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- La sua causa?

Le mani attorno alla sua vita non è che stringessero, è che sembravano due travi di metallo, e Felicity cercò di liberarsi.

- Matthew considera che è il suo diritto divino l'avere una bella donna bionda al suo fianco. E se quello suona presuntuoso non mi importa.

- È la verità - egli disse lasciando momentaneamente da parte i fatti spiacevoli ed incentrandosi nell'attraente donna che aveva di fronte -. Facce che essere bella suoni come una maledizione.

- Non dissi mai che fosse bella - lo corresse ella Ma, sé.

Sembrare un'adolescente fragile può avere i suoi svantaggi tanto nella cosa personale come nella cosa professionale - disse mentre lo guardava provocatorio con la schiena rigida -. Mi prenderesti tu sul serio in una sala di consigli, signore Santanno?

Quella domanda lo confuse, ma rispose ugualmente.

- Non sono sessista. Se quello che dicesse avesse ovviamente senso che ti ascolterebbe.

Come risposta ella cercò di sciogliere una risata sarcastica, ma fallì.

- Ti contraddici a te stessa, Felice - egli rispose Chiedi che ti prendano sul serio nonostante il tuo aspetto mentre, d'altra parte, sei disposta ad impegnarti con un uomo che si ama solo come un trofeo. Non ha senso.

- Pensai che poteva farlo - il sarcasmo era sparito dalla sua voce -. Pensai che potrebbe portare il compromesso come un trattamento di commerci.

- Ma non l'avresti potuto fare - egli rispose. Fu un'affermazione categorica, non unisca domanda, ma anche cosí ella assentì.

- Non sono una romantica, Luca. Non credo nel seme di oro alla fine dell'arcobaleno. Non credo che ci sia lì fuori un'anima gemella, aspettandomi. Sposarmi con Matthew non significava dire largamente addio a qualcosa sognato. Era solo il mezzo per il fine, la soluzione ad un problema.

- Hai una visione molto amara del matrimonio per essere tanto giovane. Che cosa avrebbe passato se egli avessero cari figli?