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E quando egli la penetrò ed ella lo ricevè senza paura, le sue parole furono una conferma non necessaria, perché la sua risposta era stata già data.
- Sì, Luca, mi sposerò con te.
Capitolo 4
Beve qualcosa - suggerì Luca con un sorriso e con una mano sulla coscia di Felicity, mentre ella guardava per la finestra. Un nodo probabilmente tanto grande come quello liberò che aveva finto che leggeva l'era stato formato nella gola mentre l'aeroplano si alzava per il cielo. Le luci della cabina proporzionavano un momento di intimità mentre ella contemplava tutto quello che lasciava dietro -. Sono sicuro che possono preparare un paio di vodka con arancia, o perfino un daiquiri di fragole. Stava scherzando. Solo tentativo farti sorridere.
- Lo so - ella ammise mentre prendeva un tovagliolo per suonarsi il naso, ma cambiò idea. Finirono i giorni in classe turista e con tovaglioli di carta. Luca prese il fazzoletto di seta e glielo offrì. Ella si soffiò con abbastanza forza e lui la guardò spaventato, facendogli sorridere -. Ma è duro lasciarli dietro.
- Ma non stai lasciando dietro alla tua famiglia. Puoi volare qui domani, la settimana che viene se vuoi. Il mondo è un posto piccolo. Stai solo ad un giorno e mezzo di distanza - egli spiegò, e dopo mise voce più solenne -. Non ti allontano dalla tua famiglia, Felice. So la cosa importante che è per te.
Felicity assentì con la testa, ma le lacrime erano troppo prossime come per permettere di uscire le parole, e la cosa ultima che voleva era piangere di fronte un'altra volta di Luca.
- Non appena ritorni al lavoro parlerò coi miei avvocati affinché mettano un'altra volta il hotel a nome di tuo padre.
Benché possa che tardi un tempo.
Felicity lo guardò. Sempre sospettoso, socchiuse gli occhi e, per la prima volta da quando si erano conosciuti, sentì che Luca sembrava stare dandogli allunghi al tema. Ma si affrettò a tranquillizzarla.
- Sai già come possono essere gli avvocati. Niente succede 50
velocemente in questi giorni. Ma sai che le mie intenzioni sono sincere, verità? Ti ho dato la mia parola.
Ma era la sua parola sufficiente? Non aveva per iscritto niente, solo parole e promesse. Come marcirebbe quello prevalere in un tribunale?
Una risata stridente risuonò nella sua mente.
Che tribunale?
- Quello non è tutto quello che si preoccupa, verità?
Felicity si avvilì di spalle senza compromettersi a niente.
- Non è sufficiente il fatto che sto emigrando del mio paese?
- Suppongo - disse gentilmente Luca. La mano che stava sulla coscia di lei seguiva ancora lì, ma con l'altra gli toccò il viso e l'asciugò una lacrima che scivolava lentamente per la sua guancia -. Stai pensando a tuo fratello Joseph ed in quando venisti con lui a Roma?
Come lo sapeva? L'agonia delle sue parole era il piccolo prezzo a pagare per la sua perspicacia, ma ancora così ella se lo guardò, si divorò il dolore ed abbozzò un sorriso.
- È assurdo paragonarlo. Questo non ha niente a che vedere con come fu allora.
- Perché sempre facce quello? - domandò Luca molto serio -.
Perché mi allontani sempre da te?
- Non lo faccio - ella negò con la testa, desiderando che cambiasse tema. Luca si pensava che perché ella portava un anello dovrebbe contargli le sue cose più intime, ma Felicity si rifiutava di andare per di là.
Le sue cose intime non andavano ad essere dominio di Luca.
- Non mi lasci mai entrare. Non mi lasci mai sapere quello che passa per la tua ordinata testa. Sei molto indipendente. Non mi lasci mai sapere quello che realmente pensi.
- Non sto occultando niente - ella disse con fermezza -.
Credimi, non c'è niente eccitante nella mia testa - disse mentre si dava un colpetto nella testa. Quindi prese il menù che gli aveva consegnato il sostituto di volo e finse che lo leggeva. Cercò di concentrarsi sulla quantità di delizie che offrivano, ma non lo serviva da niente quando l'unica delizia che desiderava era seduta al suo fianco -. È ma è duro dire addio alla famiglia.