Hy-Brasail - L'Isola dei beati
di Gerald Griffin
Sull'oceano che consuma le rocce in cui dimori
si dice una terra evanescente sia apparsa;
pensavano fosse piena di pace, e di sole,
l'hanno chiamata Hy Brasail, l'isola dei beati.
Di anno in anno sull'azzurro confine del mare
la magica visione bella e offuscata s'è vista;
le nuvole d'oro racchiudevan l'abisso in cui posava
e parea un paradiso lontano, molto lontano.
Un uomo che udì quella splendida storia
alle brezze dell'Oriente sciolse le vele
da Ara, la sacra, si volse a Occidente:
ché se Ara era sacra, beata era Hy Brasail.
Non diede ascolto a chi dalla riva chiamava...
non udì il vento che minaccioso ruggiva;
casa, affetti e salvezza quel giorno lasciò,
per inseguire Hy Brasail, lontana, lontana!
L'alba sorse sul mare, e l'isola fantasma
dal lontano confine indistinto rifletté il suo sorriso;
mezzogiorno arse sull'onda, e la sponda confusa
parea bella e distante, ma come prima offuscata;
solitaria scese la sera sul viaggiatore,
e ad Ara di nuovo egli incerto si volse;
oh, remota ora stava al limitar dell'oceano,
ma l'isola beata era lontana, tanto lontana!
Incauto sognatore, ritorna! Oh voi, venti del mare,
portatelo ancora alla sua pacifica Ara.
Folle! Per una chimera irreale,
gettar via l'industriosa e tranquilla tua vita.
Ma invano la saggia ragione parlò;
rivedere la sua Ara mai più egli potrà!
La notte calò sui marosi tra schiuma e tempesta,
e nell'acqua mori, lontano, lontano!