Se Rashek non dovesse riuscire a portare Alendi fuori strada, ho dato istruzioni al ragazzo di ucciderlo.
56
Come fa Vin a sopportare questo?, si domandò Elend. Poteva vedere a malapena sei metri nella nebbia. Gli alberi spuntavano come apparizioni attorno a lui mentre camminava, i rami si attorcigliavano attorno alla strada. La nebbia sembrava quasi viva: si muoveva, mulinava e soffiava nella fredda aria notturna. Ghermiva gli sbuffi dei suoi respiri, come attirando un pezzo di lui dentro di sé.
Elend rabbrividì e continuò a camminare. La neve si era sciolta a chiazze nel corso degli ultimi giorni, lasciando dei cumuli nelle zone in ombra. La strada del canale, per fortuna, era perlopiù sgombra.
Camminava con uno zaino in spalla, portando solo lo stretto necessario. Su suggerimento di Spook, avevano scambiato i loro cavalli a un villaggio diversi giorni prima. Avevano sforzato molto gli animali negli ultimi giorni, e Spook aveva stimato che cercare di mantenerli nutriti - e in vita - per l'ultimo tratto del loro viaggio verso Luthadel non sarebbe valso la pena.
Inoltre, qualunque cosa dovesse accadere alla città probabilmente era già successa. Perciò Elend camminava, da solo, nel buio. Malgrado l'atmosfera inquietante, manteneva fede alla sua parola e viaggiava soltanto di notte. Non era solo la volontà di Vin: anche Spook affermava che la notte era più sicura. Pochi viaggiatori affrontavano le nebbie. Pertanto parecchi banditi non si preoccupavano di sorvegliare le strade di notte.
Spook procedeva avanti furtivo, grazie ai suoi sensi acuti sapeva individuare il pericolo prima che Elend vi ci si imbattesse. Comunque sia, come funziona?, si domandò Elend nel camminare. Lo stagno dovrebbe farti vedere meglio. Ma cosa importa quanto puoi vedere lontano se le nebbie oscurano tutto quanto?
Gli scrittori affermavano che l'allomanzia poteva aiutare una persona a penetrare le nebbie, in qualche modo. Elend si era sempre domandato come fosse possibile.
Naturalmente si era domandato anche come ci si sentiva con la forza del peltro o a combattere con l'atium. Gli allomanti non erano comuni, nemmeno fra le Grandi Casate. Eppure, per via del modo in cui Straff l'aveva trattato, Elend si era sempre sentito in colpa per non esserlo.
Ma ho finito per diventare re, anche senza l'allomanzia, si ricordò, sorridendo fra sé. Aveva perso il trono, vero. Ma, anche se potevano togliergli la corona, non potevano sottrargli quello che aveva realizzato. Aveva dimostrato che l'Assemblea poteva funzionare. Aveva protetto gli skaa, dato loro dei diritti e un assaggio di libertà che non avrebbero mai dimenticato. Aveva fatto più di quanto chiunque si sarebbe aspettato da lui.
Qualcosa frusciò tra le nebbie.
Elend si immobilizzo, fissando nel buio. Sembrano foglie, pensò nervosamente.
Qualcosa che vi si muove sopra? Oppure... solo il vento che soffia su di esse?
In quel momento decise che non c'era nulla di più inquietante che fissare nell'oscurità nebbiosa, vedendo sagome sempre mutevoli. Una parte di lui avrebbe preferito affrontare un esercito di koloss che stare da solo, di notte, in una foresta sconosciuta.
«Elend» bisbigliò qualcuno.
Elend si girò. Portò una mano al petto vedendo avvicinarsi Spook. Pensò di rimproverare il ragazzo per essersi avvicinato di soppiatto, ma non c'era proprio nessun altro modo di avvicinarsi nelle nebbie.
«Hai visto qualcosa?» chiese Spook piano.
Elend scosse il capo. «Ma penso di aver udito qualcosa.»
Spook annuì, poi schizzò via di nuovo fra le nebbie. Elend rimase lì, incerto se proseguire o attendere e basta. Non dovette pensarci su a lungo. Spook tornò qualche attimo dopo.
«Nulla di cui preoccuparsi» spiegò. «Solo uno spettro delle nebbie.»
«Cosa?» domandò Elend.
«Uno spettro delle nebbie» ripetè Spook. «Sai, grosse cose viscide? Imparentate coi kandra? Non dirmi che non hai letto nulla al riguardo.»
«Sì» rispose Elend, scrutando il buio con aria nervosa. «Ma non avevo mai pensato che mi sarei ritrovato nelle nebbie con uno di essi.»
Spook scrollò le spalle. «Probabilmente sta solo seguendo Il nostro odore, sperando che lasceremo qualche rifiuto che possa mangiare. Quelle cose sono innocue, perlopiù.»
«Perlopiù?» chiese Elend.
«Probabilmente ne sai più tu di me. Ascolta, non sono tornato qui per chiacchierare di mangiacarogne. C'è una luce più avanti.»
«Un villaggio?» chiese Elend, ripensando a quando erano passati da questa parte prima.
Spook scosse il capo. «Sembrano fuochi di guardia.»
«Un esercito?»
«Forse. Sto solo pensando che potresti attendere qui dietro per un po'. Sarebbe imbarazzante se incappassi in un accampamento di esploratori.»
«Giusto» disse Elend.
Spook annuì, poi si avviò fra le nebbie.
Ed Elend si ritrovò di nuovo solo al buio. Rabbrividì, stringendosi attorno il mantello, e osservò le nebbie nella direzione da cui aveva sentito la creatura. Sì, aveva letto degli spettri delle nebbie. Sapeva che erano ritenuti innocui. Ma il pensiero di qualcosa che strisciasse lì fuori, dallo scheletro composto di ossa a casaccio, che lo osservava...
Non concentrarti su questo, si disse Elend.
Invece rivolse la sua attenzione alle nebbie. Vin aveva ragione su una cosa, almeno. Perduravano sempre più a lungo nonostante l'alba. Alcune mattine rimanevano un'ora intera dopo il sorgere del sole. Poteva immaginare facilmente il disastro che si sarebbe abbattuto sulla terra se le nebbie fossero restate tutto il giorno. I raccolti sarebbero avvizziti, gli animali sarebbero morti di fame e la civiltà sarebbe crollata.
Il Baratro poteva davvero essere qualcosa di così semplice? Le stesse impressioni di Elend sul Baratro derivavano da ciò che avevano tramandato gli studiosi. Alcuni scrittori congedavano tutto quanto come una leggenda, una diceria usata dagli stipulatoli per aumentare l'alone di divinità del loro dio. La maggioranza accettava la definizione storica del Baratro: un mostro oscuro che era stato ucciso dal lord Reggente.
Eppure pensare a esso come alla nebbia aveva senso. Come poteva un'unica bestia, per quanto pericolosa, minacciare un'intera terra? Le nebbie, però, potevano essere distruttive. Uccidere piante. Forse perfino uccidere persone, come aveva ipotizzato Sazed?
Le scrutò agitarsi accanto a lui, giocose, ingannevoli. Sì, poteva vederle come il Baratro. La loro reputazione - più spaventose di un mostro, più pericolose di un esercito - era meritata. In effetti, a osservarle com'erano, poteva vederle giocare scherzi alla sua mente. Per esempio, il banco di nebbia dritto di fronte a lui, pareva assumere delle forme. Elend sorrise mentre la sua mente distingueva delle immagini fra le nebbie. Una pareva quasi una persona lì in piedi, di fronte a lui.
Quella persona avanzò.
Elend sobbalzò, facendo un passetto indietro, quando il suo piede scricchiolò su un pezzo di neve incrostata di ghiaccio. Non essere sciocco, si disse. La tua mente ti sta giocando degli scherzi. Non c'è nulla...
La sagoma nelle nebbie fece un altro passo avanti. Era indistinta, quasi priva di forma, eppure sembrava reale. Movimenti casuali nella nebbia delineavano la sua faccia, il suo corpo, le sue gambe.
«Lord Reggente!» guaì Elend, balzando indietro. La cosa continuò a squadrarlo.
Sto impazzendo, pensò, le mani che cominciavano a tremare. La figura di nebbia si arrestò a poche decine di centimetri davanti a lui e poi sollevò il braccio destro e indicò.
Verso nord. Lontano da Luthadel.
Elend si accigliò, guardando nella direzione in cui la figura indicava. Non c'era nulla tranne altre nebbie vuote. Si voltò verso l'essere, ma Quello rimase lì in silenzio, col braccio sollevato.
Vin mi ha parlato di questa cosa, si ricordò, soffocando la paura. Ha cercato di mettermi in guardia. E io che pensavo che si stesse inventando tutto! Lei aveva ragione, proprio come aveva avuto ragione sulle nebbie che rimanevano più a lungo di giorno e sulla possibilità che fossero il Baratro. Elend stava cominciando a chiedersi chi fra loro fosse lo studioso.
La figura di nebbia continuò a indicare.
«Cosa?» domandò Elend, la sua stessa voce suonava inquietante nell'aria silenziosa.
Essa si fece avanti, il braccio ancora sollevato. Elend mise una mano inutile sulla sua spada, ma rimase dov'era.
«Dimmi cosa vuoi da me!» esclamò con decisione.
La cosa indicò di nuovo. Elend inclinò il capo. Di certo non sembrava minacciosa. In effetti, lui percepì un'innaturale sensazione di pace provenire da essa.
Allomanzia? pensò. Sta Tirando contro le mie emozioni!
«Elend?» La voce di Spook provenne dalle nebbie.
La figura si dissolse all'improvviso, fondendo la sua forma nelle nebbie. Spook si avvicinò, il suo volto buio e in ombra nella notte. «Elend? Cosa stavi dicendo?»
Elend scostò la mano dalla spada, mettendosi dritto. Scrutò le nebbie, ancora non completamente convinto che non si stesse immaginando tutto. «Nulla» rispose.
Spook lanciò un'occhiata nella direzione da cui era venuto. «Dovresti venire a vedere questo.»
«L'esercito?» chiese Elend accigliandosi.
Spook scosse il capo. «No. I profughi.»
«I Custodi sono morti, mio signore» lo informò il vecchio, seduto di fronte a Elend. Non aveva una tenda, solo una coperta stesa fra diverse aste. «O morti o catturati.»
Un altro uomo portò a Elend una tazza di tè caldo, comportandosi in modo servile. Entrambi indossavano vesti da maggiordomo e, mentre i loro occhi tradivano spossatezza, avevano vesti e mani pulite.
Vecchie abitudini, pensò Elend, annuendo in segno di ringraziamento e sorseggiando il tè. La gente di Terris può aver dichiarato la propria indipendenza, ma mille anni di servitù non possono essere messi da parte così facilmente.
Il campo era uno strano posto. Spook diceva di avervi contato mille persone: un incubo da accudire, nutrire e organizzare nel freddo inverno. Molti erano anziani, e gli uomini erano perlopiù maggiordomi: eunuchi riprodotti per servigi signorili, senza esperienza nella caccia.
«Dimmi cos'è successo» chiese Elend.
L'anziano maggiordomo annuì, la testa che tremolava. Non pareva particolarmente fragile - in effetti aveva la stessa aria di dignità controllata che parecchi maggiordomi esibivano - ma il suo corpo aveva un lento tremolio cronico.
«Mio signore, Il Sinodo è uscito allo scoperto una volta caduto l'impero.» Accettò una tazza di tè, ma Elend notò che era solo mezza piena, una precauzione che si rivelò saggia, dal momento che il tremore dell'attempato maggiordomo quasi ne versò il contenuto. «Sono diventati i nostri governanti. Forse da parte loro non è stato così saggio rivelarsi così presto.»
Non tutti i Terrisiani erano feruchemisti; in effetti, pochissimi lo erano. I Custodi
- persone come Sazed e Tindwyl - erano stati costretti a nascondersi molto tempo fa dal lord Reggente. La sua paranoia che feruchemia e allomanzia potessero mischiarsi, ottenendo in tal modo una persona con i suoi stessi poteri, lo aveva condotto a cercare di distruggere tutti i feruchemisti.
«Conosco dei Custodi, amico mio» ammise Elend piano. «Trovo difficile credere che qualcuno abbia potuto sconfiggerli così facilmente. Chi è stato?»
«Gli Inquisitori d'Acciaio, mio signore» rispose il vecchio.
Elend rabbrividì. Ecco dov'erano finiti, allora.
«Ce n’erano dozzine, mio signore» proseguì l'anziano. «Hanno attaccato Tathingdwen con un esercito di bruti koloss. Ma si è trattato solo di una distrazione, ritengo. Il loro vero obiettivo erano il Sinodo e i Custodi stessi. Mentre il nostro esercito, pur poco numeroso, combatteva le bestie, gli Inquisitori stessi colpivano i Custodi.»
Lord Reggente..., pensò Elend, mentre lo stomaco gli si contraeva. Allora cosa facciamo del libro che Sazed ci ha detto di consegnare al Sinodo? Lo diamo a questi uomini o lo teniamo?
«Hanno portato i corpi con sé, mio signore» continuò il vecchio. «Terris è in rovina, ed è per questo che stiamo andando a sud. Avete detto di conoscere re Venture?»
«Io... l'ho incontrato» ripose Elend. «Governava Luthadel, da dove provengo.»
«Ci accoglierà, pensate?» chiese l'anziano. «Ormai abbiamo poche speranze.
Tathingdwen era la capitale di Terris, ma anche essa non era grande. Siamo pochi, a oggi... il lord Reggente ha provveduto a questo.»
«Io... non so se Luthadel possa aiutarvi, amico.»
«Possiamo essere bravi servitori» promise il vecchio. «Abbiamo peccato d'orgoglio nel dichiararci liberi, ritengo. Abbiamo combattuto per sopravvivere perfino prima dell'attacco degli Inquisitori. Forse ci hanno fatto un favore caccian-doci.»
Elend scosse il capo. «I koloss hanno attaccato Luthadel poco più di una settimana fa» disse piano. «Io stesso sono un profugo, mastro maggiordomo. Per quanto ne so, la città è caduta.»
L'anziano rimase in silenzio. «Ah, capisco» disse infine.
«Mi dispiace» disse Elend. «Stavo viaggiando alla volta di Luthadel per vedere cos'è accaduto. Dimmi: ho percorso questo tragitto non molto tempo fa. Come ho fatto a non notarvi nel mio viaggio a nord?»
«Non siamo venuti via canale, mio signore» disse il vecchio. «Abbiamo tagliato dritto per la campagna, in modo da poter raccogliere provviste a Suringshath. Voi...
non avete altre notizie di eventi a Luthadel, allora? C'era un Custode anziano di stanza lì. Stavamo sperando, forse, di cercare il suo consiglio.»
«Lady Tindwyl?» chiese Elend.
L'uomo drizzò le orecchie. «Sì. La conoscete?»
«Ricopriva il ruolo di attendente alla corte del re» lo informò Elend.
«La Custode Tindwyl ora potrebbe essere considerata il nostro capo, ritengo»
disse il vecchio. «Non siamo certi di quanti Custodi itineranti ci siano, ma lei è l'unico membro noto del Sinodo che si trovava fuori città quando è stata attaccata.»
«Era ancora a Luthadel quando io sono partito» disse Elend.
«Allora potrebbe essere ancora viva» disse l'anziano. «Possiamo sperare, ritengo.
Vi ringrazio, viaggiatore, per le vostre informazioni. Vi prego, mettetevi a vostro agio nel nostro accampamento.»
Elend annuì, alzandosi in piedi. Spook rimase a breve distanza, nelle nebbie accanto a un paio di alberi. Elend si unì a lui.
La gente teneva accesi grandi fuochi nella notte, come per sfidare le nebbie. La luce riusciva a disperdere un poco il potere delle nebbie... eppure sembrava anche accentuarle, creando ombre tridimensionali che ingannavano l'occhio. Spook si sporse contro il tronco deformato dell'albero, guardandosi attorno verso cose che Elend non poteva vedere. Elend, però, riuscì a sentire qualcosa di Quello che Spook doveva star esaminando. Bambini che piangevano. Uomini che tossivano. Bestiame che si muoveva.
«Non lascia presagire nulla di buono, vero?» chiese Elend piano.
Spook scosse il capo. «Vorrei che spegnessero tutti quei fuochi» borbottò. «La luce mi fa male agli occhi.»
Elend landò un'occhiata di lato. «Non sono così luminosi.»
Spook scrollò le spalle. «Stanno solo sprecando legna.»
«Perdonali se cercano qualche comodità, per ora. Ne avranno ben poche nelle settimane a venire.» Elend indugiò, scrutando una squadra di 'soldati' terrisiani di passaggio... un gruppo di uomini che erano evidentemente maggiordomi. La loro postura era eccellente e camminavano con una grazia armoniosa, ma Elend dubitava che sapessero come usare qualche arma a eccezione di un coltello da cucina.
No, non c'è nessun esercito a Terris per aiutare la mia gente.
«Hai mandato Vin indietro a radunare i nostri alleati» disse Spook piano. «Per portarli a incontrarsi con noi, forse per cercare rifugio a Terris.»
«Lo so» disse Elend.
«Non possiamo radunarci a Terris, però» disse Spook. «Non con gli Inquisitori lassù.»
«Lo so» ripetè Elend.
Spook rimase in silenzio per un momento. «Tutto il mondo sta cadendo a pezzi, El» disse infine. «Terris, Luthadel...»
«Luthadel non è stata distrutta» disse Elend, rivolgendo a Spook un'occhiata brusca.
«I koloss...»
«Vin avrà trovato un modo per fermarli» disse Elend. «Per quanto ne sappiamo, può aver già trovato il potere al Pozzo dell'Ascensione. Dobbiamo proseguire.
Possiamo ricostruire, e ricostruiremo, tutto quello che è andato perduto. Poi ci preoccuperemo di aiutare Terris.»
Spook esitò, poi annuì e sorrise. Elend fu sorpreso di vedere quanto le sue parole fiduciose parvero placare i crucci del ragazzo. Spook si appoggiò all'indietro, fissando la tazza di tè ancora fumante di Elend, e lui gliela porse borbottando che non gli piaceva il tè di cuoradice. Spook bevve allegramente.
Elend, però, trovava la faccenda più preoccupante di quanto ammettesse. Il ritorno del Baratro, fantasmi nella nebbia e Inquisitori che entrano in gioco per conquistare la Dominazione di Terris. Cos'altro sto ignorando?