I Terrisiani lo respinsero, ma lui era venuto a guidarli.

23

«Re Lekal ha affermato di avere ventimila di quelle creature nel suo esercito»

annunciò con calma Sazed.

Ventimila!, pensò Elend sconcertato. La loro pericolosità era pari a cinquantamila uomini di Straff Probabilmente superiore.

Attorno alla tavola piombò II silenzio, ed Elend guardò gli altri. Sedevano nelle cucine del palazzo, dove un paio di cuochi si stava affrettando a preparare una cena tarda per Sazed. La stanza bianca aveva un'alcova su un lato con una modesta tavola per i pasti dei servitori. Non era sorprendente che Elend non vi avesse mai cenato, ma Sazed aveva insistito per non svegliare tutti i servitori che d sarebbero voluti per preparare Il salone da pranzo principale, anche se apparentemente era tutto il giorno che non mangiava.

Perciò sedevano sulle basse panche di legno, in attesa, mentre i cuochi lavoravano

- abbastanza distanti da non poter sentire la conversazione in toni sommessi nell'alcova. Vin sedeva accanto a Elend, cingendogli la vita con un braccio, il suo caccialupi kandra sul pavimento accanto a lei. Breeze si trovava dall'altro lato, con l'aspetto in disordine: era stato piuttosto irritato quando lo avevano svegliato. Ham era ancora in piedi, così come Elend: aveva dovuto lavorare a un'altra proposta: una lettera che avrebbe mandato all'Assemblea per spiegare che quello con Straff era un incontro informale e non un colloquio ufficiale.

Dockson avvicinò uno sgabello, scegliendo un posto distante da Elend, come al solito. Clubs era incurvato dal suo lato della panca, anche se Elend non riusciva a capire se quella postura fosse dovuta alla stanchezza o all'abituale scontrosità di Clubs. Questo lasciava solo Spook, che sedeva a uno dei tavoli di servizio a poca distanza, le gambe che dondolavano oltre il bordo quando ogni tanto sgraffignava un boccone irritando i cuochi. Elend notò divertito che stava facendo la corte - con scarso successo - a un'assonnata sguattera.

E poi c'era Sazed. Il Terrisiano era seduto proprio di fronte a Elend, con quel tranquillo senso di padronanza di sé che solo lui poteva avere. Le sue vesti erano polverose, e aveva un'aria strana senza i suoi orecchini - rimossi per non tentare i ladri, suppose Elend - ma la faccia e le mani erano pulite. Anche se sporco per il viaggio, Sazed emanava comunque una sensazione di ordine.

«Mi scuso, Vostra Maestà,» riprese Sazed «ma non penso che d si possa fidare di lord Lekal. Mi rendo conto che eravate amici prima del Crollo, ma II suo stato attuale pare in qualche modo... instabile.»

Elend annuì. «Come credi che li stia controllando?»

Sazed scosse il capo. «Non riesco a formulare un'ipotesi, Vostra Maestà.»

Anche Ham scosse la testa. «Ho uomini nella guardia venuti dal Sud dopo II Crollo. Erano soldati di stanza in una guarnigione vicino a un accampamento di koloss. Il lord Reggente non era morto da neanche un giorno che le creature impazzirono. Attaccarono ogni cosa nella zona: villaggi, guarnigioni, città.»

«Lo stesso accadde nel Nordovest» testimoniò Breeze. «Profughi in fuga da koloss incontrollati si riversarono nelle terre di lord Cett. Lui tentò di reclutare la guarnigione di koloss vicino alle sue terre ed essi lo seguirono per un po'. Ma poi qualcosa li fece scattare e assalirono II suo esercito. Dovette sterminarli tutti quanti... e perse quasi duemila soldati per uccidere una piccola guarnigione di cinquecento koloss.»

Il gruppo si fece di nuovo silenzioso, mentre i rumori e il parlottio del personale delle cucine risuonavano a poca distanza. Cinquecento koloss e duemila uomini, pensò Elend. E la forza di Jastes contiene ventimila di quelle bestie.

Lord Reggente...

«Quanto tempo?» chiese Clubs. «Quanto sono distanti?»

«Mi ci è voluto poco più di una settimana per giungere qui» rispose Sazed.

«Anche se pare che re Lekal sia accampato lì da un po' di tempo. Sta ovviamente venendo in questa direzione, ma non so quanto rapidamente intenda marciare.»

«È probabile che non si aspettasse che altri due eserciti l'avessero preceduto per la città» notò Ham.

Elend annuì. «Cosa facciamo, allora?»

«Non mi pare che possiamo far nulla, Vostra Maestà» osservò Dockson, scuotendo il capo. «Il rapporto di Sazed non lascia molta speranza che saremo in grado di ragionare con Jastes. E, con l'assedio che stiamo già subendo, c'è poco che possiamo fare.»

«Potrebbe semplicemente voltarsi e andarsene» sperò Ham. «Con due eserciti già qui...»

Sazed parve esitante. «Sapeva degli eserciti, lord Hammond. Pareva confidare nei suoi koloss contro le armate umane.»

«Con ventimila di loro» constatò Clubs «potrebbe sconfiggere ciascuno di quegli eserciti.»

«Ma contro entrambi avrebbe problemi» puntualizzò Ham. «Questo mi farebbe indugiare, se fossi in lui. Comparendo con una massa di volubili koloss, potrebbe impensierire facilmente Cett e Straff tanto da far loro unire le forze contro di lui.»

«Il che per noi sarebbe perfetto» disse Clubs. «Quanto più gli altri combattono, meglio stiamo noi.»

Elend si appoggiò contro lo schienale. Percepiva un'ansia incombere su di lui ed era bello avere accanto Vin, che lo cingeva col braccio, anche se non diceva molto.

A volte, lui si sentiva più forte solo grazie alla sua presenza. Ventimila koloss.

Quella singola minaccia lo spaventava più di ciascuno degli altri eserciti.

«Questa potrebbe essere una buona cosa» osservò Ham. «Se Jastes dovesse perdere il controllo di quelle bestie vicino a Luthadel, c'è una buona possibilità che attacchino uno degli altri eserciti.»

«D'accordo» acconsentì Breeze in tono stanco. «Penso che dobbiamo mantenere lo stallo, prolungare questo assedio fino all'arrivo dell'armata dei koloss. Un altro esercito significa solo un maggior vantaggio per noi.»

«Non mi piace l'idea di koloss nella zona» intervenì Elend, rabbrividendo un poco. «Non importa quale vantaggio ci forniscano. Se attaccano la città...»

«Secondo me dobbiamo preoccuparci di questo quando e se arriveranno» dichiarò Dockson. «Per ora, dobbiamo proseguire col nostro piano come concordato. Sua Maestà si incontra con Straff, cercando di abbindolarlo in un'alleanza segreta con noi. Con un po' di fortuna, l'imminente presenza dei koloss lo renderà ben disposto a trovare un accordo.»

Elend annuì. Straff aveva acconsentito all'incontro, e avevano fissato la data fra pochi giorni. L'Assemblea era arrabbiata che non si fosse consultato con loro sul tempo e sul luogo, ma c'era poco che potevano fare sulla questione.

«Comunque» disse infine Elend, sospirando. «Hai detto di avere altre notizie, Sazed? Migliori, spero.»

Sazed indugiò. Finalmente un cuoco si avvicinò, mettendogli davanti un piatto di cibo: orzo al vapore con strisce di carne speziata. L'odore fu sufficiente a far venire un po' di fame a Elend. Rivolse un cenno di gratitudine al capocuoco di palazzo, che aveva insistito per preparare il pasto di persona nonostante l'ora tarda, e questi fece segno al suo personale e si allontanò.

Sazed sedette in silenzio, aspettando a parlare finché gli inservienti non furono nuovamente fuori portata d'udito. «Ho esitato a menzionare questo, Vostra Maestà, poiché i vostri fardelli sembrano già abbastanza pesanti.»

«Non importa: dimmi di che si tratta» replicò Elend.

Sazed annuì. «Temo che possiamo aver esposto il mondo a qualcosa, quando abbiamo ucciso il lord Reggente, Vostra Maestà. Qualcosa di inatteso.»

Breeze sollevò un sopracciglio stanco. «Inatteso? Intendi a parte koloss devastanti, despoti assetati di potere e banditi?»

Sazed esitò. «Uhm, sì. Parlo di cose un po' più nebulose, temo. C'è qualcosa che non va con le nebbie.»

Vin sollevò un poco la testa accanto a Elend. «Cosa intendi?»

«Sto seguendo una serie di eventi» spiegò Sazed. Abbassò lo sguardo mentre parlava, come imbarazzato. «Sto effettuando un'indagine, potrei dire. Vedete, ho udito numerosi rapporti delle nebbie che compaiono durante il giorno.»

Ham scrollò le spalle. «Capita, a volte. Ci sono giorni di foschia, specialmente in autunno.»

«Non è quello che intendo, lord Hammond» ribatté Sazed. «C'è differenza fra la nebbia e la comune foschia. È difficile da notare, forse, ma un occhio attento può riuscirci. La nebbia è più densa e... be'...»

«Si muove in disegni più ampi» spiegò Vin piano. «Come fiumi nel cielo. Non è mai sospesa in un unico posto: fluttua nella brezza, quasi come se la creasse.»

«E non può entrare negli edifici» specificò Clubs. «O nelle tende. Evapora poco dopo.»

«Sì» confermò Sazed. «La prima volta che ho udito questi rapporti sulla nebbia di giorno, ho supposto che la gente stesse solo permettendo alla superstizione di prendere il sopravvento. Ho conosciuto molti skaa che si rifiutavano di uscire in un giorno di foschia. Comunque i rapporti mi incuriosirono, così ne rintracciai l'origine in un villaggio del Sud. Insegnai lì per qualche tempo e non ricevetti mai conferma delle storie. Perciò me ne andai da quel posto.»

Si interruppe, accigliandosi un poco. «Vostra Maestà, vi prego di non ritenermi pazzo. Durante quei viaggi attraversai una valle nascosta, e vidi quella che posso giurare fosse nebbia, non foschia. Si muoveva per il paesaggio, strisciando verso di me. Alla piena luce del giorno.»

Elend landò un'occhiata a Ham. Lui scrollò le spalle. «Non guardare me.»

Breeze sbuffò. «Stava chiedendo la tua opinione, mio caro.»

«Be', non ne ho una.»

«Bel filosofo che sei.»

«Non sono un filosofo» replicò Ham. «Mi piace solo riflettere sulle cose.»

«Be', rifletti su questo, allora» disse Breeze.

Elend guardò Sazed. «Sono sempre stati così, questi due?»

«Sinceramente, non ne sono certo, Vostra Maestà» rispose Sazed accennando un sorriso. «Li conosco solo da poco tempo più di voi.»

«Sì, sono sempre stati così» confermò Dockson, sospirando piano. «Semmai, con gli anni sono peggiorati.»

«Non sei affamato?» chiese Elend, rivolgendo un cenno col capo verso II piatto di Sazed.

«Posso mangiare una volta terminata la nostra discussione» rispose Sazed.

«Sazed, non sei più un servo» disse Vin. «Non devi preoccuparti di cose del genere.»

«Non è questione di servire o no, lady Vin» ribatté Sazed. «È questione di educazione.»

«Sazed» lo interruppe Elend.

«Sì, Vostra Maestà?»

Indicò il piatto. «Mangia. Puoi essere educato in un altro momento. Ora hai l'aria affamata... e sei fra amici.»

Sazed esitò, rivolgendo a Elend una strana occhiata. «Sì, Vostra Maestà»

acconsentì, prendendo un coltello e un cucchiaio.

«Ora,» esordì Elend «per quale ragione ha importanza che tu abbia visto la nebbia di giorno? Sappiamo che quello che dicono gli skaa non è vero: non c'è motivo di temere la nebbia.»

«Gli skaa possono essere più saggi di quanto crediamo, Vostra Maestà» disse Sazed, prendendo bocconi di cibo piccoli e misurati. «Pare che la nebbia abbia ucciso della gente.»

«Cosa?» domandò Vin, sporgendosi in avanti.

«Non l'ho mai visto di persona, lady Vin» spiegò Sazed. «Ma ho visto i suoi effetti e ho raccolto diversi rapporti separati. Concordano tutti che la nebbia ha ucciso della gente.»

«Questo è ridicolo» commentò Breeze. «La nebbia è innocua.»

«Questo è ciò che pensavo anch'io, lord Ladrian» disse Sazed. «Però parecchi dei rapporti sono piuttosto dettagliati. Gli incidenti sono avvenuti sempre durante il giorno, e ciascuno racconta di come la nebbia si sia avvolta attorno a qualche sfortunato individuo che poi è morto, di solito per un infarto. Ho raccolto io stesso testimonianze di alcuni presenti.»

Elend si accigliò. Da parte di un altro uomo, avrebbe liquidato quelle notizie. Ma Sazed... non era un uomo che si potesse liquidare. Vin, seduta accanto a Elend, osservava la conversazione con interesse, mordicchiandosi II labbro inferiore.

Stranamente, non contestò le parole di Sazed, anche se gli altri parvero reagire allo stesso modo di Breeze.

«Non ha senso, Sazed» disse Ham. «Ladri, nobili e allomanti sono usciti nelle nebbie per secoli.»

«Proprio così, lord Hammond» rispose Sazed con un cenno di assenso. «L'unica spiegazione a cui riesco a pensare riguarda il lord Reggente. Non ho mai udito rapporti concreti su morti legate alla nebbia prima del Crollo, ma da allora non ho avuto problemi a trovarne. I rapporti sono concentrati nelle Dominazioni Esterne, ma pare che gli incidenti si stiano spostando verso l'entroterra. Ne ho trovato uno...

molto allarmante a diverse settimane a sud, dove pare che un intero villaggio sia stato preso in trappola nei tuguri dalle nebbie.»

«Ma perché mai la morte del lord Reggente dovrebbe avere qualcosa a che fare con le nebbie?» chiese Breeze.

«Non ne sono certo, lord Ladrian,» rispose Sazed «ma è l'unica connessione che sono stato in grado di ipotizzare.»

Breeze si accigliò. «Vorrei che non mi chiamassi a quel modo.»

«Mi scuso, lord Breeze» fece Sazed. «Sono ancora abituato a chiamare le persone col loro nome completo.»

«Ti chiami Ladrian?» chiese Vin.

«Purtroppo» rispose Breeze. «Non mi è mai piaciuto, e con Sazed che ci mette davanti quel 'lord'... be', l'allitterazione lo rende ancora più atroce.»

«È una mia impressione,» interloquì Elend «o stasera stiamo divagando dall'argomento più spesso del solito?»

«Ci succede quando siamo stanchi» disse Breeze con uno sbadiglio. «A ogni modo, il nostro buon Terrisiano deve aver raccolto informazioni sbagliate. La nebbia non uccide.»

«Posso solo riportare quello che ho scoperto» disse Sazed. «Avrò bisogno di fare ulteriori ricerche.»

«Allora rimarrai?» chiese Vin con tono ovviamente speranzoso.

Sazed annuì.

«E l'insegnamento?» chiese Breeze agitando la mano. «Quando te ne andasti, ricordo che dicesti qualcosa sul passare il resto della tua vita viaggiando o qualche sciocchezza del genere.»

Sazed arrossì un poco, abbassando di nuovo lo sguardo. «Quel compito dovrà aspettare, temo.»

«Sei libero di rimanere quanto vuoi, Sazed» affermò

Elend, scoccando un'occhiataccia a Breeze. «Se quello che dici è vero, allora renderai un servizio maggiore attraverso i tuoi studi piuttosto che viaggiando.»

«Forse» concesse Sazed.

«Però,» fece notare Ham con una risatina «probabilmente avresti potuto scegliere un posto più sicuro dove mettere su bottega... uno non minacciato da due eserciti e ventimila koloss.»

Sazed sorrise ed Elend non poté esimersi da un risolino. Ha detto che gli incidenti che riguardavano le nebbie si stavano muovendo nell'entroterra, verso il centro dell'impero. Verso di noi.

Qualcos'altro di cui preoccuparsi.

«Cosa sta succedendo?» chiese all'improvviso una voce. Elend si voltò verso la porta della cucina, sulla cui soglia si trovava una scarmigliata Allrianne. «Ho sentito delle voci. C'è una festa?»

«Stavamo solo discutendo di faccende di Stato, mia cara» si affrettò a dire Breeze.

«L'altra ragazza è qui» fece notare Allrianne, indicando Vin. «Perché io non sono stata invitata?»

Elend si accigliò. Ha sentito delle voci? Gli alloggi degli ospiti non erano affatto vicino alle cucine. E Allrianne era vestita con un semplice abito lungo da nobildonna. Si era presa la briga di togliersi i vestiti da notte ma aveva lasciato i capelli in disordine. Forse per apparire più innocente?

Sto cominciando a pensare come Vin, osservò Elend con un sospiro. Come per corroborare la sua ipotesi, notò Vin che stringeva gli occhi verso la nuova ragazza.

«Toma alle tue stanze, cara» la blandì Breeze in tono tranquillizzante. «Non disturbare Sua Maestà.»

Allrianne sospirò in modo drammatico, ma si voltò e fece come lui le chiedeva, allontanandosi lungo II corridoio. Elend si voltò di nuovo verso Sazed, che stava osservando la ragazza con un'espressione incuriosita. Elend gli rivolse un'occhiata esplicita di 'chiedere più tardi' e II Terrisiano tornò al suo pasto. Qualche momento dopo, il gruppo cominciò a sciogliersi. Vin si intrattenne con Elend mentre gli altri se ne andavano.

«Non mi fido di quella ragazza» dichiarò Vin mentre un paio di servitori prendevano lo zaino di Sazed e lo guidavano via.

Elend sorrise, voltandosi per guardarla. «Devo proprio dirlo?»

Lei roteò gli occhi. «Lo so. 'Tu non ti fidi di nessuno, Vin.' Stavolta ho ragione.

Era vestita, ma aveva i capelli scarmigliati. Deve averlo fatto di proposito.»

«L'ho notato.»

«Davvero?» Sembrava colpita.

Elend annuì. «Deve aver sentito i servitori svegliare Breeze e Clubs, così s'è alzata. Questo significa che ha passato una buona mezz'ora a origliare. Ha tenuto i capelli in disordine in modo che credessimo che era appena scesa.»

Vin aprì un poco la bocca, poi si accigliò, scrutandolo. «Stai migliorando»

osservò infine.

«O è così, oppure è lady Allrianne a non essere molto abile.»

Vin sorrise.

«Sto ancora cercando di capire come mai tu non l'abbia sentita» fece notare Elend.

«I cuochi» replicò Vin. «Troppo rumore. Inoltre ero un po' distratta da quello che stava raccontando Sazed.»

«E cosa ne pensi?»

Vin esitò. «Te lo dirò più tardi.»

«D'accordo» acconsentì Elend. A fianco di Vin, Il kandra si alzò e stiracchiò II suo corpo da caccialupi. Perché ha insistito per portare OreSeur alla riunione?, si domandò Elend. Fino a poche settimane fa non poteva nemmeno sopportare quell'essere.

Il caccialupi si voltò, lanciando un'occhiata alle finestre della cucina. Vin seguì II suo sguardo.

«Vai fuori di nuovo?» chiese Elend.

Vin annuì. «Questa notte non mi piace. Rimarrò vicino al tuo balcone, in caso di guai.»

Lo badò, poi si allontanò. Lui la guardò andare, domandandosi perché fosse stata così interessata alle storie di Sazed e cos'era che non gli stava spiegando.

Smettila, si disse. Forse stava imparando la lezione di Vin un po' troppo bene: di tutte le persone a palazzo, Vin era l'ultima su cui bisognava che lui fosse paranoico.

Però, ogni volta

che gli pareva di cominciare a capirla, si rendeva conto di quanto poco la comprendeva.

E questo faceva sembrare tutto il resto un po' più deprimente. Con un sospiro, si voltò in cerca delle sue stanze, dove la sua lettera per l'Assemblea, ancora a metà, attendeva di essere completata.

Forse non avrei dovuto parlare delle nebbie, pensò Sazed seguendo un servitore su per le scale. Ora ho impensierito il re su qualcosa che potrebbe essere solo una mia fissazione.

Raggiunsero la cima delle scale e il servitore gli chiese se voleva che gli preparasse un bagno. Sazed scosse il capo. In parecchie circostanze avrebbe gradito l'opportunità di ripulirsi. Però, correre fino alla Dominazione Centrale, essere catturato dai koloss e poi marciare per il resto della distanza fino a Luthadel lo aveva lasciato esausto fino all'ultimo stadio della spossatezza. Aveva avuto a malapena la forza di mangiare. Ora voleva soltanto dormire.

11 servitore annuì e condusse Sazed lungo un corridoio laterale.

E se le connessioni che si stava immaginando non fossero esistite? Ogni studioso sapeva che uno dei maggiori pericoli nella ricerca era il desiderio di trovare una risposta specifica. Non aveva immaginato le testimonianze che aveva raccolto, ma aveva forse esagerato la loro importanza? E se fosse stato così? Le parole di un uomo spaventato che aveva visto il suo amico morire per un attacco di cuore? La testimonianza di un folle, impazzito tanto da darsi al cannibalismo? Rimaneva il fatto che Sazed non aveva mai visto le nebbie uccidere di persona.

Il servitore lo condusse a una stanza per gli ospiti, e Sazed lo ringraziò e gli augurò la buonanotte. Osservò l'uomo allontanarsi, reggendo solo una candela, avendo lasciato la lampada a Sazed. Per la maggior parte della sua vita, Sazed aveva fatto parte di una classe di servitori rinomati per II ricercato senso del dovere e decoro. Era stato incaricato della gestione di ville e residenze, supervisionando servitori proprio come quello che l'aveva condotto alle sue stanze.

Un'altra vita, pensò. Il poco tempo che i suoi compiti come maggiordomo gli lasciavano per lo studio aveva sempre rappresentato una frustrazione per lui. Che ironia che avesse contribuito a rovesciare l'Ultimo Impero e poi si ritrovasse con ancora meno tempo.

Allungò una mano per aprire la porta con una spinta e si immobilizzò quasi immediatamente. C'era già una luce dentro la stanza.

Hanno lasciato una lampada per me?, si domandò. Lentamente aprì del tutto la porta. Qualcuno lo stava aspettando.

«Tindwyl» disse Sazed piano. Sedeva accanto alla scrivania della stanza, controllata e ben vestita come sempre.

«Sazed» rispose la donna mentre lui entrava, chiudendo la porta. Tutt'a un tratto Sazed fu ancora più consapevole delle sue vesti sporche.

«Hai risposto alla mia richiesta» osservò lui.

«E tu hai ignorato la mia.»

Sazed non incontrò i suoi occhi. Procedette all'interno della stanza, appoggiando la lampada sopra II comò. «Ho notato II nuovo abbigliamento del re, e pare aver acquisito un portamento adatto. Hai agito bene, ritengo.»

«Abbiamo appena cominciato» ribatté lei con noncuranza. «Avevi ragione su di lui.»

«Re Venture è davvero un brav'uomo» disse Sazed, dirigendosi verso II catino per lavarsi la faccia. L'acqua fredda fu di suo gradimento: trattare con Tindwyl di certo l'avrebbe stancato ancora di più.

«I brav'uomini possono essere pessimi re» fece notare Tindwyl.

«Ma gli uomini cattivi non possono essere bravi re» replicò Sazed. «È meglio iniziare con un brav'uomo e lavorare sul resto, ritengo.»

«Forse» acconsentì Tindwyl. Lo osservò con la sua solita espressione dura. Altri potevano considerarla fredda... intransigente, perfino. Ma Sazed non aveva mai visto questo in lei. Considerando quello che aveva passato, trovava notevole stupefacente, addirittura - che avesse questa fiducia in sé. Dove l'aveva presa?

«Sazed, Sazed...» lo rimproverò lei. «Perché sei tornato nella Dominazione Centrale? Conosci le direttive che ti sono state date dal Sinodo. Il tuo posto dovrebbe essere nella Dominazione Orientale, a insegnare alla gente ai confini delle terre arse.»

«È lì che mi trovavo» disse Sazed. «E ora sono qui. Il sud dovrà andare avanti per un po' senza di me, ritengo.»

«Eh?» chiese Tindwyl. «E chi gli insegnerà le tecniche di irrigazione, in modo che possano produrre abbastanza cibo da sopravvivere ai mesi freddi? Chi spiegherà loro i principi legislativi di base, in modo che possano governarsi da soli? Chi gli mostrerà come recuperare le loro fedi e credenze perdute? Sei sempre stato così interessato a questo.»

Sazed appoggiò l'asciugamano. «Tornerò a insegnare quando sarò certo che non c'è nessun compito più importante di cui devo occuparmi.»

«E quale compito più importante può mai esserci qui?» domandò Tindwyl.

«Questo è II dovere della nostra vita, Sazed. È II compito del nostro intero popolo.

So che Luthadel è importante per te, ma non c'è nulla per te qui. Mi prenderò cura io del tuo re. Tu devi andare.»

«Apprezzo il tuo lavoro con re Venture» dichiarò Sazed. «Il mio compito ha poco a che fare con lui, però. Ho altre ricerche da effettuare.»

Tindwyl si accigliò, squadrandolo con uno sguardo freddo. «Stai ancora cercando questa tua immaginaria connessione. Questa assurdità con le nebbie.»

«C'è qualcosa di sbagliato, Tindwyl» disse lui.

«No» replicò la Terrisiana con un sospiro. «Non riesci a capire, Sazed. Hai passato dieci anni a lavorare per rovesciare l'Ultimo Impero. Ora non riesci ad accontentarti di un lavoro normale, Perciò ti sei inventato una qualche terribile minaccia per la terra. Hai paura di essere irrilevante.»

Sazed abbassò lo sguardo. «Forse. Se hai ragione, cercherò il perdono del Sinodo.

Dovrei cercarlo comunque, ritengo.»

«Oh, Sazed» disse Tindwyl scuotendo piano la testa. «Non riesco a capirti. Un conto è quando delle giovani teste calde come Vedzan e Rindel contestano i pareri del Sinodo. Ma tu? Tu sei l'essenza di quello che significa essere un Terrisiano: così calmo, umile, attento e rispettoso. Così saggio. Perché sei tu quello che sfida di continuo i nostri capi? Non ha senso.»

«Non sono così saggio come pensi, Tindwyl» dissentì Sazed in tono calmo.

«Sono semplicemente un uomo che deve fare quello che crede giusto. E ora credo che d sia un pericolo nelle nebbie, e devo investigare su questa mia sensazione.

Forse è soltanto stupidità e arroganza. Ma preferisco essere considerato stupido e arrogante che rischiare che la gente di questa terra corra dei pericoli.»

«Non troverai nulla.»

«Allora sarà dimostrato che ero in errore» replicò Sazed. Si voltò, fissandola negli occhi. «Ma ti prego di ricordare che l'ultima volta che ho disobbedito al Sinodo, il risultato è stato il crollo dell'Ultimo Impero e la libertà per il nostro popolo.»

Tindwyl fece una smorfia. Non le piaceva che le venisse ricordato quel fatto - a nessuno dei Custodi piaceva. Seguitavano a sostenere che Sazed avesse sbagliato a disobbedire, ma non potevano certo punirlo per il suo successo.

«Non riesco a capirti» ripeté lei piano. «Tu dovresti essere un capo fra la nostra gente, Sazed. Non II nostro maggior ribelle e dissidente. Tutti vogliono guardarti con rispetto... ma non possono farlo. Devi contestare ogni ordine che ti viene dato?»

Lui esibì un mesto sorriso, ma non rispose.

Tindwyl sospirò, alzandosi. Si diresse verso la porta, ma si soffermò a prendergli la mano mentre passava. Guardò nei suoi occhi per un istante; poi allontanò la mano.

Scosse II capo e se ne andò.