- Abbiamo passato solo insieme una notte, e la maggior parte di lei siamo stati addormentati.
- Al meno puoi leggere il giornale in silenzio. Sai la cosa difficile che può essere quello per alcuni donne? - di seguito seguì una povera imitazione con voce di donna -. Luca, non si somiglia che quello di ieri sera fu molto speciale? Luca, che cosa facciamo oggi? Luca, che cosa vuoi cenare?
- Quello si chiama insicurezza, Luca - ella disse mezzo ridendo -. Probabilmente lo dicono per assicurarsi che ci sarà un'altra notte che ritorni.
- Sarebbe ritornato se mi avessero lasciato leggere in pace.
- Ed io suppongo che quello sarebbe una delle norme.
Dovrebbe fare colazione in silenzio? Non potrebbe domandare sui piani del giorno?
- Stai tergiversando le mie parole. Stai descrivendomi come ad un mostro. Ti tratterebbe meravigliosamente, molto meglio 46
che quello bastardo di Matthew. Non ti mancherebbe di niente -
disse, e mise un sorriso maligno che fece che Felicity si rigirasse all'interno -. Soprattutto nel letto.
- Sarebbe un'amante nella gloria - ella disse. Luca sorrise solo.
- Un'amante con un anello. Hai idea del potere che dà quello?
Hai idea delle porte che ti aprirebbe quello?
- Non voglio che mi siano aperti le porte. Sono felice aprendoloro io stessa, Luca - disse sapendo che quello lo confonderebbe ma non gli importava. Voleva solo trovare la maniera di dire a quello playboy che, per la prima volta nella sua vita, la risposta andava ad essere negativa -. Non mi importa lavorare per guadagnarmi la vita. Non mi importa rimanere sveglia tutta la notte studiando se è necessario. Risulta che mi piace la mia vita.
- Perché ieri sera non lo sembrava. In realtà ieri sera avresti dato qualunque cosa per cambiarla. Ora puoi - disse semplicemente -. Sposati con me e tornerò a mettere il hotel a nome di tuo padre. Sposati con me ed i tuoi genitori avranno la pace che chiedono.
Si trattenne e, per la prima volta, Felicity non si scagliò a contraddirlo. Semplicemente rimase seduta, in silenzio, domandandosi come era che si stava porsi la possibilità di fargli sposo.
- Sposati con me - egli ripetè.
- Questo è perché ti sei coricato con me? - ella domandò -. Si tratta di qualche sbagliato senso dell'onore?
- Non c'è niente di sbagliato nell'onore - egli disse con eleganza -. Ti ho tolto la verginità. È giusto che mi sposi con te.
- È arcaico - ella rispose -, oltre a completamente non necessario.
- Pensalo per un momento - egli disse ancora con voce soave, ma c'era una certa nota di potere dietro le sue parole che dicevano a Felicity che la sua assoluta determinazione non si restringeva solo alla sala di giunte. Perché, nonostante il suo rifiuto iniziale, della quantità di domande che si accalcavano nella sua mente, un getto di eccitazione cresceva in fondo del 47
suo stomaco. L'idea di condividere letto con lui ogni notte, di vedere il mondo attraverso i suoi sofisticati occhi, di abbracciarlo, di adorarlo, di fare l'amore con lui un ed un'altra volta...
- Non sto chiedendoti che duri per sempre. Solo il tempo sufficiente affinché si rischiarino le cose per i due. Non eviterai solo che la mia famiglia sia imbarazzata ma anche Ricardo. So già che quell'a te non ti importa in assoluto e lo comprendo, ma starebbe in debito con te. Farò che tuo padre sia il padrone del hotel di nuovo. Farò che i miei avvocati si mettano di mattina a ciò il lunedì. Ed in quanto all'onore... - si trattenne e prese alito senza smettere di guardarla -. Chiami la cosa arcaica o come voglia, ma non posso andare via e lasciarti qui.
- Ma un giorno andrai via, Luca - segnalò Felicity ignorando la paura che sentiva nel suo cuore davanti a tale prospettiva -.
Dove lascia quell'al tuo argomento? Dove appare l'onore nel divorzio?
- Ti sarai coricato solo con un uomo - egli rispose rapidamente -. E quell'uomo sarà stato tuo marito. Io credo che ci sia abbastanza onore in quello - spiegò, e dopo, guardandola aggiunse fissamente -. Ti sposerai in mezzo senza minacce.
Quell'idea continuava a prendere sempre di più forza vedendola lì seduta, nel suo letto, tanto adorabile. Seppe che non poteva lasciare esulare da una bellezza simile. Non poteva permettere che uscisse dalla sua stanza e della sua vita.
Importava solo quello. Il resto non aveva nessun senso.
- Non ci saranno false dichiarazioni di amore, né bebè che appannino il tema, nessuna promessa a lungo termine, solo mutuo rispetto e comprensione. Felice, sarò forte per te.
Ella lo guardò con occhi sospettosi, ma vedendo la sua forza, la sua dignità, seppe che erano molto più afrodisiaci che il sesso che avevano avuto prima poco tempo.
Luca abbozzò un sorriso e con la sua voce sexy e profonda mascherò quasi l'umore che nascondevano le sue parole.
- Inoltre sono sicuro che sono molto meglio nel letto di quello che non lo sarebbe stato mai quello Matthew.
Felicity si disporsi a dire qualcosa ma le labbra di Luca si 48
affrettarono contro i suoi e, con una mano, l'attrasse verso lui per abbracciarla, ed ogni argomento eloquente che si era formato nella sua mente sparì nell'istante in che ella atterrò nel suo grembo.
Egli gli aprì l'accappatoio per raggiungere i suoi petti.
Felicity sentì la forza della sua erezione facendosi lentamente strada. Gettò la testa per dietro mentre egli lasciava cadere le sue labbra verso il basso, tracciando una strada per il suo collo mentre con le dita realizzava autentica magia, facendo che Felicity gridasse come se stesse in estasi.
- Quello è un sé?
La maestria del suo tatto svegliava molto in lei più che passione. Lì stava l'uomo che poteva fargli improvvisamente dimenticare tutto e catapultarla al cielo, dove non c'erano regole e dove tutto poteva succedere. Aveva sentito sempre passione verso Luca, benché fosse indirettamente. Benché il suo odio avesse cambiato, la sua passione rimaneva. Ma in quell'occasione somigliava sospettosamente all'amore.
- Quello è un sé? - egli domandò di nuovo, con tutta la sua virilità aspettando una risposta.
Ella sentì di nuovo che cadeva, in caduta libera verso un territorio pericoloso e tentatore, e sperò a che si aprisse il suo paracadute mentale, la sua saggezza, a che la sua mente registrasse la sua protesta a che gli dicesse che era caduto dalla padella al fuoco.
Ma che fuoco.
Luca era l'uomo che poteva sistemarlo, quello che l'aveva salvata di sé stessa, quello che poteva dare alla sua famiglia la tranquillità che meritavano. E mentre lo guardava agli occhi all'improvviso pensò che il mondo aveva senso.
Luca aveva tutte le risposte. - Sé.
Quella sola parola l'eccitò e la terrorizzò contemporaneamente. Cercò di fare un check-up mentale per trovare il paracadute che doveva stare per di là. Ma qualcosa negli occhi di Luca la fermò, qualcosa nella forma in cui l'abbracciava, fino a che la cosa unica che gli importava era il presente, e non lasciare che quello momento finisse mai.