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Si rese conto della cosa poco sofisticata che doveva suonare dicendo quelle cose. Ricardo sorrise.
- Ah, ma non c'è niente come il tuo proprio letto. Soprattutto quando si arriva alla mia età. Non sei abituata a volare?
Felicity negò con la testa, decidendo in quell'istante che Ricardo gli stava simpatico.
- Le occasionali ferie familiari di Melbourne a Queensland ed un viaggio all'Europa non sono paragonabili.
- Subito ti abitui, se vuoi, chiaro - egli disse, notando il cipiglio corrugato di Felicity -. I nostri compagni portano una vita di alti voli. A volte è difficile abituarsi. Ma a me mi piace stare qui, con le mie uve.
- Le tue uve?
- Sono i miei bebè - egli disse con un ampio sorriso.
Era gradevole, e Felicity pensò che forse si era sbagliato.
Naturalmente non era idiota, ed era abbastanza attraente. Chissà Anna era innamorata di lui. E giostro quando Felicity cominciava a rilassarsi, i suoi nervi saltarono di nuovi. Ricardo continuò a parlare con tale semplicità che gli costò captare quello che diceva.
- Sento che Anna ti scomodasse prima, flirtando con Luca di quella maniera tanto poco appropriata.
- Non lo fece - non sapeva che cosa dire -. Voglio dire che non mi scomodò.
- Sé lo fece - disse Ricardo con lo stesso accento forte che Luca. Felicity non seppe che cosa dire. Al fine ed il capo era il marito di Anna -. Parlerò con lei quando arriviamo a casa. Sei una donna affascinante, Felicity. Non voglio vederti soffocata.
Anna e Luca dovranno imparare ad essere più discreti.
- Discreti? - domandò Felicity attonita -. Ma, se non c'è niente tra essi.
- Oh, Felicity... - egli disse con pena.
- Ti sbagli - ella insistè, ma il dubbio era evidente nella sua voce -. Non succedè niente nel hotel, niente in assoluto.
- Scelse Anna il tuo anello? Indubbiamente non. Tu lo sai ed io lo so. L'attuazione di prima di Anna era parte dello spettacolo.
Ma Luca è un buon uomo. Non ti disonorerà mai né ti 63
svergognerà. Sei sua moglie dopo tutto.
Ricardo sorrideva e cercava di riconfortarla, ma non c'era maniera. Voleva coprirsi gli uditi con le mani per non ascoltare quello che egli diceva, per non ascoltare la verità che lei stessa si rifiutava di ammettere.
- Dovrai imparare a guardare per un altro lato.
- Qui stai - disse Luca che era ritornato. Ma in quell'occasione la sua visione non fece che Felicity si rilassasse in assoluto. Aveva bisogno di spazio per pensare -. Sembri stanca.
Felicity vide i fiocchi di neve nei suoi capelli e la raffica di aria fredda che portò con lui le fece scuotere si somigliava preoccupato. Prese il mento a Felicity e la sostenne lì come se realmente gli importasse.
- Lo sto - ella disse a voce alta, perché il cuore gli batteva con tale forza che pensava che sarebbe inaudibile -. Dove stavi?
Parlando con mia madre. Dove credevi che stesse?
- Ti sei lasciato il bicchiere nel balcone, affetto - disse Anna ad essi unendosi e restituendo a Luca il bicchiere di forma molto intima mentre Ricardo lanciava un sguardo di amarezza che Felicity registrò solo.
La giostra andava più lentamente, i colori e le luci si separavano, il mondo girava a mettersi a fuoco a poco a poco ed a Felicity non gli piacque quello che vide.
- Portami a casa, Luca - disse con voce tremula, e respinse il braccio che Luca gli tese, uscendo sola dalla stanza.
- Ricardo dice che Anna e tu dovete essere più discreti - ella disse mentre conducevano per la strada. La strada serpeggiava attraverso le montagne e quasi non si vedeva niente con la luce della luna. Ma né condurre per il lato contrario a gran velocità la spaventava in quello momento. La sua testa girava solo a quello che Ricardo aveva detto e pensava in come trattare quello.
Guardò Luca e rimase embobada vedendo il suo profilo romano, le sue guance perfettamente scolpite, e desiderò che la sua bellezza non la colpisse in quell'istante.