74

In quello momento si sentì soffocata, incapace di guardarlo agli occhi, e diede un morso alla sua torta.

Gran errore.

Le montagne coperte di neve non sembravano all'improvviso oramai tanto belle, tutto incominciò a dargli rovesciate.

Cominciò a sentire sudori per il petto ed all'improvviso l'elicottero gli sembrava dei più claustrofobico mentre Luca parlava della velocità dell'aria e la direzione del vento.

- Luca! - disse quasi afono. Tentò di respirare profondo e portare aria ai suoi polmoni mentre chiedeva per la sua attenzione. Ma Luca non la guardava, ma segnalava i differenti paesaggi come se fosse un guida turistico. Cercò nella sua borsetta qualunque cosa che potesse aiutare, ma era sicura che il fazzoletto che ottenne non servirebbe da niente -. Luca! - ripetè con voce più urgente facendo che egli Lei facesse il giro. Aprì la bocca spaventato vedendo lo stato in cui si trovava. Con un movimento rapido lo collocò la testa tra le gambe e chiese a Leone una borsa mentre Felicity scopriva ai suoi ventisei anni che non sopportava in assoluto le altezze.

Alla sua umiliazione si sommò il fatto che Luca reagì esageratamente. In un secondo si era trasformato nel tipico padre sobreprotector, sfregandolo energicamente il collo, quando ella desiderava che la lasciasse in pace.

- Perché non me lo dicesti? - egli domandò mentre la conduceva attraverso l'eliporto. Fortemente la relativa sicurezza di suolo non era ancora sufficiente, dato che stavano nella terrazza del hotel -. Perché non mi dicesti che ti facevano paura le altezze?

- L'appena ho scoperto - ella disse con un sorriso forzato -.

C'è qualche posto nel quale possa rinfrescare prima di arrivare al tuo ufficio?

Ma Luca non gli fece caso e disse che aveva buon aspetto.

Quindi la portò all'entrata decisa a lasciarla nella tranquillità della sua suite.

Nella suite stava Anna vestita con un abito rosso con una gonna eccessivamente breve, mostrando gran parte delle sue cosce abbronzate. Rimase a bocca aperta vedendo a Felicity che 75

fu condotta dietro alcune enormi porte di legno dove l'aspettava un letto enorme. Senza voglia di discutere, Felicity si sedette grata sul piumino, desiderando che la stanza smettesse di girare mentre Anna si avvicinava per esaminarla più di vicino.

- Che c'é?

- Parleremo in inglese - disse Luca, egli quale dovrebbe avere fatta illusione a Felicity, ma per la prima volta desiderò che lasciasse ad un lato la sua correzione e parlasse di lei in italiano.

Non aveva nessuna bisogno di ascoltare con dettagli grafici del numero dell'elicottero.

A poco a poco tutto smise di girare. Si prese un sorso dell'acqua che Luca gli aveva portato e si appoggiò sui cuscini, incapace di credere come la paura alle altezze poteva avere quell'effetto tanto devastatore.

Completamente finita vide come Anna si sedeva vicino al letto, e ferma dispiacere di Felicity, scoprì che non aveva né un grammo di cellulite vedendola attraversare le gambe mentre diceva a Luca:

- Mi sarebbe piaciuto che mi avessi detto che portavi a Felicity con te.

Neanche Luca la guardò.

- Lo decidiamo questa mattina.

- Anche cosí avrebbe preferito che me lo dicessi - disse Anna con un sospiro mentre giocherellava con uno dei suoi riccioli e mordicchiava la punta della sua penna, fino a che finalmente Luca si girò verso lei -. La ragione per la quale ti chiesi che venissi direttamente è che alcuni dignitari dell'Arabia Saudita vengono di passaggio. Vogliono che insegni loro la città e che mangi con essi.

- Occupati tu di essi - disse Luca spensierato.

- Preferirebbero vederti. Parlano di prenotare permanentemente un paio di suite nell'attico.

- Mia moglie è malata e mi chiedi che faccia da cicerone di quella gente? Dilloro che avvisino la prossima volta che non sto disponibile. Dilloro quello che voglia per quel motivo ti pago, no? Ora se ci permetti qualcosa di intimità, mi piacerebbe vedere per me stesso che mia moglie sta bene.